Document no. 3039
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
Munich, 09 September 1918
Summary
Pacelli leitet Informationen von Hertlings Beichtvater, dem Jesuiten Blume, weiter. Nach diesem sei der Kanzler ruhig und heiter, trotz des Misserfolgs an der Westfront. Ludendorff habe die Frontlinie gesichert; da der Krieg nicht mit den Waffen, sondern nur mit Gesprächen beendet werden könne, sei das Scheitern sogar ein Segen, da er die Ansprüche der Militärs und der Alldeutschen dämpfen und Frankreich an den Verhandlungstisch bringen werde. Hertling hofft auf einen weltweiten Friedensschluss bis zum nächsten Herbst. Schlimmer sei für ihn die Situation in Österreich, da er von Kaiser Karl seit der letzten Zusammenkunft im Großen Hauptquartier keinen guten Eindruck mehr habe, der ihm zu pessimistisch, nicht völlig normal und zu sehr unter dem Einfluss der Kaiserin Zita stehend erschien. In Preußen breite sich eine Stimmung für einen Friedensschluss um jeden Preis unter Verzicht aller Kriegsziele aus, weshalb eine strenge Zensur der Frontbriefe verhängt worden sei. In Bayern hingegen wachse der Hass auf Preußen, das für alle Notlagen, die Deutschland heimsuchen, verantwortlich gemacht wird.Subject
Notizie Politiche
Il P. Blume S. J., confessore del Conte Hertling, ha avuto occasione di visitarlo recentemente e mi ha oggi riferito quanto ha da lui appreso sull'attuale situazione.
Il Signor Cancelliere dell'Impero è pienamente calmo e sereno. Certamente egli ammette che i recenti avvenimenti militari in occidente sono stati un insuccesso per la Germania, ma ciò non costituisce un pericolo, giacché Ludendorff ha assicurato che, malgrado la ritirata (la quale, del resto, sarebbe stata decisa dallo Stato Maggiore fin dal l° Agosto), il fronte non sarà rotto e gli eserciti germanici potranno ben difendersi nelle nuove linee. Anzi, partendo dal principio che la guerra non potrà essere risoluta colle armi, ma soltanto per via di conversazioni fra le Potenze belligeranti, il Conte Hertling
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ritiene che
quell'insuccesso sia stato una benedizione, poiché esso avrà, a suo parere, per effetto, da
una parte, di abbassare l'orgoglio e le pretese dei militari e dei pangermanisti,
dall'altra, renderà più proclive a trattative di pace la Francia, la quale invece non vi
avrebbe mai acconsentito, per comprensibile amor proprio nazionale, finché era battuta. Il
Signor Cancelliere spera che l'autunno prossimo potrà ricondurre la pace nel mondo.
Assai grave invece è, a giudizio di lui, la situazione dell'Austria. Egli era prima entusiasmato del giovane Imperatore Carlo; ma, in occasione dell'ultima visita di questo al Gran Quartiere Generale tedesco, il Cancelliere ne ha riportato non buona impressione; gli è sembrato eccessivamente pessimista, poco normale e sotto la completa influenza dell'Imperatrice Zita.
Intanto (come mi ha riferito il medesimo P. Blume) cresce e si diffonde fra il popolo nella Prussia il desiderio della pace ad ogni costo, sacrificando anche tutto, Belgio, Alsazia-Lorena, ecc., purché termini l'immane conflitto. E poiché tali sentimenti venivano espressi anche in lettere dirette ai soldati al fronte, si è stabilita una severissima censura per tutta la corrispondenza con regioni situate nella zona di guer-
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ra. D'altra parte, si accentua
sempre più in Baviera l'animosità e l'odio contro la Prussia, la
quale si vuole sia colpevole dei mali, che affliggono la Germania, e dei pericoli che la
minacciano per l'avvenire. Dopo di ciò, chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico