Subject
L'Imperatore d'Austria-Ungheria a Monaco
Oggi è
venuto
Come l'E. V. R. avrà già appreso dai pubblici fogli, oggi è stato di passaggio per questa Capitale S. M. l'Imperatore d'Austria-Ungheria.
Nel pomeriggio S. E. il Signor Conte Thurn e Valsássina, Ministro unga austro-ungarico in Baviera, ha offerto al suo Sovrano un the, al quale erano invitati il Corpo diplomatico e la colonia austriaca ed il Corpo diplomatico; anche io quindi sono stato
mi trovavo tra i
ero tra i
presenti al ricevimento
ho preso parte al ricevimento.
Sua Maestà, dopo aver
L'Imperatore, scambiata, secondo l'uso, qualche cortese parola
cortese
con ognuno dei presenti, si è a me di nuovo avvicinato e, dopo avermi detto molto amabilmente che godeva assai di potermi parlare, mi ha condotto con grande amabilità di espressioni in una stanza vicina, ove son rimasto coll'Imp con Lui ove mi ha trattenuto a lungo da solo sino al momento, in cui il 12v
Conte Thurn gli
gli
gli ha annunziato esser giunta l'ora di recarsi alla stazione per la partenza.
L'Imperatore, il quale mi ha chiesto subito colla più viva sollecitudine notizie del S. Padre, ha improntato tutta la sua conversazione ai sentimenti della più vivao e
edificante e profondo attaccamento verso la S. Chiesa e verso l'Augusta Persona di Sua Santità. Mostrando chiaramente di non aver fiducia nella vittoria degli Imperi Centrali, ha esclamato che bisogna giungere alla pace ad ogni costo. Mi ha domandato allora
quindi se il Sig. Conte Thurn avevami fatto comunicato la
e sua
e
risposta
intenzionidisposizioni circa le trattative di pace coll'Italia (cfr. Rapporto riservato
N. 6915 del 5 Giugno scorso). Ho
R
risposi
to di sì, ma che rimaneva a vedere
appunto la questione se la richiesta integrità della Monarchia debba considerarsi come salva soltanto nel caso di una rettifica di frontiera con reciproche cessioni di territori nel confine stesso italo-austriaco (nel qual caso ed allora sarebbe inutile vano di pensare a trattative di qualsiasi genere), ovvero 13r
anche nell'ipotesi di concessioni all'Italia su detta frontiera con compensi all'Austria nelle colonie (dalle quali
fra cui rimaneva però
naturalmente esclusa la Tripolitania). Sua Maestà
L'Imperatore mi ha dichiarò
ato apertamente che egli ammettera questa seconda ipotesi, ossia la cessione di territori all'Italia dietro compensi coloniali; ma che, essendo egli
trovandosi costretto, sopratutto in seguito agli
ai noti attacchi fr
mossi recentemente
mossi contro di lui e contro l'Imperatrice, ad essere assai prudente e circospetto, ne avrebbe parlato
dovuto parlare col Ministro Conte Burian, promettendomi
e mi ha promesso
al tempo stesso
di che mi avreb avrebbe trasmesso la
una risposta per mezzo del Conte Thurn. Da ciò risulta con evidenza che Sua Maestà (la quale vede molto chiaramente i pericoli, cui è esposta la Monarchia) sarebbe personalmente disposta alle più larghe concessioni; ma le sue ottime disposizioni
intenzioni temo s'infrangano contro il volere degli uomini di Stato austriaci. 13v
Dopo di ciò, l'Imperatore mi ha disvelato
parlatoparlato
ha lungamente e con molti dettagli
parlato
parlato
sul
l'
penoso
fece un penosissimo sull'ar
argomento, di cui ho riferito all'Em. V. nella mia rispettosa lettera personale di alcuni giorni or sono; ma, ritenendo
sembrandomi, tuttavia, sufficiente quanto Le ho già in proposito comunicato
compiuto il dovere penosissimo dovere di comunicarLe,
mi astengo dal ritornare
mi permetto astenermiprego V. E. di dispensarmi dal tornare a discorrere di
su tale spiacevole materia.
Chinato
La ristrettezza del tempo non mi ha invece permesso di trattenermi rimanere se non per pochissimi momenti col Sig. Conte Burian, col quale quindi non mi è stato possibile discutere il primo la questione della pace. Egli mi ha detto che, sebbene l'intervento dell'America desti le più gravi preoccupazioni, tuttavia gl'Imperi centrali sono certi, nonostante qualche perdita di terreno, su d'impedire lo sfondamento del fronte in Francia, e che, esaurita la attuale offensiva (dopo la quale verrà, come di consueto, un period certo periodo di tregua), si farebbe qualche tentativo di pace. Il Ministro non fece ha fatto che un fugace accenno all'Italia; ma furono le sue parole, che, pur nella loro correttezza diplomatica, rivelavano un profondo disprezzo per l'antica alleata.
Chinato
Recommended quotation
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro from 28 August 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 4849, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/4849. Last access: 06-10-2024.