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Sulla possibilità di trattative di pace
Innanzi tutto debbo pregare l'E. V. R. a volermi perdonare, se rispondo così tardicon ritardo alla venerataossequiata ed importante Sua lettera riservata - personale-riservata del 29 Giugno scorso, giuntami il 10 corrente. Mentre appunto mi accingevo a compiere tale dovere,farlo, sono stato colpito dall'influenza o, come si dice qui comunemente, dalla "malattia spagnuola", la quale appena oggi mi permette di compiere tale dovere.
L'E. V. avrà potuto già conoscere dai miei rispettosi Rapporti NN. 7254 e 7341, rispettivamente in data del 17 e del 20 Giugno p. p., e poi anche dai pubblici recenti discorsi del Sig. Conte von Hertling, 35v
il pensiero del Cancelliere dell'Impero relativamente alla pace. Se si eccettuino i conservatori ed i pangermanisti, la grandnon vi è dubbio che la grande maggioranza della popolazione germanica ee senza dubbio tutte le persone chiaroveggenti edmoderateassennate non solo desiderano la pace, ma, se non erro, sono in fondo anche convinte che la Germania, non potrà riportare malgrado i suoi successi militari, non potrà riportareottenere in Occidente colle armi contro una così imponente coalizione mondiale una vittoriasoluzionedecisivamente vittoriosadecisiva a lei favorevole. Il torto del Sig. von Kühlmann è stato di aver detto troppo apertamente, in un pubblico discorso, con danno del credito della Germania di fronte ai suoi nemici, ciò di cui molti sono qui intimamente convinti. D'altra parte, però, finché gli uomini di Stato dell'Intesa continueranno a dichiarare che non vogliono la pace se non dopo una vittoria decisiva e schiacciante, non vi è troppo da sorprendersi se la Germania non si presti a formulare concessioni, le quali 36r
non farebbero, a suo modo di vedere, che legarla e compromettere senza alcun vantaggio la sua posizione diplomatica. Affinché quindi possa tentarsi con qualche probabi fondata probabilità di successo una pressione tendente ad ottenere dal Governo Imperiale concessioni e sacrifici in vista del raggiungimento della sospirata pace, è, a mio umile parere, condizione preliminare ed indispensabile che l'Intesa si mostri dispos seriamente disposta a trattare. Se all'l'E. V. riuscirà, come io Le auguro di gran cuore (ed il Suo venerato Nome rimarrebbe benedetto nella Storia dell'umanità), ad ottenere dalle Potenze nemiche degli Imperi Centrali una simile dichiarazione, assicurazione, ben potrò allora adoperarmi nel senso anzidetto; ma se essa manca, certamente il Cancelliere non farebbe che ripetermi ancora una volta quanto mi ha già comunicato, e nulla più. Tale è in poche parole il mio pensiero, che pienamente sottopongo al superiore giudizio dell'E. V. 36v
Mi sia infine permesso di chieder venia all'E. V., se per alcun tempoin questi giorni non mi sarà dato inviare Rapporti politici di qualche importanza. La malattia, da cui sono stato colpito, sebbene inper sé non grave, ha tuttavia prodotto in me, già stanco, una grande depressione di forze, di guisa che, malgrado il miglior buon volere, non riuscirò forse per qualche settimanaper alcun tempo a sbrigare se non gli affari ordinari affari correnti della Nunziatura.
Dopo di ciò, chinato umilmente
35r, unterhalb der Betreffzeile, hds. von unbekannter Hand: "N. B. Accus. ricev. N. 8076 Posiz. XIII Neutralità S. S.".
Recommended quotation
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro from 21 July 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 4964, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/4964. Last access: 21-12-2024.