Document no. 20642
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
Berlin, 29 February 1928
Strettamente riservato
Insieme al relativo Allegato mi è pervenuto il venerato Dispaccio dell'Eminenza Vostra Reverendissima N. 467/28 in data del 15 corrente.
Gli inconvenienti, segnalati nel Pro-Memoria umiliato al S. Padre, circa la formazione dei professori di teologia in Germania sono senza dubbio reali e, d'altronde, già troppo noti alla S. Sede perché sia necessario di tornare qui ancora una volta sull'argomento. Ma allorché l'Autore del Pro-Memoria viene ad indicare i rimedi per ovviare ai medesimi, parmi subordinatamente che capovolga la situazione. Egli propone, infatti, che i Vescovi inviino a Roma sacerdoti giovani e capaci, ma pur già maturi, i quali hanno compiuto il corso filosofico e teologico nelle Università o nei Seminari vescovili della Germania, affine di completare i loro studi nella dommatica, nella filosofia e nella storia, e soprattutto per ottenere il diploma di abilitazione. A tale scopo servono, ed anzi avrebbero un compito provvidenziale per la Chiesa, i due Istituti dell'Anima
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e del Camposanto. Nel Collegio Germanico invece
sono accolti giovani, i quali hanno terminato soltanto gli studi secondari (Ginnasio nel
senso tedesco), e che quindi non hanno ancora conoscenza delle questioni religiose della
loro patria; tale sistema sembra all'Autore men buono ed utile del primo.Un siffatto punto di vista non è però, se non m'inganno, conforme né alla ragione nè all'esperienza. – Una volta, infatti, che i giovani sacerdoti hanno già compiuto i loro studi filosofico-teologici secondo i metodi riconosciuti per difettosi nel Pro-Memoria (il che vale, ad ogni modo, assai più per le Facoltà teologiche nelle Università che per i Seminari vescovili), ed hanno così sviluppato e formato la loro mentalità secondo questa direzione, non si vede come poi in uno o due anni di permanenza in Roma potrebbero colmare tante lacune e correggere l'indirizzo, nel quale sono stati già educati; ciò equivarrebbe invero a voler pretendere di edificare senza porre prima il fondamento. E l'esperienza, per quanto io sappia, conferma che i sacerdoti della Germania, i quali nel passato si sono recati a Roma per completare gli studi già fatti in patria, non sono, generalmente parlando, tornati con una soda formazione nella filosofia e teologia scolastica e con un particolare attacca-
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mento alla S. Sede. Avendo già compiuto gli
studi ordinari in preparazione al sacerdozio e, massime se si tratti di coloro che aspirano
all'insegnamento, altresì quelli speciali per il conseguimento della laurea "tedesca", non
provano più né il bisogno né l'interesse per una più profonda formazione speculativa e
scolastica, ma si danno piuttosto a nuovi studi speciali, soprattutto storici, nei tesori
degli Archivi di Roma, e, se pure si occupano alquanto del sistema scolastico, di cui non
hanno mai avuto un'idea chiara e completa, ciò li conduce piuttosto a disprezzare
maggiormente gli studi "romani" e ad esagerare la stima di quelli fatti in Germania. Sarebbe
certamente anche in questa materia ingiusto di generalizzare; tuttavia può ricordarsi che
nel Camposanto hanno studiato, ad esempio, lo sciagurato sac. Wittig, già Professore
nella Facoltà teologica dell'Università di Breslavia; il sac. Dr. Simon,
attualmente Professore di filosofia ed apologetica nella Facoltà teologica dell'Università
di Tubingen, di idee e di sentimenti, a quanto mi si riferisce, non del tutto incensurabili;
il sac. Giuseppe Montebaur, il quale, come ho appreso da persona che vi fu presente,
nell'estate scorsa in una riunione degli ecclesiastici dell'arcipresbiterato di Berlino-Est
tenne una specie di conferenza, in cui mosse le più aspre critiche contro la S. Sede e
le S. Congregazioni Romane.2v
Se si vuol quindi avere una
solida e sicura formazione dei futuri professori di teologia, occorre, a mio subordinato
avviso, cominciare invece dalla base, vale a dire dalla prima formazione filosofica e
teologica. Ciò si ottiene in modo eccellente nel Collegio Germanico-Ungarico, i cui alunni
frequentano i corsi della Pontificia Università Gregoriana, ed il quale ha dato in ogni
tempo ottimi professori ed apologisti di profonda e sana dottrina. Basterà di citare per il
passato l'Hettinger, lo Scheeben, il Gutberlet, il Pohle, e per il presente il Kaas
(Treviri), l'Allgeier (Friburgo), il Rauch (Magonza),il Landgraf (Bamberga). Se attualmente
piccolo è il numero dei professori, i quali furono già alunni del Germanico, ciò devesi
principalmente ai pregiudizi assai diffusi contro la formazione, che essi ricevono in quel
Collegio, pregiudizi condivisi in gran parte e non di rado anzi propagati anche da coloro
che, dopo l'ordinazione sacerdotale, hanno fatto studi speciali in Roma. Per ciò poi che
concerne la conoscenza delle questioni religiose della loro patria, giudicato nel
Pro-Memoria in esame come insufficiente nei detti alunni, parmi innanzi tutto che essa potrà
facilmente essere da loro acquistata o completata al ritorno in Germania. La Direzione del
Collegio cura, del resto, che gli alunni stessi, massime durante i mesi di vacanza, abbiano
corsi o conferenze intorno ai pro-3r
blemi speciali della
Germania (questione sociale, questione scolastica, rapporti fra Chiesa e Stato, ecc.), e
nulla impedisce che in tal senso, eventualmente dietro suggerimento della S. Sede, si
introducano ulteriori miglioramenti, onde l'insegnamento tenga ancor maggiormente conto dei
bisogni dei tempi attuali.Una simile buona formazione si ha pure nella Facoltà teologica di Innsbruck, parimenti diretta dai RR. PP. della Compagnia di Gesù, e nell'Istituto filosofico-teologico recentemente eretto in Francoforte, il quale sarà frequentato da alunni non solo della diocesi di Limburgo, ma anche di altre parti della Germania. Esso potrà essere di inestimabile aiuto per correggere l'attuale difettosa educazione del Clero in Germania, e perciò mi permisi, nelle difficili condizioni in cui versa, di raccomandarlo caldamente alla benevolenza dell'Eminenza Vostra Reverendissima col rispettoso Rapporto N. 38749 del 14 Gennaio u.s. – Con ciò tuttavia non si intende, di condannare indistintamente tutti gli altri Istituti teologici della Germania, fra i quali, ad. [sic] es., merita lode il Seminario vescovile di Treviri.
Dopoché i giovani sacerdoti abbiano acquistato in tal guisa un solido fondamento filosofico e dommatico, ben potranno allora utilmente completare i loro studi, sia negli Istituti dell'Anima o del Camposanto, sia anche altrove,
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soprattutto
per conseguire la laurea in una Università tedesca. Il pericolo sarà allora assai minore, ed
essi, forniti di tale diploma, goderanno in Germania di maggior stima e considerazione ed
otterranno con minor difficoltà una cattedra di teologia. Ciò vale specialmente in Prussia,
ove la laurea "tedesca" si richiede in via ordinaria per l'insegnamento così nelle Facoltà
teologiche presso le Università dello Stato, come pure nei Seminari, i cui professori, a
norma della legge del 21 Maggio 1886 (art. 2 n. 3) debbono avere la stessa
capacità scientifica necessaria per l'insegnamento della corrispondente materia in una
Università dello Stato.Che i Vescovi debbano con ogni zelo occuparsi della formazione del Clero in genere e dei professori di teologia in specie, è cosa certamente di importanza essenziale per la Chiesa in Germania. L'umile sottoscritto si è perciò ripetutamente permesso di richiamere [sic] l'attenzione della S. Sede sul bisogno che nella provvista delle diocesi si procuri sempre in prima linea di eleggere candidati, i quali abbiano chiara coscienza dei lamentati difetti negli studi e nella educazione dei giovani chierici e fermo volere di procedere alle necessarie riforme. Quanto però, alla nomina dei professori, è da ricordare che il Vescovo è bensì libero nella scelta di quelli degli Istituti vescovili, purché siano idonei a norma della succitata legge, e salvo l'obbligo di comunicare al
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Governo il nome del candidato (ibid. art. 2
n. l). Invece, per gl'insegnanti nelle Facoltà teologiche delle Università dello Stato
il Vescovo non ha alcun diritto di iniziativa, ma viene soltanto richiesto dal Ministero per
la Scienza, l'Arte e la pubblica Istruzione, se abbia nulla da obbiettare circa la dottrina
e la condotta morale del prescelto.Per ciò, infine, che si riferisce alla fondazione dei cosiddetti Seminari scientifici nel Pontificio Istituto Biblico e nella Università Gregoriana, la S. Sede <potrà>2 nel miglior modo giudicare, se e come essa sia possibile e compatibile coll'intiero ordinamento e col programma degli studi ivi in vigore. So tuttavia che per la cattedra di storia delle religioni nell'Istituto Biblico è già destinato il Rev. P. Messina, della Provincia siciliana della Compagnia di Gesù, il quale sta ora terminando i suoi studi preparatori nella Università di Berlino, ove conseguirà anche la laurea; a quanto mi si assicura, egli gode la massima stima da parte dei suoi professori ed è ottimamente preparato a tale insegnamento.
Per riassumere: la riforma degli studi filosofici e teologici in Germania deve essere, a mio umile avviso, più profonda e fondamentale di quella proposta nel Pro-Memoria in discorso. Essa non si otterrà se non per mezzo di professori, i quali abbiano avuto sin dal principio una buona
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formazione filosofica e
teologica. Le materie positive, storiche e filologiche, cui debbono attendere gli studenti
di teologia in Germania, sono spesso assai vaste. Quel che fa il più ordinariamente difetto
è la parte speculativa trattata ad Angelici Doctoris rationem, doctrinam et principia in
conformità del can. 1366 § 2 e delle sapienti Istruzioni ripetutamente emanate
dalla S. Congregazione dei Seminari e delle Università.Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑Seitenzählung von den Editoren eingefügt.
2↑Masch. eingefügt.