Document no. 9378
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
[München], 30 April 19191

Writer (text genesis)
PacelliStenotypistSchioppaPacelli
Subject
Attentati contro la Nunziatura
OggiIeri Martedì 29 Aprile scorso, corrente, poco dopo le ore tre pomeridiane, si è presentato è venutovenne alla Nunziatura il Comandante dell'Armata rossa del Sud, Seyler, della col suo aiutante Brongratz ed un marinaio, tutti e tre erano armatialtri soldati armati con fucili, revolvers e granatebombe a mano. Dopo aver intimidito, colla minaccia di esplodere le granatebombe medesime, il servo della Nunziatura che aperse ha aveva aperto loro la porta, hanno dichiarato che erano venuti allo scopo di impadronirsi sono entrati <entrarono> colla forza, dichiarando che volevano impadronirsi dell'automobile della Nunziatura.(splendida carrozza cogli stemmi pontifici), e chiesero di parlare immediatamente col Nunzio. Trovandosi in quel momento Mons. Uditore fuori di casa, mi sonopresentatoi io stesso a quei forsennati, fecied ho fatto loro rilevare al Comandante che il penetrare colla violenzaviolentemente nella Nunziatura ed il requisire manu militari l'automobile costituivano
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due flagranti violazioni del diritto internazionale vigente presso tutti i popoli civili, e glimostrandoglie gli mostrai altresì il relativo certificato di extraterritorialità rilasciato dal Commissario del popolo per gli Affari Esteri, di cui ho avutoebbi l'onore di riferire all'E. V. R. nel mio rispettoso Rapporto N. 12572. Per tutta risposta il Comandantel'aiutante - orribile tipo di delinquente - mi ha puntatospianò la rivoltella contro il petto, ed esibendo mialla sua volta un certificato del Comandante in capo della Guardia Rossa Egelhofer, ha detto mi disseil Comandante – orribile tipo di delinquente –, dopo aver dato ai suoi satelliti l'ordine dipor mano alle granatetener pronte le bombe a mano, mi disse insolentemente che qualsiasi discorso era inutile e che egli doveva aver subito l'automobile per recarsi al fronte. Ho replicatoReplicai con energia che protestavo contro l'attentato, ma che, di fronte alla brutale violenza, permettevo al servo anzidetto di aprire il garage. Essi si sonoTutta la banda si è Tutti si sono Il Seyler col seguito si si recò allora colà, recata i, e, mercécoll'l'aiuto di uno chauffeur venuto coninsieme a lui, hanno cercatocercò di porre in movimento l'automobile; opera ardua, perché lo chauffeur della Nunziatura, in previsione dell'attentato,accaduto, aveva tolto
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dalla macchina un pezzo essenziale al suo funzionamento. Mentre quei delinquenti, infuriati per l'incontrataodifficoltàostacolo, erano intenti al lavoro, ho fatto tentato di fattofeci telefonare al competente Ministero degli Affari Militari per protestare contro la violazione del territorio neutrale della Nunziatura. La risposta è statafu però poco incoraggiante: se l'automobile non veniva immediatamente consegnato, la Nunziatura sarebbe stata bombardata e tutta la banda (sic), ossia il personale della Nunziatura medesima, ver sarebbe stata arrestata. Fallitoaquestoatentativo,prova, e malgrado la difficoltà derivante dal fatto che una sentinella armata sorvegliava il telefono, mi riusciva son riuscitoriuscii a far avvertire Mons. Schioppa, affine di tentare un passo presso il Comandante della città. Questi infatti, per buona sorte interessato subito da Mons. Uditore, hacapitoì la situazione; e verso le cinque, ossiacioècircaben due ore circa da chedopo che la Nunziatura era stata invasa, giunsero sono giuntigiunsero tre agenti di sicurezza, i quali intimarono hanno intimatointimarono al Comandante della Guardia Rossa di desistere dalla sua impresa.
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Siccome però costui, in quanto appartenente al Comando superiore, sosteneva di non dover ricevere aver a dover sottostare agli ordini dal Comandante della città, ne nacque è natosorse fra le due parti un forte diverbio, finché, come a Dio piacque è piaciutopiacque, alle ore sei, in seguito a nuove istruzioni delledi non so quali Autorità, l'intraprendente Seyler abbandonò ha abbandonatosi è allontanato <nò>,la Nunziatura, lasciando altresì il non trasportabilel'automobile. Così nella Nunziatura ètornataòper il momento la ca quiete, ma in simili condizioniniuno può dire che cosa arrecherà l'indomani! potrà ma soltanto per il momento. <poco.>
Nel riferire quanto sopra all'E. V. m'inchino La mattina seguente <Stamane> io mi trovavo nella Clinica del Prof. Jochner, ove, avendo avuto recentemente un forte attacco d'influenza ed essendo sofferente di stomaco, sono sottoposto ad una cura speciale. Mons. Schioppa era in Nunziatura. Verso le 9
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Io mi trovavo nella Clinica del Prof. Jochner in Monaco, ove passai pure la notte. Anche Mons. Uditore <Schioppa> aveva dormito le notti precedenti fuori di casa presso un suo amico della Legazione d'Austria, e quella sera medesima io gli raccomandai vivamente di fare lo stesso. Essendosi egli però alle ore 7 sette pom. recato in Nunziatura per la cena, credette, di non poterne a causa di di non poterne più uscire senza pericolo e giudicò quindi più sicuro di rimanervi. Disgraziatamente, però, invece,
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Sembrava che il deplorevole avvenimento fosse finito e che si potesse stare tranquilli in seguito alle assicurazioni delle autorità, quando ecco che v
Verso le ore 9 antimeridiane del giorno appresso si ripresentarono alla Nunziatu [sic] gli stessi due individui, cioè il Comandante dell'armatarossa delSud ed il suo aiutante, conaccompagnati da altri soldati armati e muniti di questa volta diun foglio firmato da Egelhofer, Capo Supremo dell'armata rossa, che li autorizzava a requisire l'automobile della Nunziatura.
Immediatamente per telefono furono avvertiti della cosa tanto il Comitato esecutivo, quanto il Comando della città. Infatti arrivarono alla Nunziatura con ogni sollecitudine in due automobili un membro del Comitato esecutivoanzidettocon militari armati, e coned inaltro automobile una diecina di soldati della polizia del Comando della città. Si animò una movimentata discussione sulla competenza dei poteri e la cosa minacciava di andare per l'eternità e forse di finire male; quando fu proposto che i due venuti per la requisizione insieme al membro del Comitato esecutivo si portassero dall'Egelhofer. Dopo una non breve attesa essi ritornarono in un'altra automobile, questa volta armatamunitadi una mitragliatrice, e con un non indifferente numero di soldati con fucili e bombe a mano. Il membro del Comitato esecutivo allora dichiarò all'Mons.Uditore, che mi aveva insistentemente pregato di non espormi di nuovo ad altri atti di violenza, e che perciò trattava l'affare, che il Comitato esecutivomedesimonon poteva fare alcun che per evitare il sequestro dell'automobile, trattandosi di un provvedimento di indole militare. La stessa dichiarazione fecero i soldati del Comando della città, aggiungendo che avrebbero ben potuto impegnare una lotta a mano armata contro quelli della guardia rossa, ma che era più umano risparmiare spargimento di sangue.
