Dokument-Nr. 9349
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 03. März 1919

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Il significato, ed i prodromi ed i moniti della seconda rivoluzione in Monaco.
Credo che non riuscirà discaro all'E. V. R., attesa la gravità degli avvenimenti qui svoltisi in questa Monaco in questi ultimi tempi, che io riassuma esponga in un rapporto riassuntivo il significato ed i prodromi della seconda rivoluzione in Monaco.
La prima rivoluzione del 7 Novembre 1918 si svolse in forma relativamente assai più q calma dell'impetuoso sconvolgimento del del 21 Febbraio 19 scorso. Tutto ciò, che ai partiti [vicini] alle le tendenze moderate erano era riuscito con immenso lavoro e sacrificio riuscite a ricostruire in tre mesi e mezzo di lavoro e di sacrificio, è stato nuovamente abbattuto d'un colpo. Le conquiste democratiche di tutto questo periodo sono state messe in pericolo e vengono vengono recisamente rigettate respinte ora rigettate dai capi più radicali della seconda rivoluzione. Il Landtag, il quale colla formazione di
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Gabinetto secondo le regole parlamentari avrebbe dovuto dare alla Baviera un Governo regolare, non poté riunirsi che per pochi minuti in mezzo alle scene più tragiche, ed il potere fu assunto da un Consiglio centrale rivoluzionario. Gli elementi più avanzati proclamarono la Baviera repubblica costituita sulla base dei c Consigli (Räterepublik), Monaco venne dichiarata in istato d'assedio, il proletariato fu armato. Intanto Gli sforzi per raggiungere la la unificazione unione di tutti i partiti socialisti "nella lotta contro la reazione" vennero proseguiti ripresi non senza successo sotto l'impressione degli attentati contro Eisner ed Auer. Si riuscì a stabilire una base d'intesa, alla quale fu [ein Wort unlesbar] aderirono i socialisti maggioritari ed i capi degli indipendenti, mentre ma che non fu ac invece accettata dai comunisti e dagli spartachiani, i quali chei quali non ammettono se non il sistema dei Consigli e vogliono riservata con esclusi la suprema potestà legislativa ed esecutiva, soltanto con esclusione del Governo e del Landtag, soltanto ad un parlamento dei Consigli medesimi (Räteparlament) formato
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da proletari socialisti e da contadini rivoluzionari. Al In luogo dei Ministri debbono funzionare d funzionare delegati del popolo, i quali però non hanno vero e proprio potere esecutivo, ma sono soltanto organi dei Consigli rappresentanti la dittatura del proletariato.
Mentre la rivoluzione del 7 Novembre 1918 ebbe origine dall'infelice esito della guerra e dalle sue conseguenze ripercussioni all'interno, la rivoluzione invece dello scorso febbraio è invece una conseguenza di una evoluzione verso sinistra e verso d il sistema dei Consigli. Gli attentati contro Eisner ed Auer sono stati non la causa, ma soltanto l'occasione che ha fatto scoppiare il nuovo incendio.
Non si può negare Occorre in omaggio alla verità riconoscere che il Governo provvisorio, formatosi dopo la prima rivoluzione, non era venuto del tutto meno alle promesse date al popolo bavarese col proclama dell'8 Novembre 1918, in quanto riguardavano la indizione indizione
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delle elezioni e la convocazione di un'Assemblea costituente, la quale, eletta con libero suffragio a base amplissima, avrebbe dovuto dare al Paese un nuovo g Governo e con ciò i fondamenti per la sua ricostruzione ricostituzione politica ed economica. Lo stesso Eisner, il quale che era pure un sostenit sostenitore precipuo del sistema dei c Consigli, sui quali si appoggiava, non ha tuttavia mai respinto in massima il Landtag, ma voleva correggerne correggerne l'attività e le funzioni mediante i Consigli medesimi. Il Questo suo punto di vista di un sistema misto era anzi riuscito dentro certi mode limiti a prevalere, in quanto cioè anche il Ministro dell'Interno Auer, il quale era considerato come piuttosto contrario ai Consigli, e la Conferenza dei socialisti maggioritari [ein Wort unlesbar] si erano avvicinati al concetto di includere i Consigli anzidetti nella Costituzione e nell'organismo amministrativo. La frazione socialista del Landtag era stata incaricata di agire in tal senso, e il Congresso del dei Consigli degli operai, dei soldati e dei contadini era nella sua maggioranza d'accordo con tale programma. Il Landtag avreb
Tale era la situazione politica la
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mattina del 21 Febbraio. Essa poteva sembrar ora ancor più facile dal favorevole per il fatto che nella notte dal Giovedì al Venerdì il Consiglio dei Ministri aveva deciso all'unanimità di rassegnare i loro uffici le dimissioni nelle mani del Landtag legittimamente eletto e di proporre ad esso d'incaricare il Ministero provvisorio della ulteriore trattazione degli affari sino alla costituzione del nuovo Gabinetto. Invece in quel giorno stesso la Baviera fu precipitata in una catastrofe, la cui estensione ed il cui esito non è ancor oggi possibile di misurare completamente!
