Dokument-Nr. 9049
Schioppa, Lorenzo an Gasparri, Pietro
[München], 23. November 1918

Schreiber (Textgenese)
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Betreff
[Kein Betreff] I primi passi dei cattolici tedeschi contro la Rivoluzione
Il All'indomani della Rivoluzione in Germania, i cattolici tedeschi presero posizione netta ed energica. Essi prevederovano previdero il pericolo gravissimo per la religione cattolica. e l Le loro previsioni infatti non tardarono ad avverarsi. Infatti Nnel programma del nuovo governo rivoluzionario di Prussia, pubblicato il 13 Novembre, fra le altre cose fu proclamata la scuola unica (Einheitsschule), la libertà della scuola da qualunque influenza ecclesiastica (Befreiung der Schule von jeglicher kirchlichen Bevormundung), la Separazione dello Stato dalla Chiesa (Trennung von Staat und Kirche).
Riferendosi a Il giorno dopo la pubblicazione di tale programma governativo, la "Germania" il giorno dopo in un articolo di fondo, scriveva: "Oggi noi ci troviamo in con una scottante
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preoccupazione: quale sarà la situazione della Chiesa cattolica nella nuova Germania? Innanzi tutto noi dobbiamo energicamente accentuare, che i governi provvisorii nell'Impero e negli Stati della confederazione non hanno alcun diritto di apportare un cambiamento nella nei rapporti attuali tra la Chiesa e lo Stato. Prima dell'assemblea nazionale Prima l'assemblea nazionale e per sé i governi consolidati nei singoli paesi si dovranno occupare con questa importantissima questione. Perciò non vi può essere alcun dubbio che i cattolici ed una grandissima parte degli evangelici non soffriranno una sopraffazione in tale affare, e che le affrettate disposizioni da Kulturkampf del Governo provvisorio troveranno la più formidabile opposizione di parole e di fatti…
È necessario (continua il giornale) che tutta la Germania cattolica si occupi di questo seriissimo problema. Non bisogna nascondere i
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pericoli ma guardarli in faccia e cercare di affrontarli. Anche solo per questa ragione, di assicurare cioè la chiesa cattolica in Germania, per quanto è possibile, debbono i cattolici tedeschi prepararsi alla ventura assemblea nazionale non con indifferenza ma mobilizzando tutte le forze cattoliche, che dormono nel nostro popolo cattolico. Allora si avrà una tollerabile separazione della Chiesa e lo Stato, qualche cosa come negli almeno come quella degli Stati uniti d'America., Ciò Ppotendosi così salvare forse anche qualche diritto attuale, specialmente quello delle entrate, al quale la Chiesa ha diritto, in co seguito alla confiscazione [sic] dei suoi beni. Appunto perciò debbono i cattolici della sinistra del Reno, nonostante dell'occupazione del loro territorio da parte dell'Intesa, non mancare all'assemblea nazionale. Essi formano un'importante parte integrale dei cattolici della Germania, sicché la provincia del Reno specialmente non deve mancare essere assente nella ricostruzione
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dell'avvenire."
Quasi negli stessi termini scriveva il 15 Novembre la "Kölnische Volkszeitung" in un articolo intitolato Il Centro e Il nuovo tempo (Das Zentrum und die neue Zeit.)
I membri dnella frazione del Centro nel Reichstag pubblicarono un programma appello agli uomini ed alle donne del Centro medesimo, che comincia con queste energiche parole: "Noi parliamo la parola del popolo, e ciò che pensiamo e chiediamo, lo comprende qualunque uomo e qualunque donna tedesca. Perciò ascoltate! Berlino non è la Germania. Berlino non è il popolo tedesco. Ordine, libertà e diritto sono idee che non muoiono in 48 ore. Esse sono l'eterno ideale dell'umanità. Esse sono incorporate nel programma elettorale del Centro: "Per la verità, la libertà ed il diritto." Am linken Seitenrand an dieser Stelle hds. von Schioppa notiert: "(da capo)". In questo programma appello si raccomanda l'ordine e la legalità, nonché la preparazione all'assemblea nazionale e si conclude con un appello apostrofe ai cattolici
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dell'Alsazia e Lorena ed un saluto ai membri del Centro del Palatinato e del Reno.
Gli stessi deputati del Centro, che hanno redatto il su riferito proclama, hanno stabilito di formare una commissione la quale deve cominciare il lavoro di propaganda in tutto il paese. Inoltre si è stabilito deciso di riunire al più presto la commissione del partito del Centro, alla quale dovranno prendere parte anche le rappresentanti delle associazioni femminili. Inoltre Di più Infine il segretariato generale del partito del Centro tedesco ha pubblicato un appello a tutti gl'impiegati, i maestri e funzionarii in cui li invita a prepararsi all'assemblea nazionale e stringersi intorno al Centro.
Sintesi di tutto questo tale movimento dei cattolici tedeschi in quest'ora tragica è il il progetto di un programma generale di azione (che qui unito ho l'onore di inviare a V. E. R.) lanciato al pubblico ieri l'altro dai membri della frazione del Centro del Reichstag presente in Berli e delle due Camere del Landtag prussiano, in accordo
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coi dirigenti del partito nel Reno e nella Westfalia, coi rappresentanti della stampa del Centro medesimo, coll'organizzazione dellegli cristiane operaie cristiani, colle associazioni popolari per la Germania cattolica, coi membri delle società dei contadini, e con le rappresentanti nel consiglio centrale delle società femminili federate. Questo programma dichiara che "Un nuovo Centro deve e sorgerà nel corso di questi giorni. Riconoscimento senza riserve dello Stato popolare democratico, lotta di qualunque predominio di classe, ordine nella libertà, aperta rinunzia al mammonismo ed al materialismo dei nostri giorni, cura dei valori ideali, i quali rendono sani il popolo e lo stato: queste sono le norme fondamentali del suo rinnovamento come partito cristiano democratico popolare".
Il detto programma è diviso
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in due parti: , di cui la prima riguarda la politica estera. Nel sesto numero è Merita di essere specialmente rilevato il N. 6 in cui è progettata la "piena indipendenza della S. Sede assicurata da garanzie del dritto internazionale delle genti (Vollkommene, durch Völkerrechtliche Bürgschaften gesicherte Unabhängigkeit des Heil. Stuhles.)1 La seconda parte ha per oggetto la politica interna e si divide in tre capitoli di cui il primo tratta della Costituzione, il secondo di politica sociale ed economica, il terzo di politica culturale. Sono notevoli i primi i sei numeri di questo terzo capitolo che sono così espressi redatti:
nº 1 Conservazione e rafforzamento degli ideali della cultura cristiana nella vita del popolo tedesco.
nº 2 Conservazione e tutela della famiglia cristiana tedesca. Completa politica in favore del popolo. Protezione dei fanciulli.
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nº 3 Rinnovamento dei metodi di educazione e d'istruzione nel senso di un'uniforme politica culturale tedesca con l'impiego e l'uso delle forze educatrici morali e religiose. Conservazione della scuola popolare confessionale. Rispetto del dritto dei genitori sui figlioli.
nº 4 Libero sviluppo e possibilità di azione per tutti. Libera via all'ascensione dei capaci da qualunque rango del popolo.
nº 5 Impiego delle donne in tutte le occupazioni secondo le loro attitudini femminili.
nº 6 Libertà di coscienza, libertà dell'esercizio della religione. Uguale considerazione in tutti i campi per gli appartenenti alle varie confessioni. Libertà per le associazioni reli delle confraternite e delle società religiose, degli Ordini e delle le Congregazioni cattoliche. Nessun cambiamento violento della condizione giuridica statale
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ecclesiastica. Rispetto alle convinzioni ed alle giuste esigenze della popolazione credente.