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Mgr. Schioppa con la più viva energia protestò contro l'atto di violenza che si voleva commettere, contrario al diritto internazionale facendo inoltre rilevare che anche in Russia ed in Ungheria si rispettavano le prerogative del Corpo diplomatico e che non si poteva comprendere che
comemembri del Comitato esecutivo e soldati della Repubblica dei Consigli non rispettassero le disposizioni e la firma dei loro Ministri (il Comitato esecutivo aveva rilasciatoantecedentementealla Nunziatura un regolare riconoscimento della extraterritorialità), i quali avevano riconosciuto la extraterritorialità della Nunziatura.A questo punto il Comandante dell'armata rossa del Sud con tono imperiosoed arrogantesi rivolse all'Mons.Uditore e gli disse:"Non una sola parola di più; altrimenti sarà arrestato in questo stesso momento!"A tale minaccia bisognò cedere,nonsenza però che prima Mgr. Schioppa non avesse fatto chiaramente notare che si cedeva soltanto dinanzi alla violenza e che il Comitato esecutivo sarebbe responsabile delle conseguenze di questo atto di violazione del diritto internazionale.
Mentre pertantoòsi procedeva al trasporto dell'automobile, il Capitano dell'esercito italiano Signor De Luca, ottimo signore,distaccatoa Monaco da qualche giornodalla Missione militare di Berlinoed ottimo signore,avendo saputoappresoquanto succedevaaccadeva, alla Nunziatura si portò al Comando Supremo dell'armata rossa, e(di suaesclusivainiziativa, ed anzi ad insaputa della Nunziatura medesima)richiese a nome del Governo italiano il rilascio dell'automobile, protestando contro quanto era avvenuto. Il passo ebbe felice risultato, giacché l'Egelhofer consegnò al suddetto Signor Capitano un ordine per l'immediatoarilascioriconsegnadella vettura. Così fu potuto raggiungereriaverel'automobile, che già era stato trasportato algaragedella Ditta Benz per le opportune riparazioni. Ivi fu mostrato l'ordine dell' Egelhofer, dinan-
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zi al quale i due venuti per la requisizione dovettero cedere,
nonsenza prima avere con la bile sulle labbra pronunziate parole di minaccia, fra le quali quella che tutta la banda(la Nunziatura)dovrebbe essere cacciata in carcere!
Anche l'addetto italiano al Consolato svizzero(che èstatoincaricato della protezione degli italiani durante la guerra),essendo venuto a conoscenza della cosa, si recò al Comitato esecutivo e da questo ebbe una lettera di scuse per quanto era accaduto alla Nunziatura e l'assicurazione checiòil deplorevole fattonon si sarebbe più ripetuto, nonché la conferma di quanto già aveva dichiarato il Comandante in capo dell'armata rossa al Capitano De Luca.
FinalmenteCosìl'automobile fu potuto trasportarericondurrealla Nunziatura insieme ai cerchioni di gomma che erano stati anche violentemente pretesi: ma rimanegonol'atto di inaudita violenza contro il Rappresentante Pontificio, la violazione del diritto di extraterritorialità avvenuta sul terreno della Nunziatura e le minaccie [sic] scagliatecontro la Nunziatura stessa,chele quali,dato lo stato di eccezionale eccitamento che qui regna ed il duplice scacco subito dal Signor Comandante dell'armata rossa del Sud e dal suo degno aiutante, potrebbero essere attuate edche hannoperciòconsigliato tanto me quantoMons.l'Uditore a dormire fuoridicasa per qualche notte., aven lasciando naturalmente ben custodito il palazzo della Nunziatura.
L'avvenimento si è svolto all'eco del cannone, che da ieri rimbomba quasi ininterottamente nei dintorni diinMonaco, nella lotta fratricida che si è impegnata fra l'armata rossa per ladellaRepubblica dei Consigli e l'armata bianca per il Ministero Hoffmann! , la quale lottante per la liberazione della capitale della Baviera dalla durissima tirannia russo-giudaico-rivoluzionaria.
Chinato
1Datum mehrmals hds. korrigiert von Pacelli: Ursprünglich "29 Aprile 1919", dann "1 Maggio 1919", zuletzt "30 Aprile 1919".
Recommended quotation
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro from 30 April 19191, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 9378, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/9378. Last access: 22-12-2024.
Online since 20-12-2011, last modification 10-09-2018.