A meglio intendere il significato e la portata della seconda rivoluzione di Monaco, giova altresì non poco ricordarne i prodromi. La rivoluzione del 7 Novembre 1918 fu scoppiò come una improvvisa esplosione d provocata dal fra il sordo fermento delle masse esasperate contro l'antico regime, ma in realtà fu opera di pochi. Lo stesso Eisner, che ad essa diede lo spirito direttivo e l'orientazione politi-
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ca, ebbe a dichiarare una volta testualmente al Consiglio nazionale provvisorio: "In undici persone, fra uomini e donne, abbiamo fatto la rivoluzione". Oltre che sugli operai e sui soldati Eisner volle appoggiarsi altresì – ed anche ciò fu cosa assolutamente nuova – sui contadini bavaresi rivoluzionari, di cui era personificazione Ludovico Gandorfer. Così la triade della rivoluzione era si delineava già chiaramente sin dal 7 Novembre: operai, soldati e contadini rivoluzionari.
Il vecchio socialismo ufficiale, il quale era basato sul aveva sino allora rappresentato il sistema dei s Sindacati e quindi rappresentava l'evoluzionismo piuttosto che invece della la rivoluzione, si era tenuto ancora sino allora esitante in disparte. Esso venne venne però trascinato dalla corrente impetuosa della di rivoluzione quello sconvolgimento e la sua adesione assicurò l'opera il successo della rivoluzione. Tuttavia per il fatto stesso che questa non era opera sua, i suoi capi sin dal principio dinanzi rimasero agli occhi delle masse rimasero molto indietro, [ein Wort unlesbar] per influenza e considerazione, degli attori del 7 Novembre.
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In tal guisa il socialismo ufficiale si venne all'improvviso a trovare di fronte a tre possibili vie: o rinunziare a punti essenziali del suo programma, e dei su soprattutto dei suoi metodi, e unirsi senz'altro alla spinta rivoluzionaria, o conchiudere compromessi colle nuove idee, ovvero infine respingerle. Esso scelse la seconda di queste vie, e si studiò incessantemente di trovare un accomodamento fra l'idea dei Consigli, frutto della rivoluzione, e la sua originaria fede democratica, sebbene tale lavoro fosse sin dal principio reso più assai malagevole dagli elementi radicali, i quali cercavano d'influire sulle masse in senso comunistico, ed anche dall'atteggiamento dei socialisti indipendenti.
In tal guisa Così la rivoluzione di Novembre non portò alcuna unione del proletariato, ma lo spezzamento in tre partiti, (socialisti maggioritari, indipendenti, comunisti o spartachiani), quantunque con assai diverso numero di aderenti. È naturale che il partito più
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piccolo per numero fosse quello che maggiormente si agitasse desse agitasse per non lasciare and lasciar andare procedere il movimento in modo calmo, ma per mantenerlo invece in costante ag continuo corso. Questa agitazione non è ancora giunta venuta a termine, ed in essa devono ricercarsi i germi della seconda rivoluzione.
Eisner stesso sentì che la prima rivoluzione non aveva datao un esito definitivo. Perciò egli nelle ultime settimane ce cercò sv ripetutamente di ammonire a sinistra ed a destra di astenersi da atti di violenza, ed anche nel suo ultimo discorso nel al Congresso dei Consigli, alla vigilia della nuova rivoluzione, esclamò: "Io v "Vi scongiuro, nessuna irriflessione, nessuna rivoluzione con assassini e tumulti e saccheggi! Io debbo pur lavorare nel Landtag; lasciateci dunque svolgere là l'opera nostra".
Nelle prime sedute dei Consigli degli operai, dei soldati e dei contadini dopo la rivoluzione del Novembre, e nello stesso Consiglio nazionale provvisorio, cui parteciparono anche rappresentanti della borghesia, le divergenze non si manifestarono
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così aspre come negli ultimi tempi. Quelle sedute ebbero in prima linea lo scopo di informare e di orientare le masse; il Landtag, del resto, era ancora abbastanza lontano. Ma dopoché la rappresentanza popolare fu eletta ed il risultato delle elezioni ebbe dato un sicuro quadro delle future forze politico-parlamentari, dopoché l'organizzazione dei Consigli, superate le prime incertezze, cominciò ad esercitare la sua influenza ed a svolgere la sua attività politica, allora apparve in tutta la sua ampiezza il contrasto tra il potere dei Consigli e la democrazia parlamentare. L'eccitazione L'agitazione e la tensione crebbero di giorno in giorno, e si concretarono, nei Consigli degli operai, dei contadini e dei soldati, in forti risoluzioni circa il controllo dell'amministrazione governativa da parte del proletariato, circa la necessita di educare l'esercito secondo lo spirito delle masse, circa l'allontanamento ecc. Dal canto loro, i
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comunisti intensificarono i loro sforzi per guadagnarsi il proletariato, sopprimere l'idea dei Sindacati e spingere la guerra contro la borghesia con tutti i mezzi.
