Document no. 19517
Gasparri, Pietro to Bergen, Carl-Ludwig Diego von
[Vatikan], 21 March 1928
Io Che si conservi la circoscrizione diocesana di Breslavia come è stabilita nella Bolla "De salute animarum";
IIo Che sia assicurato alla sede vescovile di Breslavia l'originario suo patrimonio dotale, accennato nella medesima Bolla;
IIIo Che nelle trattative in merito alla sistemazione ecclesiastica del territorio cecoslovacco il Governo prussiano possa intervenire.
A tali domande lo scrivente Cardinale Segretario di Stato, dopo maturo esame, per ordine di Sua Santità, si onora di rispondere quanto segue:
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1) – Il Governo prussiano si
richiama al valore giuridico della Bolla "De salute animarum", le cui disposizioni
risultavano da un accordo tra la Prussia e la Santa Sede. Ora, prescindendo dalla questione
se il suddetto accordo abbia ancora valore dentro gli attuali confini prussiani, è certo che
esso non può avere più valore al di là dei medesimi confini politici.Basta infatti che la Prussia, con contratti internazionali, abbia riconosciuto che i territori in questione non stiano più sotto la sua sovranità, ma costituiscano parte integrante di nuovi stati, perché se ne concluda che a questi territori non possa più applicarsi la Bolla che riguardava "regiones illas, quae actu Dominatui subsunt Serenissimi Principi<s>1 Friderici Guillelmi Borussorum Regis".
Perciò la stessa Prussia non ha potuto a meno di riconoscere come perfettamente richieste dalle nuove circostanze politiche sia l'erezione della Diocesi di Danzica, sia l'erezione dell'Abbazia
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"Nullius" di Kleipeda (Memel), sia la
separazione dei territori di Eupen e Malmedy dalla Arcidiocesi di Colonia, senza parlare
delle nuove Diocesi polacche, circa le quali, pur protestando, il Governo Prussiano
ammetteva nel suo memorandum del 29 dicembre 1925, rimesso a
Mgr. Pacelli, che "non si vengono in alcun modo a muovere rimostranze riguardo a
territorii non più sottoposti alla sovranità prussiana."Del resto un simile atteggiamento fu adottato dallo stesso Reich per le diocesi di Metz e di Strasburgo, circa le quali, dopo la guerra, la Santa Sede non tratta più col Governo germanico.
Né vale molto insistere sul fatto che gli alinea XXXIII e XXXVII della nota Bolla disponevano che il territorio di Breslavia entrasse nei territorii austriaci, appartenenti al dominio "charissimi in Christo Filii Nostri Francisci Austriae Imperatoris atque Hungariae et Bohemiae Regis Apostolici" e che viceversa le diocesi di Praga e di Olmütz entrassero nel territorio prussiano, perché è evi-
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dente
che oggi le espressioni "Impero d'Austria Ungheria e Regno di Boemia", dopo gli ultimi
trattati, firmati anche dalla Germania, non hanno più significato geografico. Ad ogni modo,
tali disposizioni concordate nel 1821 presupponevano il consenso dell'Imperatore, il
quale consenso non esiste più, non solo perché è scomparso l'Impero, ma anche perché la
Cecoslovacchia, che in forza dei trattati summenzionati è entrata al posto del Regno di
Boemia, ha assunto di fronte al Vescovo di Breslavia un'attitudine completamente
differente.E perciò, secondo il concetto della S. Sede, è chiaro che non si può più riconoscere alcun valore giuridico alla Bolla per le parti staccate dalla Prussia dopo l'ultima guerra. Si sente quindi libera la Santa Sede di trattare l'ordinamento ecclesiastico con gli Stati sorti dopo la guerra, senza interpellare la Prussia; e questa condotta della Santa Sede stessa è dettata dalla suprema legge del bene delle anime, che non può es-
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sere certamente promosso, quando i confini
ecclesiastici si trovino in contrasto con le nuove situazioni politiche fondate su trattati
internazionali riconosciuti da tutte le parti.2) –Riferendosi poi ai Beni della Diocesi di Breslavia, che sono posti in Cecoslovacchia, la Santa Sede è lieta che il Governo prussiano riconosca quanto Essa ha fatto per la tutela della proprietà ecclesiastica; e lo scrivente assicura l'Eccellenza Vostra che non mancherà in seguito di proseguire il lavoro incominciato. Anche il recente Modusvivendi è un argomento evidente di tale volontà, perché la Santa Sede prima di procedere ad una discussione col Governo Cecoslovacco intorno alla dotazione delle nuove eventuali Diocesi, ha richiesto per condizione che si formi una commissione esclusivamente pontificia con i rappresentanti di tutte le diocesi interessate, per venire a conoscere i dati di diritto e di fatto concernenti la proprietà ecclesiastica. Quanto però ad assicurare definitivamente alla sede vescovile di Breslavia l'originario
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patrimonio dotale, lo scrivente fa notare
all'Eccellenza Vostra, che prima di conoscere tali dati di diritto e di fatto, non può
prendere impegno alcuno; che anzi deve esplicitamente porre una riserva, poiché sembra equo,
secondo i principi del Diritto Canonico che, qualora la Diocesi di Breslavia venisse
alleggerita di una parte del territorio originario, anche i beni dell'intera diocesi
dovrebbero venire adeguatamente ripartiti.3) – Quanto poi all'intervento della Prussia nelle trattative tra la Santa Sede e il Governo di Praga il sottoscritto non ha difficoltà da opporre;
tuttavia trattandosi di cosa che riguarda il Governo Cecoslovacco, la Santa Sede sarebbe grata all'Eccellenza Vostra se volesse assicurarsi che anche da parte di quel Governo non esistono difficoltà.
Il sottoscritto Cardinale profitta della circostanza per esprimere a Vostra Eccellenza i sensi della sua più alta e distinta considerazione.
1↑Hds. von unbekannter Hand, vermutlich vom Verfasser,
eingefügt.