Dokument-Nr. 4272
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 17. Oktober 1917

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelliTorricella
Betreff
Visita al campo dei prigionieri di Puchheim
In conformità alle venerate istruzioni impartitemi dall'E. V. R. mediante il Suo cifrato del 26 agosto scorso, ho potuto oggi finalmente e dopo aver compiute le non brevi pratiche sia connecessarie sia presso queste Autorità militari sia colla Svizzera per la spedizione dei pacchettii, di cui mi permisi intrattenere l'E. V. nel mio rispettoso Rapporto N. 638, ho potuto finalmente oggi visitare il campo dei prigionieri di Puchheim, vicino a Monaco ove sono alloggiati oltre seicento prigionieri francesi e più di mille russi., quasi tutti semplici soldati o sottufficiali.
Giunto al campo suddetto, accompagnato dal Segretario di questadella Nunziatura, dal Generale Voetter e da S. A. il Principe Oetlingen-Wallerstein, Luogotenente à la suite der Armee, messo a mia disposizione da questo Ministero della guerra, ho trovato tutti i prigionieri (ad eccezione dei malati e di quelli che si trovano occupati nei lavori dei campi) riuniti, nonostante la temperatura assai fredda, in un piazzale all'aperto; e fatti a me avvicinare i francesi (ai quali soli per cagionecausa della lingua mi era possibile
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parlare) ho rivolto loro le seguenti parole:
"Mes chers amis. – J'éprouve une profonde émotion et une véritable satisfaction à me trouver en ce moment au milieu de vous, et à pouvoir vous exprimer de vive voix les sentiments de paternelle tendresse et de dévoûment affectueux, dont ne cesse de vous entourer dans toutes vos épreuves Celui que je représente ici, votre père et le mien, le Souverain Pontife.
Vous savez tout ce que le Pape Benoît XV a fait déjà, et tout ce qu'il voudrait faire encore pour soulager le sort des malheureux prisonniers. Lorsque je travaillais auprès de Lui au Vatican, que de fois je fus ému en constatant, au moment où il me donnait Ses ordres, à quel point Notre Très Père poussait Sa bienveillante sollicitude pour les prisonniers. On peut dire qu'Il ne cesse de penser à eux, de réflechir aux moyens possibles d'adoucir les tristesses de leur situation.
Comme je voudrais vous faire sentir profondément, mes amis, cette tendresse du Pape! C'est en Son nom et c'est avec Son
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grand cœur que je vous dis: Courage et confiance! Si, à certains moments, votre vie actuelle vous parait plus lourde, rappelez-vous tout de suite que Quelqu'un porta par amour, par dévoûment pour nous une Croix encore plus pesante et non moins sanglante, et cherchez dans la prière une nouvelle force pour gravir votre Calvaire!
Votre Croix, elle est alourdie par la pensée de vos familles, de cette séparation si pénible d'avec tous ceux que vous aimez, par la pensée même que votre propre captivité les fait souffrir. C'est aussi la prière qui vous consolera, parce que la prière vous rapprochera de ceux qui prient pour vous dans le même instant peut-être où vous priez vous-même pour eux.
Oui, c'est au pied de la Croix, c'est sur le Cœur de Notre Seigneur que vous trouverez le plus sûrement un peu de consolation dans vos épreuves, plus de force pour les supporter avec une vaillance digne de chrétiens et des français.
De cette consolation et de cette force le
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foyer visible est, vous le savez, dans le cœur même du Pape. C'est à cette source vivante que je vais puiser la bénédiction qu'en Son nom et de par Sa volonté expresse, je vais faire descendre sur vous, comme le gage de Son amour inépuisable, de Son dévoûment inlassable pour vous qui êtes Ses fils et qui Lui êtes d'autant plus chers que vous êtes plus malheureux."
