Document no. 7734

Pacelli, Eugenio: Statistica ecclesiastica, before 22 April 1921

In una precedente corrispondenza si è dato un cenno intorno all'Ufficio statistico ecclesiastico in Colonia. Interessanti sono i risultati di un'inchiesta sopra un diligente questionario sottoposto dall'ufficio stesso alle curie vescovili di Germania. La materia è assai estesa, riguardando il numero delle parrocchie o quasi-parrocchie, il clero (secolare, regolare, parrocchiale, pedagogico, sociale, sinecura, ecc. <addetto alle parrocchie, alle scuole, alla direzione di istituti <istituti>, ecc.),>1 la popolazione (cattolica, protestante, ecc) i matrimoni (civili, religiosi, cattolici, misti) le nascite, i battesimi, i decessi e le sepolture, le comunioni, le conversioni, le apostasie; persino i presenti alla messa festiva in una domenica della quaresima ed in domenica di Settembre sono anch'essi contati!
L'ufficio avrebbe voluto estendere l'inchiesta ad altri oggetti pure importanti per sapere per es. il numero dei religiosi e delle religiose, delle loro case, scuole, orfanotrofi, asili, ospedali ecc. con tutti i dati relativi, ma la ristrettezza dei mezzi non l'ha finora permesso.
Possiamo intanto accontentarci delle 39 rubriche che l'inchiesta ci squaderna <offre> e che possono dare un'idea, se non completa, almeno approssimativa della vita religiosa in Germania.
La prima rubrica ci dice, p. e., che nel 1919 la Germania contava 9.335 parrocchie, più 1.405 quasi-parrocchie, in tutto 10.740 con 15.531 <sacerdoti,>2 ai quali vanno aggiunti 3.591 sacerdoti secolari, per lo più addetti all'insegnamento, e 2.250 sacerdoti regolari: in tutto 21.372 sacerdoti.
La popolazione cattolica era allora di 20.544.106 contro 38.253.871 acattolici: ossia i cattolici formano ora poco più del 35% della popolazione complessiva, in una media di quasi 2.000 per parrocchia. A questa media però concorrono le cifre più disparate, perché, mentre nei territori quasi esclusivamente cattolici abbiamo medie inferiori a 1.000 anime, come a Eichstätt (822) e Augsburg (941), in altre otto diocesi (Breslavia, Münster ed i Vicariati
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e Prefetture) la media supera le 3.000. Se poi si considerano le grandi città, allora troviamo nella sola Archidiocesi di Colonia 19 parrocchie tra 15 e 20 mila anime, altre 6 tra 20 e 28 mila; a Berlino alcune con più di 20 mila anime, sparse sopra un territorio dieci volte più grande di una vasta parrocchia di Colonia o di Monaco in Baviera.
La stessa sperequazione ci rivela la statistica nel numero dei sacerdoti; perché la media darebbe di3 quasi 1.500 anime ad ogni sacerdote, <addetto alle>4 <parrocchie,>5 mentre nei territori di densa popolazione cattolica la media è assai inferiore, come ad Eichstätt (900) ed6 a Rotteburg (1.100) ed a Friburgo (1.300), salendo invece fino a 4.000 nelle diocesi <di>7 mista popolazione <popolazione mista>8, ed a 7.000 in certe parrocchie di Berlino. È vero però che nelle grandi città è considerevole il numero dei sacerdoti extra parrocchiali <non addetti alle parrocchie,>9 che possono coadiuvare i loro confratelli negli uffici più importanti del Sacro Ministero; d'altra parte bisogna ricordare che una buona parte del clero parrocchiale in Germania è adibita anche all'insegnamento catechistico nelle scuole, che importa per molti insegnanti fino a 20 e più lezioni per settimana. È evidente pertanto che, nonostante tutto gli ausilii e tutto lo zelo, che distingue il clero tedesco, tre o quattro sacerdoti parrocchiali10 non possono venire a contatto diretto con 20.000 parrocchiani: e questo si può dire più o meno delle 41 città germaniche con popolazione inferiore ai 100 mila abitanti, in cui si trova ben un quinto della popolazione cattolica. Ciò ha introdotto anche usi curiosi, come quello di benedire i matrimoni nel pomeriggio della domenica, fino a 25 e 30 coppie, tutte di seguito, con grande fatica del celebrante, ma pure con grande risparmio di tempo.11
Un altro quinto, ossia più di 4 milioni di Cattolici, abitano <sono disseminati>12 in regioni protestanti e perciò <pure>13 difficilmente accessibili al clero parrocchiale14; é pertanto sentitissimo il bisogno di maggiori operai in questa importante vigna del Signore, tant'è vero che già esiste un'associazione per favorire le vocazioni religiose e sacerdotali.
