Dokument-Nr. 9569
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 20. Juni 1918
Regest
Pacelli teilt mit, dass er sich weisungsgemäß vertraulich an Reichskanzler Hertling wandte, der ihm nunmehr die vertrauliche Antwort zukommen ließ, in der er erklärt, dass er momentan nicht die Absicht habe, im Reichstag eine Rede in Bezug auf die feindlichen Staaten zu halten. Die bisherigen Versuche in diese Richtung seien gescheitert und die deutsche Friedensbereitschaft nur als Schwäche oder Heuchelei ausgelegt worden. Bezüglich Belgien habe er erst erklärt, dass Deutschland keine Annexion beabsichtige, aber verhindern möchte, dass dieser Staat wieder englisches oder französisches Aufmarschgebiet gegen Deutschland werde. Wenn die belgische Regierung zu Verhandlungen bereit wäre, würden die Deutschen diese gerne führen, doch bislang habe man keine Antwort erhalten. Aber obwohl Deutschland gegenwärtig von sich aus nicht zu einer feierlichen Friedenserklärung bereit ist, würde man auf ein Verhandlungsangebot eingehen, wenn die feindliche Seite dies äußern würde. Doch das Bestreben der englischen und amerikanischen Regierung und auch des Völkerbundes scheine in der Gegenwart auf die völlige Isolierung und Zerstörung Deutschlands zu zielen, sodass Hertling auf das Ansinnen des Papstes keine positive Antwort geben kann.Betreff
Sulle disposizioni di pace in Germania, specialmente per ciò che riguarda il Belgio
Non appena mi giunse il venerato telegramma cifrato dell'Eminenza Vostra Reverendissima N. 112, mi diedi premura di far far [sic] giungere, in via sicura e confidenziale, al Signor Cancelliere dell'Impero l'espressione dei giusti desideri e dei sapienti consigli, che in esso si contenevano. Il Signor Conte von Hertling ha avuto la compiacenza di farmi alla sua volta pervenire, per la stessa via, una sollecita risposta, scritta di tutto suo pugno, e che io ho l'onore di riprodurre qui appresso, tradotta in italiano:
"Non ho per ora intenzione di pronunziare prossimamente al Reichstag un discorso riguardante gli Stati esteri nemici. Le manifestazioni di tal genere non hanno finora raggiunto mai il loro scopo; la nostra disposizione a concluder
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la pace è stata interpretata o come segno di debolezza o
come un tranello ipocrita. Per ciò che riguarda particolarmente il Belgio, in uno dei miei ulteriori discorsi ho lasciato chiaramente intendere che noi non pensiamo ad una annessione di quello Stato, ma dobbiamo, d'altra parte, assicurarci che esso non divenga di nuovo per l'Inghilterra o per la Francia un territorio, attraverso il quale possano marciare contro di noi. Ho detto altresì che, qualora il Governo belga fosse disposto ad una conversazione fra rappresentanti autorizzati, noi vi prenderemmo parte volentieri; ma non si è avuta alcuna risposta.
In queste circostanze io posso esclamare, facendo mio un detto del vecchio Gortschakoff: L' Allemagne est muette, mais elle n'est pas sourde; vale a dire, sebbene noi dobbiamo attualmente evitare di procedere da parte nostra ad una solenne manifestazione, tuttavia teniamo le orecchie aperte e, qualora una seria disposizione per la pace si manifesti da parte dei nemici, siamo pronti a corrisponder ad essa senza indugio. Posso assicurare che è questo il modo di vedere non solo delle Autorità politiche, ma anche delle militari.
Frattanto però sembra pur troppo che nei circoli dirigenti dell'Intesa domini, ora come per l'addietro, la volontà
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di distruggerci, e secondo le dichiarazioni, che giungono
dal Nord-America e dall'Inghilterra, anche la "Lega delle Nazioni"
significa soltanto l'unione degli Alleati perdurante oltre la guerra, diretta ad isolare
esclusivamente la Germania. È per me profondamente doloroso di non poter inviare al Santo Padre alcun confortante messaggio, ma, nello stato attuale delle cose, ciò non è possibile".
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione mi pregio confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico