Document no. 19530

Bea SJ, Augustin: La formazione dei professori di teologia per la Germania
(Osservazioni a un promemoria mandato a S. S.). Rome, 14 May 1928

(copia)
A. Sulla situazione.
1) Sono pienamente d'accordo coll'autore del promemoria sulla gravità della situazione e la necessità di applicare rimedi efficaci. Teologi di grande valore, come lo Scheeben, il Heinrich, il Hettinger ecc., oggi non si trovano più nelle scuole tedesche di teologia. Non v'è dubbio che questa mancanza di una solida e sicura teologia e di professori profondamente attaccati alla Chiesa sia un pericolo molto grave per la Chiesa Cattolica in Germania.
2) Dato questo accordo generale, mi sento pure obbligato a rilevare alcuni punti nei quali non posso consentire coll'autore del promemoria.
a) La più deplorevole mancanza non c'è "rispetto alla formazione storica", come dice l'autore (p. I), ma piuttosto nella parte dommatica e speculativa della Teologia e nella filosofia speculativa, come del resto lui stesso l'insinua (p. 3). Bisogna dunque rimediare in prima linea a questa mancanza fondamentale procurando che i candidati dell'insegnamento teologico abbiano dal primo inizio della formazione filosofica e teologica la possibilità di uno studio solido e profondo non soltanto della parte positiva (S. Scrittura e Padri), ma anche della parte speculativa, specialmente di S. Tommaso e degli altri grandi Scolastici. Questo Studio sarà la condizione previa e assolutamente necessaria di ogni provvedimento per una migliore preparazione dei futuri Porfessori [sic].
b) Per questa stessa radgione [sic] non posso consentire col giudizio dell'autore rispetto al Collegio Germanico. Senza dubbio il Collegio Germanico non ha il compito immediato di formare professori della Teo-
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logia, ma la formazione teologica e filosofica che ricevono gli alunni del Collegio, è indiscutibilmente la migliore preparazione per gli studi speciali che devono essere il complemento degli studi ordinari nella via alla cattedra di Teologia. Il relatore ha piena ragione se desidera che i futuri professori conoscano di propria esperienza nella cura d'anima le questioni religiose della loro patria. Ma i Vescovi hanno un mezzo molto facile di procurare loro questa esperienza, mandandoli, dopo gli studi ordinari per qualche tempo alla cura d'anime nella propria diocesi. Così gli ex alunni del Germanico potrebbero, dopo due o tre anni, nella cura d'anime, essere mandati ad ulteriori studi speciali per prepararsi all'insegnamento, sia qui a Roma nei Corsi di Magistero, sia in una Università Tedesca o in un altro Istituto.
Così non v'è una opposizione fra il Collegio Germanico e gli Istituti Nazionali (Campo Santo e Collegio dell'Anima), ma piuttosto il Germanico è quasi il primo passo nella via verso la cattedra. Sarebbe dunque molto da desiderare che i Vescovi di tutte le diocesi della Germania mandassero i teologici [sic] i più capaci al Collegio Germanico per fare gli stidi [sic] ordinari a Roma e mettere così la prima pietra e il fondamento per tutte le altre preparazioni a [sic] l'insegnamento teologico.
c) La statistica, proposta dall'autore, dei professori "formati a Roma" (p. 1 sq) non mi pare presentare il vero stato della situazione. Se p. e. si dice che a Friburgo (Baden) fra 12 Professori 9 sono "formati a Roma", ciò potrebbe sembrare un risultato molto favorevole. In fatti tra questi 9 non c'è nessuno che abbia fatti gli studi ordinari a Roma; quasi tutti stavano a Roma un anno o due per studi speciali di
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storia, archeologia, diritto canonico, dunque in discipline nelle quali non si fa quasi niente per assodarsi nei principi fondamentali della teologia e filosofia. In realtà in tutte le Università prussiane c'è un solo Professore di Teologia che è veramente "formato a Roma", cioè nel Collegio Germanico ed alla Università Gregoriana, il Prof. Strucker a Munster. Quanto piccola sia l'influenza di quegli studi speciali di storia o di archeologia sui principi teologici, fa vedere l'esempio di Wittig che anche lui era per alcuni anni alunno del Campo Santo Tedesco.

B. Sul modo proposto di formare i futuri professori.
1) - Colle osservazioni fatte sul dovere dei Vescovi di aver cure di scegliere preti capaci e degni per le cattedre di teologia, sono pienamente d'accordo coll'autore. È pur troppo vero che molti Vescovi hanno lasciato esclusivamente alle facoltà teologiche la scelta e il modo di formazione dei futuri professori e che il criterio di scelta delle facoltà spesso é esclusivamente quello scientifico, senza riguardo ai sentimenti ecclesiastici dei candidati.
Anzi questa é forse una delle più profonde radici del male.
2) Gli Istituti Nazionali (Campo Santo e Collegio dell'Anima) sono, senza dubbio, di gran valore per la formazione intellettuale e speciali pei futuri professori di archelogia [sic], storia ecclesiastica, diritto canonico, e specialmente per tutti i giovani preti tedeschi che vengono a Roma per lavorare nelle biblioteche di Roma, special-
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mente in quella Vaticana. Gli stessi Istituti sono anche molto importanti per gli altri che frequentano i corsi di Magistero o l'Istituto Biblico. Ma la formazione fondamentale e l'acquisto dei principi teologici e filosofici è già finito quando questi vengono a Roma, e nel Campo Santo o nell'Anima non cambieranno mai le idee teologiche sbagliate che forse hanno portato dalle Università Tedesche dove hanno fatto gli studi teologici. Perciò, come ho detto più in su, i Vescovi devono cominciare prima la preparazione dei futuri professori, mandando i più capaci studenti di teologia a Roma all'Univesrità [sic] Gregoriana come alunni del Collegio Germanico, o a Innsbruck alla Facoltà Teologica dei Padri Gesuiti, o alla Facoltà degli stessi Padri Gesuiti cominciata, poco fa, a Francoforda [sic] (per la diocesi di Limburg), e a Friburgo (Svizzera) alla facoltà dei Padri Domenicani o in un altro Istituto di questo genere dove si fanno studi solidi di filosofia e di Teologia scolastica. Così lo studio speciale fatto a Roma o altrove potrà essere utile e libero da quei pericoli che si corrono negli studi positivi quando non c'è una formazione teologica molto solida.
3) La fondazione dei cosiddetti Seminari scientifici nell'Istituto Biblico e nella Gregoriana.
a) Tutto ciò che l'autore domanda sul campo filosofico e teologico, si trova realizzato nei corsi di Magistero della Università Gregoriana, come si vede dal programma che mi permetto di aggiungere. Ma questi corsi suppongono che gli studi ordinari siano ben fatti, perché è impossibile di trattare questioni speciali (come l'autore
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lo desidera e il programma lo prescrive), se manca il fondamento teologico e filosofico e se, come purtroppo accade, i giovani preti che frequentano i corsi, appena capiscono il latino avendo fatto tutti gli studi teologici in tedesco alle facoltà teologiche tedesche. Il pieno successo dei corsi di Magistero dipende dunque dalla formazione previa nei corsi ordinari di Teologia.
b) Nel campo biblico la condizione essenziale è la stessa: una solida formazione teologica non soltanto positiva, ma anche speculativa. Senza questa non si formerà mai un eccellente professore delle scienze bibliche, fedele alla tradizione della Chiesa e ai decreti della S. Sede.
Quanto al programma degli studi dell'Istituto Biblico senza dubbio è fondato il desiderio di un più grande riguardo alla situazione dei giovani sacerdoti tedeschi che vengono a fare i loro studi biblici a Roma, così per il tempo come per le discipline. Per il tempo: Essendo adesso obbligati tutti a fare tre anni completi per avere il grado della licenza, lo studio diventa troppo lungo. Il dottorato alle Università tedesche domanda oltre il corso ordinario di 6 anni di filosofia e teologia, una preparazione speciale di quasi due anni. Così, dovendo avere la laurea di teologia per essere iscritto come auditor ordinarius all'Istituto, l'alunno dell'Istituto dopo 9 anni di ginnasio e 6 anni di filosofia e teologia, deve an-
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cora fare 3 anni nello stesso Istituto per avere la Licenza, e aspettare ancora 2 anni per poter dare l'esame per la Laurea nelle scienze bibliche avanti alla Commissione Biblica. Così soltanto 7 anni dopo aver finito il corso ordinario, il futuro Professore della S. Scrittura potrà avere il grado di Dottore nelle scienze bibliche. In questa maniera lo scopo di dare una solida preparazione biblica ai futuri professori di esegesi non si raggiunge. I giovani preti, avendo la laurea in Teologia, piuttosto preferiscono di frequentare durante uno o due anni una Università Tedesca e di preparare per tanto la loro abilitazione, che di aspettare a Roma 5 anni per avere il Dottorato biblico che per l'insegnamento biblico alle Università non è prescritto. Altri studiano privatamente per prepararsi alla Licenza avanti alla Commissione o si fanno preparare in maniera più sbrigativa al Collegio Angelico ove i PP. Domenicani preparano in due anni alla Licenza. Così l'intenzione della S. Sede, manifestata nella stessa fondazione dell'Istituto Biblico e nelle lettere pontificie, viene contrariata dallo stesso programma dell'Istituto con grandissimo danno della Chiesa Cattolica, specialmente nella Germania.
Per le discipline: Generalmente nelle Università tedesche, per avere la laurea teologica, bisogna studiare bene non soltanto il greco biblico e l'ebraico, ma anche una o due altre lingue orientali. [I]noltre la formazione dei giovani tedeschi nei ginnasi è molto solida nel latino e nel greco, così che non c'è nessun paragone con altri che soltanto nell'Istituto imparano i primi elementi
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del greco. Ma secondo il programma che vale adesso, tutti sono obbligati di frequentare i corsi delle dette lingue nell'Istituto. Si vede facilmente che tali scuole delle lingue, bensì necessarie per gli uni, per gli altri sono molto inutili e noiose, e allontanano piuttosto, invece di attrarre all'Istituto.
Bisognerebbe dunque trovare una maniera più individuale per facilitare l'accesso anche ai sacerdoti tedeschi che hanno tanto bisogno specialmente delle discipline fondamentali, come della dottrina sull'ispirazione e dell'ermeneutica, della storia sacra dell'Antico e Nuovo Testamento, della teologia biblica, dell'esegesi. S'imporrebbe una revisione del programma dell'Istituto Biblico che terrebbe conto della speciale situazione degli alunni che vengono dalla Germania, e lascierebbe più di libertà ai Superiori dell'Istituto di ordinare gli studi dei singoli alunni secondo la formazione e le esigenze speciali di ciascuno.

Ho creduto di dover fare queste umili osservazioni per completare il promemoria di un autore ispirato da un ardente zelo apostolico e da una profonda carità verso la Chiesa Cattolica della Germania, e son ben lieto di essere d'accordo coll'autore sulla necessità assoluta di una formazione solida dei futuri professori e sui mezzi generali da adoperare per conseguire questo scopo al bene della Chiesa e della sacra dottrina.
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