Dokument-Nr. 4821
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 09. Mai 1918

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Lettera del Cancelliere intorno all'accoglienza delle domande della S. Sede da parte del Governo Germanico
Da qualche tempo avevo dovuto con profondo rincrescimento notato notare che le domande, le quali rivolte dalla S. Sede vengono rivolte sono indirizza al Governo Germanico all' coll'alto e caritatevole scopo intento di mitigare le terribili conseguenze della guerra, non vengano venissero vengonovenivano da questo accolte, con qual favorevole consenso nella magg massima parte dei casi, con favorevole consenso e ricevono evano invece pur troppo sovente risposte negative, rendendo così assai meno imp efficace l'opera misericordiosa, che il S. Padre svolge in mezzo all'ammirazione del mondo. Credetti quindi mio dovere muoverne cortesi, ma pur vive lagnanze, non solo verbalmente a questo Signor Ministro degli Esteri di Baviera ed all'egregio Signor Conte von Zech, primo Segretario della Legazione di Prussia in Monaco, ma altresì per iscritto allo stesso Signor
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Cancelliere dell'Impero con mia lettera confidenziale del 23 Aprile scorso. Ricevo ora al riguardo dal Sig. Conte von Hertling, in data del 7 corrente, la qui acclusa l' la seguente risposta, sulla quale mi permetto richiamare particolarmente la superiore attenzione dell'E. V. R. e che ho l'onore di trascrivere qui appresso tradotta dal tedesco:
"Ho ricevuto la Sua lettera del 23 Aprile e da essa con mio dispiacere ho appreso esser Vostra Eccellenza di parere che il Governo Germanico non tiene conto dei accogliersi accolga i desideri della Santa Sede, da Lei manifestati, con quel favore che Ella crede di poter attendere. Vostra Eccellenza conosce troppo bene i miei personali sentimenti per poter dubitare come mi stia sempre a cuore di adoperare, usare, ogniqualvolta sia possibile, la mia influenza nel senso desi per l'adempimento di quei desideri. Così, ad esempio, mi sono energicamente adoperato, affinché il Marchese Patrizi ed il Conte Giovanni Chiassi fossero siano posti a disposizione della Nunziatura (1), e, come sa pure Vos è già come è stato pure portato
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a cognizione di Vostra Eccellenza, per mio impulso suggerimento Sua Maestà l'Imperatore ha graziato il Senatore Colleaux nel Belgio (2). D'altra parte, tuttavia, prego Vostra Eccellenza di considerare che, in numerosi casi, importanti interessi di Stato rendono impossibile di aderire ai desideri suddetti. Naturalmente la Santa Sede non può esser sempre così informata circa le particolarità dei casi, nei quali s'invoca il suo intervento, in guisa che l'accettazione delle sue domande debba essere senz'altro riguardata come una esigenza della giustizia. Vostra Eccellenza, ciò nondimeno, può essere assolutamente sicura fare assoluto assegnamento su ciò che ogni caso viene esaminato col riguardo dovuto all'alta Autorità, che lo raccomanda, e con piena imparzialità e giustizia. Mi duole il dover rilevare, in seguito a molte informazioni giunte dal Belgio, che come che, malgrado la espressa proibizione di Sua Santità, il clero locale prende tuttora larga parte alle agli intrighi rivolti contro il Potere civile di fatto. l'Autorità occupante. I colpevoli violano non solo violano i precetti del Potere laico civile, ma agiscono
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anche contro il volere del Santo Padre. In tali casi è vera straordinariamente difficile d'intervenire a favore dei condannati, come Vostra Eccellenza ammetterà senza dubbio. Inoltre i competenti funzionari interessati degli Uffici dell'Impero a me sottoposti si lamentano che, allorquando viene invocato l'intervento della Santa Sede a vantaggio di interessi tedesc germanici, non si ottiene alcun risultato. A tale proposito mi permetto di ricordare a Vostra Eccellenza che il caso Geissler non ha fatto ancora nessun progresso (3). Io non ignoro che Vostra Eccellenza sa apprezzare le grandi difficoltà, nelle quali in cui si trova il Governo Imperiale a causa della guerra imposta al popolo germanico e per le quali esso è appro obbligato sopra ogni altra cosa a curare la sicurezza e gl'interessi militari. Le leggi di guerra son dure e tali debbono essere. Che a causa della loro durezz questa loro durezza il affligga spesso dolorosamente il cuore del Santo Padre, sia spesso dolorosamente afflitto, troppo bene comprendo; io stesso la sento spesso sovente spesso la provo sento io stesso in tutta o la il sua o peso.
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Vostra Eccellenza può esser quindi sicura che ora come sempre, ogniqualvolta lo permettano gl'interessi della patria ed i doveri del mio grave ufficio, continuerò ad adoperarmi perché siano accolti soddisfatti i desideri della Santa Sede".
In attesa pertanto di quelle istruzioni che all'E. V. piacesse d'impartirmi sul presente argomento, m'inchino umilmente
(1) Malgrado tale intervento energico del Signor Cancelliere dell'Impero, come pure le raccomandazioni di questo Signor Ministro degli Esteri e della o stessa stesso Re di Baviera, da me personalmente interessato al riguardo a nome del S. Padre, sembra (secondo informazioni confidenziali giuntemi recentemente) che le inflessibili ed intrattabili Autorità militari, rifiuteranno il chiesto favore uniche arbitre della situazione, rifiuteranno egualmente il chiesto favore.
(2)Di questa grazia a favore del Senatore Colleaux ho dato subito ieri comunicazione telegrafica all'E. V.
(3)Del caso Geissler ho trattato nei miei rispettosi Rapporti NN. 1972 del 26 Ottobre 1917 e 4979 del 7 Marzo scorso.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 09. Mai 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 4821, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/4821. Letzter Zugriff am: 04.05.2024.
Online seit 02.03.2011.