Dokument-Nr. 3118
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Berlin, 11. August 1927

Regest
Pacelli berichtet über die Fuldaer Bischofskonferenz, die vom 9. bis 11. August stattfand. Dort beratschlagte der deutsche Episkopat über eine in der protestantischen und teilweise auch der linken katholischen Presse entbrannte Kampagne gegen das Konkordat. Die Bischöfe erließen eine aus Pacellis Sicht lobenswerte Erklärung, die er seinem Bericht beifügt. Darin bewerteten sie die Forderung als falsch, dass das aufgrund der Umwälzungen der vergangenen Jahre neu zu regelnde Verhältnis zwischen Kirche und Staat durch ein unilaterales Gesetz des Staates zu regulieren sei. Sie verwiesen diesbezüglich darauf, dass nicht ein einzelner Bischof oder die nationale Bischofskonferenz die Verantwortung trage, sondern der Heilige Stuhl, mit dem der Staat über die Neuordnung in Form eines Konkordats verhandeln müsse. Jegliche Form, diese Verhandlungen unmöglich zu machen, sei ein Angriff auf die Rechte der kirchlichen Autorität und des katholischen Volkes, für das klar feststehe, dass die Neuordnung gemäß der unveränderlichen Gesetze der katholischen Kirche und der Gesetze des Staates abgeschlossen werden müsse. Pacelli teilt mit, dass es das Ziel der Bischöfe ist, mit dieser Erklärung die falschen Annahmen bezüglich der Beschaffenheit und der Notwendigkeit der laufenden Verhandlungen aus der Welt zu schaffen und damit zum öffentlichen Frieden beizutragen.
Betreff
Dichiarazione della Conferenza vescovile di Fulda intorno alle trattative concordatarie
Eminenza Reverendissima,
Ho avuto più volte occasione di riferire all'Eminenza Vostra Reverendissima intorno all'accanita campagna scatenata nella stampa protestante e democratica contro il futuro Concordato colla Prussia o col Reich. Pur troppo ad essa non sono rimasti estranei anche alcuni circoli cattolici di sinistra, aderenti alla tendenza del Michel (cfr. Rapporto N. 36959 del 25 Febbraio 1927) e della Rhein-Mainische Volkszeitung (cfr. Rapporto N. 37582 del 10 Giugno 1927).
L'Episcopato tedesco, riunito in questi giorni nella Conferenza annuale di Fulda, preoccupato da detta campagna, ha creduto necessario di emanare una pubblica dichiarazione, a mio umile avviso assai lodevole ed opportuna, della quale l'Eminenza Vostra troverà qui unito il testo. In essa i Revmi Vescovi respingono, come basata su falsi presupposti,
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la pretesa che i rapporti fra Chiesa e Stato, il cui nuovo ordinamento è divenuto necessario in seguito ai profondi rivolgimenti dell'ultimo decennio, siano regolati con legge unilaterale dello Stato. La dichiarazione continua poi nei seguenti termini: "Per la Chiesa cattolica è competente in tale nuovo ordinamento non il singolo Vescovo, e nemmeno la Conferenza vescovile, ma la Sede Apostolica, giacché, secondo la fede cattolica, il primato di giurisdizione del Romano Pontefice come Successore di Pietro, basato sulla istituzione di Cristo, comprende il governo della Chiesa universale, mentre che al singolo Vescovo è conferita soltanto la potestà pastorale nella singola diocesi, affinché in essa, secondo il detto dell'Apostolo, "regga la Chiesa di Dio" in subordinazione alla Suprema Autorità ecclesiastica. - Perciò l'intero popolo cattolico ha diritto che il nuovo anzidetto ordinamento, nel quale non vi è da temere in alcun modo una violazione della competenza dello Stato, abbia luogo mediante trattative colla Santa Sede. Il rendere impossibili queste trattative sarebbe un attentato ai diritti
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dell'Autorità ecclesiastica e del popolo cattolico, il quale giammai non rinunzierà a che il menzionato nuovo ordinamento si compia in modo corrispondente così agli inalienabili diritti della Chiesa cattolica come alla posizione dello Stato. Non gioverebbe alla pace, <se>1 esso si volesse invece attuare in una maniera, la quale non avesse, come si addice, riguardo ai diritti fondamentali della Chiesa cattolica".
I Revmi Prelati conchiudono affermando che la surriferita dichiarazione ha unicamente per iscopo di eliminare gli errori circa la natura e la necessità dei pendenti negoziati e quindi di contribuire al mantenimento della pubblica pace.
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1Hds. von Pacelli eingefügt.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 11. August 1927, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 3118, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/3118. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 25.02.2019, letzte Änderung am 01.02.2022.