Document no. 12143
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
[München], 05 January 1922
Summary
Pacelli berichtet, dass er Reichskanzler Wirth bei seiner Berlinreise nach dem Grund fragte, warum die Reichsregierung Gasparris Plan für die Lösung der wirtschaftlichen Probleme in Europa zurückgewiesen hatte. Wirth antwortete im Gespräch – eine umfangreichere schriftliche Antwort durch das Auswärtige Amt soll noch folgen –, dass die Reichsregierung den Plan nicht zurückgewiesen habe, die Zeit für diesen jedoch noch nicht reif sei. Das weltwirtschaftliche Problem der hohen Reparationslasten Deutschlands könne nicht durch eine Umschuldung gelöst werden, weshalb zuerst die Reparationsfrage neu geordnet werden müsse, bevor man den von Gasparri vorgeschlagenen Wechsel der Gläubiger angehen könne. Während des Gesprächs spielte Wirth auf einen Artikel zur Lage der Weltwirtschaft an, den er in der Germania veröffentlicht hatte und den Pacelli beilegt.Subject
Sul progetto di sistemazione della situazione economica europea
Il Sig. Cancelliere mi ha dato verbalmente le spiegazioni, che, tornato stamane a Monaco, mi affretto di riassumere qui appresso, riservandomi di trasmettere all'E. V., appena mi saranno pervenuti, gli ulteriori e più ampii schiarimenti, che il Ministero degli Esteri ha promesso d'inviarmi, dopoché saranno stati interrogati in proposito i periti finanziari, i quali si occuparono dell'argomento.
Il Governo del Reich, mi ha detto il sullodato Dr. Wirth, non ha respinto in alcun modo la proposta dell'Emo Sig. Cardinale Gasparri, di cui ha anzi altamente apprezzato la premurosa sollecitudine
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per la soluzione del
formidabile problema; ritenne però dopo accurato esame, che la pratica utilizzazione della
proposta medesima fosse ancora prematura. – A giudizio del Sig. Cancelliere, il
difetto fondamentale del trattato di Versailles e delle decisioni di Londra è stato di non aver tenuto nessun conto dei
rapporti economici mondiali. Ora le impossibilità, dal punto di vista della economia
mondiale, del pagamento delle enormi somme imposte alla Germania non
avrebbe potuto essere superata col solo fatto che mutarono i suoi creditori. La proposta
dell'Emo Segretario di Stato avrebbe bensì portato alla Germania uno sgravio dal punto di
vista politico, soprattutto nei riguardi della Francia, ma non avrebbe tuttavia eliminato
l'anzidetto difetto fondamentale. Questo potrà essere radicalmente corretto soltanto se, in
seguito alla esperienza pratica, il mondo politico avrà acquistato la convinzione che non è
possibile di violare le ferree leggi dei rapporti economici mondiali senza produrre una
catastrofe generale. Una tale convinzione si è formata già in molti, massime in Inghilterra,
e crescerà sempre più in virtù della irresistibile logica propria dei fatti economici. La
Germania infatti può pagare soltanto se produce; non può pagare molto, se non
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produce molto, e per conseguenza non potrà pagare le enormi
somme fissate a Versailles ed a Londra, se non producendo tanto, da rendere superflui ed
inattivi i mezzi di produzione delle altre Nazioni. Oggi questo processo si è già sviluppato
in tale misura, che il mondo commerciale e bancario inglese reclama una revisione dei
pagamenti in discorso quasi più vivamente che la Germania stessa. Da tutto ciò segue (ha
concluso il Dr. Wirth) che soltanto allorché una simile revisione sarà presa in serio
esame, potrà essere venuto il momento, in cui l'opinione pubblica in America sia matura e
disposta per l'accettazione del trasferimento dei debiti nel senso della proposta dell'Emo
Gasparri, ed allora il Governo germanico tornerà volentieri a prenderla in
considerazione.Durante il surriferito colloquio il Sig. Cancelliere ha fatto allusione ad un articolo da lui pubblicato sulla Germania del 31 Dicembre scorso, in cui trovansi svolti gli accennati concetti relativi alla questione economica mondiale. Mi permetto quindi di accluderlo al presente rispettoso Rapporto.
Dopo di ciò, chinato