Dokument-Nr. 2719
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 05. Februar 1920
Regest
Pacelli übersendet den Hirtenbrief des Erzbischofs von München und Freising, Michael von Faulhaber, anlässlich der Fastenzeit 1920, mit dem Titel "Das Papsttum in unserer demokratischen Zeit". Zuerst erwähnt der Erzbischof seine Reise nach Rom und die päpstliche Audienz, die Worte des Papstes für die Kriegsgefangenen und ihre Familienangehörigen, die wirtschaftliche Not des deutschen Volkes und die Schulfrage in Bayern. Er spricht dann vom Primat und der Kirchenhierarchie, deren Grundzug auf dem ewigen Boden des Evangeliums steht. Faulhaber hebt hervor, der Primat des Apostels Petrus sei eine Verfassung von Gottes Gnade und nicht eine des Volkes; dieser Primat stelle den Felsen des Glaubens, der kirchlichen Einheit und sittlichen Ordnung und das Zentrum der heiligen Liebe dar. Der Erzbischof nennt das Pontifikat von Benedikt XV. ein Diakonat der Weltfürsorge und ruft seine Ortskirche auf, besonders in den aktuellen schwierigen Zeiten am Heiligen Stuhl festzuhalten.Betreff
Lettera Pastorale di Mgr. Arcivescovo di Monaco
Ho l'onore di inviare qui unita a Vostra Eminenza Reverendissima una copia della interessante e dotta Lettera Pastorale, che Monsignor de Faulhaber, Arcivescovo di Monaco e Frisinga, ha indirizzato al Clero ed ai fedeli della sua Archidiocesi in occasione della prossima Quaresima.
Credo mio dovere riassumere per sommi capi l'importante Documento, che, è da sperare, apporterà buoni frutti nella vita religiosa dei cattolici Monacensi.
Monsignor Faulhaber ricorda al principio della Lettera il recente suo viaggio a Roma e con commosse parole parla della paterna accoglienza avuta dal Santo Padre, lamentando insieme che per ben cinque anni a gran parte dell'Episcopato non sia stato permesso di vedere personalmente il Padre comune dei fedeli ed affermando che questo
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fatto dimostra la mancanza di libertà, di cui soffre il Vicario di Cristo, e la deplorevole lacuna, che si riscontra nella conclusione della pace, dove la questione della indecorosa ed insostenibile situazione attuale del Romano Pontefice non è stata risoluta.Insistendo nella gioia provata di potersi prostrare ai piedi del Vicario di Gesù Cristo e pregare sulla Tomba degli Apostoli, l'illustre Prelato prosegue descrivendo con smagliante eloquenza la bellezza di Roma cristiana, il cui culmine trovasi nella Cattedra di San Pietro.
Egli avrebbe voluto che tutti i suoi diocesani si fossero trovati presenti all'Udienza accordatagli dal Santo Padre per ascoltare colle proprie orecchie le paterne parole di Sua Santità per i prigionieri di guerra e per le loro famiglie; l'interessamento del Pontefice per le disastrose condizioni economiche ed alimentari della Germania; specialmente le sue preoccupazioni per la gravissima questione della scuola in Baviera e la sua sovrana soddisfazione per quanto i cattolici bavaresi hanno fatto e si propongono di fare per la salvezza delle anime dei fanciulli e per la tutela dei diritti della Chiesa e dei genitori al riguardo.
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Dopo tale opportuna introduzione Monsignor de Faulhaber entra nell'argomento che si è proposto di svolgere nella sua Lettera Pastorale, che ha intitolata "Il Papa to nei nostri tempi democratici", volendo dimostrare il Primato del Pontificato Romano di istituzione divina e perciò di imperitura durata.
Dando un rapido sguardo ai Troni caduti, alle Dinastie tramontate, il dotto Arcivescovo trova che soltanto la Tiara Pontificale rimane intatta fra le rovine delle Corone imperiali e reali, perché la Gerarchia Ecclesiastica, al cui fastigio è il Papa, si fonda sull'immortalità medesima dell'Evangelo.
E qui l'Autore dimostra questa verità, citando e commentando ampiamente i testi della Sacra Scrittura, con cui si documenta l'origine divina del Primato della Cattedra di San Pietro, la quale perciò egli dice, 1.°) è fondata non sulla grazia del popolo, ma sulla grazia di Dio, 2.°) è la roccia incrollabile della fede, della unità della Chiesa e dell'ordine morale e sociale, 3.°) finalmente è il centro della santa carità. E per provare questa verità l'Autore assai opportunamente fa una antitesi fra i mali immensi causati dalla guerra e la carità ad-
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dimostrata dal Santo Padre, il cui pontificato, come egli afferma, rimarrà nella Storia siccome l'esempio luminoso della carità, un Diaconato di sollecitudine mondiale, facendo rilevare inoltre come l'opera pietosa del Santo Padre si sia svolta con la più ammirevole imparzialità, senza distinzione di religione o di nazionalità e cercando sempre di riportare la pace e la riconciliazione fra i popoli.La Pastorale termina esortando i fedeli a rimanere sempre più attaccati alla Sede Apostolica, specialmente nei tempi presenti, che sono per essi di lotta e di sacrificio.
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione mi pregio confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico