Document no. 7100

[Erzberger, Matthias]: Le scuole superiori e le scuole medie della Prussia e i cattolici, before 30 January 1918

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Le scuole superiori della Prussia e i cattolici.
I.
Ogni anno dai novemila ai diecimila giovani, superato l'esame di licenza (Abiturienten-Examen) lasciano le nostre scuole secondarie per entrare in un'Università o in un'altra scuola di grado superiore e attendere in essa ai loro studi, oppure per incominciare la carriera militare o quella amministrativa delle foreste, delle tasse, delle poste o simili.
Dei 9.939 alunni dell'ultima classe dei nostri ginnasi (Primaner) ed esterni, che nel 1912/1913 conseguirono la licenza, 6.652, ossia il 65,9 % erano protestanti; 2.866, ossia il 28,8 %, cattolici, e 521, ossia il 5,3 %, ebrei o seguaci d'altra confessione. La percentuale dei cattolici fra gli alunni dichiarati maturi è dunque maggiore di quella degli alunni delle scuole medie da me, a suo tempo, indicata, secondo lo stato delle cose al 1 maggio 1916, del 25 % (cfr. No. 278 e segg. della "Germania") mentre i protestanti nelle medesime scuole erano il 69,8 %. La differenza si spiega, oltre che con altri motivi (diversità fra un anno e l'altro), con gli esterni. Di 690 esterni, che ottennero la licenza, 185 , ossia il 30,8 %, erano cattolici.
Dei licenziati, 6.052 avevano frequentato il ginnasio e di essi 2.257 erano cattolici, ossia il 37,3 %, mentre i protestanti erano solo il 57,3 %. Mentre, dunque, i cattolici hanno nella scuola classica più alunni dichiarati maturi di quanti sarebbero in proporzione del loro numero nel totale della popolazione (36,3 %), i pro-
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testanti ne hanno molto meno di quanto, considerato il loro numero, (61,8%) si potrebbe supporre. Ciò prova l'importanza che i cattolici attribuiscono all'istruzione classica. La percentuale dei cattolici è anzi aumentata in confronto degli anni precedenti, giacché mentre nel 1910/11 i candidati cattolici dichiarati maturi furono 2.178, (ossia il 36 %), nel 1911/1912 furono 2.233, ossia il 35,5 %. Non così, però, stanno le cose per quel che si riferisce agli alunni delle scuole tecniche dove i cattolici sono, soltanto il 17,1 %. Nel 1912/1913 nei cosiddetti "ginnasi reali" conseguirono la licenza 2.326 "Primaner" ed esterni, e di essi solo 428, ossia il 18,4 %, erano cattolici, mentre i protestanti erano il 75,5 %, gli ebrei il 6,1 %. Ma pure in questi istituti si nota un piccolo progresso dei cattolici: infatti nel 1910/1911 i cattolici erano stati solo il 16,7 %. Nelle scuole reali superiori (istituto tecnico), nel 1912/1913, di 1.561 "Primaner" ed esterni, 181 cattolici, cioè solo l' 11,6 % vennero dichiarati maturi, contro l'84,9 % protestanti e il 3,5 % ebrei. Ma pure in questi istituti si ha un piccolo aumento, dall'11,1 % o dal 10,3 % all'11,6 %. La lamentata scarsa frequenza delle scuole reali da parte dei cattolici si è, del resto, a poco a poco, mutata crescendo dal 15,3 % nel 1910, al 17,1 %, nel 1916.
Noi registriamo con piacere i piccoli progressi tanto per ciò che riguarda la frequenza delle classi superiori della scuola media come il numero degli esaminandi dichiarati maturi, ma sentiamo, tuttavia, ancor, sempre, il dovere di esortare a compiere ogni sforzo perché la frequenza delle scuole reali migliori sempre più in modo da avvicinarsi ap-
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prossimativamente a una media che corrisponda alla percentuale cattolica della popolazione. Col tempo noi dobbiamo essere rappresentati in numero sufficiente anche nelle professioni a cui le scuole reali forniscono la migliore preparazione affinché cessino le dicerie sul misoneismo dei cattolici e più ancora sulla scarsezza dei giovani cattolici da queste scuole colla quale si cerca, troppo facilmente, di ribattere le nostre lagnanze sulla parità.
Dei 9.939 alunni licenziati, 1.191, ossia il 12 %, si volsero allo studio della teologia; 1.143, ossia l'11,5 %, a quello del diritto; 1.557, ossia il 15,7 %, a quello della medicina; 1.575, ossia il 15,9 %, a quello della filologia, delle matematiche e delle scienze naturali; 1.326, ossia il 10,3 %, a quello dell'architettura, dell'ingegneria e della scienza mineraria; 471, ossia il 4,7 %, ad altri rami dello scibile; 799, ossia 7,8 % intrapresero la carriera militare; 431, ossia il 4,3 %, si volsero all'amministrazione delle foreste, delle tasse, delle poste; 1.766, ossia il 17,8 %, si applicarono ad altre professioni o dichiararono al momento dell'esame di non essersi ancora decisi per una via o per l'altra.