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Importante è pure la rubrica dei matrimoni. Nel 1919 lo Stato civile registrò 223.625 coppie cattoliche e la Chiesa 221.477. La differenza di 2.148 a vantaggio delle nozze puramente civili è aumentata ancora dal fatto che nel numero dei matrimoni religiosi sono comprese non poche coppie che avevano già contratto le nozze civili negli anni precedenti, specialmente durante la guerra. Si può quindi calcolare una media di unioni civili del 10 per mille. Inferiori alla media sono le diocesi di Passau (4), Eichstaett (6), Bamberga (3), Magonza (8); molto15 superiori tra Monaco (53), <tra le altre, particolarmente>16 Spira (58), Sassonia (60), Limburg (62). Difficile stabilire le cause di medie <percentuali>17 così alte: né si può spiegare soltanto coll'influenza protestante, perché, se è vero che in Sassonia i cattolici rappresentano solamente il 5% dell'intera popolazione, nella diocesi di Spira i cattolici contano il 45% ed in quella di Monaco il 97%. Colonia, che pure contiene grandi centri industriali, infetti di socialismo, oltre parecchi distretti prevalentemente protestanti, non ha che una eccedenza del 20 per mille di unioni civili. Così Breslavia, dove i cattolici formano appena la terza parte della popolazione, dà un'eccedenza del 25% per mille.18
Vengono poi i matrimoni misti, che nel 1919 sommarono a 68.293 nei registri dello Stato civile; ciò significa che più dei matrimoni con uno ed ambedue <gli>19 sposi cattolici più del 26 per cento sono matrimoni misti. Anche qui l<L>a20 diocesi di Passavia dà la minima percentuale (1,2 <per cento>21 ) e ciò si spiega, perché la <sua>22 popolazione è quasi esclusivamente rurale e cattolica. Segue<ono>23 Eichstätt (8,324 ), Ratisbona (4), Augsburg (7), Würzburg (9), Monaco (11), Colonia (20), Breslavia (32), Bamberga (36), Magonza (36), Limburg (55), Hildesheim (58[,8]25 ) fino a giungere all'80 per cento nei Vicariati e Prefetture Apostoliche della Sassonia, Schleswig ecc. – Di questi 68.293 matrimoni
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misti 25.190 furono celebrati anche nella chiesa <innanzi al parroco>26 cattolica<o>27, ossia il 41 per cento; anche qui le diocesi sono variamente rappresentate, restando alcune intorno a detta percentuale, come Spira (41), Rottemburg (42), Münster (42), altre elevandosi assai sopra la media generale, come Treviri (60), Würzburg (62), Eichstätt (70) e Passavia, che raggiunge il 97 per cento, mentre altre, cominciando da Monaco (39) scendono sotto la media per finire colle Prefetture Apostoliche dove la percentuale è del 21.
In questa materia la statistica ha rilievi speciali per le 41 città con oltre 100 mila abitanti(Saarbrücken non compresa). In essa il 46 per mille dei matrimoni puramente cattolici non furono consacrati dalla c<C>hiesa28 ed il 469 per mille dei matrimoni dove sono impegnati contratti da parti cattoliche sono misti: poco meno della metà! Dette città danno da sole tanti matrimoni misti quanti ne danno le altre parti dello stato, benché in esse, come si disse più sopra, non abiti che la quinta parte della popolazione cattolica complessiva.
L'esperienza insegna che i matrimoni misti sono assai più dannosi che utili dal punto di vista religioso, specialmente nei riguardi della prole, esposta bene spesso al pericolo di un'educazione protestante ed atea, e perciò la loro straordinaria frequenza è un segno dell'affievolimento della fede che colpisce le grandi città di Germania come degli altri paesi, una piaga che l'episcopato ed il clero tedesco tentano con tutta l'energia di sanare, almeno in quelle regioni dove i cattolici sono sufficientemente numerosi.29
Ein entsprechender Artikel konnte im Osservatore Romano nicht nachgewiesen werden.
1Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
2Hds. eingefügt von Pacelli.
3Hds. gestrichen vom Schreiber.
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5Hds. eingefügt, vermutlich vom Schreiber.
6Hds. gestrichen, vermutlich von Pacelli.
7Hds. eingefügt von Pacelli.
8Hds. korrigiert und eingefügt von Pacelli.
9Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
10Hds. gestrichen, vermutlich von Pacelli.
11Textpassage "Ciò ha […] di tempo"hds. gestrichen, vermutlich von Pacelli.
12Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
13Hds. eingefügt, vermutlich von Pacelli.
14Hds. gestrichen, vermutlich von Pacelli.
15Hds. gestrichen von Pacelli.
16Hds. eingefügt und gestrichen von Pacelli.
17Hds. gestrichen und eingefügt vom Schreiber.
18"Inferiori alla media […] 25% per mille." hds. gestrichen, vermutlich von Pacelli.
19Hds. eingefügt von Pacelli.
20Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
21Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
22Hds. eingefügt von Pacelli.
23Hds. eingefügt, vermutlich von Pacelli.
24Hds. gestrichen, vermutlich von Pacelli.
25Hds. gestrichen, vermutlich vom Verfasser
26Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
27Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
28Hds. gestrichen und eingefügt vom Schreiber.
29"L'esperienza insegna […] sufficientemente numerosi" hds. gestrichen, vermutlich von Pacelli.
Recommended quotation
Pacelli, Eugenio, Statistica ecclesiastica from before 22 April 1921, attachment, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 7734, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/7734. Last access: 25-12-2024.
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