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Sulle prestazioni finanziarie dello Stato alla Chiesa in Prussia
Col mio rispettoso Rapporto N. 3 N. 30288 in data del 10 Aprile p. p. compii il dovere di
trasmettere all'E. V. R. copia delle Note da me indirizzate in data del
20 Marzo e del 7 Aprile del corr. anno rispettivamente al Sig. Ministro degli Affari Esteri del
Reich ed al Sig. Ministro del Cultoprussiano relativamente alla soppressione o
diminuzione delle prestazioni finanziarie dello Stato alla Chiesa in Germania. L'E. V.
col venerato Dispaccio N. 29974 del 3 Maggio p. p. si degnò di dare alle
medesime la Sua superiore approvazione.
Il summenzionato Ministro del Culto, Sig. Boelitz, mi ha
risposto colFoglio in data del 19 M dello stesso mese di Maggio, da di cui
l'E. V. troverà qui acclusa copia insieme al relativo Allegato. In
essa114v
egli
comincia col manifestare la sua soddisfazione per avere (così egli
aff afferma) "dal dalla mia Nota
"nuovamente rilevato come anche la
S. Sede considera come ancora giuridicamente vigenti le Convenzioni
concluse già cento anni or sono
e confermate dalle Bolle di circoscrizione". - Che "il
Governo prussiano (continua il Sig. Boelitz) tenga la stessa opinione, è ben noto a
Vostra Eccellenza. In conformità di ciò, né io né il Sig. Ministro prussiano delle
finanze mettiamo menomamente in dubbio che gli obblighi finanziari, assunti nell'anno 1821 dal Re di Prussia in armonia
colla Bolla De salute animarum a favore delle ripristinate Sedi ves Diocesi
del suo Paese non possono essere mocambiati se non d'intesa colla Curia romana. Lo stesso vale per le
stipulazioni delle
Bolle Provida solersque e Impensa Romanorum. Che poi
la Chiesa cattolica,
sia pronta nelle
115r
negli accordi da concludersi
al al
riguardo, sia pronta a tener conto della difficile situazione dello Stato, abbiamo tanto il Sig.
Ministro delle Finanze che io appreso con compiacenza. Egualmente riconoscente grato sono a Vostra Eccellenza per avermi dato confidenzialmente
conoscenza comunicazione della Sua Nota al Sig. Ministro degli Affari Esteri del Reich
N. 30071 del 20 Marzo c. a. Ancor più riconoscente lo sarei stato,
se Vostra
Eccellenza, prima di ricorrere al Reich, si fosse presso di me informata, se la
Prussia ha arbitrariamente
diminuito gli assegni onorari dei Vescovi e dei Capitoli, fissati nelle Bolle, come pure gli assegni
degli dovuti agli ecclesiastici in base ad altri titoli giuridici. Una tale
supposizione non può essere fondata che su inesatte informazioni".
Il Sig. Ministro
prosegue: "Nei bilanci dello Stato dall'anno 1920
al115v
1923 inclusive gli assegni a basati sulle Bolle,
come pure i supplementi degli onorari di alcuni Vescovi ed alle spese delle
amministrazioni diocesane, approvati la prima volta nel 1906
in mod come supplementi revocabili, sono registrati
semplicemente colle tradi consuete somme in marchi. In seguito però alla perdita della guerra, e soprattutto ai
noti avvenimenti nel territorio della Ruhr contrari al diritto intern internazionale,
si è avuto un tale annientamento
della valuta tedesca, [tanto] che il marco, il quale aveva un tempo in tutto il mondo
il suo pieno valore, ha perduto la sua forza di acquisto. Malgrado le terribili conseguenze
di tale stato di cose, per cui molte classi del ceto medio sono rimaste ridotte alla completa miseria,
lo il Reich si è veduto costretto a sospendere il pagamento degli
interessi ed il rimborso perfino di quei prestiti, che il popolo tedesco durante e dopo la
guerra ha sottoscritto, affine di render possibile all'Impero la continuazione della sua difesa ed il
manteni-116r
mento della sua
amministrazione. Lo Stato prussiano,
tuttavia, non si è limitato nel neli pagamentoi ad esso
incombentei secondo le Bolle di circoscrizione, non si è limitato alle somme in
marchi-carta, le quali corrispondono a quelle in talleri o fiorini fissate nelle Bolle
medesime. Come infatti risulta dall'accluso prospetto, lo
Stato,pur senza
attendere corrispondenti proposte delle Autorità ecclesiastiche, ha, in
seguito al progressivo deprezzamento
del marco, effettuato a partire dal 1° Aprile 1920 una valorizzazione degli assegni dei
Vescovi e dei [suoi] membri dei Capitoli proporzionata
ai mi agli aumenti di
stipendio degli impiegati. Se questa valorizzazione fosse stata nello scorso anno sempre attuata soltanto dopo previi accordi coi Vescovi,
questi avrebbero probabilmente ricevuto sempre pagamenti deprezzati. Io avevo quindi creduto che si avrebbe con
riconoscenza apprezzato
116v
l'come il Sig. Ministro delle Finanze ed io abbiamo
dato luogo d'ufficio agli
aumenti degli onorari dei Vescovi e dei Canonici.
I surriferiti eventi degli scorsi anni fecero comparire gli
assegni delle Bolle di circoscrizione, indicati nel nei progetti di bilanciodietro la linea, come di nessun valore ed anzi assolutamente ingannevoli. Apparve quindi
necessario di mettere nel
[ein Wort unlesbar] di bilancio per il 1924, compilato
sulla base del
marco-oro, semplicemente come notizia, le somme dovute alla diocesi secondo le Bolle e di indicare invece dietro la linea
quelle somme in marchi-oro, le quali secondo la situazione delle finanze dello Stato in Prussia possono
essere spese per la Chiesa.
Siccome, come si è già detto, in Germania giuridicamente la valuta vigente è tuttora il
marco, perciò allo Stato prussiano non incombel'obbligo di pagare in eguali somme in marchi-rendita
od in marchi-oro le sue obbligazioni rimontanti
all'anteguerrae pagabili in
marchi.
117r
In conseguenza di ciò i pagamenti messi in preventivo per i
Vescovi non potevano esser qualificati che come supplementi revocabili. Osservo tuttavia
espressamente che con questi pagamenti provvisori volontari
nulla viene naturalmente modificato mutato riguardo agli alle sue obbligazioni
già in passato stipulate, e che il Signor Ministro delle Finanze ed io siamo volentieri
disposti a [ad] fissare altrimenti provvisoriamente, non
appena inGermania si
potrà contare con una valuta sicuramente stabile, i pagamenti da prestarsi
in per l'avvenire.
L'introduzione del marco-rendita non ha importato, come è noto, nessun cambiamento di
valuta, e non è
stato che un espediente per
impedire un ulteriore abbassamento della valuta tedesca.
Quanto si è detto circa le dotazioni
delle diocesi, vale an si applica altresì a quegli obblighi giuridici che incombono
allo Stato prussiano verso117v
singoli istituti o corporazioni
ecclesiastiche. Anche per questi
lo Stato è obblig tenuto so a pagare soltanto in marchi (carta). Poiché
poi però questiil marco-(carta)ha
nnoperduto la sua forza di acquisto e siccome perciò somme di alcune
migliaia di marchi (carta) non rappresentano oggi più nulla, ho dato ordine alle Prefetture,
per motivi puramente tecnici, di sospendere anche formalmente quei versamenti per sé praticamente non più
effettuabili. Con ciò tuttavia non si è inteso in alcun
modo di ricusare intieramente a quegli istituti ecclesiastici, i quali hanno diritti da far valere di fronte allo Stato, l'adempimento delle
corrispondenti obbligazioni. Che anzi nel bilancio del 1924 sono state iscritte nel capitolo
121 a dietro la linea due somme di marchi-oro 86.340 e 150.000, grazie alle quali spero di
poter portare intanto i versamenti alle singole Kirchengemeinden ad una considerevole parte dell'ammontare
dell'anteguerra.118r
In quale larga misura, senza pari nell'amministrazione
finanziaria della Prussia, siasi provveduto nel nuovo bilancio, malgrado la tremenda
situazione economica dello Stato, ai bisogni ecclesiastici, l'Eccellenza Vostra potrà
desumere da quanto appresso:
Il
bilancio del 1914 contava per scopi ecclesiastici (cattolici) 10.866.000 marchi. Da quel tempo lo
Stato prussiano ha perduto, - oltre ili territori di Eupen-Malmedy, dell'Alta Slesia polacca, di Memel e
dello Schleswig settentrionale, - quasi tutto il territorio dell'archidiocesi di Gnesen e
Posen e della diocesi di Culma. Sottraendo dai suddetti 10.866.000 marchi i marchi 954.000,
i quali erano destinati per le summenzionate diocesi distaccate dalla Prussia, rimane per l'attuale territorio
dello Stato prussiano nelbilancio
del 19l4 la somma
complessiva di marchi 9.911.000. Ora invece nel bilancio del 1924 sono previsti per i menzionati scopi 13.094.000
marchi-oro. Questo con-118v
siderevole aumento delle prestazioni
finanziarie dello Stato per tali scopi è dovuto al fatto che lo Sta lo Stato
concorre ora, in misura notevolmente maggiore che prima della guerra, agli assegni per i
parroci. L'Eccellenza Vostra non potrà non riconoscere questa larga condiscendenza dell'Amministrazione del Culto
in Prussia verso la Chiesa cattolica. Credo di poter affermare che in nessun altro ramo
dell'amministrazione dello Stato, per istituti rimasti quali
erano, si è proceduto nel calcolare i sussidi
governativi in misura con larghezza anche soltanto approssimativamente eguale.
È
vero che nel progetto di bilancio per il 1924 gli assegni dei Vescovi sono rimasti,
corrispondentemente alle nostre strettezze finanziarie, più bassi di quel che avrei
desiderato. Intanto però il Sig. Ministro delle Finanze si è dichiarato pronto ad accordare
ai dignitari ecclesiastici, a decorrere dal 1° Aprile del corrente anno, gli
assegni onorari indicati119r
nell'Allegato con
inchiostro rosso. Quindi il Sig.
Cardinale Arcivescovo di Colonia, poiché colà viene versato un supplemento del
22 % a tutti gli stipendi, percepirà 18.300 marchi, vale a dire più che un Ministro
di Stato prussiano, ed il Signor Cardinale Principe –
Vescovo di Breslavia almeno circa lo stesso. altrettanto. Gli assegni dei Vescovi di
Hildesheim, Osnabrück e Fulda ammonteranno in marchi-rendita a somme soltanto alcun poco
inferiori a quelle stabilite nelle Bolle, mentre che
superiore sarà il reddito del Vescovo di Limburg. Invece gli onorari di tutti i Canonici e
Vicari delle Chiese cattedrali, come pure dei capitolari di Aquisgrana, ricevevano per le spese un onorario
in marchi-oro (o marchi-rendita) non sorpasseranno nel 1924 non di poco quelli
assegnati per essi nelle Bolle medesime. Tale disuguaglianza nel calcolo degli stipendi dei
dignitari ecclesiastici dipende da ciò che il Clero delle Chiese cattedrali durante
il119v
crollo della valuta espresse ripetutamente il desiderio
di essere equiparato negli assegni a determinate categorie di impiegati. Ora, siccome in
Prussia gli stipendi degli alti funzionari dello Stato sono stati molto maggiormente
diminuiti che quelli degli impiegati medi ed inferiori, lo stesso ha dovuto aver luogo anche
per gli ecclesiastici assegni del Clero.
Tutti questi versamenti previsti nel
bilancio per l'anno 1924 sono però provvedimenti soltanto provvisori, imposti dalle
strettezze del momento
attuale.
Del resto, oltre alle somme accordate sui fondi dello Stato, sono stati
concessi nell'anno 1923 durante il crollo
della valuta in varie epoche non irrilevanti sussidi per scopi
ecclesiastici in
base alla legge per il pareggio delle finanze, che sotto forma di cosiddetti acconti sui
futuri introiti delle tasse imposte ecclesiastiche. Così, ad esempio, per il Decembre
1923 vennero versati120r
dalle casse dello Stato per conto del
Reich 190.350 marchi-oro come supplemento agli assegni per i vicarii cooperatori
e gli impiegati delle chiese, mentre che per il periodo dal 16 Gennaio al 31 Marzo
del corrente anno sono stati messi per mio mezzo a disposizione delle chiese dai fondi del
Reich 623.544 marchi-oro. In considerazione poi delle speciali strettezze del Clero nelle regioni occupate e nel
territorio invaso (Ruhr), furono inoltre accordati sempre dal
Reich, oltre ai supplementi agli aumenti ed ai sussidi concessi a tutti
gli impiegati in quei distretti, altri 476.868.000 marchi dal 29 Marzo al
1° Giugno 1923 e 405.241.000.000 marchi dal 21 Luglio al 24 Ottobre. Sebbene
queste somme fossero in
marchi-carta, pure al momento del versamento questi rappresentavano ancora una non
considerevole forza di acquisto.
In considerazione
dei fatti120v
suesposti, vorrà ammettere con me
che
non esservi alcun motivo di inquietudine o di malcontento nel popolo cattolico, quasi che nel bilancio
preventivo delper il 1924
non siano stati tenuti in sufficiente conto i suoi
bisogni religiosi, ovvero di sorpresa riguardo al contenuto del medesimo".
Avendo
comunicato senza indugio agli Eminentissimi Bertram e Schulte la surriferita Nota del
Sig. Ministro del Culto agli Eminentissimi
Bertram e Schulte, quest'ultimo mi ha risposto tra
l'altro, quanto segue:
"Convengo con V. E. che la Nota del Sig. Ministro prussiano per la
scienza, l'arte e l'istruzione popolare non può rimanere senza replica...
L'arbitraria diminuzione degli assegni
fissati per q i Vescovi ed i Capitoli nel Concordato non può esser negata dallo Stato. Che poi essa duri ancor
oggi riguardo, ad esempio, agli onorari dei Vescovi, è evidente;
essa121r
è arbitraria, perché effettuata senza previa intesa colla Chiesa. Già
al in una precedente mia lettera mi permisi di rilevare come l'adempimento o meno da parte dello Stato
delle obbligazioni concordatarie è stato
sorvegliato dall'Episcopato molto prussiano assai negligentemente e soltanto
occasionalmente, e come in ultima analisi lo Stato prussiano ha agito praticamente quasiche il Concordato fosse stato concluso conchiuso non con Roma, ma coi
Vescovi prussiani. La colpa di non aver pienamente e continuamente tenuto la S. Sede al
corrente di tale svolgimento della questione può ben ricadere sull'Episcopatostesso. Ma ora sarebbe tempo di far comprendere energicamente
al Governo prussiano che la S. Sede stessa invigila essa stessa sulla esatta osservanza degli obblighi
concordatari dello Stato".
D'altra par Dal canto suo, l'Emo Bertram mi ha inviato
il materiale raccolto nelle varie diocesi della Prussia, materiale voluminoso ed irto di cifre, ma,121v
come egli
stesso riconosce, ineguale ed incompleto; non mi ha invece fatto avere il Promemoria da me richiestogli circa i desiderata dell'Episcopato
prussiano (cfr. Rapporto N. 30288 del 10 Aprile 1924 e Dispaccio N. 29974 del
3 Maggio u. s.).Mi sono quindi
affrettato,a norma delle istruzioni edell'autorizzazione già impartitemi dall'E. V., a dirigere al Sig. Ministro prussiano del
Culto Sig. Boelitz in data del
23 corrente la replica Nota di replica, che
ho l'onore di inviare
tra trasmettere qui acclusa nel testo tedesco e nella
traduzione italiana (Allegati III e IV). In essa ho innanzi tutto
confutato le asserzioni del Governo prussiano ed ho poi proposto le basi generali per ilun nuovo regolamento delle
prestazioni finanziarie dello Stato alla Chiesa in Prussia. Allorché sarà stato Se si
riuscirà a raggiungere un accordo di massima, occorrerà poi
curarne l'applicazione per ogni singola diocesi, essendo la situazione diversa in ciascuna
di esse.
Nell'implorare pertanto i venerati ordini dell'E. V. per l'ulteriore
trattazione di questo importante, complicato e difficile affare, m'inchino
links über
dem Textkörpers hds. von unbekannter Hand notiert, vermutlich von einem
Nuntiaturangestellten: "C".
Recommended quotation
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro from 26 June 1924, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 15905, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/15905. Last access: 27-12-2024.