Le dieci Università prussiane e l'Accademia di Braunsberg contavano 663 professori ordinari; 68 professori "honoris causa"; 319 professori straordinari; 819 privati docenti; 111 maestri di lingua e di esercizi: il corpo degli insegnanti si componeva dunque di 1.980 persone. Purtroppo tutte le tabelle e i ragguagli statistici cui posso attingere non forniscono alcuna notizia sulla confessione religiosa dei professori universitari. È assai da desiderarsi che nei prossimi fascicoli trimestrali e negli annuari statistici si faccia piena luce su questo punto. Certo chi si è orientato abbastanza nelle nostre Università; chi ha osservato l'anda-
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mento delle cose nelle elezioni dei rettori e dei decani, appena un cattolico fu proposto o venne eletto; chi ha saputo interpretare a dovere le proteste dei professori e dei loro accoliti liberali ogni volta che fu nominato un cattolico praticante non si farà troppe illusioni circa una distribuzione equa delle cattedre fra le confessioni, troverà protestanti e … ebrei in gran numero fra i professori ordinari ma pochi cattolici. Fra i professori straordinari e privati docenti i cattolici sono, forse, in maggior numero, ma parecchi non faranno molto strada.
Nel semestre d'inverno 1912/1913 le Università furono frequentate da 27 . 294 studenti di sesso maschile, dei quali 21.897 (ossia l'80,2 %) Prussiani; 3.122 (ossia l'11,4 %) d'altre province della Germania, e 2.182, ossia l'8 %, stranieri. La frequenza è cresciuta straordinariamente: solo undici anni addietro gli studenti sommavano a 17.437, sicché in undici anni si è avuto un aumento di 9.857 studenti, che è quanto dire del 56,5 %. Mentre nel semestre d'inverno 1901/1902 solo Berlino e Bonn, con 6.463 e 2.017 studenti rispettivamente, ebbero una frequenza imponente, quattro Università furono frequentate dai 1.000 ai 2.000 e quattro da meno di 1.000 studenti, nel semestre d'inverno 1912/1913 Berlino ebbe 8.302 iscritti; Bonn 3.619; quattro Università oltre 2.000 e le altre oltre 1.000. L'aumento di Berlino è di 2.839 studenti; quello di Bonn di 1.602; quello di Münster di 1.189 e quello di Gottinga di 971. In proporzione, l'aumento più forte è quello di Münster (152 %); seguono Kiel (104 %); Marburg (82 %) e Bonn (79 %). Una gran parte degli studenti prussiani preferì iscriversi a Università non prussiane, specialmente della Germania meridionale. Nel semestre d'in-
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verno 1912/1913 questi studenti furono 8.039, cosicché il totale degli studenti universitari prussiani di sesso maschile ascende a 29.936. Maggiore frequenza di giovani Prussiani l'ebbero Monaco di Baviera con 1.872; Friburgo in Brisgovia con 1.392; Lipsia con 1.098; Jena con 769; Heidelberg con 720 e le altre Università con 208/469.
Dei Prussiani seguenti i corsi delle Università prussiane nel semestre d'inverno 1911/1912, 13.845 (ossia il 64,4 %) erano protestanti; 6. 280 (ossia il 29,2 %) catto l ici; 1.379 (ossia il 6,4 %) ebrei o d'altra confessione. La frequenza dei cattolici ai seminari di Fulda, Paderborn, Pelplin, Posen e Treveri non fu proporzionata alla percentuale dei cattolici nella popolazione. Ma qui sono da contarsi ancora i 620 alunni dei cinque seminari di Fulda, Paderborn, Pelplin Posen e Treveri e i 110 alunni dei seminari di Limburg, Osnabrück, Hildesheim e Colonia, cosicché il numero degli studenti cattolici salirebbe a 7 . 010, ossia i l 31 %. Ma se si riflette che nel 1911/1912 fra gli esaminandi delle scuole classiche dichiarati maturi e che danno il maggiore contingente alle Università il 35,5 % furono cattolici, è da ritenersi che una gran parte dei cattolici compie i suoi studi in scuole superiori fuori della Prussia. Si tratta di almeno 3.600 studenti, ossia del 45 % di tutti i giovani prussiani frequentanti Università non prussiane. Invece fra i 3.122 Tedeschi di altre province che frequentano le Università della Prussia solo 391 sono cattolici, (il 13,3 %) una prova che nel numero relativamente scarso di altri Tedeschi che frequentano le Università prussiane i cattolici sono una piccolissima minoranza. Il Krose (III, pag. 299) ritiene, invece, che fra i Tedeschi d'altre province, almeno fra i
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giuristi e filologi, nel 1908/1909, oltre il 40 % fossero cattolici. Secondo la medesima fonte gli studenti cattolici dell'Università di Bonn furono 1.820; di quella di Münster 1.380 (le due città universitarie sono in province eminentemente cattoliche); di quella di Berlino 950; di quella di Breslavia 975; di quella di Marburg 210; di quella di Gottinga 115; di quella di Kiel 140; di quella di Greifswald 125; di quella di Halle 120; di quella di Königsberg 90.
