Document no. 20272
Hessen, Johannes to [Poggenburg, Johannes]
Köln-Bayent[h]al, 28 October 1928
Standomi sommamente a cuore di insegnare e di lavorare in buon accordo coll'Autorità ecclesiastica, mi dichiaro pronto a corrispondere alle richieste ed ai desideri della S. V. Rev.ma nel modo qui appresso: 1.) Sono pronto a fare nel Bollettino ecclesiastico ufficiale1 la seguente dichiarazione:
In merito2 alle due pubblicazioni proibite dai Revmi Ordinari di Münster e di Colonia, dichiaro che fu del tutto da me lontana l'idea di difendere opinioni, che fossero non consone o contrarie all'insegnamento della Chiesa. Esimie persone competenti, professori cattolici di teologia e di filosofia hanno pubblicato recensioni sui miei scritti e non vi hanno trovato nulla che non fosse conforme alla dottrina della Chiesa. Altri, è vero, hanno in questo senso interpretato dei passi delle due succitate opere. A stabilire dinanzi a tutto il mondo una simile interpretazione come falsa ed a togliere il fondamento ad ogni ulteriore sinistra interpretazione, sono pronto in una nuova edizione di entrambi i surriferiti scritti a sopprimere quei passi ed a modificarli in modo che l'Autorità ecclesiastica si dichiari con ciò soddisfatta.3 Osservo ancora che il mio libro su S. Tommaso d'Aquino non fu affatto da me inteso come un attacco od un "attentato contro il Principe della Scolastica", ma piuttosto come il frutto di una ardente veneratione ed alta stima per l'angelico Dottore, e voleva semplicemente essere una ammonizione contro un unilaterale ed esclusivo Tomismo.4 Questa tendenza è stata anche ammessa e caldamente approvata da diversi critici cattolici del Clero tanto secolare che regolare.
2.) Sono pronto per l'avvenire5 a sottoporre prima a V. S. tutto ciò che pubblicherò6 Voglio credere tuttavia che i miei lavori non ven-
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gano esaminati da
censori, i quali sono noti per rappresentare una tendenza estrema e stigmatizzare tutto
quanto non è conforme ad essa. Confido che l'ossequio dovuto alla verità, la quale non è
stata mai in tutta la sua pienezza abbracciata da una sola7 scuola o tendenza, preserverà V. S. dal far giudicare i
miei lavori nel suaccennato modo.3.) Voglio in avvenire nelle mie lezioni8 evitare ogni discussione su questioni teologiche o strettamente connesse colla Teologia. Nel campo della Filosofia porrò in rilievo meno l'opposizione fra S, Agostino [sic] e S. Tommaso che quanto vi ha di comune fra di essi. In ogni caso mi studierò di evitare pur anche l'apparenza di una opposizione contro la filosofia tomistica. D'altra parte debbo però con tutta energia richiamare l'attenzione su ciò che a suo tempo B. Jansen S. J. scrisse nelle "Stimmen der Zeit" per respingere l'accusa, mossa da un filosofo moderno, che la Chiesa cattolica si è fissata in S. Tommaso d'Aquino ed ha elevato la filosofia tomistica a "filosofia ufficiale della Chiesa". Di fronte a ciò il suddetto Padre Gesuita affermò che colla Pontificia raccomandazione di S. Tommaso non erano tuttavia in aclun [sic] modo riprovate tutte le altre tendenze (Agostiniana, Scotista ecc.)
4.) Il Sig. Ministro mi ha poc'anzi affidato l'incarico di insegnare la storia della filosofia medioevale. Così mi è stata data anche una occasione di occuparmi maggiormente, che non finora, della Scolastica.9 Spero e voglio eziandio fare del tutto affinchè questo lavoro mi conduca nello stesso tempo ad un più forte orientamento del mio pensiero filosofico secondo S. Tommaso.
5.) Già da lungo tempo, ma specialmente dacchè mi è stato affidato il summenzionato incarico, ho in animo di farmi accordare un congedo di uno o due semestri per frequentare durante questo tempo in Roma10 i corsi della Gregoriana11 e dell'Angelico ed in tal guisa rendermi più familiare coi sistemi classici della filosofia antica.
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Mi riprometto molto da personali relazioni e da
uno scambio di idee coi principali tomisti in Roma, tra gli altri col
P. Garrigou-Lagrange. Secondo ogni previsione spero che mi sarà possibile di attuare
questo progetto nell'anno venturo.6.) Sono pronto, qualora S. V. lo desideri, di fare al termine di ogni semestre una visita tanto alla S. V. come anche all'E.mo Signor Cardinale Arcivescovo di Colonia, per sentire se siano state mosse delle lagnazze contro il mio insegnamento e, all'occorrenza, per avere direttive per il futuro semestre.
Se in questo modo faccio tutto per appianare l'attuale conflitto e prevenirne altri, ciò non proviene già da un qualsiasi sentimento egoistico - la mia esistenza materiale come pure il mio posto all'Università non sarebbero messi in questione a causa del prolungarsi dei conflitti -, ma solamente dalla volontà di servire la Chiesa12 e adempiere la mia missione come teologo in una Facoltà filosofica civile, come sacerdote fra i nuovi pagani moderni nel senso della Chiesa e per il suo maggior bene. Non ho voluto altro se non servirla colle mie opere e colle mie lezioni. Vorrei servirla ancora fino al mio ultimo respiro.
Nel rinnovare una volta ancora a V. S. l'urgente13 preghiera di togliermi la sospensione, mi professo
Della S. V. Ill.ma e Rev.ma
Dev.mo
(f.) Giovanni Hessen.>
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