Betreff
Rapporti fra il Concordato bavarese ed il Concordato per il Reich
Mi sono regolarmente pervenuti l'ossequiato RapportoDispaccio N. B. 28059 in data del 25 Novembre scorso,e la successiva Lettera personale dell'E. V. R. del 29 d. m. ed infinee finalmenterelativaoggi l'altra pure personale del 4 corrente, relativamente alla questione dei rRapporti fra il futuro Concordato bavarese ed il Concordato per il Reich. In obbedienza agli ordini dell'E. V. ed in risposta ai quesiti ivi proposti,
mi compio il dovere di sottoporre al sSuo superiore giudizio le seguenti considerazioni:
La maggior parte della popolazione bavarese – ad eccezione, cioè, dei socialisti ed in parte,e in qualche senso anche dei democratici – è federalista, vale a dire che, pur volendo rimanere tedesca e continuare a far parte del R eich germanico, è tenacemente attaccata ai suoi diritti particolari. Le tendenze unitariste,e centralizzatrici, le quali hanno dominato nell'Assemblea nazionale di Weimar e neil suoi G Governo di Berlino, e che hanno causato alla Baviera la perdita di molti dei diritti suddetti diritti, hanno credo eccitato
eccitato sempre
eccitatoprovocato nel popolo bavarese un vivo malcontento ed inasprito lail tradizionale opposizioneantagonismo colla Germania del Nord. La crisi è divenuta ancor più acuta, quando, ritornato la Baviera, uscita 218v
dal periodo rivoluzionario, si è decisamente orientata verso destra colla
dopo che colla costituzione di un Ministero puramente borghese, presieduto già dal Sig. von Kahr, mentre che i vari Gabinetti del Reich, sino all'attuale, sono
Gostati Governierano sempre più spiccatamente repubblicani e di sinistra. Malgrado ciò, la grandissima maggioranza della popolazione bavarese non pensa attualmente a a separsi separarsi dal Reich, tanto più che un tale distacco urterebbe, a giudizio comune, contro insormontabili difficoltà politiche ed economiche. In un caso, però, quella separazione verrebbe, però,
senz'a attuata, qualora cioè inin Berlino, ed in genere neillaLand della Germania settentrionale finissero col prevalere le tendenze rivoluzionarie e bolsceviche bolsceviche. Una simile ipotesi non è del tutto improbabile in un prossimo avvenire. Da moltevarie parti mi è stato invero riferito
confermatorecentemente riferito che si preparanoattendono in Berlino gravi agitazioni, e, quel che è più, lo stesso Cancelliere Dr. Wirth, il quale, anch'egli assai a sinistra, aveva sinora veduto soltanto il pericolo delle agitazioni degli elementi reazionari e monarchici, mi disseha manifestòato invece, non senza mia sorpresa, la sera del 1º corrente le sue preoccupazioni ed i suoi timori per moti rivoluzionari di sinistra. Anche in questotal caso, tuttavia, la separazione non sarebbe che provvisoria, finché cioè [ein Wort unlesbar] durassero nel Nordcolà Governi bolschevichi o bolscevizzan-219r
ti. Questo è indubbiamente il sentimento della massa della popolazione bavarese. Al qual proposito è altresì da notare che nella Baviera meridionale (Alta e Bassa Baviera) i sentimenti particolaristi sono assai più accentuati che
nella Bain quella del Nordnel sud che nel nord della Baviera,(Franconia), e tale differenza si rileva nello stesso Episcopato, in cui, l'Arcivescovo ad esempio, l'attualel'Arcivescovo di Bamberga è assai piùmeno sfavorevole al a Berlino che non l'Emol'Arcivescovo di Monaco. – Accanto a questeitendenzediffusi sentimentifederalistei, vi è poi un gruppo, <non troppo numeroso,> composto di elementi di destra, il quale mediter aspirerebbe addirittura alla separazione vi sono poi le aspirazioni seppropriamenteseparatiste, rappresentate più o meno occultamente da un assai piccolo gruppo (poco numeroso) composto di elementi di destra, e tale tendenza, che non potrebbe finora nemmeno chiamarsi propriamente unnemmeno un "movimento", divenne in essoalquanto più intensa dopoin seguito alla forzata soppressione dello stato eccezionale in Baviera ed la caduta del Gabinetto il ed al susseguente ritiro del Ministro Presidente von Kahr (Rapporto N. 21936 del 3 Ottobre 1921). Questo Emo Arcivescovo mi raccontavaconfidava un giorno che il Principe (già ereditario) Rupprecht di Baviera due volte in passato gli aveva affermato chenon poter poter la Baviera non poteva separarsi dal Reich, ma alla fine di Settembre, do-219v
po la caduta del Kahr (su cui molto si contava per una futura restaurazione della monarchia), il Barone Cramer-Klett si presentò una sera da lui per significargli d'incarico del summenzionato Principe che esser questi riteneva [ora] venuto ora il momento ora favorevole alla separazione. L'Eminentissimo mantenne nel un'attitudine riservata e si limitò a prender notizia della comunicazione.
Ciò premesso, non mi sembra,che, almenocheper ora,
che il Concordato separato per la Baviera sia odpossa appariresca in Germania come un passo ed una spinta verso la separazione anzidetta, e possa quindi esporre la Chiesa alle conseguenze giustamente rilevate e temute dall'E. V. – Infatti 1º) il
Le disposizioni delIl Concordato su in discorso debba [rimanere] nell'ambitonon deve contenere disposizioni contrariedealla Costituzione del Reich, ed a tale riguardo, prima che esso sia sottoposto al Landtag bavarese, il Governo del Rei centrale di Berlino ha il diritto di esaminarlo per vedere se (cfr. (Rapporto N. 18532 del 14 Novembre 1920). Ciò costituisceimplicaanzi un chiaropositivo riconoscimento che la Baviera fa parte del Reich ed una aperta negazione del
la ten del principioprincipioseparatista.
(1) Lo Ed infatti lo stesso Sig. Ministro del Culto in Baviera Dr. Matt, nella lettera del 26 Agosto 1920 con cui iniziava le sue risposte ai punti per il Concordato bavarese, (Rapporto N. 17896 dell'11 Settembre 1920), così si esprimeva: "Innanzi tutto mi sia permesso di rammentare un principio, che ho sempre messo in rilievo nei nostri ripetuti colloqui. La Baviera fa parte del Reich germanico, e come tale vuole e deve rispettare ed applicare l'attuale Costituzione e legislazione della Germania. Un nuovo accordo fra la S. Sede e la Baviera deve dunque mantenersi nei limiti prescritti fissati alla Repubblica bavarese dalla Costituzione e dalla legislazione del Reich. Dovrà quindi evitarsi qualsiasi formula od espressione, che costitui
sse
sca costituisseca inammissibili modificazioni od aggiunte aggiunte alle medesime". prescrizioni legislative del Reich". – Una simile
analoga
pubblica dichiarazione,
da parte del Governo bavarese,
ad esempio durante la discussione del progetto del Concordato al Landtag, tog parmi che toglierebbe ogni possibilità di equivoco.(1.) 2º) Il Concordato di separato è senza dubbio una chiara affermazione di federalismo, e perciò è così vivamente desiderato dalla Baviera, che vede in esso un esercizio dei suoi (ormai assai ridotti) diritti statali; ma da nessuno,in Germania, che io sappia, viene interpretato come un passo verso la separazione. Anche in Berlino mai non mi è stato sinora parlato ancoramai in questo senso. Il GovernoI motivi, per cui il Governo
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di Berlinodel Reich vorrebbe che anche la Baviera fosse inclusa nel Conco Concordato germanicoper tutta la Germania (salva la sua propria Convenzione particolare),sono, almeno per quanto è a mia cognizione, siasia per le sue tendenze centralizzatrici, sia ancheper la ragione, che esporrò in seguito. –appresso. – Ho detto però: pe almeno per ora; giacché, se in seguito durante le trattativeil [ein Wort unlesbar] un
serio
movimento separatista [drei Wörter unlesbar] nuovi imprevistiimprevisti avvenimenti mettessero in pericolo l'unità della Germania, o (cosa poco probabile) si manifestasse inveramente in Baviera un serio movimento separatista, od anche venissero, ad esempio, ad essere ilpubblicamente conosciutoe lel'inconsultoepiano[trame]mene del Prof. Sachs
(persona, che del resto, che, per quanto (persona, del resto, a quanto ho potuto sino ad oggi constatare, sconosciuta qui in Monaco negli ambienti cattolici),(persona
del resto quia me ignota) forseforse la situazione potrebbe cambiare, ed il Concordato separato sarebbe forse esposto agli attacchiassai probabilmentecombattuto dai socialisti e dai democratici comepotrebbe forse allora assumere, massime agli occhi dei socialisti e dei democratici, l'apparenza di un incentivo a tali mene. Allora forseanche la S. Sede dovrebbesi troverebbe
facilmentesi potrebbe trovare eventualmente, forse forse trovare nella necessità di recedere da simile idea.
MaChecché sia di ciò,Ma vi è inoltre, a mio umile avviso, un mezzo sicuro per mettere sin da ora la Chiesa al di fuori disicuro da qualsiasi sospetto.sospetto: anche per l'avvenire. – A tale riguardo è mio dovere di riferire all'E. V. che, dopo iniziate in Berlino le trattative per il Concordato col Reich (Rapporto N. 22353 del 16 Novembre p. p.), fui interrogato sia dal Sig. Conte von Lerchenfeld, M Presidente del Consiglio dei Ministri in Monaco, come da alcuni membri del partito popolare bavarese, se da parte della S. Sede vi fossero cambiamenti circa il Concordato separato per la Baviera. Stando alle istruzioni sino ad alloraa quel momento ricevute, risposi che no, e tutti così si calmarono. In Berlino, d'altra parte, alcuni funzionari inferiorisi [ein Wort unlesbar] sperò cercòcerca-
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rono di ottenere da me che mi adoperassiil mio appoggio perché anche la Baviera fosse nel senso suaccennatosuindicato inclusa nel Concordato per il Reich, ma io, evitandomentre evitai di lasciar loro concepire speranze in proposito (cfr. citato Rapporto N. 22353), feci rilevare che, trovandomi
trovandomiio ancora in Monaco, era per me me cosa assaitroppo delicata di entrare nell'argomento e che preferivo quindiperciò di rimanerene estraneo. Si comprese pienamentela fondatezza di questo mio rilievo, e q quindi così il Cancelliere, come gli altri personaggi politici di Berlino, mi parlarono poiin seguito della questione in modo puramente oggettivo, senza chiedere in alcun modo il mio intervento. – Che anzi il Governo del Reich si mise a tale riguardosubito in rapporto diretto col Governo bavarese; ed [zwei Wörter unlesbar] infatti il Dr. Wirth, profittando della presenza in quella Capitale del Conte von Lerchenfeld, tenne con lui nel pomeriggio dell'11 Novembre p. p. una conferenza, cui presero parte altresì altri vari funzionari dei due Governi anzidetti. Questa prima discussione non portò, com'era da prevedere, ad alcun risultato definitivo, ma il Sig. Cancelliere, [stesso] mi significò nuovamenteill'1º corrente, che egli continuavaintendeva di continuare le trattative al riguardo con spirito conciliante e si proponeva di chiamare aconferire a tal fine icol Canonico Leicht edeicol Sig. Held, membri del partito popolare bavarese. Dopo di ciò, l'E. V. avrà subito compreso quale sia il il mezzo, cui es
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alludevo poc'anzi:
senza che la S. Sede astenerendosi dall'appoggioare la opposizione di Berlino contro il Concordato separato (il che (giacché ciò riuscirebbe assai estremamente doloroso all'Episcopato ed alla popolazione cattolica in Baviera), la lasciare che i due Governi interessati risolvano
per quanto è possibile, dapprima essi stessi direttamente la questione controversia,.entrando
la S. Sedeil meno possibile nella medesima. Se la Baviera potrà tener fermo ed otterràottenere che il Governo centrale consenta, sia purepiù o meno a malincuore, al Concordato separato,
tanto meglio; la S. Sede non sarà in nessun tempo[divenuta]in alcun modo responsabile né della cosa in sé, né delle eventuali conseguenze. Se invece il Governo bavaresedi Monaco dovrà cedere in qualche modo, dal lato siasia materiale siache formale, nemmeno la odiosità di tale compromesso, in una questione, in cui (come si è detto) la popolazione cattolica bavarese, specialmente cattolica, è di una suscettibilità estrema, non ricadrà nemmenoricadrà sulla S. Sede medesima.
(1)
Nota (1) È naturale poiperò che questa
la S. Sede
non potrebbe da parte sua accomodarsi ad
Questa, per aderirequesta, prima di aderire da parte sua al compromesso anzidetto, se non qualora dovrà assicurarsi che esso non porti eventualmente danno agli interessi religiosi così in Baviera, come nel resto della Germania. vale a dire a condizione che 1º) il Concordato speciale bavarese non sia
riesca
meno vantaggioso alla Chiesa per il fatto che esso verrebbe in qualche guisa messo in rapporto con quello generale per il Reich e 2º) resti bene inteso
assicurato
che, se quest'ultimo venisse ad essere nell'avvenire denunziato o soppresso, il primo possa malgrado ciò rimanesse pienamente e da sé solo in vigore per la Baviera.
Vengo ora a parlare dell'altra ragione suaccennata, per cui il Governo del Reich
è non vede di buon vol occhio il Concordato separato bavarese, ed a tale riguardo, mi permetto di riprodurre qui appresso quanto avevo già l'onore di riferire all'E. V. R. nel mio più volte menzionato Rapporto N. 22353 del 16 Novembre scorsop. p.: "A complicare ancor più (scrivevo allora) la già difficile ed intricata situazione si aggiunge la questione dei rapporti fra il Concordato bavarese e quello per il Reich. Come infatti l'E. V. ricorderà senza dubbio, nel Novembre dello scorso anno riuscii non senza sforzo ad ottenere dall'allora Ministro degli Esteri in Berlino Dr. Simons una comu-221v
nicazione scritta, nella quale dichiarava di non aver nulla da opporre al proseguimento ed alla conclusione delle trattative per il Concordato bavarese, ed inoltre che questo non sarebbe toccato da posteriori leggi del R eich. Ciò tuttavia suscitò le gelosie del Governo prussiano, il quale (come risulta altresì … ha ripetutamente richiesto che anche il Concordato bavarese rimanga incluso in quello generale per il Reich, aggiungendo che, se la Baviera dovesse invece avere un Concordato del tutto separato ed indipendente, anche la Prussia reclamerebbe per sé un eguale diritto. È chiaro però che, qualora si stipulasse un Concordato separato anche per la Prussia, non resterebbe più che poca o nessuna speranza di concludere un Concordato per il Reich, giacché nei rimanenti Stati (in molti dei quali dominano i socialisti ed i protestanti) non sarebbe possibile di raggiungere una maggioranza favorevole, e quindi non si potrebbe nemmeno più (e ciò sarebbe grave sciagura) venire con quel mezzo in aiuto ai cattolici della Diaspora". Come ho poi avuto altresì l'onore di significare all'E. V. nel successivo ossequioso Rapporto de N. 22515 del 3 corrente, il Governo del Reich, desideroso per i noti motivi di politica estera di giungere alla conclusione del Concordato, si propone di esercitare una forte pressione sulla Prussia. La resistenza del Governo prussiano riguarda 222r
principalmente due punti: 1º) la inclusione della questione scolastica nel Concordato, alla quale esso è contrario in principio, 2º) la accennata controversia sul Concordato separato. Se sul primo punto la Prussia si ostinasse nella sua opposizione, le trattative devono per il Concordato col Reich rimarrebbero interrotte, giacché io suppongo che la S. Sede non consentirebbe a concluderlo con esclusione della questione anzidetta; in tal caso, sarebbe evidente il pieno diritto della Baviera di negoziare separatamente. Se invece la Prussia cedesse sul primo punto, ma esigesse quanto al secondo diritti eguali alla Baviera, questa verrebbe a trovarsi in una assai delicata situazione, giacché, persistendo nell'idea del proprio Concordato separato, farebbeverrebbe incolpata di aver far fatto naufragare il Concordato quello generale per il Reiche sarebbe così additata come responsabile dicon tutte le conseguenze religiose nazionali, che ne deriverebbero. Ma, anche sotto questo rispetto, per evitare che le odiosità ricadano sulla S. Sede, è consigliabile che la questione venga, in quanto è possibile, regolata innanzi tutto fra i Governi interessati. I conflitti fra Monaco e 222v