Si confrontino queste cifre con quelle del semestre 1905/1906 e si ricaverà che solo i protestanti sono aumentati nel riguardo asso l uto e relativo. Essi crebbero da 10.500 (62,6 %) a 13.845 (64,1 %) Prussiani e da 1.840 a 2.393 Tedeschi d'altre parti dell'Impero. Invece la percentuale dei cattolici scema da 29,3 a 29,2 (cifre assolute: 4.921 nel 1905/1906; 6.280 nel 1911/1912). Siccome però gli studenti non prussiani sono cresciuti dal 13,2 al 13,3 % il rapporto verso il numero totale è rimasto, a un dipresso, il medesimo. La percentuale degli studenti ebrei è però discesa dal 6,6 al 6 %. Nel 1911/1912 si contarono 1.296 studenti ebrei, mentre nei semestre d'inverno 1905/1906 se ne erano contati 1.268.
Minore di tutte è la partecipazione dei cattolici allo studio della giurisprudenza e, cosa assai rincrescevole, il loro numero è disceso non solo relativamente, ma anche assolutamente. Nelle facoltà giuridiche erano iscritti, nel semestre d'inverno 1911/1912, 1.182 studenti prussiani cattolici (23,5 %) e 60 (11 %) cattolici di altre parti della Germania. Nel 1905/1906 gli iscritti erano 1.461 (24,9 %) Prussiani e
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82 (13,7 %) Tedeschi d'altre province. Il poco interesse per gli studi giuridici da parte dei cattolici è rincrescevole specie perché noi dovremmo presentare molti più aspiranti ai posti della magistratura e della gerarchia burocratica superiore. Può darsi che una parte della colpa sia da attribuirsi al fatto che lo studio della giurisprudenza è noioso e relativamente caro, io penso, però, che i cattolici agitati potrebbero, senza dubbio partecipare in maggior numero allo studio della giurisprudenza, e così i nobili. Dopo la guerra occorre che qui si avveri un mutamento. Ai direttori dell'"Albertus Magnus-Verein" i dati statistici così poco soddisfacenti, dovrebbero suggerire quali siano gli studenti più meritevoli di aiuto.
Molto consolante è l' aumento degli studenti cattolici di medicina. Mentre undici anni fa (semestre d'inverno 1905/6) solo 371 (21,9 %) giovani cattolici prussiani e 34 cattolici d'altre parti della Germania (12,7 %) si volsero allo studio della medicina, nel semestre d'inverno 1911/1912 questi studenti furono rispettivamente 1.044 (29,9 %) e 74. Quasi della stessa importanza è la partecipazione dei cattolici alle facoltà filologiche dove erano immatricolati 3.178 (29 %) cattolici prussiani e 225 giovani cattolici tedeschi d'altre province (13,2 %). Undici anni fa questi medesimi studenti erano rispettivamente 2.325 (28,9 %) e 159 (12,8 %).
In media i protestanti sono cresciuti nelle facoltà giuridiche e filosofiche ma in quella di medicina sono discesi dal 58,7 al 56,9 %. La partecipazione degli ebrei è però nella facoltà giuridica cresciuta (dal 9,8 all'11,2 %); in quella di medicina invece discesa notevolmente (dal 18,5 al
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12,6 %), e così nella facoltà filosofica (dal 5,2 al 2,7 %).

II.
Nel semestre d'inverno 1911/1912 erano iscritte alle Università prussiane 1.610 donne della Prussia, 183 di altre province della Germania e 177 straniere. Siccome nelle rimanenti Università tedesche erano iscritte ancora 421 signorine prussiane, il numero totale delle studentesse prussiane era di 2.031. Nelle Università prussiane le studentesse protestanti prussiane erano, nel 1911/1912, 1.005 (66,5 %) degli altri Stati tedeschi 138 (79,4 %). Il numero delle studentesse cattoliche era rispettivamente di 325 (21,5 %) e 15 (8,6 %): quello delle ebree 170 (11,2 %). La percentuale delle ebree era, dunque, dodici volte superiore. La partecipazione delle signorine cattoliche è certo assai scarsa, tuttavia occorre notare che dal semestre d'inverno 1908/1909 il numero delle studentesse universitarie cattoliche è cresciuto da 41 a 324 (cioè del 693 %). L'aumento delle studentesse protestanti fu, nel medesimo intervallo di tempo, del 195 %, quello delle ebree solo del 77 %. Dopoché i cattolici delle varie classi sociali si sono mostrati meno ostili allo studio delle donne si può attendere che negli anni prossimi le studentesse cattoliche aumenteranno ancora.
Com'è naturale, varia è la distribuzione delle studentesse fra le varie facoltà. Nel 1911/1912 le studentesse cattoliche di legge erano 4; quelle di medicina 17 e di filologia 304. Molto soddisfacente era la partecipazione delle studentesse cattoliche ai corsi di filologia antica e moderna (205 iscritte, ossia il 22,8 %) e di matematica (81 inscritte, ossia il 31,7 %). Le studentesse evangeliche iscrit-
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te alla facoltà teologica non erano più d'una; le iscritte a quella di giurisprudenza 5; a quella di medicina 115; a quella di filosofia 884. Le studentesse ebree di diritto erano 5; di medicina 44; di filosofia 84.
Nel semestre d'inverno 1912/1913 insegnavano all'Accademia di Posen 29 professori (11 professori, 2 docenti, 11 altri insegnanti diversi), sulla fede religiosa dei quali io non sono, purtroppo, in grado di dare informazioni. Invece fra gli 851 studenti d'ambo i sessi i cattolici erano 184 (21,6 %). Nel 1909/1910 essi erano 178 (19,2 %). L'aumento era stato, dunque, del 2,4 %. Questo aumento però non significa molto per ora, giacché da semestre a semestre le cifre oscillano assai.
Ancora alcune notizie sulle altre scuole superiori e sulle Accademie. Purtroppo anche per ciò che si riferisce a questi istituti nulla si può dire sulla confessione degli studenti e degli insegnanti giacché l'"Annuario statistico dello Stato prussiano", che altrimenti si diffonde ampiamente su ogni punto, non fornisce alcun dato sulla religione. Quanto ai professori possono valere le supposizioni da me manifestate parlando delle Università; quanto agli studenti ritengo che i cattolici non siano più del 15 %.
Segue la tabella.
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Studenti Uditori Ospiti
Qualificazione del genere della scuola superiore e del luogo in cui si trova. Professori Prussiani Redeschi d'altre province Stranieri di sesso femminile Insieme Prussiani Tedeschi d'altre province Stranieri di sesso femminile Insieme Prussiani Stranieri Tedeschi d'altre provincie di sesso femminile Insieme
Accademia imperatore guglielmo "Kaiser Wilhelm Akademie", Berlin 7 351 117 1 - 469 - - - - - - - - - -
5 Istituti tecnici in Berlino, Annover, Aquisgrana, Danzica e Breslavia 902 3.132 711 719 25 4.562 400 39 39 1 478 2.216 84 133 1.325 2.433
2 Istituti forestali in Eberswalde e Münden 25 108 15 18 - 141 - - - - - - - - - -
2 Scuole minerarie in Berlino e Klausthal 54 - - - - 361 - - - - - - - - - -
2 Scuole superiore d'agricoltura in Berlino e Bonn-Poppelsdorf 136 898 167 169 - 1.234 - - - - - - - - - -
6 Istituti d'agricoltura 98 - - - - - - - - - 755 - - - - -
2 Scuole veterinarie superiori in Berlino e Annover 70 566 105 23 - 694 - - - - - 10 1 4 - 15
4 Scuole superiori di commercio in Berlino, Francoforte, Colonia e Königsberg 264 - - - 91 1.460 - - - 804 2.892 - - - 265 934
2 Scuole superiori di amministrazione sociale e comunale in Colonia e Düsseldorf 81 - - - - 166 - - - - - - - - - 272
4 Accademie di belle arti in Berlino, Königsberg, Düsseldorf e Cassel 87 - - - - - - - - - - - - - - -
Scuole di belle arti 87 - - - 282 781 - - - - - - - - - -
Scuole di musica 72 - - - 135 395 - - - - - - - - - -
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Basta il semplice rinvio alla tabella per indurre qualche cattolico a scegliere una delle nominate professioni.
L'"Annuario statistico per il regno di Prussia" reca pure ragguagli assai interessanti sul risultato degli esami nelle diverse facoltà e professioni: distinti secondo le confessioni solo però per i candidati all'insegnamento superiore. Per quale motivo proprio per essi sia fatta la distinzione della confessione non è ben chiaro (infatti per gli esami per la carica di rettore e di maestro nelle scuole secondarie varrebbe la medesima ragione, eppure non si ha per essi nessuna distinzione secondo il credo religioso): citeremo, tuttavia, i dati che ci sono forniti perché interessanti. Dei candidati esaminati superarono la prova a primo scrutinio o attraverso gli esami di riparazione e gli esami supplementari, nel 1912, 1.348. Bocciati furono 855 (38,8 %). Di 62 studentesse 3 (5,1) non vennero approvate. Dei candidati esaminati i protestanti erano 1.490; i cattolici 692 e gli ebrei 20. Delle studentesse 49 erano protestanti, 10 cattoliche, 3 ebree. Bocciati furono 585 protestanti (37 %); 296 cattolici (42,7 %) e 7 ebrei (35 %). Quanto alle studentesse non vennero approvate 2 protestanti (4,1 %), una cattolica (10 %). Delle ebree nessuna venne bocciata. Esami in materie facoltative furono dati da 383 candidati e da sei candidate, che vennero tutte approvate, mentre dei candidati 69 (18 %) non superarono, la prova. Di essi 42 erano protestanti (16 %), 26 cattolici (21,9 %) e uno ebreo (20 %).
Da questi risultati degli esami sarebbe interamente prematuro e sbagliato trarre conclusioni affrettate, come, forse qualcuno, sarebbe tentato a fare, sulla capacità, la diligenza, la frequenza e la serietà degli studenti di sesso
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maschile e di sesso femminile da una parte e circa la confessione religiosa degli studenti dall'altra, giacché ad essi si contrappongono i risultati dei singoli esami nelle diverse Università e l'esperienza. Io metto, quindi, a confronto alcune Università con i risultati più cattivi e altre con i risultati migliori. In Marburg venne bocciato il 60 % dei cattolici e il 35,8 % dei protestanti; in Königsberg il 50 % dei cattolici e il 42,9 % dei protestanti; in Breslavia il 50 % dei cattolici e il 43 % dei protestanti; in Berlino il 48,2 % dei cattolici e il 40,9 % dei protestanti; in Münster il 46 % dei cattolici e il 45 % dei protestanti; in Halle il 33,3 % dei cattolici e il 43,5 % dei protestanti; in Gottinga il 18,7 % dei cattolici e il 16,1 % dei protestanti; in Kiel il 12,5 % dei cattolici e il 33,3 % dei protestanti.
