Document no. 4469
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
[München], 05 October 1917
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Conversazioni col Sig. Conte von Hertling
Cominciai coll'manifestareesprimere o meglio col ripetere al Sig. Ministro in termini assai chiari il dispiacere e la disillusione provati dalla S. Sede in seguito alla risposta del Governo Imperiale all'Appello pontificio per la pace; cercai di mostrargliprovargli come, se la Germania avesse in modo non equivoco accettato i punti quarto, quinto e sesto
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felice delle medesime, onde vi è pur troppo da prevedere che Il Signor Ministro si dichiarò dolente dell'impressione prodotta sulla S. Sede dalla risposta del Governo Imperiale, che cercòprocurò tuttavia di giustificare. La Germania, egli mi disse, naturalmente sgombrerà il Belgio; ma non può fin da ora impegnarvisi con una
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dell'Intesa reclameranno, ad esempio, l'Alsazia-Lorena? D'altra parte, gl'Imperi Centrali si sono dimostrati nelle loro risposte assai più devoti verso il S. Padre e più disposti alla pace che gli Stati nemici, i quali o non hanno risposto affatto o hanno opposto un rifiuto. Il Sig. Conte von Hertling mi aggiunse infine che in suo prossimo discorso alla Camera dei deputati della Baviera si proponeva dire che la Germania avrebbe precisatoserebbe i suoi scopi di guerra a condizione che Siccome io non potei dimostrarmi soddisfatto neanche di questa formula ed insistevo sulla posizioneinvece nel rilevare che, persistendo la Germania in tale sua attitudine, ogni tentativo ulteriore di pace sarebbe destinato all'insuccesso, il Sig. Ministro tornò
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tali germi di discordia. Domandai allora al Sig. Conte a chequal punto erano le trattative di pace, di cuidelle quali egli aveva avuto la compiacenza di parlarmi in occasione dell'ultima visita fattami alla Nunziatura. Il Sig. Ministro rispose: Ecco precisamente di che si tratta, come ho appreso ora a Berlino. Un funzionario tedesco si incontra in Olanda con un funzionario inglese per trattare questioni relative ai prigionieri. Dopo tre o quattro simili abboccamenti i due si son detti fra di loro: "Perché non si parla anche della pace? Si potrebbe ben trattare anchepure di questo!" Il Sig. von Kühlmann (aggiunse il Sig. Conte de Hertling) Francamente, son rimasto di stuccoè assai poco! Sono dunque queste tutte le ragioni dell'ottimismo del Governo di Berlino? Ben ha giudicato subito V. E. tali speranze di negoziati "non un bluff, ma una illusione prodotta da un pio desiderio".
Dopo di ciò, chinato