Berlino sono continui ed acuti, e pur trovano infine semprefiniscono col trovare la loro soluzione. – Per ciò che riguarda la Prussia, mi sia permesso di richiamare qui di nuovo, sebbene incidentalmente, la superiore attenzione dell'E. V. su quanto rispettosamente [riferivo] scrivevo in fine del citato Rapporto N. 22353 circa le domande che il Governo del Reich e quello prussiano faranno quanto prima alla S. Sede [circa l'] per l'ordinamento dell'amministrazione ecclesiastica e la tutela delle minoranze tedesche nei territori dell'est perduti dalla Germania. Esse potranno invero esserecostituiscono per la S. Sede, unitamente alla questione del bacino della Sarre ed alla provvista della Sede vescovile di Treviri divenuta ora vacante, armi efficacissime, che, se abilmente maneggiate adoperate, potranno forseun'arma, che, se abilmente adoperata, riuscirà
riuscirannoforse a spezzare la resistenza della Prussia.
potrebbero riuscire a spezzare le resistenze della Prussia.
Concludendo,
parmi, salvo meliore iudicio,non manca che l'attitudine della S. Sede
da seguire
che convenga praticamente tenerepossa essere, almeno per ora, la seguente.
attitudine.La S. Sede
non è aliena
dal
mantenere,conosce, per quanto dipende da
sé,lei,
EssaEssa, l'idea del
– fino al presente adottata ed ammessa già anche dal Governo del Reich colla dichiarazione del Dr. Simons, –
delConcordato separato colla Baviera; una tale dichiarazione varrà a tranquillizzare cotesto ottimo
Sig.Ministro Sig. Barone de Ritter. Naturalmente, però, se il Governo bavarese nelle sue trattative con quello del Reich dovrà giungere ad
accettare
sseun compromesso, il quale,
beninteso,non pregiudichi gl'interessi religiosi in Baviera, non si vede come la S. Sede
nonpotrebbe opporvisi. Intanto, come l'E. V. giustamente
saggiamente sapientementeosser
vavava
in fine dellale trattative per il Concordato bavarese debbono essere proseguite colla
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maggior possibile sollecitudine.
Non mi resta dopo di ciò che rispondere direttamente ai tre quesiti dell'E. V.:
Ad 1 um = nNon sembrami di dover ag altro aggiungere a quanto ho sopra subordinatamente esposto.
Ad 2 um = Il Governo centrale ha già fortissimi motivi concernenti riflettenti la politica esteradi politica estera (questione della Sarre – questioni dei territori dell'est – ed ora altresì provvista della Sede vescovile di Treviri) per mostrarsi facile e largoconciliantenella conclusionenelle trattative concordatarie per tutta la Germania, motivi i quali, come mi consta,del Concordato. Dal protocollo della summenzionata conferenza tenutasi in Berlino l'11 Novembre scorso (cortesemente comunicatomi – sotto il più stretto segreto – da questo Ministero del Culto) ho potuto invero rilevare che quei motivi fanno considerare al suddetto Governo
medesimola conclusione del Concordatocirca il Concordato, la cui conclusione esso considera come una "necessità politica". Se tali considerazioni d'interesse nazionalemalgrado ciò esso non riusciràanno a vincere le resistenze dei partiti ostili alla Chiesa cattolica, è assaisembra poco probabile che varrebbe ad ottenerlo ciò potrebbe raggiungersi mediante la rinunzia al Concordato separato per la Baviera.