Da ultimo sarà bene riferire ancora alcuni dati sugli aiuti accordati agli studenti nel semestre d'inverno 1911/1912. Ai lettori però i commenti, perché le cifre parlano un linguaggio troppo eloquente. Borse di studio vennero fruite da 509 studenti di teologia protestanti (44 %). L'ammontare di queste borse fu in media di 197 marchi. Ventisei ammontarono da 450 a 700 marchi. Invece nella facoltà teologica cattolica solo 239 studenti (26 %) ricevettero un soccorso medio di 140 marchi, nessuno più di 450 marchi. Si può spiegare ciò soltanto con il fatto che nelle facoltà teologiche cattoliche gli studenti sono in numero minore, ossia 876 (43,1 %) contro 1.157 (56,9 %)? In questo caso le somme totali dovrebbero dimostrare eguaglianza distributiva e non la proporzione 75,7 : 24,3! (100.363 marchi e 32.192 marchi). Nella facoltà giuridica i sussidiati furono 260 (5,2 %) con 235 marchi in media (10 ricevettero insieme 12.789 marchi). Nella facoltà di me-
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dicina 320 studenti (9,2 %) ricevettero in media 187 marchi (1.250 marchi). Nella facoltà filosofica 1.495 studenti (13,7 %) ebbero in media 163 marchi (8, insieme, 6.161 marchi). La confessione degli studenti fruenti una borsa di studio non è indicata.
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Le scuole medie della Prussia e i cattolici.
II.
Solo col 1909 la scuola media ha incominciato ad avere un valore in misura notevole crescente per l'istruzione generale del nostro popolo dopoché nei nuovi programmi si prese di mira quale scopo principale una più forte considerazione della vita pratica. È vero, sì, che già nel 1872, nelle "Disposizioni generali" questa importante specie di scuola aveva ottenuto forme precise. Tuttavia essa si sviluppò solo lentamente e specie in alcune province parve che non riuscisse a farsi strada. Nei decenni 1881/1890 e 1891/1900 si poté anzi osservare un costante regresso. Gli è che in lei erano manchevolezze che intralciavano assai il suo cammino. Soprattutto essa si riallacciava troppo alla scuola elementare con la quale, in teoria costituiva, in fondo, un tutt'uno, invece di dominarla. Inoltre essa teneva poco conto dei bisogni particolari delle giovinette e, cosa importantissima, mancava ad essa lo stimolo che nasce dai diritti che si conseguono con la frequenza d'una scuola.
"Lo sviluppo nel campo dei mestieri, delle arti applicate, del commercio e dell'industria esige una maggiore istruzione dei ragazzi e delle giovinette che si avviano a queste professioni. Si manifesta, quindi, il bisogno di un'opportuna preparazione a certi Uffici medi nell'amministrazione dello Stato, dei Comuni e delle grandi aziende industriali e commerciali. La scuola elementare, pure se svolta a perfezione, non può corrispondere che solo in minima misura a queste esigenze, per le molteplici difficoltà fra cui lavora come scuola obbligatoria generale. Nelle scuole superiori gli scopi sono pre-
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valentemente scientifici, sicché anch'esse non sono in grado di appagare in modo soddisfacente il menzionato bisogno. Ne segue la necessità di un nuovo tipo di scuola, fra l'elementare propriamente detta e la superiore, la quale, evitando l'apparenza di un organismo scientifico, familiarizzi gli scolari con loro cerchia di vita e li renda capaci raccapezzarsi nella loro posteriore attività."
Con questa motivazione nelle "Disposizioni sul riordinamento della scuola media", del 3 febbraio 1910 furono introdotti, la Pasqua del 1911, i nuovi programmi d'insegnamento. Secondo essi la scuola media, nella sua piena esplicazione, si compone di nove corsi annuali con nove classi distinte. Essa può riconnettersi alla scuola elementare, poiché l'una e l'altra, la scuola media e l'elementare, hanno in comune un corso di grado inferiore; è pure lecito d'istituire scuole medie che abbiano solo i corsi medi e superiori. Per principio queste scuole sono istituite separatamente per i giovinetti e le giovinette, tuttavia, dove manchi il numero sufficiente di scolari e scolare, è permessa la riunione dei due sessi in una sola scuola. L'insegnamento di una lingua straniera è obbligatorio e dal settimo corso in su è permesso l'insegnamento pure di una seconda lingua. Nella prima classe, per quel che si riferisce all'insegnamento dell'aritmetica, si ha riguardo alla tenuta dei libri. Inoltre il programma d'insegnamento delle scuole medie maschili può venire modificato tenendo conto della futura professione di commerciante e d'industriale. Parimenti, secondo i luoghi, possono esser presi in speciale considerazione altri rami di attività, come l'agricoltura, la navigazione, la coltivazione delle miniere ecc. Pure nelle scuole medie femminili il programma d'insegnamento può venir
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adatto alle future professioni. Tutte queste modificazioni devono essere, però, approvate dalle superiori autorità scolastiche. Infine il programma d'insegnamento delle scuole medie, quando debbono preparare agl'istituti d'istruzione superiori, come avviene nel più dei casi, deve adattarsi a questi, sicché i primi sei corsi annuali sono da ordinarsi possibilmente in modo eguale per tutti gli alunni.
