Document no. 919
Erzberger, Matthias: La polemica dell'on. Erzberger colla "Kölnische Volkszeitung", before 27 May 1918
La situazione intellettuale nei Partiti e nella pubblica opinione della Germania riguardo ai fini di guerra e alla politica di pace è, riassunta in brevi parole, la seguente: una grande linea attraversa il pensiero politico e si divide in due mentalità. Da una parte si schierano quelli che reputan la forza l'unico assioma politico; e ne vogliono fare uso in casa e fuori di casa. Son questi quei che vorrebbero dirigere la pace futura esclusivamente colla forza, essendo d'opinione che, considerato l'imperialismo francese, inglese ed americano, soltanto essa sia in grado di assicurare l'avvenire della Germania. Son quei medesimi che anche nel campo della politica interna si pongono sulla base dell'irretimento; vogliono opporsi all'ondata democratica determinata dalla guerra e rigettano, per dare uno fra tanti esempi, il diritto elettorale uguale per la Prussia. Dall'altra parte trovansi individui fermamente convinti che una pace, se vuol esser durevole, dev'essere garantita non solo dalla forza ma anche dalla moralità e dal diritto; coscienze animate dal desiderio di giungere ad un accordo e di viver cogli altri popoli in uno stato di amichevole vicinanza, sulla base de riconoscimento dei diritti reciproci; uomini che perseguono questo fine, ad onta del programma imperialistico dell'Intesa da cui non si lasciano ingannare nella loro lotta della pace d'accomodamento, appunto perché persuasi che l'Intesa non realizzerà giammai il suo programma di conquiste,
31r
data la forza militare della Germania, e che ogni pace basata sulla violenza, da qualsiasi partito sia comunque dettata, nutrirà in seno il germe delle guerre future e porterà l'Europa all'orlo del precipizio. Son questi – in contrapposto ai politicanti della forza da ricercarsi precipuamente nelle file conservatrici e pangermaniste – quelli che mirano ad una pace di accomodamento, e dietro ai quali sta compatta la gran massa del popolo. Questi considerano la vittoria non come un principio né come premessa per una pace di violenza basata sull'annessionismo, sibbene come un mezzo per spezzare la resistenza dell'Intesa contro il pensiero d'una pace di accomodamento. Essi voglion fare della politica mondiale basata sulla forza e sul diritto, e son di parere che soltanto una politica mondiale tedesca su questa base, debba possedere la maggior popolarità, conferisca forza a se stessa e sia contemporaneamente sorgente di una libertà politica all'interno più ampia che sia possibile. Essi propugnano, quindi, riforme liberali in patria, e domandano per prima cosa il diritto elettorale eguale anche per la Prussia.Or ne consegue che le correnti propugnatrici di una pace d'accomodamento e di riconciliazione, son combattute aspramente dai seguaci della politica basata sulla forza. La speziale violenza degli attacchi mossi contro l'on. Erzberger si spiegano così:
L'on. Erzberger si costituisce un vero e proprio baluardo, e a lui fan capo le correnti che desiderano si pervenga ad una pace d'accomodamento. Egli è l'autore della Risoluzione di Pace del 19 luglio; è lui che si oppone con tutta la sua forza alla corrente degli oltranzisti quando questi, come nel rimaneggiamento delle condizioni in Oriente, tentano di influenzare le cose secondo la loro volontà; ed è infine depositario del pensiero della democrazia cristiana, qual tedesco del sud, specialmente avversario della Germania settentrionale conservatrice.
