Document no. 19293
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
[Berlin], 01 April 19281

Writer (text genesis)
PacelliPacelli
Subject
Trattative concordatarie colla Prussia (Nuova circoscrizione diocesana)
Nelle conferenze, che hanno avuto luogo, come di consueto, in questa Nunziatura nei giorni 18 Marzo p. p. e 7 corrente, è stata discussa la questione della circoscrizione delle diocesi in Prussia.
Per ciò che riguarda la parte orientale, ebbi già occasione di riferire all'E. V. R. col nei rispettosoi rapportoi N. NN. 35376, e del 9 Giugno 1926. Per c e N.  35396 e 35915, rispettivamente in data del 9 e del 13 Giugno 1926, alludendo anche alla all'aspra, per quanto ingiusta opposizione dei circoli protestanti contro la erezione di una diocesi in Berlino. Ciò mi è Tale attitudine dei circoli anzidetti è stata nuovamente affermata dal Direttore ministeriale, Sig. Trendelenburg, il quale ha aggiunto che, qualora si volesse in includere nel Concordato detta
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diocesi, l'approvazione nedel medesimo nel Landtag riuscirebbe ancor più difficile. Non essendo, d'altra parte, possibile di adoperare il termine né di Amministratore Apostolico (Dispaccio Il Governo, tuttavia, non si opporrebbe a rendere del tutto autonomo il territorio dell'Amministrazione Apo affidato in perpetuo all'amministrazione del Vescovo di Breslavia dalla Bolla De salute animarum (n. XXXIII), ma da governarsi vi subdelegationis dal Preposto della Chiesa parrocchiale di S. Edwige. Circa la estensione di detto territorio, comprendente la maggior parte del Brandenburgo e della Pomerania, ebbi già occasione di pro parlare nel succitato Rapporto N. 35376. Si avrebbero così due amministrazioni ecclesiastiche indipendenti, l'anzidetta e quella dell'attuale Amministrazione Apostolica di Schneidemühl, che resterebbe pure nel suo stato attuale. Per ciò che riguarda il nome, non essendo possibile di adottare quello di Amministratore Apostolico (Dispaccio N. 2521/26 del 4 Novembre 1926) né di Governatore ecclesiastico,
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come nel Cile (sarebbe, infatti, del tutto impossibile in Germania di parlare di un Gouverneur von Berlin), sembra che non rimarrebbe se non il termine di Praelatus nullius (can. 319), il quale Questi ordinari, i quali dovrebbero naturalmente essere insignitoi della dignità episcopale, vale a dire Vescovo titolare. D avrebbero le stesse facoltà ed obbligazioni che i Vescovi residenziali ne (can. 323); la differenza sarebbe quindi solo nel nome. D'altra parte la S. Sede avrebbe piena libertà nella scelta del candidato, salvo la "clausola politica"; da parte mia, infatti, ho dichiarato apertamente ai negoziatori prussiani, che il compromesso circa la elezione dei Vescovi vale solo per le vere e proprie diocesi e che, dal mo dappoiché il Governo rif si opponeva alla legittima domanda della erezione di un Vescovato in Berlino, non poteva pretendere la estensione del suaccennato compromesso al presente caso. I negoziatori miei interlocutori hanno insistito
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osservando che il futuro Prelato nullius di Berlino avreb dovrebbe continuare ad essere, come l'attuale Vescovo ausiliare, anche per ragione della sua sostentazione, Preposto di S. Edwige e che esiste una Convenzione fra la Curia vescovile di Breslavia ed il Governo prussiano in virtù della quale detto Preposto deve essere nominato di previa intesa fra le due Autorità; lo stesso dovrebbe quindi valere per il Prelato nullius.. Ho risposto che simile Convenzione è stata conchiusa senza intervento della S. Sede ed è quindi res inter alios acta, e che inoltre colla erezione di una Prelatura un territorio con giurisdizione separata la situazione rimane completamente mutata; quell'accordo non è quindi applicabile. I negoziatori prussiani non hanno quindi più insistito e resterebbero soddisfatti colla sola "clausola politica".
Quindi, Essi espressero, dopo di ciò, espresse il desiderio della costituzione di una provincia ecclesiastica nella Germania orientale, la quale comprenderebbe Breslavia, come da elevarsi a Sede metropolitana, le diocesi suffraganee di Ermland
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I Revmi Vescovi della provincia ecclesiastica di Colonia (Colonia, Münster, Paderborn e Treviri), nonché quelli di Osnabrück e di Hildesheim, i quali pure fanno parte a intervengono, a norma del can. 285, al Concilio provinciale di Colonia, si riunirono in Münster il 22 Febbraio, ove formularono relativamente alla questione della nuova circoscrizione delle diocesi il Voto, di cui l'E. V. troverà copia qui acclusa (Allegato I). Essi cominciano giustamente coll'osservare che la circoscrizione effettuata cento anni or sono in base alle Bolle "De salute animarum" e "Impensa Romanorum Pontificum" non corrisponde più alle mutate circostanze. Le diocesi della quattro diocesi della provincia ecclesiastica di Colonia comprendono oltre otto milioni di cattolici, ed anche il loro territorio, come pure quello di Osnabrück e Hildesheim. I Revmi Vescovi
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stimano quindi che debba tendersi ad ottenere un aumento del numero delle diocesi. Nell'archidiocesi di Colonia si fa sentire la necessità della costituzione costituzione dei territori di Aqui Aquisgrana ed Essen in distretti ecclesiastici autonomi; nella diocesi di Münster lo sviluppo della situazione ecclesiastica porta alla erezione della parte renana della medesima in proprio Vescovato ed alla dismembrazione del territorio dell'Oldenburg; nella diocesi di Paderborn all'autonomia del territorio sassone, compreso il territorio dell' Anhalt; nella diocesi di Treviri ad un nuovo regolamento dei confini diocesani nella regione ad est del Reno; nella diocesi di Osnabrück alla costituzione del territorio delle Missioni della Germania settentrionale in Vescovato; nella diocesi di Hildesheim alla annessione di alcune parti della diocesi di Fulda ed a rettifiche di confine nel nord.
I Rev sullodati Revmi Ordinari affer-
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mano poi con dir ben a ragione che sarebbe una grave ingiustizia contro la Chiesa cattolica, se si volesse trattenere ed ostacolare il naturale e necessario sviluppo dell'amministrazione ecclesiastica cattolica in Prussia col riferirsi ad eventuali correnti contrarie nella parte protestante della popolazione. Essi reclamano che, come dai cattolici non si solleva alcuna opposizione contro eventuali aumenti dei distretti amministrativi "evangelici" e dei corrispondenti posti di "soprintendenti generali", così venga dai protestanti pienamente rispettato l'incontestabile diritto della Chiesa cattolica di provvedere ai propri bisogni coll'aumento di diocesi e di Sedi vescovili. Il nuovo Concordato dovrebbe quindi, a parere dei Vescovi summenzionati Vescovi, fissare in massima il diritto della Chiesa alla fondazione di nuove diocesi richieste dal numero della popo degli abitanti o dalla
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estensione del territorio, in guisa che lo Stato non possa più, negandone la necessità od opportunità, frapporre impedimenti ad una nuova circoscrizione. Il Voto in esame discorso non entra nell'esame della questione, in quale misura lo Stato in base alla secolarizzazione debba partecipare contribuire alla dotazione di eventuali nuove diocesi; esprime tuttavia la convinzione che lo Stato sia tenuto a prestare alla dotazione medesima nell'ambito degli obblighi derivanti dalla secolarizzazione anzidetta. I Revmi Prelati stimano che, se non si vuole ritardare straordinariamente la conclusione del Concordato, non sarà possibile di regolare in esso definitivamente la nuova circoscrizione di quelle diocesi. Propongono quindi, nell'ipotesi che il Concordato stesso riconosca in principio il diritto della Chiesa ad un corrispondente aumento delle diocesi, di creare intanto, nelle diocesi medesime, in quanto appaia necessario, Delegazioni distretti vescovili, a capo delle [sic] quali [siano al] si trovino Delegati vescovili, muniti di speciali facoltà, [c] che eventualmente fungano anche da Vescovi ausiliari.
Avendo io manifestato ai negoziatori prussiani tali postulati dei Revmi Vescovi, essi manifestarono la impossibilità, da parte del Governo, di ammettere la illimitata libertà di fondare nuove diocesi, facendo notare come queste,
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dovendo, massime ai fini della riscossione delle imposte ecclesiastiche, avere i diritti delle pubbliche corporazioni a norma della Costituzione, avevano hanno bisogno dell' del riconoscimento dello Stato. Rilevarono, d'al d' dall'altro lato, la insormontabile difficoltà, a causa dei corrispondenti pesi finanziari, di creare ora tutte le diocesi, di cui, del resto, gli stessi Revmi Vescovi accennano soltanto come ultimo termine di una evoluzione, che richiederà un notevole tempo di preparazione; dichiararono, tuttavia, che lo Stato prussiano sarebbe pronto a consentire alla erezione di una nuova diocesi in Aquisgrana; con che rimarrebbe sgravata l'Archidiocesi di Colonia, comprendente, secondo la statistica del Kirch ( Kirchliches Handbuch für das katholische Deutschland , [14.] Band, 1925 -1927), pag.  428) ben 3.424.378 cattolici. Si riservarono, nondimeno, di esaminare più accuratamente tutta la questione e di rimettermi poi un Appunto al riguardo.