A chi ha frequentato con buon esito il corso novennale della scuola media il Ministro ha concesso questi diritti: 1) Diritto di dare l'esame per il volontariato militare di un anno, dinanzi ad una commissione esaminatrice, prima di aver compiuto il diciassettesimo anno di età, se l'alunno imparò una seconda lingua straniera. 2) Diritto di concorrere per un posto nell'amministrazione delle poste e del telegrafo (personale di concetto). 3) Diritto di entrare nella classe preparatoria delle scuole superiori di fabbricazione delle macchine e nella quinta classe delle medesime, se è comprovata l'attitudine al servizio militare obbligatorio di un anno, e nella seconda classe degli istituti preparatori alla scuola normale. 4) Diritto di frequentare le scuole superiori di orticoltura. 5) Diritto di entrare in servizio delle amministrazioni comunale. 6) Diritto di frequentare le scuole di agricoltura e forestali. Per la carriera dell'amministrazione forestale, per ottenere il posto di un impiegato tecnico nell'amministrazione enologica, medesimi diritti che le scuole degli istituti superiori d'istruzione. Quanto alla scuola media femminile il certificato della frequenza della prima classe da diritto all'ammissione agli esami di maestra di lavori manuali femminili e di economia domestica.
La scuola media, ordinata secondo le nuove disposizio-
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ni, rappresenta, dunque, un tipo di scuola in sommo grado conforme alle esigenze dei tempi. Il suo valore risiede soprattutto nel riguardo accordato alla vita professionale pratica. Il suo collocamento fra la scuola elementare e la scuola superiore riempie un vuoto notevole ed è da sperare che con ciò si sia fatto un primo passo risoluto verso la completa coordinazione della scuola. Gli effetti favorevoli si dimostrarono nel moltiplicarsi del numero delle scuole e nell'aumento della frequenza dal 1911. Purtroppo, però si deve notare che i cattolici hanno apprezzato ben poco la scuola media. Per quali motivi non è ancora ben chiaro. La riconosciuta minore agiatezza dei cattolici non può da sola essere la ragione decisiva giacché le tasse scolastiche sono così tenui che pure il piccolo impiegato e l'artigiano può pagarle. E neanche la sfavorevole distribuzione geografica delle scuole può esser questa ragione, giacché quasi tutte le province del Regno hanno quasi lo stesso numero di scuole. Un motivo della scarsa frequenza della scuola media, accanto alla minore agiatezza dei cattolici, può essere, però, la minore percentuale dei cattolici nelle popolazioni urbane. La scarsa frequenza degli scolari cattolici si spiega anche con la mancanza d'istituti cattolici e con la progressiva trasformazione delle scuole medie in scuole comuni ad ambo i sessi. Secondo me, però, il motivo principale è da cercarsi nel giudizio che prevale fra i cattolici sulla scuola media. La quale è una creazione moderna, e poiché i cattolici, in generale, in un esagerato attaccamento all'antico, diffidano del nuovo, essi provarono, sin dal principio, poca simpatia per la scuola media, sorta
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in connessione con le leggi del "Kulturkampf".
Ammessa pure, tuttavia, la bontà di tutti questi motivi, i cattolici dovrebbero accorrere assai più numerosi alla scuola media, poiché solo quando noi saremo rappresentati in esse a sufficienza potremo esporre con maggior forza le nostre legittime esigenze e ottenere maggior voce in capitolo. Se i cattolici si persuaderanno a fare più stima della scuola media, procedendosi a nuove istituzioni, si potrà ottenere che in città cattoliche vengano aperte più nuove scuole cattoliche di questo genere e sia posto un freno alla simultanizzazione. Un simile mutamento di giudizio non può certo avverarsi d'un tratto: occorre dissipare nei cattolici la loro diffidenza verso la scuola media, e per questo la stampa ha il sacro dovere d'illuminare le menti. Similmente nelle associazioni e riunioni di maestri e d'ecclesiastici devesi fare la necessaria propaganda per la scuola media.
Segue la tabella.
