TEI-P5
                        
                            Document no. 5253
                         
                        
                        
                             
                        
                             
                        Durante lo scorso anno ebbi occasione di incontrare il Revmo
        P. Leopoldo Fonck S. J., Presidente del Pontificio Istituto Biblico di Roma, il
        quale mi manifestò le più vive preoccupazioni per lo stato degli studi biblici in Germania
        dal punto di vista della dottrina cattolica. Secondo quanto egli mi affermò, le teorie
        larghe e liberali sull'ispirazione proposte dal P. Lagrange e dal P. von
        Hummelauer sono ivi quasi universalmente accolte e diffuse
        così nella scuola nell'insegnamento come nelle varie pubblicazioni, e mentre nessun conto si tiene delle decisioni della
        S. Sede ed in particolare della Pontificia Commissione per gli Studi biblici. Data la
        gravità della situazione descrittami dal sullodato Padre, lo pregai ad di [ein
            Wort unlesbar] redigere sull'argomentoe ad di inviarmi poi una relazione sull'argomento; ed
        intanto io stesso dal canto mio mi sono studiato,(in quanto me lo han potuto
        per-eventualmenteprendere quei provvedimenti, che giudicasse del caso,esponendoed al tempo stesso mi permetto di
            esporre
                            qui appressoqui appresso rispettosamente qui
            appresso alcune osservazioni nel proposito,al riguardo,valendomi sia dellesuggeritemi sia dalle notizie raccolte come dall'esame
        diretto da me fatto delle principali opere in questione.
        
La relazione del P. Fonck rappresenta lo stato degli studi biblici in Germania con colori forse troppo foschi; tuttavia non vi è dubbio che,sfrotolte le innegabilisfrondata dalle alcune esagerazioni e ridotta alle
            sue vere proporzioni, essa denunzia una reale e deplorevole condizione di cose, a cui sembra
        necessario portare rimedio. 
I. I fatt i.Le origini. – Il P. Fonck afferma che le moderne teorie sull'ispirazione comin-principiò ebbe inizio la opposizione contro
        l'Enciclica Providentissimus. Ora è giusto riconoscere che
                gli quegliquesti esegeti francesi desunsero le loro dottrine non dagli
            esegetiscrittori tedeschi cattolici, ma dai protestanti
            razionalisti, contro i quali i primi comb lottarono con successo per lungo
        tempo. Soltanto "dopo d circa due decenni, ed in parte anche più, dacché in Francia
        ed in altre regioni si navigava a piene vele spiegate nell'alto mare della critica biblica" (1), e non si
        mancava anzi di deridere "des exégètes stationnaires de la nuance de catholiques allemands
        (Bardenhever, Hoberg, etc.) qui n'admettent pas qu'il y ait une =question biblique=" (2), si
        principiò anche in Germania a d sostenere dai cattolici
        le nuove idee, prima dall'Holzhey (3), e poi soprattutto dal P. von Hummelauer, il
        quale, del resto, nella prefazione al suo im i. B. 1904)", dice
        espressamente: "Tali questioni vennero sono state dibattute massimamente in Francia e
        dagli scrittori francesi l'Autore ha raccolto molto utile materiale utile". Il male
        quindi pur troppo non esiste soltanto in Germania né si può affermare che fra gli
            scritt asserire, che, fra i dottiin quanto concerne i cattolici, che abbia avuto qui le sue origini. 
II. Attualeestensionediffusionedelle nuove teorie in Germania. – Nella sua più volte citata relazioneafferma
        asserisce il P. Fonck che "in generale quasi tutti i professori delle facoltà
        teologiche seguono le teorie larghe e liberali sull'ispirazione proposte dal
        P. Lagrange e dal P. von Hummelauer. Uomini eruditi nella teologia e negli studi
        orientali, … che sono ancora veramente conservatori e difensori della dottrina
        dell'Enciclica di Leone XIII, sono una vera eccezione" (1).
        Secondo informa-abbiano quasiper programma la difesa delledifendano per partito preso le nuove dottrine; esse lasciano
            per sé la parola ad ambedue le tendenze;, ma è vero pur troppo che la
            tendenza moderna vi appariscefigura assai più spesso
        dell'antica. Vi sono poi, d'altra parte, senza dubbio in
        Germania altre riviste teologiche, per quanto io sappia, irreprensibili e di tendenze abbastanza conservatrici,
            quali; comead esempio, (sebbene non si
                trattai, nella , per la maggior parte, di riviste
            strettamente scientifiche) il Katholik, il Pa s tor
            Bonus (Treviri), le Stimmen der Zeit (prima Stimmen aus Maria Laach),
        la Theologisch-praktische Monatsschrift (Passau), come pure la
            Theologisch-praktische Quartal-due ultime,
            quantunque, sebbene venganosi pubblicatechino in Austria, collaborano anche scrittori tedeschi. Nei Seminari è molto sono in uso spesso in usoè spesso adoperato come libro
                                io di testo la Introduzione del
        Kaulen (rimaneggiata dal Hoberg) ed in parte altresì il Compendium del Cornely.; opere conosciute per
            l'ortodossia della loro dottrina.
Non è neppurecompleta del tutto esatto l'asseverare che "quanto all'effetto
            dell'ispirazione,(dagli autori moderni della Germania)si nega semplicemente l'inerranza per l'elemento secondario profano, restrigendo la
        verità divina alle sole cose religiose." Così, ad esempio, infatti si esprime, ad
        esempio, il Peters, che è senza indubbiamente uno dei principali
        rappresentanti delle nuove tendenze: "I seguaci della scuola progressista si pongono innanzi
        tutto per principioin massima con ambedue i piedi sul terreno della dottrina
        cattolica. Essi hHanno quindi
        la convinzione che i Libri sacri hannola Sacra Scrittura ha il contrassegno della ispirazione e
        che tutti i libri del Canone della Chiesa cattolica, i protocanonici come i deuterocanonici,
        con le parti gli elementi profani ivi
        contenuti, … l'ispirazione è totale ed universale … Ma coll'ispirazione è data l'inerranza.
        Ciò è richiesto senza dubbio dalla tradizione cristiana ed è stato energicamente inculcato
        da Leone XIII nell'Enciclica Providentissimus Deus. Anche questa inerr
        inerranza della Bibbia è quindi affermata dalla esegesi conservatrice progressista
        non meno che dalla conservatrice." (1) Pur troppo, però, sebbene essi teoricamente (2)
        ammettano tale inerranza, allorché discendono vengono a determinarne più precisamente
        il concetto, ne distruggono praticamente l'efficacia colle note distinzioni fra lea
        verità assoluta e relativa, fra l'elemento 
Egualmente sarebbe ingiusto l'estendere a tutti gli esegeti non conservatori della Germania la deplorevole espressione del professore di Monaco, cui si riferisce il P. Fonck, che cioè l'Enciclica "Providentissimus Deus" [sic] debba essere considerata come "opinione privata" di Leone XIII (2) ed i decreti della Commissione Biblica come "decisioni puramente storiche". È d'uopo, tuttavia, d'altra parte, riconoscere che daidai menzionati esegeti sinon si tiene i decreti anzidetti non si tengono troppo spesso
            nel debito contofa troppo spesso intorno ai decreti anzidetti il silenzio,
        ovvero se ne abusa nella pratica applicazione. Così, a mo' di esempio, mentre questii decreti stessi permettono soltantounicamente in via d'eccezione e colla condizione di una
        solida e sicura prova ("excepto casu in quo, salvis sensu ac iudicio Ecclesiae, solidis
        argumentis probetur", "excepto casu, non facile nec temere admittendo, in quo, Ecclesiae
        sensu non refragante eiusque salvo iudicio, solidis argumentis probetur") di ricorrere nella
        interpreta-la cui
        il cui modo di esprimersi, irriverente e scandaloso, adoperano sovente gli esegeti
        progressisti. È questo un difetto fondamentale del commentodegli scritti del Prof. Šanda,
                            ai Libri dei Re, <contro il i quali ha giustamente min unanella speciale relazione annessa il P. Fonck muove> di cui tratta in particolare il P.
            Fonck giustamente muove vivaci severe critiche, essendo esso viva fra le più avanza
        giustamente severe critiche. – [Ein wort unlesbar] Verso simili opere le Curie vescovili dovrebbero mostrare un
        maggior rigore nella concessione dell'Imprimatur.; una opportuna istruzione confidenziale della S. Sede al riguardo
            potrebbe arrecare eventualmente non lievie vantaggio.
Alla fine di questo punto del presente rispettoso Rapporto mi sia permesso di esporre anche la seguente osservazione.: aA cChi consi
                guardi esaminia la produzione letteraria biblica
                dei di questi ultimi tempi, trova che quella relativa all'Antico Testamento è
                molto notevolmente minore di quella concernente il Nuovo. Così, ad
            esempio, all'infuori delle Introduzioni a tutta la Sacra Scrittura del Kaulen-Hoberg e
            del Cornely-Hagen e delle Introduzioni generali del Fell e del Mader, si è avuta
                                si è apparsa avutaè apparsa in questi ultimi anni una sola
            Introduzione speciale all'Antico Testamento, ossia quella dell'Holzhey, condannata
                dall' dalla S. C. dell'Indice, mentre che invece sono state si è
            avuta circa una mezza dozzina di Introduzioni speciali al Nuovo Testamento, alcune anche
            in più edizioni. Vi è chi attribuisce tal fatto a un certo pessimismo fra gli studiosi
            cattolici dell'Antico Testamento e teme, forse non a torto, che il fuoco covi sotto la
            cenere e possa poi un giorno scoppiare in un incendio.
                            
III. Le cause.
1) Tra le cause interne di questadella ben triste condizione degli studi biblici in Germania ben acon piena ragione il P. Fonck pone in primo luogo la mancanza di una solida formazione filosofica e teologica. È questa, infatti, almeno per molti dei moderni esegeti, il principale motivo dei loro errori. Una sana e soda cultura teologica, la quale mostrasse loro learendesse ad essi la manifesta la
                            conseguenz portata di molte false ed inammissibili asserzioni, li preserverebbe senza
        dubbio dall'accettarle. 
                            Questa manca Tale mancanza è pur troppo una
        conseguenza del metodo della formazione filosofica e teologica in Germania, la quale
        trascura pur troppo la parte speculativa e scolastica di quelle discipline. Assai
        sapientemente perciò la S. Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi
            (Dispaccio N. 31/18 del 22 Maggio 1918), pur
        concedendo un breve lassobiennio di tempo, affinché i Vescovi della Germania potesserossano superare le molte
        e varie difficoltà innegabilmente inerenti all'applicazione del Can. 1365 del nuovo Codice di diritto il'obbligo
            delilbienniocorso biennale di filosofia, scolastica,
                            per
                                diagli studi filosofici, neneha però volutovolle però inculcato e confermato l'obbligo anche per questa Nazione. Da parte mia, non solo mi feci un
        dovere di comunicare a suo tempo senza indugio agli interessati questala suddetta decisione della S. Sede, accompagnandola
        con opportune riflessioni ed esortazioni, ma non ho lasciato sfuggire occasione per intrattenermi cogli ordinari, coi quali insistere,
        prudentemente ma fermamente, nel senso medesimo. Dio faccia che i nuovi tempi, pur in mezzo
        a tanticosì gravisconvotravolgimenti ed a tanti mali, apportinoliberinotuttavia
                                alla la Chiesauna maggior libertà dalle antiche oppressive ingerenze dello
        Stato e rendano quindi più men difficile una salutare riforma delnell'ordinamento degli studi ecclesiastici in
        Germania! 
2) Dipendenza degli esegeti progressisti dagli Autori protestanti.
a) Il P. Fonck nota nella sua rela-deall'insegnamento in questi studi fanno una gran parte dei loro studi
        preparatori nelle scuole e nei seminari universitari dei professori razionalisti". È senza
        dubbio vero che la maggior parte degli esegeti cattolici durante il tempo della loro
        prepazione [sic] all'insegnamento nell'Università seguono frequentano le lezionile lezioni anche di professori non cattolici. Si tratta però
        non di corsi teologici, ma delle discipline ausiliari storiche, letterarie e filologiche, la
        cui conoscenza, indispensabile per i futuri esegeti candidati suddetti, e
        raccomandata anche da Leone XIII nella Lettera Apostolica "Vigilantiae" del 30 Ottobre
        1902: "mMultaeum operae in excolenda
        philologia doctrinisque finitimis earumque persequendis progressionibus collocent". In molti
        casi gli studenti cattolici non hanno altro modo se non di seguire i corsi di professori non
        cattolici, giacché pur troppo nelle Università della Germania sono assai pochi i laici
        cattolici che insegnano tali materie, mentre i più dotti specialisti nelle medesime sono di
        regola fil teologia e di esegesi, ad
        esempio, la storia dei Babilonesi e degli Assirii, degli Egiziani, dei Persiani,
        dell'Ellenismo, la storia della religione, della cultura,civiltà, della letteratura di questi popoli, ecc. In tal
        modo spesso ai Vescovi non resta altro se non diche di dare, sebbene a malincuore, il loro consenso perché i
        candidati all'insegnamento delle materie bibliche ascoltino le lezioni di dotti non
        cattolici; il che, del resto, è sovente già perciò stesso
        necessario, che essi soltanto in questa guisa possono conseguire i gradi accademici
        richiesti per l'abilitazione. Affine, tuttavia, di diminuire i
            pericoli derivanti da una
                            talesimile condizione di cose, non potrà mai abbastanza raccomandarsi ai
            VescoviSono però evidenti i pericoli derivanti da una simile condizione di
            cose, pericoli che in non pochi vengono altresì accresciuti dalla già
                accennata menzionata insufficienza della mancanza di una
                sufficiente istruzione filosofica e dogmatica, dal vano desiderio di figurare e
            di acquistar fama di scienziati moderni, dalla mancanza di soda pietà sacerdotale. Non
            potrà quindi mai abbastanza raccomandarsi ai Vescovi, onde diminuire almeno tali
            pericoli, di procedere colla massima cautela e circospezione nella scelta di
        coloro, a cui permettono quegli premettano] abbiano in
            precedentiza una seria e sana formazione filosofica e teologica e di chieder loro
        conto circa la frequenza alle lezioni suddette e l'insegnamento che vi si impartisce. –
        Occorre infine ricordare che, secondo i presenti ordinamenti, i Vescovi anche per ciò che
        riguarda i professori di
                                le materieteologia
                                chei professori
            di tali teologia non sono del tutto liberi nella scelta e nella
        rimozione dei professoridi essi, giacché a norma dei Concordati e dei regolamenti lo
        Stato pure haesercita una notevole influenza nel conferimento delle
        cattedre teologiche. È da augurarsi che anche in questo punto così importante gleinuove tendenzeattuali rivolgimenti politico-sociali importate dallavalganoconducano almeno a far ri conquistare alla Chiesa
        quella maggior libertà, mercé la quale può soltanto sperarsiche le permetta di apportare efficace rimedio ai lamentati inconvenienti. 
b) Circa lL'uso delle opere di Autori non cattolici, sembra che esso in una certa misura[in] non può, entro certi limiti,non possa essere
                            omessoevitatoessere escl omesso dagli esegeti cattolici, i qualiche debbono conoscere gli errori,
        combatterli combattere le loro perniciose dottrine. Inoltre, come già si è detto, in Germania le discipline ausiliarie (filologia, archeologia, storia, storia della letteratura)
            sono il più spessovengono coltivate più specialmente da dotti non
        cattolici, i quali sono quindiquindi in esse il più delle volte le prime autorità; le c
            le cui pubblicazioni non è quindi per conseguenza
        possibile evitare di consultarne le pubblicazioni. Se, tuttavia, un tale uso non importa per
        sé la dipendenza degli esegeti cattolici dagli Autori protestanti, non si può, è ciò
        nondimeno, innegabile che per parecchi,di essi, non solidamente formati nella scienza teologica, esso costituisce un pericolo; è d'uopo anzi riconoscere che
        non pochi di fatto si lasciano troppo influenzare dai metodi della esegesi protestante. Da
        ciò deriva che in vari commenti moderni la parte teologica è eccessivamente trascurata,
        mentre si dà invece importanza essenziale, come nelle opere dei
        usciti apparsi dell'"Exegetisches Handbuch
        zum Alten Testament" pubblicato dal Prof. J. Nikel.di Breslauvia, nei quali, aA differenza, infatti, dei
        commenti dei sec. XVI e XVII ed anche di recenti commenti cattolici, il lato dogmatico
        è in essi assai negletto., e vi è
                                vi èquindi il pericolo che
                                da temere cheil clero cattolico della Germania non ricaverà
                                ne potrà ricavarela necessaria istruzione teologica. Siccome, tuttaviaperò, l'opera è ancora al principio, stimoè da ritenere che una seria
            e paterna ammonizione del Vesuoproprio Vescovo al suddetto Professore varrebbe siasia ad evitare per
            l'avveniresia il deplorato difetto ed a far sì che
            nei nuovi volumi, accanto all'apparato scientifico critico e filologico, si seguano più
            da vicino le orme dei grandi esegeti cattolici del passato,come pure
                                sia come pure soprattutto in particolar modo
        ad impedire che esso accolga nuovamente lavori, comesimili a quelli del Prof. Šanda. 
IV. – Oltre ai rimedi già accennati ed a quegli altri,il cui che la il
            supremoa giudizio autorità della S. Sede potràgiudicasse eventualmente decretare,del caso, sembra che sarebbe
        opportuno di procurare che per mezzo di apposite
        pubblicazioni d'indole privataglii moderni esegeti cattolici venissero meglio illuminati suglill'argomentio in discorso. consufficientemente risolte, se si ammetta
            ritenga l'antico e tradizionale concetto dell'inerranza anche nelle cose non
            religiose.si estend
                            ea
            l'
                            inerranza assoluta
                                la pienainerranza dei Libri sacri anche alle cose non religiose,
                                ed ed e tengono quindi
                                in ciò
                                presente
                intendono quindi
                                quindi
                                l'inerranzaed affermano quindi intorno ad essa più ciò
                                stessa piuttosto secondo quelloche, assolutamente parlando, avrebbe potuto essere il disegno di Dio
            nell'ispirare i Libri Sacri, che [ciò tra] 
                                secondo
                quanto quanto c'insegnala dottrina costante ed universale della Chiesa c'insegna su questo
            disegno nell'ordine presente. Converrebbe quindiperciò che un buon teologo,(o, meglio ancora, più d'uno e di diversa nazionalità),
        conoscitore altresì degli studi esegetici recenti, fosse incaricato di scrivere un'opera,
        nella quale a) si stabilisse
                                scasse il punto essenziale della controversia e delle
        difficoltà, che hanno non pochi dotti cattolici nell'accettare e spiegare i decreti della
        Commissione Pontificia, b) si esponessero
                                ganoessero, non in forma polemica, ma nellain maniera poil più possibile oggettiva e pacifica, i principi teologici,
        dai quali deriva la perfettail genuino concetto della inerranza degli
        cc)si mostriasse come, anche posto tale concetto, si possanoono convenientemente sciogliere tutte le
        difficoltà apparenti. – Anche la esposizione e la
        discussione delle opinioni contrarie dovrebbe essere fatta in modo sereno, cercando
        unicamente di far valere la verità nella maniera più convincente. – In Germania sembra che
        sarebbe adatto per tale difficile incarico il P. Pesch S. J., buon teologo, come
        lo prova la sua grande opera dogmatica, e ben istruito nelle questioni speculative
        sull'ispirazione, come lo attesta il suo volume "De inspiratione Sacrae Scripturae",
        scrittore chiaro e pacifico. 
Sarebbe inoltre [anche] assai utile che si
        stampasse e si diffondesse in Germania un'es una raccolta completa di tutti i decreti
        della Commissione Pontificia deg per gli Studi biblici., simile a quella già pubblicata in Roma dal P. Fonck
            nel 1915.
*
* *
                            Rapport ossequioso
        Rapporto, per ciò che concerne soprattutto l'insegnamento,
        anche la S. Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi, mi son creduto
        in dovere d'inviarne copia all'Emo Sig. Cardinale Prefetto della sullodata
        S. Congregazione. 
Per l'Emo Bisleti Ho infine l'onore di significare all'E. V. chedel il presente ossequioso Rapporto è stato
        da me inviato anche, come di dovere, all'Emo Sig. Cardinale Presidente della
        Commissione Pontificia per gli Studi biblici. 
Dopo di ciò, chinato
                            
(2) Bulletin de littérature ecclésiastique, 1903, 66.
(3) Holz h ey, Schöpfung, Bibel und Inspiration, 1902.
                                Il P. Fonck È da notare che il Becker di Magonza, citato dal P. Fonck
            fra i rarissimi conservatori, è professore non di esegesi, ma di dogmatica.
            Professore di esegesi dell'Antico Testamento era, fino a poco tempo fa, il Decano del
            Capitolo Selbst ed ora il Prof. Kalt (ambedue, a quanto mi si assicura, di tendenze
            conservatrici). Anche il Professore di esegesi del Nuovo Testamento, Dr. Schäfer,
            ha riputazione di sana e sicura
        dottrina.
                            pag.
            N. 480: "Non defuerunt inter Catholicos quoque, qui in rebus profanis errores in
            Scriptura admitterent. Ecclesiastica vero auctoritas huic opinioni non solum nullum
            umquam favorem praestitit, sed v. g. libros doctorum Bartolo, Lenormant, Loisy in
            Indice notavit, sententiam vero a doctore d'Hulst explicatam ut falsam reiecit. Unde
                inter Catholicos convenit fere Scripturae dicta omnia esse vera, sed  sat
                 ac ris adhuc disputatio viget, quomodo singulorum dictorum veritas sit intelligenda et
                tenenda".
(2) Fonck, op. cit., pag. 136.
(2) Fonck, op. cit., pag. 136.
                            
(2)Così, Cfr., ad esempio, lo stesso il Peters,
            il quale (l. c., pag. 279) nega soltanto che l'Enciclica in discorso
            sia una "definizione ex cathedra nel senso stretto del dogma dell'infallibilità
            definito dal Concilio Vaticano".
                         
                        126r, "Per l'Emo van Rossum" und
            "Per l'Emo Bisleti" hds. von Pacelli hinzugefügt und von unbekannter Hand in blauer
            Farbe in runden Klammern erschlossen. 
                        
                             
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    Document no. 5253
Pacelli, Eugenio to Rossum, Willem Marinus vanBisleti, Gaetano
Munich, 25 March 1919
                        Writer (text genesis)
PacelliPacelliSubject
Sullo stato degli studi biblici in Germania
                        117v
 mettere lo straordinario lavoro e le incessanticontinue difficoltà derivanti dalle turbolentissime
        circostanze attuali), di
        assumere informazioni a riguardo.in proposito. Ora, avendomi il P. Fonck fatto avere la
        summenzionata relazione, credo mio dovere di non tardare a trasmetterla
        all'E. V. R., affinché cotesta Pontificia Commissione
            possa
                                La relazione del P. Fonck rappresenta lo stato degli studi biblici in Germania con colori forse troppo foschi; tuttavia non vi è dubbio che,
I. I fatt i.Le origini. – Il P. Fonck afferma che le moderne teorie sull'ispirazione comin-
118r
ciarono a propagarsi in
        Francia e che egualmente in Francia 118v
 ben noto
        opuscolo "Exegetisches zur Inspirationsfrage. Mit besonderer Rücksicht auf das Alte
        Testament (Biblische Studien IX, 4, Freiburg II. Attualeestensionediffusionedelle nuove teorie in Germania. – Nella sua più volte citata relazione
119r
zioni, che debboho fondato motivo di ritenere degne di fede, una tale
        affermazione sarebbe esagerata, giacché potrebbero ben
        citarsi una dozzina di esegeti cattolici, le cui pubblicazioni non offrono alcun fondamento
        per quel rimprovero o che sostengono direttamente il contrario. Egualmente non puòsarebbe forse giusto il dirsie che le riviste ivi citate hanno
                                119v
schrift di
        Linz e la Zeitschrift für katholische Theologie di Innsbruck, nelle quali due Non è neppure
120r
 tutte le loro parti sono ispirati nel senso dei
        Concili Tridentino e Vaticano. Essi respingono, non meno degli esegeti strettamente
        conservatori, l'opinione che soltanto le verità religiose della Bibbia siano state scritte
        sotto l'influsso dello Spirito Santo, e non già 120v
 primario e
        secondario, fra ciò che la Sacra Scrittura "afferma" ed
        "insegna" e ciò che essa soltanto "contiene", ecc. ecc. (1).
        Egualmente sarebbe ingiusto l'estendere a tutti gli esegeti non conservatori della Germania la deplorevole espressione del professore di Monaco, cui si riferisce il P. Fonck, che cioè l'Enciclica "Providentissimus Deus" [sic] debba essere considerata come "opinione privata" di Leone XIII (2) ed i decreti della Commissione Biblica come "decisioni puramente storiche". È d'uopo, tuttavia, d'altra parte, riconoscere che daidai menzionati esegeti si
121r
zione della Sacra Scrittura alle "citazioni
        implicite" od alle "narrazioni soltanto apparentemente soltanto storiche", molti fra
        gli esegeti moderni non tengono quasi in nessun conto le sapienti limitazioni della suprema
        Autorità ecclesiastica. Questa sfrenata libertà presenta gravissimi pericoli. Si dimentica
        troppo facilmente che per la Sacra Scrittura valgono non solo le leggi dell'interpretazione
        profana filologica, ma soprattutto i principi teologici, e si prende così l'abitudine di
        parlare dei lLibri Santi nel
        modo leggero e superficiale, che usano gli scrittori protestanti razionalisti, Alla fine di questo punto del presente rispettoso Rapporto mi sia permesso di esporre anche la seguente osservazione
121v
III. Le cause.
1) Tra le cause interne di questadella ben triste condizione degli studi biblici in Germania ben acon piena ragione il P. Fonck pone in primo luogo la mancanza di una solida formazione filosofica e teologica. È questa, infatti, almeno per molti dei moderni esegeti, il principale motivo dei loro errori. Una sana e soda cultura teologica, la quale mostrasse loro l
122r
        canonico circa 
                                2) Dipendenza degli esegeti progressisti dagli Autori protestanti.
a) Il P. Fonck nota nella sua rela-
122v
zione che "quasi tutti i
        candidati 123r
 protestanti. Non vi è in Germania nessun Istituto,
        ove si insegni da professori cattolici per studenti di 123v
 studi, di esigereesigere che i medesimi [b) Circa lL'uso delle opere di Autori non cattolici, sembra che esso in una certa misura[
124r
 gli argomenti ed i metodi degli avversari affine di
            124v
 protestanti, alle questioni filologiche, archeologiche,
        critiche e storiche. Una tale osservazione vale pur troppo per i volumi finora pubblicati
                                IV. – Oltre ai rimedi già accennati ed a quegli altri,
125r
 Credono, infatti, molti
        di essi che le difficoltà storiche, critico-filologiche e di scienza naturale non possano
        essere 125v
 Scrittori sacri anche nelle cose non religiose, secondo la
        dottrina costante ed universale della Chiesa, Sarebbe inoltre [
*
* *
126r
Per l'Emo van Rossum Ho infine l'onore di significare
        all'E. V. che, interessando l'argomento del presente Per l'Emo Bisleti Ho infine l'onore di significare all'E. V. che
Dopo di ciò, chinato
118r
 (1) Fonck, Der Kampf um die Wahrheit der
        hl. Schrift seit 25 Jahren, 1905, pag. 108. (2) Bulletin de littérature ecclésiastique, 1903, 66.
(3) Holz h ey, Schöpfung, Bibel und Inspiration, 1902.
118v
 (1)
                120r
 <(1) Peters, Die
        Wahrheit der hl. Schrift nach der Anschauung der neueren katholischen Exegese (in
            Hochland, IV. Jahrg. 2. Bd. pag. 281). – Cfr. anche
                Pesch, De inspiratione Sacrae Scripturae, 1906, (2) Fonck, op. cit., pag. 136.
(2) Fonck, op. cit., pag. 136.
120v
 (1) Cfr. anche Sawicki, Die Wahrheit des
        Christentums, Paderborn 1913, pag. 248 e seg. (2)
