Dokument-Nr. 7682
Gasparri, Pietro an Pacelli, Eugenio
Vatikan, 24. September 1919
Regest
Der Heilige Stuhl und auch der Papst persönlich haben sich seit der Unterzeichnung des Waffenstillstandsabkommens im November 1918 bei einigen Staaten der Entente für die deutschen Kriegsgefangenen eingesetzt. Dies bringt derzeit noch nicht den gewünschten Erfolg, da unter anderem die Ratifizierung des Versailler Vertrag erfolgen muss, bevor mit einer groß angelegten Repatriierung der körperlich gesunden Kriegsgefangenen begonnen werden kann.[Kein Betreff]
Insieme al Rapporto di V. S. Ill.ma e R.ma N°. 13768, mi è giunta la supplica diretta al Santo Padre dal Sac. Wilhelm Hotzelt, a nome dell'associazione per la protezione dei prigionieri tedeschi V. S. ben sa con quanto impegno il Santo Padre si è interessato per ottenere la pronta liberazione di quei prigionieri, come pure conosce le difficoltà incontrate al riguardo. Fin dal mese di Novembre scorso dopo la firma dell'armistizio la S. Sede intervenne presso alcuni Stati dell'Intesa in favore dei prigionieri tedeschi, specialmente per i malati e per i feriti e nel mese susseguente ripeté le sue premure affine di migliorare la condizione di tanti infelici e di assicurar loro maggior copia di conforti spirituali coll'assistenza di Cappellani militari tedeschi. Anche i prigionieri di guerra in Italia furono raccomandati ai Vescovi italiani ed all'Ordinariato Castrense. Più tardi in una solenne occasione il Santo Padre stesso espose ad un altissimo personaggio il suo vivissimo desiderio di vedere restituiti alle loro famiglie le
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centinaia di migliaia di prigionieri tedeschi che da tanto tempo sopportano i dolori della cattività ed ebbe la soddisfazione di apprendere che questo Personaggio condivideva tali caritatevoli vedute ed era disposto ad appoggiarle. In seguito la Santa Sede ha rivolto un caldo e pressante appello ad uno Stato dell'Intesa affine di cointeressarlo a quest'opera altamente pietosa ed umanitaria: ma non si è potuto ottenere ancora completamente l'effetto desiderato. Ciò nonostante Sua Santità non si è stancata di proseguire le sue sollecitudini con quello zelo e con quella carità che Le ispira la sua divina missione e la pietà profonda che sente per quegli infelici. E per ciò che concerne la Francia, recentemente, un E.mo Cardinale Francese, in seguito ad analoga richiesta della Santa Sede, comunicava che purtroppo il rimpatrio dovrebbe cominciare solo dopo la ratifica del trattato di Versailles, che però si era deciso di affrettare la data della ratifica medesima per ciò che concerne i prigionieri e che immediatamente appresso si incominceranno le operazioni di rimpatrio. Aggiungeva inoltre che i prigionieri malati, mutilati ecc. sono stati rimpatriati per la maggior parte.La S. Sede non mancherà certo di cogliere ogni occasione per realizzare il tanto desiderato intento e se V. S. ritiene che queste notizie potrebbero riuscire gradite al prelodato Sac. Hotzelt, non vedo
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alcune difficoltà a che Ella gliele comunichi.Con sensi di sincera stima passo al piacere di raffermarmi
Di V. S. Ill.ma
Aff.mo per servirla
P. Card. Gasparri