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Regioni Scuole pubbliche Scuole private Classi superiori congiunte con le scuole elementari
scuole classi scolari occupati per intero non per intero tecnici scuole classi scolari occupati per intero non per intero tecnici
alunni alunne maestri maestre maestri maestre maestri maestre alunni alunne maestri maestre maestri maestre maestri maestre alunni alunne
Prussia orientale 35 305 4.888 4.942 203 94 11 3 11 27 85 443 1.102 2.973 51 186 64 9 14 18 481 486
Prussia occidentale 19 189 3.318 2.485 111 57 20 3 14 10 78 413 1.433 3.966 31 227 78 20 16 24 279 96
Berlino - - - - - - - - - - 16 184 2.078 3.907 64 134 54 14 25 30 - -
Brandenburgo 67 604 8.776 8.666 419 182 27 12 30 50 118 653 1.805 5.416 114 936 143 59 27 98 569 579
Pomerania 25 290 5.100 4.316 192 100 14 4 28 29 42 230 607 3.046 17 151 76 8 27 29 226 1.073
Posnania 34 352 4.673 4.563 186 134 56 3 11 17 61 350 1.111 4.182 37 190 111 11 17 23 259 57
Slesia 37 325 3.523 6.467 178 126 78 10 19 49 77 451 1.494 4.074 74 236 147 24 35 66 252 180
Sassonia 91 1.247 24.646 20.160 978 266 14 7 49 139 48 280 1.262 1.369 98 100 58 6 19 20 1.156 840
Schleswig-Holstein 45 457 8.575 6.901 335 128 1 - 10 50 50 289 1.204 3.187 65 178 55 15 12 34 222 100
Annover 57 537 8.371 7.622 354 147 20 4 15 58 114 428 1.853 2.905 110 186 131 19 26 44 1.845 1.369
Vestfalia 80 440 5.589 3.908 277 126 82 5 23 34 80 322 1.763 2.557 81 147 101 10 15 28 584 246
Assia-Nassovia 45 498 6.864 9.242 347 169 43 4 12 29 49 269 785 1.877 57 118 101 17 20 36 437 278
Provincia del Reno 97 707 7.730 9.410 378 250 164 9 52 48 101 528 1.523 4.681 96 264 151 27 26 63 275 49
632 5.951 90.911 89.811 3.958 1.790 540 64 274 539 919 4.840 15.976 46.184 895 2.453 1.270 239 279 513 7.285 5.353
1.551 10.791 114.172 141.355 4.853 4.243 1.810 303 553 1.052
255.527 9.096 2.113 1.605
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Secondo la tabella si hanno, dunque, nel Regno di Prussia, 632 e 919 scuole medie private: in tutto, quindi, 1.551 scuole. La loro distribuzione nelle singole regioni è assai ineguale. Per il numero delle scuole è in prima linea la Provincia del Reno, che ne conta 198 (di cui 101 private): seguono il Brandeburgo con 185 (101 private); l'Annover con 171 (115 private); la Vestfalia con 160 (80 private); la Sassonia con 139 (48 private); la Prussia orientale con 120 (85 private); la Slesia con 114 (77 private); la Prussia Occidentale con 97 (78 private); la Posnania con 95 (61 private); lo Schleswig-Holstein con 95 (50 private); l'Assia-Nassovia con 94 (49 private); la Pomerania con 67 (42 private); Berlino con 16 tutte private. In tutte le regioni le scuole private prevalgono; soltanto la Sassonia ha quasi il doppio di scuole private (91 : 48). La Vestfalia ha lo stesso numero di scuole pubbliche e private (80 : 80). Lo Schleswig-Holstein (45 : 50) e l'Assia-Nassovia (45 : 49) hanno solo poche scuole private di più. Le scuole sono frequentate da 255.527 alunni dei quali 114.172 di sesso maschile e 141.355 di sesso femminile: le alunne sono dunque 27.183 di più. 180.729 (90.911 ragazzi e 89.818 giovinette) frequentano scuole pubbliche; 62.160 (15.976 maschi e 46.184 femmine) frequentano scuole private; 12.638 (7.285 maschi e 5.353 femmine) frequentano le classi superiori congiunte alla scuola elementare. Dà nell'occhio il gran numero delle alunne delle scuole private: esse rappresentano i tre quarti di tutti gli scolari. Nelle varie regioni la frequenza delle scuole è la seguente:
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Regioni Scolari Per ogni alunno di scuola media gli
alunni delle elementari sono
Sassonia 49.483 9,6
Brandenburgo 25.811 20,8
Annover 23.965 18,8
Provincia del Reno 23.668 51,8
Schleswig-Holstein 20.189 12,5
Assia-Nassovia 19.483 17,4
Slesia 15.990 58,3
Pomerania 15.068 18,7
Prussia Orientale 14.872 22,7
Posnania 14.835 27,5
Vestfalia 14.647 53,7
Prussia Occidentale 11.577 26,2
Berlino 5.985 38,1
In totale 255.527 25,7
Mentre, dunque, tre province protestanti sono alla testa con cifre relativamente alte, le regioni prevalentemente cattoliche seguono rispettivamente al quarto, settimo, decimo, undecimo e dodicesimo posto. Berlino, che per quel che si riferisce agli scolari, viene per ultima, non va tenuta in conto perché in essa il frequentare scuole superiori è facile e relativamente non dispendioso. Questo è il quadro che offre l'Impero se si prendono a termine di paragone le cifre assolute degli scolari. Diverso appare lo stato delle cose se si mette il numero degli alunni delle scuole medie in confronto con quello delle scuole elementari e si cerca quanti alunni di quest'ultime corrispondono a ciascuno delle scuole medie. Mentre nelle regioni in tutto o in parte protestanti per ogni 9,6 (Sassonia) o 12,5 (Schleswig-Holstein) o 17,4 (Assia-Nassovia) o 18,8 (Annover) o 20,8 (Brandeburgo) alunni delle elementari si ha un alunno di scuola media, nella Slesia se ne ha uno per ogni 58,3, in Vestfalia uno per ogni
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57,7 e nella Provincia del Reno uno per ogni 51,8. In Posnania e nella Prussia Occidentale le condizioni sono ancora piuttosto favorevoli (percentuale rispettive: 27,5 e 26,2).
