Dokument-Nr. 4849
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 28. August 1918

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
L'Imperatore d'Austria-Ungheria a Monaco
Riservato
Oggi è venuto Come l'E. V. R. avrà già appreso dai pubblici fogli, oggi è stato di passaggio per questa Capitale S. M. l'Imperatore d'Austria-Ungheria.
Nel pomeriggio S. E. il Signor Conte Thurn e Valsássina, Ministro unga austro-ungarico in Baviera, ha offerto al suo Sovrano un the, al quale erano invitati il Corpo diplomatico e la colonia austriaca ed il Corpo diplomatico; anche io quindi sono stato mi trovavo tra i ero tra i presenti al ricevimento ho preso parte al ricevimento. Sua Maestà, dopo aver L'Imperatore, scambiata, secondo l'uso, qualche cortese parola cortese con ognuno dei presenti, si è a me di nuovo avvicinato e, dopo avermi detto molto amabilmente che godeva assai di potermi parlare, mi ha condotto con grande amabilità di espressioni in una stanza vicina, ove son rimasto coll'Imp con Lui ove mi ha trattenuto a lungo da solo sino al momento, in cui il
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Conte Thurn gli gli gli ha annunziato esser giunta l'ora di recarsi alla stazione per la partenza.
L'Imperatore, il quale mi ha chiesto subito colla più viva sollecitudine notizie del S. Padre, ha improntato tutta la sua conversazione ai sentimenti della più vivao e edificante e profondo attaccamento verso la S. Chiesa e verso l'Augusta Persona di Sua Santità. Mostrando chiaramente di non aver fiducia nella vittoria degli Imperi Centrali, ha esclamato che bisogna giungere alla pace ad ogni costo. Mi ha domandato allora quindi se il Sig. Conte Thurn avevami fatto comunicato la e sua e risposta intenzionidisposizioni circa le trattative di pace coll'Italia (cfr. Rapporto riservato N. 6915 del 5 Giugno scorso). Ho R risposi to di sì, ma che rimaneva a vedere appunto la questione se la richiesta integrità della Monarchia debba considerarsi come salva soltanto nel caso di una rettifica di frontiera con reciproche cessioni di territori nel confine stesso italo-austriaco (nel qual caso ed allora sarebbe inutile vano di pensare a trattative di qualsiasi genere), ovvero
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anche nell'ipotesi di concessioni all'Italia su detta frontiera con compensi all'Austria nelle colonie (dalle quali fra cui rimaneva però naturalmente esclusa la Tripolitania). Sua Maestà L'Imperatore mi ha dichiarò ato apertamente che egli ammettera questa seconda ipotesi, ossia la cessione di territori all'Italia dietro compensi coloniali; ma che, essendo egli trovandosi costretto, sopratutto in seguito agli ai noti attacchi fr mossi recentemente mossi contro di lui e contro l'Imperatrice, ad essere assai prudente e circospetto, ne avrebbe parlato dovuto parlare col Ministro Conte Burian, promettendomi e mi ha promesso al tempo stesso di che mi avreb avrebbe trasmesso la una risposta per mezzo del Conte Thurn. Da ciò risulta con evidenza che Sua Maestà (la quale vede molto chiaramente i pericoli, cui è esposta la Monarchia) sarebbe personalmente disposta alle più larghe concessioni; ma le sue ottime disposizioni intenzioni temo s'infrangano contro il volere degli uomini di Stato austriaci.
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Dopo di ciò, l'Imperatore mi ha disvelato parlatoparlato ha lungamente e con molti dettagli parlato parlato sul l' penoso fece un penosissimo sull'ar argomento, di cui ho riferito all'Em. V. nella mia rispettosa lettera personale di alcuni giorni or sono; ma, ritenendo sembrandomi, tuttavia, sufficiente quanto Le ho già in proposito comunicato compiuto il dovere penosissimo dovere di comunicarLe, mi astengo dal ritornare mi permetto astenermiprego V. E. di dispensarmi dal tornare a discorrere di su tale spiacevole materia.
Chinato La ristrettezza del tempo non mi ha invece permesso di trattenermi rimanere se non per pochissimi momenti col Sig. Conte Burian, col quale quindi non mi è stato possibile discutere il primo la questione della pace. Egli mi ha detto che, sebbene l'intervento dell'America desti le più gravi preoccupazioni, tuttavia gl'Imperi centrali sono certi, nonostante qualche perdita di terreno, su d'impedire lo sfondamento del fronte in Francia, e che, esaurita la attuale offensiva (dopo la quale verrà, come di consueto, un period certo periodo di tregua), si farebbe qualche tentativo di pace. Il Ministro non fece ha fatto che un fugace accenno all'Italia; ma furono le sue parole, che, pur nella loro correttezza diplomatica, rivelavano un profondo disprezzo per l'antica alleata.
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Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 28. August 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 4849, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/4849. Letzter Zugriff am: 28.03.2024.
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