Dopo di che, impartita la benedizione, cominciòfeci subito ala distribuirezione dei pacchettii, i quali si trovavano già disposti ai miei lati su due grandi tavole. Ognuno di essi era involto con della carta portante come timtimbroimpressa la tiara pontificia e la scritta "Il Santo Padre <offre> benedicendo", dona e conteneva due 200 gr. di cioccolata, 1 pacchetto di biscotti, 6 pacchetti di sigarette americane, 125 grammi di sapone, 1 déjeuner condi cioccolata al latte, 100 gr. di thè, 200 gr. di zucchero. Affidai invece Al sacerdote francese Deschamps, anch'egli prigioniero di guerra, la cura di distribuire le che il quale ha la cura spirituale dei detenuti cattolici in quel ca detenuti in quel campo, affidai la distribuzione delle l'incarico di distribuire le medaglie, che io aveva portate meco, a coloro che egli credeva più opportuno, avuto riguardo alla religione ed ai principi da essi professati. Cominciò allora a passare dinanzi a me la lunga e pietosa fila dei prigionieri parecchi dei quali detenuti (il cui martirio dura per molti da oltre tre anni), la maggior parte laceri, pallidi, smunti, alcuni, specialmente fra i russi, dai volti quasi inebetiti. Tutti, francesi, russi cattolici, russi scismatici (ad eccezione soltanto dei russi ebrei), mi baciavano ri-
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spettosamente l'anello, ringraziavano commossi, e più di uno mi pregò di esprimere a Sua Santità la grai sentimenti della più viva riconoscenza loro per la Sua carità e per la Sua degnazione. Io pronun dicevo loro qualche parola di conforto e procuravo informarmi del loro stato; ma era ad essi impossibile di confidarsiaprirsi sinceramente, giacché ci trovavamo sempre circondati da parecchi ufficiali tedeschi, i quali, specialmente allorché qualche prigioniero mostrava di volersi trattenere a parlare meco, si avvicinavano ancor più colla manifesta intenzione di ascoltar meglio la nostra conversazione. Così, sotto lo sguardo vigile dei loro custodi, la maggior parte di essi rispondeva mestamente di trovarsi bene; alcuni, non avendone forse la forza, mi fissavano, senza proferir parola, collo sguardo cogli occhi muti, dolenti, angosciosi. Soltanto alla fine della visita riuscii, ad eludereeludendo per un momento la vigilanza degli ufficiali, a a parlare liberamente, pur colla massima circospezione, con un prigioniero francese. Egli mi accennò le loroconfidò le sofferenze morali dei poveri prigionieri, mi disse che il vitto è del tutto insufficiente e che i pacchi inviati dalle famiglie spesso non vengono consegnati
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o ne viene sottratta parte del contenuto.
Finita la distribuzione dei pacchi, fui accompagnato dal suddetto Generale Voetter e dal Comandante locale a visitare il vasto campo. Vidi due delle baracche di legno, oveabbastanza pulite, nelle quali su poveri pagliericci, disposti l'uno vicino all'altro sopra due ordini di tavolato, dormono i prigionieri. Poi venni condotto in una delle cucine, ove bollivano <dentro> tre grosse pentole bollivano degli erbaggi; avrebbe dovuto esservi anche della carne, di cui tuttavia si riusciva a stento a trovare le traccie. Ogni prigioniero riceve ognia mezzo giorno circapoco più di un litro di quella minestra poco non molto sostanziosa minestra, ed inoltre una pagnotta del pessimo pane, in verità comune qui a tutti, che deve loro bastare per quattro o cinque giorni. Visitai quindi la cappella, semplice ma conveniente; lo stabilimento per disinfezioni e per bagni, ampio e ben tenu-
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to; il lazzaretto per le varie categorie di malati, diretto da un vecchio ufficiale medico, che mi fece l'impressione di unsembrò uomo bonario e di cuore per i suoi infermi; la cosidetta biblioteca; e finalmente il piccolo cimitero, ove riposano i poveri prigionieri (relativamente, però, a dire il vero, non troppo numerosi) defunti durante la loro cattività.
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Nel ripartire venni salutato ebbi il mesto, ma riconoscente saluto dei prigionieri, ai quali la pietosa ed inesauribile carità del S. Padre ha portato il balsamo della fede e dell'amore nelle loro indicibili sofferenze, di cui io ho potuto soltanto intravedere la profondità.
Fra giorni visiterò ill'importante campo di Ingolstadt, ove si trovano detenuti super, oltre i semplici uomini di truppa, molti ufficiali.
Chinato ecc.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 17. Oktober 1917, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 4272, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/4272. Letzter Zugriff am: 27.12.2024.
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