Dokument-Nr. 8452
Schioppa, Lorenzo an Gasparri, Pietro
[München], 14. Juli 1918
Schreiber (Textgenese)
SchioppaSchioppaBetreff
Ancora del colloquio del P. Abate di Maria Laach con
S. M. l'Imperatore di Germania
Ieri l'altro egli è infatti venuto a vedermi ed io, in conformità dei venerati ordini impartitimi da V. E. nel sullodato Dispaccio, gli ho dato
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ampia comunicazione del contenuto del medesimo
Dispaccio, aggiungen[unlesbar]dovi tutte le altre spiegazioni, che potevo
ero in grado di fornirgli in proposito.Per ciò che riguarda il Cardinale Mercier ed i consigli di prudenza a Lui ripetutamente dati dalla Santa Sede, il P. Abate dice di averli fatti presenti durante il noto colloquio a Sua Maestà l'Imperatore,
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non sono state presentate dal Governo tedesco alla Santa Sede, la ragione deve cercarsi in ciò
nel fatto che quantunque
sembra
da varie inchieste del Consiglio di guerra si sono imbattute in azioni nemiche
Relativamente alle nomine dei Cardinali, l'Abate crede che
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la ragione addotta, che cioè quella dei Cardinali francesi nel 1916 non aveva alcun scopo
politico, non potrebbe soddisfare, giacché, a parere dell'Abate, almeno per accidens, in
tempi come gli attuali, la nomina di Cardinali assume un carattere politico. Ed egli
aggiunge che se nel 1916, per riguardo alla Santa Sede e alla speranza della prossima fine
della guerra, si poteva rinunziare alla nomina di Cardinali tedeschi, oggi non lo si può. In
ogni caso egli sostiene
è convinto che proprio
principalmente alla creazione di Cardinali si riferì
la seguente frase dell'Imperatore nel noto colloquio
con lui: "Da Roma io ho delle parole, ma non dei fatti".
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Io s Sono persuaso, concludeva a questo punto l'Abate, che tutte le lagnanze dell'Imperatore tacerebbero e che Egli sarebbe tranquillizzato circa la benevolenza di Sua Santità, se il Principe Vescovo di Breslavia, che è riservato in pectore,
Con questa creazione – prosegue l'Abate – sarebbe anche spezzata la punta a certi influssi nocivi
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alla Chiesa
Cattolica in Germania nei dintorni
che esercitano persone le quali circondano
dell'Imperatore. In quanto alla partenza degli Ambasciatori da Roma dei Rappresentanti diplomatici degli Imperi
Centrali, l'Abate ricorda che l'Imperatore s'indugiò nella forza e resistenza della
guarnigione del Vaticano. Sua Maestà, soggiunge l'Abate, andò fino al punto da esclamare:
"Come Cristo Signore è morto per la sua convinzione, così il Santo Padre deve essere pronto,
quanto [sic] ve n'è bisogno, a morire per la sua convinzione" e continuò l'Imperatore,
raccontando al P. Abate che salutando
nel salutare Mgr. Gerlach, gli domandò: "Ora,
Gerlach, dove 92r
sono dunque ora i miei Cardinali?"
Relativamente all'elevazione alla Sacra Porpora del Vescovo di Paderborn l'Abate afferma che
l'Imperatore non insisterebbe se fosse soddisfatto il suo desiderio per Breslavia.– Circa il "Te Deum" cantato a Roma per la conquista di Gerusalemme, all'osservazione del P. Abate, che
– Per la mancata risposta dell'Intesa alla Nota Pontificia per la pace l'Imperatore, come afferma racconta l'Abate, andò tanto oltre da segnalare la eventuale dimissione del Ministro Inglese
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presso la Santa
Sede.L'Imperatore, continua l'Abate, si sente in tutto pregiudicato dalla Santa Sede di fronte all'Intesa e va nella sua collera per
Infine alla mia esortazione a procurarsi una nuova udienza dall'Imperatore, onde sottomettergli i rilievi e le osservazioni, che io avevo esposto circa le singole questioni di cui sopra, l'Abate mi rispose che ciò
Intanto nei giorni passati Sua Maestà ha ricevuto la Sig.a Principessa Sofia Oettingen-Metternich, alla quale – come Essa stessa mi ha raccontato a me – l'Imperatore si è degnato di domandare di me e non solamente non ha avuto alcuna parola di risentimento verso il Santo Padre ma ha tenuto a far rilevare che attualmente a capo del Governo vi è un cattolico, come il Conte Hertling.
Chinato