32r
L'ultima fase degli attacchi rivolti contro di lui origina dalla critica da lui mossa alla politica tedesca nella Ucraina; critica che si volle interpretare come una sua carica a fondo contro il Governo, ma che invece altro non era, essenzialmente interpretata, che una critica giustificata all'avvenuta violazione di certi dettagli del pensiero di accomodamento nella Ucraina.Il lato caratteristico della situazione in Germania è, ora, questo: che la linea di separazione si stende anche attraverso lo stesso partito del Centro, essendosi gli elementi capitalistico-accademico-feudali del Centro schierati a fianco dei seguaci di una politica di forza da impiegarsi tanto all'interno quanto all'estero. Si tratta, è vero, di una piccola minoranza; la grande massa degli elettori del Centro rimanendo schierata dietro la frazione del Reichstag e dietro l'on. Erzberger che vogliono si pratichi la politica d'accomodamento. Ma appoggiandosi questa minoranza alla mentalità conservatrice, e dai conservatori essendo protetta a mezzo della stampa, che si divide in quattro per rendere noto il contegno di quella, gli ignari le attribuiscono un'importanza molto più grande che in realtà non abbia. Se oggi le cose sono tanto spinte da poter parlare di una Destra del partito del Centro, le ragioni debbono ricercarsi in questo: che un grande giornale del Centro, la "Kölnische Volkszeitung", molto letta nella Renania e nella Vesfalia (dove trovansi appunto le correnti del Centro seguaci d'una politica oltranzista) ha preso, col tempo, un indirizzo tale, da non potersi quasi più distinguere dai giornali pangermanisti.
Quest'organo si è posto assolutamente sulla base della politica della forza e dell'annessionismo, ed è spiegato così perché esso goda oggi delle simpatie della stampa conservatrice e pangermanista e venga da questa stampa trattato e citato come il portavoce del partito del Centro.
Insieme alla stampa pangermanista questo giornale si fa
33r
vessillifero della lotta contro l'on. Erzberger; e, servendo da appoggio alla stampa pangermanista, induce questa a vomitar contro di lui torrenti di astio e di livore. Specialmente notevole è il fatto che la "Kölnische Volkszeitung", nella lotta contro l'on. Erzberger e la sua politica d'accomodamento, procede a braccetto colla "Tägliche Rundschau"; con quel giornale che, essendo l'organo della lega evangelica, nutre un odio specialissimo verso l'on. Erzberger, ben sapendo che questi è in Germania l'uomo che tutela in ogni rapporto gli interessi cattolici non solo teoreticamente ma anche praticamente, e che, sia per la considerazione che gode, sia per l'influenza che esercita sul Governo, ha già ottenuto grandi successi politici per il cattolicismo. Basta pensare alla abrogazione della legge sui Gesuiti. Non andrà guari che il connubio della "Kölnische Volkszeitung" colla "Tägliche Rundschau" rivelerà i suoi dannosi effetti per il cattolicismo tedesco; quando cioè, finita la guerra, la "Tägliche Rundschau" deporrà qualsiasi freno, che oggi larva il suo odio contro i cattolici.Moltissimi giornali del Centro non sono assolutamente contenti della "Kölnische Volkszeitung" e della politica da lei seguita. L'on. Erzberger ha taciuto lungamente sul modo di procedere di quest'organo, e ha taciuto per non dar occasione agli altri partiti di assistere ad uno spettacolo indecoroso nell'ambito del proprio partito. Ma tutto ha un limite. Dopoché la "Kölnische Volkszeitung" ha direttamente inscenato l'ultima azione contro l'on. Erzberger al fine di vibrare un colpo all'uomo divenuto incomodo alla sua direzione politica, dopoché ha pubblicato giorno per giorno articoli velenosissimi contro di lui, l'aggredito è finalmente insorto e ha messo, come suol dirsi, i puntini sugli i. In una lucida disamina contro il giornale e la sua politica, l'on. Erzberger ha dimostrato come esso, seguendo i fautori di una politica di forza, si allontani dai principi del Centro e dello stesso cattolicismo.
34r
Non senza intenzione l'articolo dell'on. Erzberger porta il titolo "Macht oder Recht" (Forza o diritto). In questa alternativa egli pone sempre a nudo e con efficace brevità il contrasto risultante fra la politica del Centro seguita da Erzberger e dalla gran massa del partito da una parte, e l'insostenibile sviluppo della "Kölnische Volkszeitung" e il suo seguito annessionistico dall'altra. Questa spiegazione doveva venire; e, venuta, non può che produrre una purificazione nel partito. Bisognava dir chiaro una buona volta che non è degno di un grande organo del Centro seguire tendenze politiche opposte ai principi del Partito e del cattolicismo; le quali rendono sempre più difficile l'avvento di una pace basata sull'accomodamento e sulla riconciliazione.