Document no. 53
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
Berlin, 02 September 1925
Summary
Pacelli berichtet über den Besuch des orthodoxen Erzbischofs von Sofia Stefan I. und des orthodoxen Metropoliten von Wraza Paisij in der Nuntiatur, die vom bulgarischen Geschäftsträger in Berlin Popov begleitet wurden. Der Nuntius versuchte, sie in aller Höflichkeit zu empfangen. Die beiden Bischöfe hatten vorher an der Weltkonferenz der Bewegung für praktisches Christentum in Stockholm teilgenommen. Erzbischof Stefan bezeichnete die Konferenz als ein wichtiges Ereignis, obwohl sie bisher keine praktischen Resultate erzielt habe. Er zeigte Verständnis dafür, dass die katholische Kirche, die er als die stärkste und am besten organisierte charakterisierte, daran nicht teilgenommen hatte. Stefan sprach von seinem sehnlichen Wunsch der Union und der Einheit. Seiner Auffassung nach stellt der Primat des römischen Bischofs die einzige wirkliche Schwierigkeit in dieser Frage dar, woraufhin er - das in Pacellis Augen falsche - Konzept wiederholte, dass der Papst lediglich Erster unter Gleichen sei. Der Erzbischof teilte mit, dass er sich zum Völkerbund nach Genf begeben wird und dort aus inkognito nach Rom reisen könnte, um den Papst zu besuchen. Stefan bat den Nuntius darum, zwei Punkte zu empfehlen: 1. In Warschau sei eine russische Kirche zerstört worden, was bei den Orthodoxen für große Ressentiments gegenüber den Katholiken gesorgt hätte. Der Erzbischof bittet, von einer weiteren Zerstörung abzusehen. 2. Stefan würde es sehr schätzen, wenn sich der Papst an die Spitze der Unterstützung für die bulgarischen Flüchtlinge stellen würde, über die das beiliegende Buch handelt.Subject
Visita dell'Arcivescovo di Sofia, Stefano, e del Vescovo Païssi
Stamane, presentati ed accompagnati da questo Incaricato d'Affari di Bulgaria, Sig. Dr. Popoff, sono venuti a visitarmi, reduci dalla Conferenza di Stoccolma, l'Arcivescovo "ortodosso" di Sofia, Stefano, e il Vescovo Païssi. Da mia parte ho cercato di accoglierli con carità e cortesia.
Il summenzionato Arcivescovo ha cominciato col dirmi che, essendo essi in rapporto coi Capi della Chiesa anglicana, sono stati obbligati a partecipare all'anzidetta Conferenza, la quale, a suo avviso, costituisce un importante avvenimento, sebbene non abbia dato sinora risultati pratici. Egli comprende tuttavia che la Chiesa cattolica, la più forte e meglio organizzata, non vi abbia preso parte. Ha parlato poi del suo vivo desiderio di unione, o – come
64v
egli si è espresso – di unità, affermando
che ciò importa un lavoro lento e delicato. Naturalmente, discorrendo poi del primato del Romano Pontefice, che costituisce, – egli ha osservato –
l'unica reale difficoltà, ha ripetuto i soliti falsi concetti, secondo i quali il Papa è
soltanto primus inter pares. Egli intende di recarsi a Ginevra presso la Società delle Nazioni, ed ha accennato anche che di là potrebbe forse
spingersi in incognito sino a Roma per visitare Sua Santità. Intanto
mi ha pregato di raccomandare alla S. Sede due punti:1°) In Varsavia - a quanto egli ha asseritosi [sic] starebbe demolendo la Chiesa russa; il che produrrebbe fra gli "ortodossi" grande risentimento contro i cattolici. L'Arcivescovo stima perciò che sarebbe vantaggioso, se potesse evitarsi la ulteriore distruzione di quel tempio.
2°) Egli sarebbe inoltre ben riconoscente, se il S. Padre volesse prendere a cuore la causa dei profughi bulgari, dei quali è parola nell'opuscolo qui accluso, e mettersi a capo dell'opera di soccorso per quegli infelici.
65r
Nel riferire
quanto sopra all'Eminenza Vostra Reverendissima, m'inchino umilmente al bacio della Sacra
Porpora e con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmiDi Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico