Document no. 8941
Pacelli, Eugenio
to Gasparri, Pietro
Munich, 15 December 1919
Summary
Pacelli kam der Einladung der Würzburger Ortsgruppe der Reichsvereinigung ehemaliger Kriegsgefangener nach und besuchte am 10. Dezember 1919 das Lager in Hammelburg. Er setzte damit ein Zeichen der päpstlichen Nächstenliebe und wollte das päpstliche Engagement für die Gefangenen ins Bewusstsein der Deutschen bringen. Am Bahnhof vor Würzburg begrüßten ihn die örtlichen Vertreter der Armee, der besagten Vereinigung, des Klerus und der Stadtverwaltung, und am Würzburger Bahnhof wurde er von Zivil-, Militär- und Kirchenbehörden sowie von einem Regierungsvertreter empfangen. Nach den Grußreden des Bürgermeisters Andreas Grieser und des Präsidenten des katholischen Universitätsvereins nahm Pacelli die Willkommensgrüße der jubelnden Bevölkerung und die Huldigung der Rote-Kreuz-Schwestern entgegen. Danach besuchte er die Kapitulare und den Bischof in der Kathedrale, und wurde von diesem im Bischofspalast untergebracht. Am Abend fand ein feierlicher Empfang unter Teilnahme der Behörden und des Volks – darunter auch Sozialisten und Protestanten – statt, anlässlich dessen er, in Anschluss an seine Aufforderung, dem Wort des Papstes stets zu folgen, den Apostolischen Segen erteilte. Am darauffolgenden Tag besuchte er das Lager in Hammelburg, in dem die heimkehrenden Kriegsgefangenen untergebracht werden. Das Lager, das aus privaten Mitteln finanziert wird, hält Pacelli für sauber und ordentlich, obwohl die zahlreichen Beherbergten über wenig Platz verfügen, wie etwa die 3.000 Russen, die in ihren Hütten zusammengepfercht leben. Bei ihnen aß er eine Suppe, besuchte das Lazarett und erfuhr auch, dass Nachbarländer wie Polen oder Litauen den ca. 200.000 russischen Kriegsgefangenen das Durchmarschsrecht untersagen, wodurch deren Rückkehr verhindert wird. Der Nuntius bittet daher Gasparri, das der Heiligen Stuhl entsprechende Schritte bei der polnischen Regierung unternehmen möge. Zum Abschluss einer abendlichen Versammlung, bei der das Werk des Papstes zugunsten der Kriegsgefangenen und armen Kinder erneut gelobt wurde, hinterließ Pacelli eine Spende im Wert von 2.000 Mark für deutsche und russische Soldaten; den Deutschen unter diesen und den Mitgliedern der Vereinigung verlieh er auch Medaillen im Namen des Papstes. Am folgenden Tag verließ Pacelli, bejubelt von einer großen Menschenmenge, die Stadt. Nach Pacellis Einschätzung trug sein Besuch dazu bei, dass die Liebestätigkeit des Papstes mehr Aufmerksamkeit erfährt und entsprechend gewürdigt wird.Subject
Visita ai prigionieri tedeschi rimpatriati ed a quelli russi
Cortesemente invitato dalla Sezione di Würzburg dell'"Associazione in favore dei prigionieri tedeschi rimpatriati



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a tale pietoso scopo.Dalla breve narrazione che mi permetto fare della detta visita Vostra Eminenza Reverendissima rileverà infatti che tali fini sono stati completamente raggiunti.
Partito da Monaco il giorno 10 corrente, alla stazione precedente Würzburg mi vennero incontro un alto ufficiale







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cevimento. Sulla strada della città, tutta imbandierata
coi colori pontifici e bavaresi, una folla straordinaria di popolo acclamava calorosamente
il rappresentante di Sua Santità; mentre il concerto militare suonava la marcia papale.
Anche le dame della Croce Rossa
Terminato il ricevimento, mi recai alla Cattedrale, dove venni accolto da Monsignor Vescovo

Dal Duomo, sempre fra una fitta fila di popolo plaudente, salii al palazzo Vescovile, dove sono stato alloggiato dal venerando Monsignor de Schloer, e dove ricevetti il Capitolo e le principali personalità venute ad ossequiarmi.
La sera ebbe luogo una solennissima adunanza, alla quale presero parte tutte le autorità ecclesiastiche, civili, militari e politiche ed una folla di tremila persone di tutte le classi sociali, fra le quali erano anche
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protestanti e socialisti. Lo scopo
precipuo di tale assemblea, come si rilevò dai vari discorsi, dagli inni suonati da eletta
orchestra, dagli applausi della folla, fu quello di ringraziare il Santo Padre per quanto ha
fatto di bene, di carità, di conforto, durante la guerra e per la pace. La parola
"Gratitudine" fu ripetuta, fu gridata, mille e mille volte da tutti quei cuori con devozione
ed entusiasmo veramente commovente. Fra scroscianti evviva al Papa ed al suo rappresentante
pronunziai un breve discorso, in cui soprattutto cercai di insinuare, che il miglior modo di
mostrare la riconoscenza al Vicario di Gesù Cristo fosse quello di ascoltare la sua parola
di verità, di obbedire ai suoi precetti di giustizia e di seguire i suoi consigli di amore.
Non mancai di accennare con vivi colori a quanto il Santo Padre ha fatto e sta facendo in
favore dei prigionieri tedeschi. Infine impartii <in nome dell'Augusto
Pontefice>3 la Benedizione Apostolica,
ricevuta con edificante pietà, con commozione, e salutata da straordinarie ovazioni.Il giorno dopo, in automobile, accompagnato da numeroso seguito, mi recai al campo di Hammelburg, dove fui ricevuto ed alloggiato dal Generale Comandante

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autorità cittadine e da immenso popolo festante.In questo campo, come ho accennato, sono concentrati i prigionieri, che rimpatriano, e, prima di essere inviati ai loro paesi, sono confortati, intieramente vestiti, curati se infermi, e provvisti di quanto abbisognano. La società, che si è dedicata a tale opera caritatevole, ha speso fino ad oggi già qualche milione, provenuto soltanto dalla beneficenza privata. I dormitori, le sale da pranzo, da lettura, i lazzaretti, le sale per la disinfezione, per i bagni, ecc. sono tenuti con una accuratezza e proprietà davvero ammirevole. Anche qui non vi fu che un inno continuo alla carità del Papa verso i prigionieri.
Nel medesimo campo di Hammelburg si trovano tremila russi che volli visitare, passando attraverso le loro numerose baracche, e perfino nelle cucine, saggiando anche la zuppa di rape che stavasi preparando per loro.
Che sieno trattati male no, anzi godono piena libertà e vengono considerati come camerati; ma vedere questi tremila giovani ammucchiati (è la parola) come montoni in quelle baracche, sapere che da anni sono lontani dalla patria e dai loro cari, dei quali parecchi da mesi e mesi non ricevono notizie, è tale uno spettacolo che ag-
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ghiaccia il cuore! E pensare che di questi infelici ve
ne sono, a quanto mi è stato detto, ben 200.000 in tutta la Germania! Con commozione quasi
infantile mi guardavano, mi riverivano, ascoltavano quanto io, per mezzo di un interprete,
dicevo loro, della paterna bontà del Santo Padre anche per essi.4 Visitai pure il loro lazzaretto, dove sono
assistiti amorevolmente. – Non mancai di informarmi

Anche qui in Hammelburg, durante la serata, vi fu
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una
affollatissima riunione, nella quale vari oratori esposero l'opera del Sommo Pontefice pei
prigionieri e parlarono con accenti di calda speranza nell'intervento del Papa per i loro
detenuti in Francia.E pure in questa riunione presi la parola per esporre sinteticamente non soltanto l'opera del Santo Padre, ma altresì l'amore paterno col quale Egli compie la Sua missione di carità in favore di tutti i colpiti dalla guerra, opera che Egli continua a favore dei tedeschi tuttora prigionieri e che ha avuta un'altra conferma colla colletta da Lui ordinata pei fanciulli dell'Europa centrale. Fra nuove ovazioni al Sommo Pontefice ed al Suo rappresentante si sciolse l'adunanza indimenticabile.
Pei prigionieri tedeschi e per quelli russi elargii a nome di Sua Santità duemila Marchi, prelevandoli da un residuo del noto fondo pei prigionieri di guerra, col quale ho pagato pure le spese del viaggio. Ai prigionieri tedeschi e ad altre persone benemerite della menzionata Associazione, offrii una medaglia, come ricordo dell'Augusto Pontefice. Questi doni furono accolti con immensa gioia e riconoscenza. L'indomani, dopo avere celebrata la Messa in una cappella improvvisata per contenere
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la gran
folla, che si recò ad ascoltarla da tutti i paesi vicini, ritornai a Würzburg, sempre
accompagnato dalle Autorità ed ossequiato da gran numero di persone, acclamato, come
all'andata, da molta folla, specialmente dai bambini delle scuole, schierati lungo tutta la
strada, che gridavano festosi evviva ed acclamavano agitando bandiere papali, fiori e rami
di alberi.Nel concludere posso senza tema di esagerazione affermare che questo mio viaggio è stato come una vera missione per far amare anche più il Sommo Pontefice, apprezzare l'opera di Lui ed acquistarGli riconoscenza e rispetto.
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
2↑Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
3↑Hds. eingefügt von Pacelli.
4↑Textpassage
"-ghiacca il […] per essi." am linken Seitenrand hds. in roter Farbe markiert,
vermutlich vom Empfänger.
5↑Hds. gestrichen, vermutlich von Pacelli.
6↑Hds. eingefügt von Pacelli.
7↑Textpassage "E qui […] debite garanzie."
am linken Seitenrand hds. in roter Farbe markiert, vermutlich vom
Empfänger.