TEI-P5
Document no. 20096
Personale
Carmo Monsignore,
Pochi giorni prima della mia partenza da Berlino per Rorschach (se non erro, la sera di Mercoledì 15 corr.), venne a visitarmi nella Nunziatura il Conte Maurizio Pallfy [sic], già Consigliere dell'Ambasciata d'Austria-Ungheria presso la S. Sede. Egli mi parlò lungamente di varie cose riguardanti la Cecoslovacchia, in particolare della questione (ben nota, come disse, alla S. Sede dei beni delle diocesi dell'Ungheria, situati in quello Stato. Infinepoi
mi portò il discorso su un
imp di un personaggio politico, che è stato già Ministro in Cecoslovacchia (ma del
quale, pur troppo, non ricordo bene
esattamentebene il nome, simile, per quanto possosembrami di poter rammentare, a Hoyo o Hoya); disse che esso sarà in
un prossimo avvenire Capo del Governo, ed inizierà, in contrapposizione a Beneś, una
politica di riavvicinamento versocolla Germania, per il
qualeab colloquio in forma del tutto privata
e segretissima, per vedere in qual modo fosse possibile di regolare il rapportole varie questioni pendenti colla S. Sede.
e dava una straordinaria importanza a <tale in> simile
incontro. Non mancai, da parte mia, di far comprendere al Sig. Conte che la persona più adatta
a tale scopotal fine sarebbe stato il Revmo Mons.
Arato, Incaricato d'affari a. i. della S. Sede in Praga; ma egli insistette. Siccome, però, io soggiunsiAvendo io però soggiunto che sarei presto partito da Berlino in congedo, mi sembrò che
il Conte Pallffy giudicasse assai difficile di combinare un incontro, e
così io non pensai più alla cosa.
Giuntoinvece
qui, ho ricevuto invece vari telegrammi del menzionato Conte,Palffy, tra i quali uno oggi
stesso,proprio ora, in cui chiede se il detto Signore può venire Sabato o
Domenica. HoRisponderò
che sono <esser> dispiacente di non poterlo ricevere in quei giorni,nei giorni suindicati, riservandomi tuttavia
di dargli ulteriori notizie. Ella sa, carissimo Monsignore, che io ho abbastanza grattacapi
in Germania, per desiderare anche minimalontanissimamente di immischiarmi in affari, che non mi
riguardano.e che non conosco <nei quali non sono competente>. Per
non mancare, tut nondimeno, al mio dovere, mi permetto di chiederle: ritiene la
S. Sede in qualche<siasi> modo
opportuno
o
comecchessia <od> utile detto colloquio? Osta alcunché al medesimo? Mi sarebbe
per ciò necessaria una immediata risposta telegrafica. Quatenus negative,
cerchereiò di d esimermi cortesemente. Quatenus affirmative, mi sarebbe ben
utiliequalche
alcune una qualche direttivea, su almeno su l'una o l'altra questione
più importante (ad es., festa di Hus, nomina dei Vescovi, beni ecclesiastici, ecc.); ma
occorrerebbe che essa mi pervenisse colla massima sollecitudine.
ChiedendoLe venia dell'involontario disturbo,ed in attesa mi è caro di confermarmi
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Document no. 20096
Pacelli, Eugenio to Pizzardo, Giuseppe
Rorschach, 29 September 1926
Writer (text genesis)
PacelliPacelli[no subject]
Pochi giorni prima della mia partenza da Berlino per Rorschach (se non erro, la sera di Mercoledì 15 corr.), venne a visitarmi nella Nunziatura il Conte Maurizio Pallfy [sic], già Consigliere dell'Ambasciata d'Austria-Ungheria presso la S. Sede. Egli mi parlò lungamente di varie cose riguardanti la Cecoslovacchia, in particolare della questione (ben nota, come disse, alla S. Sede dei beni delle diocesi dell'Ungheria, situati in quello Stato. Infine
5v
scopo (aggiunse egli sotto
il più stretto segreto) aveva preso già contatto con le Autorità competenti di Berlino. Il
Conte Pallfy stimava opportuno (e dava alla cosa una straordinaria
importanza) che egli avesse meco un Giunto
6r
risposto - sotto altro nome - esser
ChiedendoLe venia dell'involontario disturbo,