Dokument-Nr. 398
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 30. August 1917
Regest
Pacelli kann exakte Informationen über die geheime Sitzung des Siebener-Ausschusses vom 28. August 1917 über die Päpstliche Friedensnote übermitteln. Kühlmann teilte zunächst mit, dass der Kaiser eine vorläufige Antwort gegeben habe, sodass vor der definitiven Antwort eine Abstimmung mit den Verbündeten erfolgen und man die Antwort der Entente abwarten könne, die man nicht voraussehen könne. Der Ausschuss müsse entscheiden, ob man dem Papst eine nur allgemeine Antwort geben wolle, wie es auch der Heilige Stuhl wünsche, oder ob die Antwort Einzelheiten berühren solle. Letzteres scheine schwierig, denn die Türkei fürchtet etwa durch den Grundsatz "Freiheit der Meere" den Verlust der Dardanellen. Wünschenswert sei hingegen eine klare und präzise Erklärung des Viererbundes für den Frieden. In der Diskussion sprachen sich die Vertreter der Sozialdemokraten, der Volkspartei und des Zentrums für eine allgemein formulierte Annahme und für ein klares Bekenntnis zur Unabhängigkeit Belgiens aus. Der Redner der Konservativen lehnte die Unabhängigkeit Belgiens ab und derjenige der Nationalliberalen votierte für eine allgemein gehaltene Antwort. Hingegen insistierte Erzberger auf der vollen Unabhängigkeit Belgiens und auf der Wichtigkeit der Friedensverhandlungen. In der weiteren Diskussion lehnte nur die konservative Partei die belgische Unabhängigkeit ab und kritisierte die Päpstliche Note als den Deutschen wenig günstig, besonders was das Elsass angehe. Die übrigen Redner wollten Garantien, damit ein unabhängiges Belgien nicht in das Lager der Feinde übergehe. Michaelis erklärte zum Schluss, die Antwort werde allgemein formuliert und so, dass alles vermieden wird, was künftige Friedensverhandlungen behindern könne. Der Wortlaut werde in der nächsten Sitzung diskutiert.Betreff
Discussione nella Commissione dei Sette intorno alla risposta alla Nota Pontificia per
la pace
Sono in grado di dare all'Eminenza Vostra Reverendissima esatte informazioni intorno alla discussione <segreta>1 svoltasi martedì scorso, 28 corrente, nella Commissione dei Sette intorno alla risposta del Governo Imperiale alla Nota pontificia sulla pace.
Il Segretario di Stato per gli Affari Esteri Signor von Kühlmann partecipò che era stata inviata alla S. Sede una risposta provvisoria del Kaiser, nella quale l'Imperatore ringraziava dell'iniziativa e diceva di aver incaricato il Cancelliere della risposta definitiva. Per questa vi è quindi tempo e non può essere data
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Germania dovrebbe mantenersi sulle linee generali e non
discendere a particolarità: su ciò deve pronunciarsi oggi la Commissione. Che cosa
risponderanno gli avversari, non si sa. Il Belgio pure ha dato una risposta provvisoria; così anche l'Inghilterra, in un immediato telegramma cortese di risposta. Il passo del Vaticano non è stato discaro
all'Inghilterra. Le voci della stampa in Francia non hanno molto valore politico. La stampa
italiana non è contraria. Oggi la Commissione deve pronunciarsi, se si debba dare una
risposta in termini generali, come è desiderio anche della S. Sede, ovvero se si debba
discendere a particolari. Ciò è scabroso; per esempio: dalla "libertà dei mari" la Turchia
teme lo smantellamento dei Dardanelli. La Quadruplice dovrebbe pronunciarsi solamente con un
chiaro e preciso proclama di pace.Nella discussione, che seguì a questa dichiarazione del Signor von Kühlmann, in primo luogo si precisò che sulla risposta russa non si può dir nulla; l'Inghilterra ha la direzione politica; la precedenza si deve lasciare all'Intesa.
Un oratore sociale democratico si dichiarò per una risposta generica, nella quale però si contenessero le garanzie della pace: tuttavia si doveva fare riguardo al Belgio
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la
luce più completa.Un oratore del partito popolare insistette sul fatto che si doveva appoggiare il desiderio di pace nel mondo. I concetti del diritto internazionale devono essere messi energicamente in evidenza. L'indipendenza del Belgio deve essere dichiarata da noi in modo non equivoco, perchè il contegno dell'Inghilterra dipende in gran parte da questo: ciò è dimostrato da tutte le informazioni che provengono da Londra.
Un oratore del Centro dichiarò che dal punto di vista ideale deve darsi la più alta importanza alla Nota della pace; quanto alla sostanza della medesima è conveniente rispondere in termini generali e forse soltanto dopo le Potenze nemiche. Si deve in ogni modo giungere ad una Conferenza per la pace ed a tale scopo è indispensabile una chiarissima dichiarazione sulla piena indipendenza del Belgio; ciò è il primo gran passo verso la pace.
L'oratore dei Conservatori vorrebbe che si lasciasse la precedenza all'Intesa. Egli è d'accordo nell'affermare i punti di vista idealistici; non si deve però stabilire nulla di concreto. Si possono enunciare i punti generali, ma non si deve dire nulla per il Belgio. Il suo partito respinge la Nota papale per ciò che riguarda il Belgio, poiché questo non può essere indipendente: o sta sotto la Germania o sta sotto l'Inghilterra. Politi-
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camente, economicamente e militarmente il Belgio
deve venire sotto la supremazia della Germania. Per nessuna ragione la Germania dovrebbe in
antecedenza legarsi le mani riguardo al Belgio.L'oratore dei Nazionali liberali vorrebbe che si desse solamente una risposta generica. Se fosse possibile esprimersi sostanzialmente sul Belgio, egli è d'accordo che il Belgio dovrebbe ricevere altre basi per la sua neutralità. Non vi sono questioni dibattute fra la Germania e la Francia.
Un altro oratore del Centro (Erzberger) insisté che la piena indipendenza del Belgio è di importanza capitale per le trattative di pace: se la Germania tace, le probabilità di pace sono piccolissime. La Germania può approvare incondizionatamente la proposta pontificia senza recarsi danno. Il Belgio è il beniamino del mondo e noi dobbiamo avere riguardo a ciò.
Tutti gli altri oratori seguenti convennero in ciò – l'oratore dei conservatori insistette di nuovo che egli reclama la dipendenza del Belgio dalla Germania.
Un altro oratore del Centro dichiarò in contraddittorio, che una tale pretesa significherebbe prolungare la guerra con incerto risultato, e scatenare una nuova guerra fra qualche anno.
Il Conservatore disse che egli rimaneva solo in
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in [sic] tale questione. Nella questione dell'Alsazia il
Papa non è stato pienamente oggettivo, come, del resto, tutta la Nota non è stata redatta a
favore della Germania.Parecchi oratori contraddissero queste affermazioni; furono però del parere che un Belgio, completamente indipendente, conchiuderebbe poi accordi con i
Il Cancelliere dell'Impero dichiarò in fine che verrà data una risposta in termini generici – però, bisogna evitare tutto ciò che potrebbe impedire di giungere alle trattative. La direzione dell'Impero rifletterà su tutto e farà le sue proposte nella prossima seduta.
Dopo di ciò, chinato al bacio della S. Porpora con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di rassegnarmi
dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
Die Edition der Protokolle des Interfraktionellen Ausschusses von Matthias, Erich / Morsey, Rudolf (Bearb.), Der interfraktionelle Ausschuß 1917/18, Bd. 1 (Quellen zur Geschichte des Parlamentarismus und der politischen Parteien, 1), Düsseldorf 1959, Nr. 40, S. 168-180 kennt die deutsche Vorlage der hier vorliegenden italienischen Übersetzung, das Sitzungsprotokoll des Zentrumsabgeordneten Matthias Erzbergers, nicht. Diese liegt in ASV, Arch. Nunz. Monaco 413, fasc.1, fol. 30r-32r.
1↑Hds. eingefügt von Pacelli.
2↑Hds. gestrichen und eingefügt von
Pacelli.
3↑Hds. gestrichen und eingefügt von
Pacelli.