Considerato questo stato di cose nessuno può meravigliarsi che le scuole medie prussiane siano frequentate da solo 40.667 alunni cattolici d'ambo i sessi (16,7 %), mentre gli alunni protestanti sono il 79,1 % e gli ebrei e d'altre confessioni il 4,2 %. Noi cattolici abbiamo, dunque, l'1,5 % di scolari in meno di quanti ne dovremmo avere secondo il nostro numero nella popolazione e il numero dei ragazzi e ciò per l'indifferenza dei cattolici nelle regioni prevalentemente cattoliche.
L'insegnamento viene dato da 12.814 maestri di cui 9.096 occupati per intero (4.853 maestri e 4.243 maestre); 2.113 (1.810 maestri e 303 maestre) non occupati per intero, e 1.605 (553 maestri e 1.052 maestre) insegnanti tecnici. Dei 9.096 maestri occupati per intero 7.330, ossia l'81,1 % sono protestanti; 1.552, ossia il 17,2 %, cattolici; 158, ossia l'1,7 %, d'altre confessioni religiose. Noi non possiamo, dunque, lamentarci d'ineguaglianza, anzi dobbiamo dire che possiamo essere soddisfatti del numero degli insegnanti cattolici, anche se casi particolari diano appiglio a giuste lagnanze e proteste. Ricorderemo solo l'esempio recente di Landsberg a W. dove non si ottenne l'insegnamento della religione cattolica per 52 alunni cattolici. La percentuale del 16,2 dà tuttavia motivo di preoccuparsi e di riflettere quanto addietro noi cattolici ci troviamo nelle scuole medie.
Per il cultore di statistica sarebbe assai desiderabile di avere informazioni sulla confessione delle scuole medie pubbliche, ma l'"Annuario statistico per il regno di
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Prussia" purtroppo non fornisce in proposito alcun dato. A voler citare dati di tempi remoti si potrebbe ricordare che nel 1901 si avevano 54 scuole medie cattoliche, 284 protestanti e 118 comuni ad ambe le confessioni; che cinque anni più tardi, nel 1906 si avevano 48 scuole medie cattoliche, 275 protestanti e 136 comuni agli alunni delle due confessioni. Se la simultanizzazione nei decenni prossimi dovesse continuare a fare gli stessi progressi, si finirebbe per non aversi più quasi nessuna scuola cattolica, quindi ai rettori cattolici diverrebbe sempre più difficile di trovare impiego.
Sicuro io non contesto che in ogni regione la scuola debba svilupparsi in conformità delle speciali condizioni di essa; che non si può in nessun modo prescrivere meccanicamente un numero di tipi di scuola per ogni parte del paese, giacché questo dipende da circostanze e fattori quanto mai diversi da luogo a luogo. Tuttavia mi sembra innegabile che, come in molti altri campi, pure in quello della scuola media i cattolici hanno trascurato molto, sicché molto debbono riguadagnare. Infatti, anche se non si prendano le mosse dalla frequenza straordinariamente favorevole delle scuole medie in Sassonia, nel Brandeburgo e nell'Annover, ma la frequenza media nel Regno, si dovrebbero avere, per le cinque regioni prevalentemente cattoliche, 146.300 scolari d'ambo i sessi, in cifra tonda, e non 80.700, come in realtà. In queste cinque province, calcolando con ogni prudenza, si dovrebbero avere 80.000 alunni e alunne cattolici. Le condizioni economiche di queste regioni, specie della Provincia renana, della Vestfalia e della Slesia non sono certo peggiori che quelle della Sassonia, del Brandeburgo e soprattutto dell'Annover. Al
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contrario la fiorente industria delle miniere e il commercio quanto mai progredito dovrebbero fornire ottima occasione di prendersi cura del ceto medio meno agiato della popolazione, spingere, ossia, alla fondazione di scuole medie. Si deve sempre sentir ripetere che solo i protestanti sanno comprendere i bisogni del presente per le generazioni future? Vogliono i cattolici restar sempre indietro? Se noi non moviamo e dove siamo in maggioranza non riusciamo a imporci, certo rimarremo sempre al disotto.
Io rivolgo quindi a tutte persone cui deve importare questo monito: fondate, dove manchino, scuole medie per la nostra gioventù, scuole che possano dare loro una istruzione migliore che la scuola elementare; soprattutto scuole confessionali anche nell'interesse degli insegnanti cattolici. Dove le condizioni lo permettano, specie nei piccoli Comuni, la fondazione di scuole private va agevolata con la concessione di sussidi sul bilancio comunale. Quello della scuola media sarebbe pure un gran campo per l'attività degli ordini religiosi e delle congregazion i. È nota la predilezione dei cattolici per l'educazione dei collegi e monasteri. Ma io vedo che solo in alcuni casi le monache si rivolgono alla scuola media. Comuni cattolici dovrebbero affidare le loro scuole medie pubbliche alle congregazioni religiose che abbiano gl'insegnanti necessari. Che alle esistenti 27 scuole in mano di religiosi vengano ad aggiungersene numerose altre nel prossimo avvenire!
Recommended quotation
[Erzberger, Matthias], Le scuole superiori e le scuole medie della Prussia e i cattolici from before 30 January 1918, attachment, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 7100, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/7100. Last access: 08-10-2024.
Online since 02-03-2011, last modification 20-01-2020.