Betreff
Lettera del Sig. Cancelliere dell'Impero a) Scambio dei
prigionieri di guerra b) Domanda di grazia per il belga Sig. Smets c) Protezione dei
cristiani sul confine persiano d) Iniziativa per la pace
Credo mio dovere riprodurre qui appresso, tradotta dal tedesco, una
lettera del Sig. Cancelliere dell'Impero in data del 19 corrente, giuntami
iersera:
Come ho ripetutamente as "Posso assicurare ancora una volta V. E. che sarà
sempre
[ognora]
mia premura cura costante di secondare gli
i caritatevoli sforzi ed i desideri di Sua Santità, ispirati alla carità ogni qualvolta io lo possa, ma V. E.
sa pure che le mie forze e la mia influenza hanno i loro limiti e perciò quindi
l'esito delle mie sollecitudini
premure non corrisponderà sempre all'aspettazione della
S. Sede.
Quanto allo scambio dei prigionieri di guerra spero di giungere ad un
favorevole risultato. Come a V. E. è già noto, una iniziativa a tal
questo riguardo è qui ora giunta da parte del Governo italiano;
tuttavia non deve perciò
per ciò in nessun modo restar
restar rimaner diminuito il merito di Sua Santità di aver
fatto in tal senso il primo passo. Per ciò poi che concerne la grazia per il
a favore delbelga Sig. Smets condannato a morte, be è
stato subito telegrafato a Bruxelles ed ora debbo attendere per vedere se e qual cosa sia
possibile ottenere.
a di lui favore. Finalmente, 58v
per ciò che concerne la protezione dei cristiani nel confine persiano, mi son messo in
rapporto colle Autorità competenti.
In questa occasione mi permetto inoltre di
sottoporre a Vostra Eccellenza in modo strettamente confidenziale quanto segue: Sono
stato recentemente in Homburg, ove ho potuto avere lunghe conversazioni con
S. M. l'Imperatore. Durante le medesime, di mia propria iniziativa ho combattuto
le accuse sorte qua e là contro a riguardo della S. Sede, come se Essa
sembri quasi che Essa voglia ora abbandonare a svantaggio
danno delle Potenze centrali la neutralità mantenuta in mezzo alle
più gravi difficoltà. Inoltre ho rappresentato a Sua Maestà di
quale straordinario valore avrebbe la mediazione per la pace del S. Padre avrebbe di fronte al serio pericolo che porterebbe con sé una iniziativa
so per la pace da parte del socialismo internazionale, e questo pensiero incontrò
il pieno consenso dell'Imperatore. Vorrei
Rimetto perciò rimettere alla Sua
a Lei di considerazione
re se non sarebbe fin al S. Padre di ottenere che
indurre gli Stati belligeranti ad una conversazione confidenziale 59r
ed innanzi tutto
e non impegnativa. Dovrebbero tuttavia a tal
questo fine esser delegati deputati rappresentanti
riconosciuti de
ai rispettivi Governi, e non agenti irresponsabili, come ve ne sono
in Svizzera e altrove, e sarebbe oltre a ciò necessario di escludere qualsiasi sospetto che
il S. Padre abbia per incitamento di una delle due parti compiuto un tal
simile passo, il quale dovrebbe invece apparire come una iniziativa assolutamente propria e spontanea di Sua
Santità. Non appena constasse che in un luogo da determinarsi – preferibilmente in
Olanda – e in un dato tempo giungessero
ano rappresentanti dei Governi nemici, anche la Germania e,
( non ne dubito ne dubito)
l'Austria-Ungheria invierebbero colà i loro delegati. Son convinto che una reciproca manifestazione scambievole e del
tutto segreta delle proprie
rispettive vedute in un cerchio ristretto sarebbe assai più utile ed
efficace che i discorsi tenuti finora in pubblico dagli uomini di Stato.
Lasciando a
V. E. di dare a questo mio suggerimento quel seguito che Le piacerà, con sensi ecc."
In questa lettera
comunicazione del Sig. Cancelliere
59v
mi sembra di vedere una risposta implicita all a due
lettere da me speditegli
indirizzategli in data del 6 e del 10 corrente, in conformità
ai venerati telegrammi cifrati dell'E. V. R. NN. 62 e 63. Evidentemente la
Germania non crede di poter scindere dalle altre la questione del Belgio, che viene considerata
la quale vien considerata come facente parte di quel complesso di
vertenze, che dovranno esser risolute nelle trattative
nei negoziati di pace. Ad illustrazione di questo punto mi permetto
richiamare l'attenzione di V. E. su quanto ebbi già l'onore di
riferire nel mio rispettoso Rapporto N. 1688 in data del 5 Ottobre dello scorso
anno intorno ad una conversazione avuta col Sig. Conte von Hertling, allora Ministro
degli Esteri in Baviera. La Germania, egli mi disse, naturalmente sgombrerà il Belgio, ma
non può fin da ora impegnarvisi con una promessa formale e togliersi così dalle mani questo
importantissimo pegno, giacché in tal caso nelle future trattative di pace non avrebbe più
nulla da far valere o da concedere alle esigenze (a suo giudizio
inammissibili) degli avversari. Se la Germania avrà già
rinunciato al Belgio, che cosa potrà essa dare o concedere, 60r
allorché le Potenze dell'Intesa reclameranno, ad esempio, l'Alsazia-Lorena? È p
Perciò, che finché i nemici della Germania
queste non riconosceranno
riconosceranno ed assicureranno l'integrità del territorio
dell'Impero, la Germania non potrà consentire
à a separare la questione belga dalla discussione generale.
Dopo di ciò, in attesa di quelle istruzioni che all'E. V. piacesse impartirmi
circa la surriferita proposta del Sig. Conte von Hertling, m'inchino umilmente al bacio
58r unterhalb der Betreffzeile, hds. von Torricella: "N. B. Accusato
ricev. il 27 Marzo 1918 N. 60602 conf. Posiz. XIII Iniziative, Scambio
N. 4311".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 22. Februar 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9022, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9022. Letzter Zugriff am: 02.05.2024.
Online seit 02.03.2011, letzte Änderung am 12.01.2016.