TEI-P5
Document no. 3147
Co Facendo seguito al mio rispettoso rapporto N. 9674 del 29 30 sett. p. p. mi occorre riferire a V. E. R. che, come era ben naturale, durante le mie visite, parecchi prigionieri mi hanno espresso vari desideri e presentate non pochenumerose domande.
Di essemolte ho curato personalmente l'evasione interessando i singoli Comandanti, scrivendo
Per alcune altre però, che riguardano pratiche da espletarsi in Italia, sono costretto a rivolgermi alla instancabileca paterna carità di V. E. R. ed a tale scopo Le invio qui unite le variealcune istanze, pregando l'E. V. a dare gli ordini opportuni acciocché esse sieno debitamente, per quanto è possibile, evase con particolare interesse.
I prigionieri italiani ‒ come già ho avuto l'onore di far rilevare a V. E. nel mio citato rapporto ‒ si sentono abbandonati dalla patria,; molti poi dalle famiglie o non ricevono notizie e pacchi ovvero non possono avere aiuti morali. Perciò essi si rivolgono alla Santa Sede con illimitata fiducia nella Sua carità e nella Sua alta Influenza;e più che la speranza hanno la certezza che le preghiere ad Essa rivolte debb a no avere un felice risultato e tutto lascia credere che essi corrisponderanno con riconoscenza all'opera pietosa della Santa Sede medesima in loro favore. V. E. comprende quindi facilmente quantoè sia oltre cheefficace nell'interesse anche della nostra Santa Religione che i desideri di questi disgraziati sieno appagati, quando nessun altro può o vuole farlo, per mezzo dell'Autorità Suprema della Chiesa.
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Document no. 3147
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
Munich, 03 October 1918
Writer (text genesis)
SchioppaSchioppaPacelliPacelliSubject
Trasmissione di domande di prigionieri
Di essemolte ho curato personalmente l'evasione interessando i singoli Comandanti, scrivendo
196v
alle Autorità competenti Autorità centrali, usando ogni mezzo perché fossero benevolmente accolte e soddisfatte. Per alcune altre però, che riguardano pratiche da espletarsi in Italia, sono costretto a rivolgermi alla instancabile
I prigionieri italiani ‒ come già ho avuto l'onore di far rilevare a V. E. nel mio citato rapporto ‒ si sentono abbandonati dalla patria,; molti poi dalle famiglie o non ricevono notizie e pacchi ovvero non possono avere aiuti morali. Perciò essi si rivolgono alla Santa Sede con illimitata fiducia nella Sua carità e nella Sua alta Influenza;e più che la speranza hanno la certezza che le preghiere ad Essa rivolte debb a no avere un felice risultato e tutto lascia credere che essi corrisponderanno con riconoscenza all'opera pietosa della Santa Sede medesima in loro favore. V. E. comprende quindi facilmente quanto
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