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Ripartizione della somma di dotazione delle diocesi e degli istituti
diocesani in Prussia (art. 4 capov. 1 del Concordato)
Come è ben noto all'E. V. R., l'articolo 4 capov.
1 del Concordato colla Prussia, dopo aver fissato l'ammontare della dotazione delle diocesi
e degli istituti diocesani all'ammo a due milioni ed ottocentomila Marchi annui,
stabilisce che detta d somma dovrà essere ripartita a norma di uno speciale accordo
fra la S. Sede ed il Governo.
Affinché si avesse una base per tale ripartizione,
incaricai di prepararla il Rev.mo Mons. Linneborn di preparare un relativo
progetto, il quale come deputato al Landtag prussiano aveva già ricevuto
dall'Episcopato simili compiti, di preparare un progetto, ciò che egli fece d'accor
d'intesa col Ministero del Culto. Egli avrebbe voluto che io inviassi il detto
progetto ai Revmi Vescovi come definitivo; ma, nonostante le di lui insistenze, mi rifiutai,
sia perché non autorizzato dalla S. Sede, come anche perché mi sembrava necessario di dare modo ai Revmi
Ordinari di esporre le loro osservazioni in una questione di danaro, che li toccava così
direttamente. Un punto credetti tuttavia necessario31v
di fargli
subi sin da allora notare: Nel menzionato progetto erano
stati fissati Marchi 120.000 per gli Istituti filosofico-teologici diocesani di Fulda,
Paderborn e Treviri, mentre nulla era stato assegnato per l'il corrispondente istituto della diocesi di Limburgo. Ciò è, come ben sa l'E. V., l'Istituto tenuto dai RR. PP. della Compagnia di Gesù coll'approvazione
ed e l'appoggio della S. Sede, la quale molto spera da esso per una
miglior fo miglior formazione del clero in Germania; esso è stato altresì
riconosciuto dal Governo prussiano, pur dopo lunga resistenza, come Seminario diocesano di Limburg. L'Istituto
stesso si trova in grandi difficoltà finanziarie ed ha e è può quindi tanto
più bi meno rinunziare alla sua parte delle prestazioni dello Stato. Mons.
Linneborn, il quale, al pari di un notevole numero di ecclesiastici, massime professori, in
Germania, nutre antipatia per detto Istituto, sia per motivi di gelosia, sia per una certa
avversione contro la sullodata Compagnia, fece opposizione alla 32r
mia
osservazione, affermando che la fondazione di esso non era
necessaria né opportuna, che il Vescovo non era tenuto a pagare i professori perché Gesuiti,
ecc. Gli risposi che l'stituto era stato [son] il Vescovo aveva usato in detta fondazione di un diritto, ed anzi di un dovere, la in
base alla Bolla di circoscrizione; che il dettoIstituto in questione ormai
esisteva, riconosciuto così dalla S. Sede come dal
Governo, quale Seminario diocesano, e sottoposto alle agli stessi obblighi fissati
nell'articolo 12 capov. 2 del Concordato; che perciò sarebbe stata, a mio avviso,
una ingiustizia di escluderlo dalle corrispondenti prestazioni concordatarie. Fu così che il Linneborn finalmente si indusse ad
aggiungere per la dotazione reale della diocesi di Limburg la assaimeschina somma di Marchi 4.740.
Con Foglio Circolare in data del 17 corrente Giugno c. a. tale
progetto fu da me inviato ai Revmi Ordinari della Prussia, non però come proposta della Nunziatura, con
32v
preghiera di esaminarlo nella Conferenza di Fulda, che
doveva aver luogo nell'Agosto seguente e di giungere possibilmente ad una intesa, il cui
risultato avrei sottomesso alla definitiva decisione della
S. Sede. Già prima della riunione vescovile però in data
del 29 Luglio il Revmo Vescovo di Limburg inviò a tutti
gli Ordinari della uno scritto, in cui
muoveva rimostranze per il trattamento fatto all'Istituto filosofico-teologico della
sua diocesi.
La Conferenza vescovile, tra i [s] cui membri anche altre difficoltà
si erano manifestate in questa spinosa materia, discusse la cosa nella seduta dell'
del 6 Agosto, ma non riuscì a raggiungere una risoluzione
definitiva, sibbene adottò soltanto la seguente decisione provvisoria
nella quale tuttavia era data
soddisfazione alla domanda del Vescovo di Limburgo:
"Segue una discussione circa il
Concordato concluso fra la S. Sede e lo Stato prussiano. Per la divisione delle
di dotazioni diocesane valgono i seguenti principi:
I bisogni attuali delle
diocesi debbono essere presi come base della divisione. In quanto le condizioni esistentinel 1906 ha subito mutamenti
essenziali, debbono in luogo di esse, debbono33r
essere prese per base quelle oggi esistenti.
Oltre alle somme destinate agli Istituti
teologici di Paderborn, Fulda e Treviri, deve dall'intiera somma
della dotazione prelevarsene una corrispondente all'equità per l'Istituto della
diocesi di Limburgo eretto in Francoforte e, all'occorrenza, anche per quelli di altre
diocesi.
Le 'somme di passaggio', le quali non appartengono alla dotazione diocesana, ma
soltanto sotto il punto di vista p sotto l'aspetto della contabilità sono comprese in
questa designazione, debbono innanzi tutto essere separate dalla somma complessiva.
Per
la preparazione della ulteriore divisione della intiera dotazione la Conferenza decide
quanto segue:
I Revmi Ordinari fisseranno in primo luogo la la loro opinione e ne
daranno comunicazione al Presidente della Conferenza vescovile sino al 30 Settembre.
Quindi i rappresentanti di delle Curie vescovili di tutte le diocesi interessate si
riuniranno subito in una in unconsiglio, affine di redigere una [misura] di divisione, tenendo conto delle suddette di
sum anzidette direttive.33v
Rimane da considerarsi, se debba essere chiamato ad intervenire a
questa consultazi riunione o meno un membro del Ministero di Stato.
Subito dopo le
Curie vescovili manifesteranno il loro giudizio sul risultato di questa
consultazione.
II progetto definitivo di divisione è quindi fissato dal Presidente della Conferenza vescovile, che
lo presenta come proposta all'approvazione della S. Sede.
Rimane Rimane riservata una revisione del piano di divisione dopo dieci anni".
La
conferenza dei rappresentanti delle diocesi ebbe di fatto
luogo nei giorni 21 e 22 dello scorso mese di Ottobre. È stata an Per buona
sorte non fuinvitato a parteciparvi un
funzionario del Governo, il che sarebbe stato certamente un laico, forse anche protestante, ed il quale sarebbe rimasto senza dubbio poco edificato adassistere alle discussioni, a quanto mi è stato riferito, assai
[ein Wort unlesbar] e
vivaci, di questo, starei per dire dissidio di ecclesiastici tutti intenti vivaci e
poco dignitose, di ecclesiastici in lotta per questioni di danaro. Checché sia di ciò, essi
giunsero finalmente ad una soluzione, la quale fu poi sottomessa ai
Revmi34r
Ordinari dall'Eminentissimo Sig. Cardinale Bertram,
il che me ne ha dato poi relazione coi due fogli N. G. K. 6944
(con sette Al annessi) [e] dell'11 corrente e
N. G. K. 7011 del 14 s. m. L'E. V. troverà i detti documenti
qui acclusi in copia. Da essi risulta che Malgrado tante dispute, il nuovo piano di
dotazione,
è rimasto
assolutamente
identico a quello trasmesso, come si è più sopra spiegato, dalla Nunziatura
per ciò che riguarda gli assegni degli Arcivescovi, Vescovi, Vescovi ausiliari, Dignità,
Canonici e Vescovi dei Capitoli metropolitani e cattedrali,
e soltanto
recente
lievi
differenze
non considerevoli
sono state introdotte per ciò che concerne la cosiddetta dotazione reale.
malgrado tante dispute, non presenta in realtà notevoli differenze da quello trasmesso
già, come si è più sopra spiegato, dalla Nunziatura. abbandonando la base [indicata] dalla Conferenza
vescovile di Fulda, si è invece accostato a quella, su cui si fondava il progetto
trasmesso(come preparato,come si è più sopraspiegato, dalla Nunziatura, dal
quale perciò il detto piano non presenta notevoli differenze,, e questo pur troppo a vantaggio delle grandi diocesi a maggioranza cattolica
,- Colonia, Breslavia, Münster - e a danno invece delle più piccole
con estesi territori di diaspora. I Rev.mi
Ordinari hanno tutti dato il loro consenso tutti (con due restrizioni, di cui si parlerà [poi] in seguito), secondo che attesta il sullodato Emo Bentram, il loro
consenso; sembrami quindi che possa subordinatamente che possa essere accettatodalla S. Sede. Un nuovo rifacimento non
34v
porterebbe altro malcontento e nuovie odiosità nei riguardi della S. Sedemedesima.