I prodromi della seconda rivoluzione raggiunsero sotto questo riguardo il loro punto culminante nell'Ultimatum di Spartaco del Consiglio degli operai di Monaco (Cfr. Rapporto N. 11961 del 3 Febbraio scorso) e nella dimostrazione di Domenica 16 Febbraio p. p. (Cfr. Rapporto N. 12116 del 17 d. m.).
Intanto si radunò in Monaco in sessione straordinaria il Consiglio dei Congressi, Congresso dei Consigli, il quale, sotto la guida di Eisner, cercò di assicurare che l'istituto dei Consigli medesimi venisse compreso e consacrato nella Costituzione.
Da parte sua, la borghesia pose fin dal principio, com'è naturale, tutte le sue speranze nel Landtag, da cui aspettava la fine di questo triste e pericoloso stato provvisorio e la costituzione di un forte Governo. L'esito delle elezioni rendeva possibile la formazione così di un Gabinetto socialista-democratico, come di un Ministero di
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coalizione di tutti i partiti. – Alla borghesia medesima eran già noti, per la loro lunga attività parlamentare, i Ministri socialisti maggioritari Auer, Timm e Rosshaupter, come partigiani di una democrazia, la quale avrebbe lasciato anche alle classi borghesi diritto e possibilità di esistenza, mentre che Eisner rappresentava ai suoi occhi il polo opposto e il nemico mortale delle classi suddette. Quanto più profondo quindi diveniva il contrasto fra Auer e Eisner, tanto maggiore diveniva l'avversione di q della borghesia contro quest'ultimo; [dov] tuttavia essa ed i suoi organi, pur combattendo assai vivacemente il Ministro Presidente, intesero eliminarne eliminarne il dominio porre fine alla sua dittaturadi abbatterlo soltanto coi mezzi parlamentari e perciò reclamavano con sempre più fortemente energicamente la convocazione del Landtag. La borghesia si contentò di proteste contro i procedimenti del Governo, di cui l'Eisner era
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responsabile, e condannò quindi anche la sommossa dei marinai del 19 Febbraio, che aumentò l'eccitazione delle masse, diede nuova forza alle correnti radicali nel Congresso dei Consigli ed affrettò lo scoppio della seconda rivoluzione. bufera.
La quale seconda rivoluzione, rappresentando così un deciso nuovo passo verso la dittatura del proletariato e l'anarchia bolscevist bolscevica, sinistra ed una violenta violenta ripresa delle agitazioni spartachiane o bolsceviche, ha un significato profondo e pieno di tremendi moniti, che non sembra pare sia stato dal [ein Wort unlesbar] compreso in tutta la sua pienezza nei paesi dell'Intesa. La stampa, specialmente francese, la quale vide già nei moti di Novembre una farsa inscenata dalla incorrigibile malafede della Germania, per ottenere meno gravi condizioni di pace, meno dure, ora che il popolo tedesco adesso che tutta la parte sana del popolo tedesco lotta disperatamente per liberare l'organismo sociale dal veleno dissolvitore del bolscevismo, è sembra invece unicamente preoccupata ed allarmata ogni volta che il nuovo l'ordine accenna a ristabilirsi, in Germania per timore che la Germania riordinata mediti la rivinci-
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ta, e sotto forma di garanzie reclama sempre più dure condizioni di pace. Ora invece è chiaro che, se l'insurrezione in Germania gi si generalizza erà e trionferà, vincerà, se i soviets spartachiani se i soviets spartachiani si stabilizzano ranno dapertutto [sic] e regneranno colla violenza, gettando il Paese in un'anarchia simile a quella sotto cui geme la Russia, non solo la Germania stessa, divenendo insolvibile, non pagherà le indennità di guerra, non solo la pace non potrà essere ristabilita nel mondo, ma anche le altre Nazioni europee, e soprattutto l'Italia e la Francia, si troveranno gravemente esposte e minacciate dal contagio bolscevico. Ma d D'altra parte, è pure indubitato che l'esito della lotta interna, la quale si combatte attualmente in Germania, dipende in gran parte dall'attitudine dell'Intesa. Se questa vorrà imporre condizioni, le quali non si contentino limitino alle giuste riparazioni, ma diano al popolo tedesco il sentimento di essere ridotto
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in perpetuo servaggio, se, mentre lo stesso rapporto ufficiale della Commissione inglese ha dovuto constatare le condizioni disperate in cui si trova la Germania per rapporto ai viveri, l'Intesa negherà o tarderà ancora ad inviare soccorsi, il bolscevismo trionferà irresistibilmente e la distruzione sociale sarà scatenata in tutto il mondo.
Chinato
105r, zu Absatz " hds. von Pacelli notiert: "(stellette)"; 107r, zu Absatz hds. von Pacelli notiert: "(stellette)"; 110v, zu Absatz hds. von Pacelli notiert: "(stellette)".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 03. März 1919, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9349, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9349. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 04.06.2012, letzte Änderung am 28.01.2013.