Ad 3 um = Il modo ivi indicato è rappresenta la tesi del Governo di Berlino, che la Baviera ha finora respinto, come l'E. V. avrà potuto anche rilevare dal Pro-memoria del Sig. Barone de Ritter, in cui si esclude qualsiasi "trait d'union entre 223v
les deux Concordats, n'importe lequel et qu'il ne soit que formel". La soluzione, formula, poi, recentemente propostaultimamente indicata suggerita da cotesto Sig. Ambasciatore di Germania, potrebbe essere eventualmente anche un piège, ossia una scappatoia del Governo di Berlino per evitar di trattare in modo conveniente la questione scolastica nel Concordato per il Reich. mi sembra, [peraltro] particolarmente inoltre pericolosa per la seguente ragione. La Baviera (come si è detto) non è già ora del tutto del tutto indipendente nelle trattative concordatarie, dovendo esse rimanere nell'ambito della Costituzione del Reich. È perciò che, come l'E. V. avrà potuto rilevare, sia nella questione della scuola sia in tuttinegli altri punti, non si è potuto procedere liberamente, ma le richieste prime proposte della S. Sede sono state dovute restringere ed adattare alle prescrizioni disposizioni della Costituzione anzidetta
medesimastessa. Se dunque oraadesso si ammetteconvieneenisse che tali accordi, son stati possibili per la conclussebbene già entro i così contenuti entro i limiti suddetti, vengono adottati in Baviera "per trovarsi essa, a causa della sua popolazione in grande maggioranza cattolica, in circostanze particolari", si ammette ora
imverrebbe ad ammettere implicitamente
il principio che il Governo centrale e gli altri singoli Stati, ha hanno fondato motivo per essere in condizioni diverse, hanno fondato motivo di dareconcederemolto meno, vale a dire pressoché poco o nulla, e si pregiudicanoherebberocosìin tal guisa sin dall'inizio i negoziati per il Concordato col R eich. – Ciò mi conferma nell'idea sottomessa più sopra all'E. V.: lasciare che prima di tutto i due Governi interessati trovino essi stessi la soluzione, salvo poi alla S. Sede il diritto di esaminare se essala medesima eventualmente nuoccia ai suoi interessi.
Intanto, come V. E. sapientemente osserva,
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le trattative per il Concordato bavarese debbono essere proseguite colla maggior possibile sollecitudine. Pur troppo, [ora] è ora difficile di poter più parlare più ora di un Concordato previo colla Baviera, perché anche il Governo del Reich,ha voluto, dopo le conversazioni avute da cotesto Sig. Ambasciatore dellai Germania coll'E. V. circa la questione proposta nomina di un Amministratore Apostolico per il territorio della Sarre, ha voluto indicare cominciare subito le i negoziati conc per il Concordato ed intende di spingerli colla massimacon energia
(Rapporto N. (citato Rapporto N. 22353). Tuttavia letali trattative separate, per quanto simultanee, possonotranno riuscire sempre utili, perché è sarà ancor possibile di citare portare a Berlino come esempio quanto è già stato accettato disposto ad accettare dail Governo bavarese.
Profitto di questo incontro per accusare all' E. V. ricevimento anche dell'altro ossequiato Dispaccio N. B = 28060 in data del 25 Novembre p. p. circa la conversazione a interpretazione della prima parte dell'ultima Allocuzione pontificia, in cui il S. Padre dichiara decaduti i Concordati conclusi con vari Governi, e ringraziandoLa vivamente per le importanti no dichiarazioni conin esso comunicatemi, m'inchino
224r, "dichiara decaduti […] m'inchino" hds. am linken Seitenrand markiert.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 09. Dezember 1921, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 3414, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/3414. Letzter Zugriff am: 20.04.2025.