Document no. 16532
Rosenberg, Joseph Arnold to Pacelli, Eugenio
Paderborn, 19 January 1926
Nell'anno 1925 circa 30.000 di tali operai polacchi si trovavano nelle regioni della diaspora, la maggior parte nella provincia prussiana della Sassonia e in quei territori dei limitrofi Stati di Anhalt e Turingia, che appartengono alla diocesi di Paderborn.
Circa 15 sacerdoti diocesani esercitavano detta assistenza nelle proprie parrocchie e prestavano il loro aiuto anche nelle parrocchie vicine. Quando ciò non bastava o vi erano bisogni maggiori, intervenivano quei Padri Francescani dei conventi di Halle e Halberstadt, che sono destinati all'assistenza religiosa dei polacchi. Questi Padri hanno visitato 40 località, impiegandovi 55 giorni. Se tale ministero non era possibile nella Domenica, si ricorreva alle ore serali dei giorni feriali, ed anzi anche alle ore della notte. Principalmente si trattava di amministrare i Sacramenti della Penitenza e della Comunione. I due Padri tennero circa 80 prediche, alle quali si debbono aggiungere quelle dei suddetti sacerdoti diocesani. Il numero delle confessioni fu di 12.000 e corrisponde ad un buon terzo della popolazione polacca dimorante in quelle regioni.
Nella parte della diocesi situata in Westfalia, ove sono pochi i latifondi impieganti temporaneamente gli operai polacchi, un Padre domenicano ed alcuni sacerdoti diocesani si dedicano al ministero a pro dei non numerosi operai agricoli. Approssimativamente 600 confessioni si vengono così aggiungere alla cifra sopra riferita.
20v
Confrontando il
numero totale dei polacchi con quello di coloro che praticano la religione cattolica, si
constata il fatto penoso che, pur ammesso che una parte dei nuovi venuti abbiano ricevuto i
Sacramenti prima di lasciare il paese nativo, rimane sempre una buona metà che non si
accosta ai medesimi. Tutti i sacerdoti, i quali si occupano dei polacchi, hanno fatto la
esperienza che la partecipazione alla vita religiosa fra gli operai polacchi agricoltori è
notevolmente diminuita.Da parte nostra anche adesso insistiamo che tutti i sacerdoti, al momento in cui escono dal Seminario, siano almeno in grado di potere in modo sufficiente ascoltare una confessione in lingua polacca; non pochi dei nostri curati sono giunti al punto di disimpegnare il loro ministero senza dover ricorre ad aiuti dal di fuori. Qualora si verificasse un maggiore bisogno da parte degli operai polacchi, anche il numero dei missionari potrebbe essere aumentato.
Ottemperando al desiderio espresso nella summenzionata lettera, accludiamo all'Eccellenza Vostra un Esposto intorno ai problemi più importanti dell'assistenza religiosa degli operai temporanei con rispettive proposte.
Con profondissima venerazione
La Curia Vescovile
(firm.) Rosenberg.