Infine nel detto programma si invitano tutte le corporazioni come le singole persone a dare il loro assenso ovvero i
Anche in Baviera, oltre notevoli articoli dei giornali cattolici, il Centro ha cercato rinnovarsi [sic] sotto il titolo ed il programma ed il titolo di partito bavarese popolare (Bayrische Volkspartei). Ma pare che questo rinnovamento abbia tutte le apparenze di una scissione. Infatti la Kölnische Volkszeitung rivolge agli amici bavaresi del partito l'urgente preghiera di rimanere fedeli al Centro, camminando sulla via delle proposte dei cattolici renani, e di assumere il nome del partito: centro (libero partito del popolo tedesco) Zentrum (Freie deutsche Volkspartei). Però, come nota il Bayrische Kurier le cose in Baviera sono andate tante oltre, che un ritorno indietro sarebbe impossibile.
Quanto a A questo proposito credo opportuno aggiungere che la tendenza separatista della Baviera dalla Germania non si limita solo al partito del Centro. Ogni giorno essa si allarga e si accentua, fino al punto che lo stesso Ministro Presidente Bavarese in un'intervista data ieri ai corrispondenti svizzeri dei grandi giornali dell'Intesa ha dichiarato che "se in Berlino viene il Bolscevismo, esso non avrà altra influenza in Baviera che rafforzare le tendenze separatiste che già esistono alla superficie". Analoghe dichiarazioni hanno fatto i Governi del Württemberg, di Sassonia, di Assia ecc.
Quale sarà il risultato del movimento, che qui su ho espo-
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sto? Oggi è impossibile dirlo. Troppe speranze potrebbero dare delle amare disillusioni. Troppa sfiducia potrebbe paralizzare qualunque azione. Presentemente vi sono in Germania questioni di politica estera ed interna più fondamentali ed urgenti. La principale, quella che in questi giorni preoccupa ed agita gli animi, è questa: si avrà l'Assemblea nazionale, ovvero una dittatura proletaria? e poi: si finirà con una repubblica democratica sociale ovvero con una repubblica democratica proletaria? e ancora: rimarrà la Germania unita ovvero sarà ridotta allo stato in cui era nel 1806? e finalmente: (questo pericolo è proclamato oggi da tutti i giornali non esclusa la Deutsche Allgemeine Zeitung – organo ufficioso del Governo – e finalmente: sarà la Germania risparmiata dalla fame, dal bolcevismo [sic], dall'anarchia, dal caos?… Come stanno oggi le cose nessuno può dare una risposta a questi tremendi punti interrogativi. Se il governo provvisorio di Berlino non ha la forza di ridurre all'impotenza la Spartacuspartei
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capitanata dal noto anarchico Liebknecht (molti affermano che fu grave errore l'averlo escluso dal Governo provvisorio, spingendolo così alla forsennata ribellione) e dalla non meno famigerata Rosa Luxenburg [sic]; se i Capi dell'esercito non avranno i mezzi per mantenere la disci una relativa disciplina fra i soldati e di nutrirli alla meglio, evitando un disordinato ritorno delle truppe in patria; se l'Intesa si ostina ancora nelle durissime condizioni dell'armistizio, la catastrofe è inevitabile e tutto sarà travolto in una irreparabile ruina così per la civiltà come per la religione.
Nondimeno il su riferito movimento dei cattolici tedeschi, che è accompagnato da quello degli altri partiti d'ordine: il liberale, il conservatore, il popolare progressista e dal grido clamore unanime di tutta la stampa che invoca esclama invoca l'Assemblea Nazionale al grido di: Los von Berlin! può guardarsi almeno come un raggio di luce in questa notte tenebrosa tragica che avvolge la incombe sulla Germania.
Schioppa
1Am linken Seitenrand an dieser Stelle hds. von Schioppa notiert: "(da capo)".
Empfohlene Zitierweise
Schioppa, Lorenzo an Gasparri, Pietro vom 23. November 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9049, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9049. Letzter Zugriff am: 06.05.2024.
Online seit 02.03.2011, letzte Änderung am 10.09.2018.