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Le Memorie del Kaiser e l'azione pontificia per la pace nel 1917
Verso la metà dello scorso mese di Agosto venni ad apprendere che nelle Memorie del Kaiser, la cui pubblicazione si annunziava come prossima, vi era un capitolo sull'azione pontificia per la pace nel 1917. Conoscendo la natura anormale e fantastica di Guglielmo II, e prevedendo quindi che le più strane inesattezze avrebbero potuto apparire nel detto capitolo, pregai l'ottimo e Revmo D. Ildefonso Herwegen O. S. B., Abate di Maria Laach, che ha avuto sempre persona grata all'ex-Imperatore, di [ottenermi] le
bozzerelative bozze, affine di poter proporre i necessari emendamenti, anche allo scopo di evitare spiacevoli smentite e rettifiche. Il sullodato P. Abate non esitò, in seguito a tale preghiera, di recarsi personalmente dal Kaiser in Olanda; ebbe però làed apprendere che la stampa del libro talmente inoltrata da rendere impossibile eventuali correzioni. Tuttavia egli ha ricevuto [ein Wort unlesbar] ora per incarico dell'ex-Imperatore le boz il testo le relative bozze, che qui accluse co mi compio il dovere di trasmettere senza indugio all'E. V. R.
Il summenzionato capitolo intitolato "Il Papa e la pace" tratta esclusivamente della mia visita all'Imperatore in Kreuznach nel Giugno 1917. – Non occorre che [ri] ricordi all'E. V. come in detta occasione ero incaricato di rimettere a Sua 183v
Maestà una Lettera Autografa del S. Padre, nella quale l'Augusto Pontefice esprimeva le Sue ansiose preoccupazioni per il prolungarsi della guerra e per l'accrescersi l'accumularsi delle rovine materiali e morali, che ne derivavano. Avevo poi la istruzione di esortare caldamente l'Imperatore a fare tutto il possibile per mettere fine a tanti mali, anche se si dovesse rinunziare a qualcuno degli scopi di guerra, perseguiti dal popolo tedesco. (Dispaccio N. 34657 del 13 Giugno 1917). Nel cifrato del 30 Giugno di e nel rispettoso Rapporto N. 440 di quello stesso giorno ebbi l'onore di dare all'E. V. ampia relazione della mia visita al Kaiser in Kreuznach. Riferii Riferii come Guglielmo IImi avesse risposto che la Gedi aspetto esaltato ed anomalo, mi avesse risposto che la Germania non aveva provocato la guerra, ma che era costretta a difendersi contro le mire di distruzione dell'Inghilterra, la cui potenza offensiva (aggiunse egli dando col pugno stretto un vigoroso colpo nell'aria) doveva essere spezzata. Parlò poi dei pericoli che presentava l'azione del socialismo internazionale per la pace ed espresse la [oppor] il pensiero che il S. Padre emanasse un Atto solenne, diretto al clero ed ai fedeli di tutto il mondo, nel quale comandasse loro la preghiera ed il lavoro concorde in favore della pace. Nella medesima Udienza imperiale io insistetti lungamente vivamente, a nome di Sua Santità, presso l'Imperatore il Kaiser, affinché ordinasse che fosse posto un termine alle deportazioni degli operai nel Belgio; 184r
argomento, di cui mi ero pure interessato nel precedente soggiorno in Berlino.
Tale Ora invece la narrazione del Kaiser nelle sue Memorie sconvolge completamente la veritàdei fatti. Nessuno Nessun accenno vi si riscontra non solo circa l'argomento delle deportazioni, ma nemmeno circala lettera pontificia e le esortazioni da me fattegli in nome dell'Augusto del S. Padrea favore per della pace, anche a costo di anche se per pur se avesse dovuto costargli qualche sacrificio. È egli, Guglielmo II,che si sforza di persuadere il Nunzio sull'obbligo del Papa, di agire a favore della pace
di agire per la pace di interporsi per la pace come "Vicario di Cristo in terra", d'interporsi a favore per la pace,anche se ciò dovesseesporloa pericoli e costargli il martirio. Il Nunzio muove parecchie obbiezioni, contro tale
concetto ididea,che io non ho in realtà mai espresso; come, ad esempio,quella che al Papa era difficile di fare qualche cosa di praticoper la pace,perché non è libero e non ha territorio proprio, e dipendendo in Roma dalla potestà civile; tuttavia finisce col persuadermi. Invece il "cappellano" che mi accompagnava (il Kaiser vuole alludere all'Uditore, Revmo Mons. Schioppa), – prete maleducato il quale s'immischia nel discorso, anche senza essere interrogato, ogni qualvolta teme che il Nunzio si lasci influenzare dagliargomenti dell'Imperatore – dichiara che un simile passo del S. Padre come assolutamente impossibile, giacché ne deriverebbero conseguenze pericoloseper il Vaticano. Il Governo ecciterebbe subito la "piazza" contro il Vati-184v
cano, il quale potrebbe essere assalito, mettendo
il Papa in pera rischio la vita del Papa. Il Kaiser non vuol credere a queste asserzioni, ma il "cappellano" si riscalda sempre più e dipinge a foschi colori il terrore della "piazza". L'Imperatore obbietta che, per occupare il Vaticano, sarebbe necessaria una batteria di mortai pesanti e di obici, nonché pionieri e truppe d'assalto per un regolare assedio,
tutte cose tutte e che inoltre in Vaticano si erano presi provvedimenti contro simili casi.. Questo tema della "piazza" torna ripetutamente sino alla fine, allorché il Kaiser, dopo aver parlato(come si è già sopra accennato) sulla necessità che il Papa sia pronto al ma anche al martirio ad imitazione del redentore, cont conclude il suo racconto: "Il Nunzio con occhi sfolgoranti mi prese la mano e disse con accento di profondacommozione: = Vous avez parfaitement raison! C'est le devoir du Pape, il faut qu'il agisse, c'est par lui que le monde doit être regagné à la paix. Je transmettrai vos paroles à Sa Sainteté =, mentre il "cappellano" si allontanava scuotendo il capo e mormorando fra sé: = Ah, la Piazza, la Piazza! ="
Data la grande diffusione che hanno le Memorie anzidette, di cui è già cominciata la pubblicazione sul sui pubblici fogli in Germania, in Francia, ecc. 185r
sarebbe, a mio subordinato avviso, di indispensabile di opporre, appena il capitolo surri in discorso verrà a luce (il che sembra si verificherà verso la metà dell'entr del prossimo mese di Ottobre), una chiara smentita a così fantastica narrazione, la quale, oltre tutte le sue inverosimili stranezze, fa apparire di fronte alla storia come se la iniziativa del Sommo Pontefice Benedetto XV di santa memoria nel susseguente mese di Agosto, fosse stata non una iniziativa spontanea di questo Grande Papa della pace, ma una conseguenza dell'impulso dato dall'Imperatore di Germania. Sarei poi vivamente grato, se l'E. V. si degnasse di farmi conoscere colla maggior possibile sollecitudine, se ed in quali termini Ella si propone di formulare la smentita medesima, affinché anche io possa agire qui nello stesso senso,. massime in vista
Dopo di ciò chinato
183r, oberhalb des Textes hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten vermerk: "C".
Recommended quotation
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro from 27 September 1922, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 12680, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/12680. Last access: 22-12-2024.
Online since 31-07-2013, last modification 29-09-2014.