TEI-P5
Document no. 9378
OggiIeri Martedì 29 Aprile
scorso, corrente, poco dopo le ore tre pomeridiane, si è presentato
è venutovenne alla Nunziatura il Comandante dell'Armata rossa del Sud, Seyler, della col suo aiutante Brongratz ed un marinaio, tutti e tre erano armatialtri soldati armati con fucili, revolvers e granatebombe a mano. Dopo aver intimidito, colla minaccia di esplodere le
granatebombe medesime, il servo della Nunziatura che aperse
ha aveva aperto loro la porta, hanno dichiarato che
erano venuti allo scopo di impadronirsi
sono entrati
<entrarono> colla forza, dichiarando che volevano impadronirsi
dell'automobile della Nunziatura.(splendida carrozza cogli stemmi pontifici), e chiesero di parlare
immediatamente col Nunzio. Trovandosi in quel momento Mons. Uditore fuori di
casa, mi sonopresentatoi io stesso a quei forsennati, fecied ho fatto loro rilevare al Comandante che il penetrare colla violenzaviolentemente nella Nunziatura ed il requisire manu militari l'automobile costituivanoe
glimostrandoglie gli mostrai altresì il relativo
certificato di extraterritorialità rilasciato dal Commissario del popolo per gli Affari
Esteri, di cui ho avutoebbi l'onore di riferire all'E. V. R. nel mio rispettoso
Rapporto N. 12572. Per tutta risposta il Comandantel'aiutante - orribile tipo di delinquente - mi ha puntatospianò la rivoltella contro il petto, ed esibendo
mialla sua volta un certificato del Comandante in capo della Guardia Rossa Egelhofer, ha detto
mi disseil Comandante – orribile tipo di delinquente –, dopo aver dato ai suoi satelliti l'ordine dipor mano alle granatetener pronte le bombe a mano, mi disse insolentemente che qualsiasi discorso era inutile e che egli doveva aver subito
l'automobile per recarsi al fronte. Ho replicatoReplicai con energia che protestavo contro l'attentato, ma che, di
fronte alla brutale violenza, permettevo al servo anzidetto di aprire il garage.
Essi si sonoTutta la banda si è
Tutti si sono Il Seyler col seguito si si recò allora colà, recata
i, e, mercécoll'l'aiuto di uno chauffeur venuto coninsieme a lui, hanno cercatocercò di porre in movimento l'automobile; opera ardua, perché lo
chauffeur della Nunziatura, in previsione dell'attentato,accaduto, aveva toltotentato di
fattofeci telefonare al competente Ministero
degli Affari Militari per protestare contro la violazione del
territorio neutrale della Nunziatura. La risposta è
statafu però poco incoraggiante: se l'automobile non veniva
immediatamente consegnato, la Nunziatura sarebbe stata bombardata e tutta la banda (sic),
ossia il personale della Nunziatura medesima, ver sarebbe stata arrestata.
Fallitoaquestoatentativo,prova, e malgrado la difficoltà derivante dal fatto che una
sentinella armata sorvegliava il telefono, mi riusciva
son riuscitoriuscii a far avvertire Mons. Schioppa, affine di tentare un
passo presso il Comandante della città. Questi infatti,
per buona sorte interessato subito da Mons. Uditore, hacapitoì la situazione; e verso le cinque, ossiacioècircaben due ore circa da chedopo che la Nunziatura era stata invasa, giunsero
sono giuntigiunsero tre agenti di sicurezza, i quali intimarono
hanno intimatointimarono al Comandante della Guardia Rossa di desistere dalla sua
impresa.aver a dover sottostare agli ordini dal Comandante della città, ne nacque
è natosorse fra le due parti un forte diverbio, finché, come a Dio piacque
è piaciutopiacque, alle ore sei, in seguito a nuove istruzioni delledi non so quali Autorità, l'intraprendente Seyler abbandonò
ha abbandonatosi è allontanato
<nò>,la Nunziatura, lasciando altresì il
non trasportabilel'automobile. Così nella Nunziatura ètornataòper il momento la ca quiete, ma
in simili condizioniniuno può dire che cosa arrecherà l'indomani!
potrà ma soltanto per il momento.
<poco.>
Nel riferire quanto sopra all'E. V. m'inchinoLa mattina seguente
<Stamane> io mi trovavo nella Clinica del Prof. Jochner, ove, avendo avuto
recentemente un forte attacco d'influenza ed essendo sofferente di stomaco, sono
sottoposto ad una cura speciale. Mons. Schioppa era in Nunziatura. Verso le 9
Uditore
<Schioppa> aveva dormito le notti precedenti fuori di casa presso un suo amico
della Legazione d'Austria, e quella sera medesima io gli raccomandai vivamente di fare
lo stesso. Essendosi egli però alle ore 7 sette pom. recato in Nunziatura per la
cena, credette, di non poterne a causa di di non poterne più uscire senza
pericolo e giudicò quindi più sicuro di rimanervi. Disgraziatamente, però,
invece,
questa volta diun foglio firmato da Egelhofer, Capo Supremo dell'armata rossa, che li
autorizzava a requisire l'automobile della Nunziatura.
Immediatamente per telefono furono avvertiti della cosa tanto il Comitato esecutivo, quanto il Comando della città. Infatti arrivarono alla Nunziatura con ogni sollecitudine in due automobili un membro del Comitato esecutivoanzidettocon militari armati, e coned inaltro automobile una diecina di soldati della polizia del Comando della città. Si animò una movimentata discussione sulla competenza dei poteri e la cosa minacciava di andare per l'eternità e forse di finire male; quando fu proposto che i due venuti per la requisizione insieme al membro del Comitato esecutivo si portassero dall'Egelhofer. Dopo una non breve attesa essi ritornarono in un'altra automobile, questa volta armatamunitadi una mitragliatrice, e con un non indifferente numero di soldati con fucili e bombe a mano. Il membro del Comitato esecutivo allora dichiarò all'Mons.Uditore, che mi aveva insistentemente pregato di non espormi di nuovo ad altri atti di violenza, e che perciò trattava l'affare, che il Comitato esecutivomedesimonon poteva fare alcun che per evitare il sequestro dell'automobile, trattandosi di un provvedimento di indole militare. La stessa dichiarazione fecero i soldati del Comando della città, aggiungendo che avrebbero ben potuto impegnare una lotta a mano armata contro quelli della guardia rossa, ma che era più umano risparmiare spargimento di sangue.
Mentre pertantoòsi procedeva al trasporto dell'automobile, il Capitano dell'esercito italiano Signor De Luca,ottimo signore,distaccatoa Monaco da qualche giornodalla Missione militare di Berlinoed ottimo signore,avendo saputoappresoquanto succedevaaccadeva, alla Nunziatura si portò al Comando
Supremo dell'armata rossa, e(di suaesclusivainiziativa,
ed anzi ad insaputa della Nunziatura medesima)richiese a nome del Governo italiano il rilascio dell'automobile,
protestando contro quanto era avvenuto. Il passo ebbe felice risultato, giacché
l'Egelhofer consegnò al suddetto Signor Capitano un ordine per l'immediatoarilascioriconsegnadella vettura. Così fu potuto raggiungereriaverel'automobile, che già era stato trasportato algaragedella Ditta Benz per le opportune riparazioni. Ivi fu mostrato l'ordine
dell' Egelhofer,
dinan-
Anche l'addetto italiano al Consolato svizzero(che èstatoincaricato della protezione degli italiani durante la guerra),essendo venuto a conoscenza della cosa, si recò al Comitato esecutivo e da questo ebbe una lettera di scuse per quanto era accaduto alla Nunziatura e l'assicurazione checiòil deplorevole fattonon si sarebbe più ripetuto, nonché la conferma di quanto già aveva dichiarato il Comandante in capo dell'armata rossa al Capitano De Luca.
FinalmenteCosìl'automobile fu potuto trasportarericondurrealla Nunziatura insieme ai cerchioni di gomma che erano stati anche violentemente pretesi: ma rimanegonol'atto di inaudita violenza contro il Rappresentante Pontificio, la violazione del diritto di extraterritorialità avvenuta sul terreno della Nunziatura e le minaccie [sic] scagliatecontro la Nunziaturastessa,chele quali,dato lo stato di eccezionale eccitamento che qui regna ed il duplice
scacco subito dal Signor Comandante dell'armata rossa del
Sud e dal suo degno aiutante, potrebbero essere attuate edche hannoperciòconsigliato tanto me quantoMons.l'Uditore a dormire fuoridicasa per qualche notte., aven lasciando naturalmente ben custodito il palazzo della
Nunziatura.
L'avvenimento si è svolto all'eco del cannone, che da ieri rimbomba quasi ininterottamente nei dintorni diinMonaco, nella lotta fratricida che si è impegnata fra l'armata rossa per ladellaRepubblica dei Consigli e l'armata bianca per il Ministero Hoffmann!, la quale lottante per la liberazione della capitale della Baviera dalla
durissima tirannia russo-giudaico-rivoluzionaria.
Chinato
Online since 20-12-2011, last modification 10-09-2018.
Document no. 9378
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
[München], 30 April 19191
Writer (text genesis)
PacelliStenotypistSchioppaPacelliSubject
Attentati contro la Nunziatura
4v
due
flagranti violazioni del diritto internazionale vigente presso tutti i popoli civili, 5r
dalla macchina
un pezzo essenziale al suo funzionamento. Mentre quei delinquenti, infuriati per
l'incontrataodifficoltàostacolo, erano intenti al lavoro, ho
fatto
5v
Siccome però costui, in quanto appartenente al
Comando superiore, sosteneva di non dover ricevere
Nel riferire quanto sopra all'E. V. m'inchino
6r
Io mi trovavo nella Clinica del Prof. Jochner in Monaco,
ove passai pure la notte. Anche Mons. 7r
Sembrava che il deplorevole avvenimento fosse finito e che si
potesse stare tranquilli in seguito alle assicurazioni delle autorità, quando ecco
che vVerso le ore 9 antimeridiane del giorno
appresso si ripresentarono alla Nunziatu [sic]
gli stessi due individui, cioè il Comandante dell'armatarossa delSud ed il suo aiutante, conaccompagnati da altri soldati armati e muniti di
Immediatamente per telefono furono avvertiti della cosa tanto il Comitato esecutivo, quanto il Comando della città. Infatti arrivarono alla Nunziatura con ogni sollecitudine in due automobili un membro del Comitato esecutivoanzidettocon militari armati, e coned inaltro automobile una diecina di soldati della polizia del Comando della città. Si animò una movimentata discussione sulla competenza dei poteri e la cosa minacciava di andare per l'eternità e forse di finire male; quando fu proposto che i due venuti per la requisizione insieme al membro del Comitato esecutivo si portassero dall'Egelhofer. Dopo una non breve attesa essi ritornarono in un'altra automobile, questa volta armatamunitadi una mitragliatrice, e con un non indifferente numero di soldati con fucili e bombe a mano. Il membro del Comitato esecutivo allora dichiarò all'Mons.Uditore, che mi aveva insistentemente pregato di non espormi di nuovo ad altri atti di violenza, e che perciò trattava l'affare, che il Comitato esecutivomedesimonon poteva fare alcun che per evitare il sequestro dell'automobile, trattandosi di un provvedimento di indole militare. La stessa dichiarazione fecero i soldati del Comando della città, aggiungendo che avrebbero ben potuto impegnare una lotta a mano armata contro quelli della guardia rossa, ma che era più umano risparmiare spargimento di sangue.
7v
Mgr. Schioppa con la più viva
energia protestò contro l'atto di violenza che si voleva commettere, contrario al diritto internazionale facendo inoltre
rilevare che anche in Russia ed in Ungheria si rispettavano le prerogative del Corpo
diplomatico e che non si poteva comprendere checomemembri del Comitato esecutivo e soldati della Repubblica dei Consigli non
rispettassero le disposizioni e la firma dei loro Ministri (il
Comitato esecutivo aveva rilasciatoantecedentementealla Nunziatura un regolare riconoscimento della
extraterritorialità), i quali avevano riconosciuto la extraterritorialità della
Nunziatura.A questo punto il Comandante dell'armata rossa del Sud con tono
imperiosoed arrogantesi rivolse all'Mons.Uditore e gli disse:"Non una sola parola di più; altrimenti sarà arrestato in questo stesso
momento!"A tale minaccia bisognò cedere,nonsenza però che prima Mgr. Schioppa non
avesse fatto chiaramente notare che si cedeva soltanto dinanzi alla violenza e che il
Comitato esecutivo sarebbe responsabile delle conseguenze di questo atto di violazione
del diritto internazionale.Mentre pertantoòsi procedeva al trasporto dell'automobile, il Capitano dell'esercito italiano Signor De Luca,
8r
zi al quale i due venuti per la requisizione
dovettero cedere,nonsenza prima avere con la bile sulle labbra pronunziate parole di minaccia,
fra le quali quella che tutta la banda(la Nunziatura)dovrebbe essere cacciata in carcere!Anche l'addetto italiano al Consolato svizzero(che èstatoincaricato della protezione degli italiani durante la guerra),essendo venuto a conoscenza della cosa, si recò al Comitato esecutivo e da questo ebbe una lettera di scuse per quanto era accaduto alla Nunziatura e l'assicurazione checiòil deplorevole fattonon si sarebbe più ripetuto, nonché la conferma di quanto già aveva dichiarato il Comandante in capo dell'armata rossa al Capitano De Luca.
FinalmenteCosìl'automobile fu potuto trasportarericondurrealla Nunziatura insieme ai cerchioni di gomma che erano stati anche violentemente pretesi: ma rimanegonol'atto di inaudita violenza contro il Rappresentante Pontificio, la violazione del diritto di extraterritorialità avvenuta sul terreno della Nunziatura e le minaccie [sic] scagliatecontro la Nunziatura
L'avvenimento si è svolto all'eco del cannone, che da ieri rimbomba quasi ininterottamente nei dintorni diinMonaco, nella lotta fratricida che si è impegnata fra l'armata rossa per ladellaRepubblica dei Consigli e l'armata bianca per il Ministero Hoffmann!
Chinato
1↑Datum mehrmals hds. korrigiert von Pacelli: Ursprünglich "29
Aprile 1919", dann "1 Maggio 1919", zuletzt "30 Aprile 1919".