La prima delle suaccennate restrizioni riguarda la diocesi di Limburg. Nonostante che
la Conferenza di Fulda avesse deliberato che si dovesse prelevare una "somma corrispondente
all'equità" per l'Istituto filosofico-teologico di Francoforte, i rappresentanti delle
diocesi non solo non eseguirono tale decisione, ma soppressero anche la [ben misera] somma di
Marchi 4.740, introdotta, come si è detto, nel primo progetto, adducendo come motivo "che non si tratta qui affatto di un vero Istituto
diocesano". Mons. Vescovo di Limburg con foglio diretto all'Emo Card. Bertram in data del
7 corr. (qui unito in copia) ha protestato contro tale procedimento, confutandone anche la motivazione. Il menzionato Eminentissimo avrebbe
preparato un nuovo progetto, in cui la detta somma di Marchi 4.740 verrebbe
ottenuta, diminuendo la in eguale misura la dotazione reale di tutte le
altre diocesi; aggiunge tuttavia che "questa diminuzione dovrebbe ess riuscire assai
amara per la maggior parte delle diocesi, specialmente per
quelle, che, come Colonia, Münster, Ermland, Fulda, Hildesheim, Osnabrück, hanno consentito
al nuovo progetto di dotazione soltanto per35r
grande
condiscendenza nell'interesse dell'accordo".
La seconda restrizione è stata fatta dal
Rev.mo Mons. Schreiber, Amministratore Apostolico di Berlino, il quale ha consentito
soltanto nella supposizione che dopo dieci anni abbia luogo una revisione dell'attuale
progetto. "Io credo meglio, osserva l'Emo Bertram, di non fissare questo punto, lasciandolo
come una cura posteriorum temporum". Al quale riguardo sembra tuttavia potersi replicare
che, se non si teneva aperta nella relativa Convenzione col Governo la possibilità di una revisione, nell'avvenire questo potrebbe a buon diritto rifiutarsi di ammetterla.
Ciò premesso, mi sia lecito di fare umilmente la seguente subordinata
proposta: Al Governo la S. S. proponga senza mutamenti il
piano accettato ora dai Vescovi, tuttavia con una clausola, la quale lasci alla S. Sede il diritto di proporre
condizioni in futuro modificazioni, qualora esse appariscano necessarie od opportune.
All'Emo Bertram si comunichi che la S. Sede, allo scopo
di evitare ulteriori dilazioni (le quali ritarderebbero anche i pagamenti dello Stato
con35v
danno dellaChiesa
) in Prussia), ed anche per non dare al Governo la penosa
impressione di [ein Wort unlesbar] e di dispute in questa materia, ha
proposto[] inalterato il suddetto piano di divisione. Siccome però
non può non ritenere come giusta la rimostranza del Vescovo di Limburg, la quale fu ammessa anche
espressamente dalla Conferenza vescovile di Fulda, lascia alla
coscienza dei Revmi Ordinari
di riparare in coscienza secondo giustizia ed equità a tale mancanza,
riservandosi di tenerne poi conto, in una eventuale
revisione,del [ein Wort unlesbar] dell'attuale ripartizione.
Data l'urgenza della cosa, poiché anche l'Emo Bertram chiede una sollepronta conclusione della relativa Convenzione d collo Stato
prussiano, avendo "avendo, così egli afferma, tutte le diocesi, urgente
bisogno del pronto pagamento degli aumenti di dotazione in virtù del Concordato", oso di
pregare l'E. V. di volermi far pervenire colla maggior possibile sollecitudine le Sue
venerate istruzionial riguardo, come pure di autorizzarmi (se così la
nulla osta, a chiedere al Governo ladomanda, di cui è
36r
parola nel
l'numero VII della Lettera dell'Emo Bertram e nella e nel susseguente Foglio G. K. 7011 dell'Emo
Bertram.
In tale attesa, m'inchino
31r, oben mittig hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten,
notiert: "C".
Recommended quotation
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro from 22 November 1929, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 19287, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/19287. Last access: 11-04-2025.