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Detto Memorandum, portante la firma del Prof. Heyer e la data del 12 Maggio 1927, mi fu da lui rimesso, d'[incarico] il giorno 22 di quello stesso mese Affine di V. E. ne troverà una copia qui compiegata (Allegato II) insieme alla traduzione italiana (Allegato III). Sembrandomi indispensabile di avere in proposito il parere del del Revmo Episcopato prussiano, lo inviai senza indugio all'Eminentissimo Signor Cardinale Bertram, pregandolo al tempo stesso, di invit affine di evitare ritardi nelle trattative, di convocare una riunione straordinaria conferenza. In una questione, infatti, così complicata, e nella quale in vari punti gl'interessi delle varie diocesi sono assai divergenti, il parere separato dei singoli Vescovi non avrebbe condotto ad alcun risultato pratico; appariva quindi necessario che essi si riunissero, discut discutessero insieme la cosa e giungessero così ad un possibilmente ad un
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parere collettivo. Avendomi Il sullodato Eminentissimo mi rispose tuttavia che per varie circostanze, la con simile conferenza [speciale] non avrebbe potuto aver luogo prima dell'8 Agosto, sia perché vari Vescovi si trovavano impegnati coi viaggi per l'amministrazione della S. Cresima, sia perché avre avrebbero voluto avere il tempo necessario per riflet esaminare la materia e prepararsi maturamente alla discussione. Non mi rimase quindi che di sospendere le trattative su questo punto coi Commissari prussiani, coi quali vennero intanto dibattuti altri argomenti, tra cui la questione scolastica (Rapporto N. 37821 del 19 Luglio scorso ). V. E. troverà qui uniti, il Voto della Conferenza vescovile di Fulda, comunicatomi dall'Eminentissimo Cardinale Bertram con Foglio in data del 13 Agosto 1927 (Allegato IV), sia quelli speciali: dell'Emo Cardinale Schulte, Arcivescovo di Colonia, il quale per [un] causa
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di malattia intervenire alla Conferenza (Allegato V), del Revmo Arcivescovo di Friburgo (Allegato VI), del Revmo Vescovo di Paderborn (Allegato VII), del Revmo Amministratore Apostolico di Schm Schneidemühl (Allegato IX).
In seguito a ciò, la questione della nuova circoscrizione delle diocesi in Prussia fu oggetto di lunghe e [snervanti] discussioni nelle conferenze del 10 Settembre, 13 e 15 13 e 15 Dicembre 1927, e 24 Febbraio c. a., nonché di copiosa corrispondenza epistolare coi singoli Revmi Vescovi interessati, ai i cui desideri e proposte ho procurato di sostenere nella maggior misura possibile di fronte ai Commissari governativi.
Il Ministero del Culto ha riassunto il risultato delle discussioni medesime in un appunto (Allegato X), di cui compio il dovere di dare qui appresso la traduzione italiana:
"Le parti del territorio della città di Francoforte sul Meno appartenenti sinora alla diocesi di Fulda vengono unite a quella di Limburgo
"L'attuale circoscrizione diocesana della Chiesa cattolica in [Pr] Prussia rimane conservata,
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ad eccezione dei seguenti mutamenti:
"In Aquisgrana viene nuovamente eretta una Sede vescovile ed il Capitolo coll collegiale è mutato elevato a cattedrale e sarà composto da un Preposto, da cinque canonici effettivi, quattro onorari ed otto vicari. La detta diocesi abbraccierà [sic] il distretto governativo di Aquisgrana ed i circondari di Grevenbroich, M.-Gladbach, Rheydt, Krefeld (città e campagna) e Kempen, ed apparterrà alla provincia ecclesiastica di Colonia.
La diocesi di Münster cede alla diocesi di Aquisgrana il territorio la sua parte del menzionato circondario di Kempen ed alla diocesi di Os Osnabrück il territorio di Oldenburg. a quella di Osnabrück. A questa ultima diocesi verranno uniti anche i territori di Missione finora amministrati dal Vescovo di Osnabrück; essa diverrà suffraganea dell'Archidiocesi di Colonia.
La Sede vescovile di Paderborn sarà elevata a metropolitana ed il rispettivo Capitolo cattedrale a Capitolo metropolitano. Alla provincia
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ecclesiastica di Paderborn apparterranno, oltre l'Archidiocesi di Paderborn, le diocesi di Hildesheim e di Fulda. L'archidiocesi di Paderborn cede alla diocesi di Fulda il distretto del Commissariato di Heiligenstadt e del decanato di Erfurt.
Le parti del territorio della città di Francoforte sul Meno appartenenti sinora alla diocesi di Fulda passano a quella di Limburgo. Come Fulda, così anche la diocesi di Limburgo viene staccata dalla provincia ecclesiastica di Friburgo, [ma] unita a quella di Colonia.
La Sede vescovile di Breslavia viene eretta a ed il Capitolo cattedrale a Capitolo metropolitano. Il distretto della Delegazione di Berlino sottoposto finora al Vescovo di Breslavia viene viene costituito in Prelatura indipendente, il cui Ordinario risiede in S. Edwige in Berlino. Parimenti per i territori residui occidentali di territorio dell'Archidiocesi di Gnesen-Posen e della diocesi di Culma, retti attualmente da un Amministratore Apostolico, viene istituita una Praelatura nullius in Schneidemühl.
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Il territorio di Pomesania, appartenente già alla diocesi di Culma ed ora governato dal Vescovo di Ermland come Amministratore Apostolico, viene unito alla diocesi di Ermland, la quale rimane anche in avvenire esente dalla potestà metropolitana.
La erezione di una nuova diocesi o una nuova provinciae ecclesiastiche, che apparissero eventualmente necessarie in avvenire, od altre modificazioni della circoscrizione diocesana rimangono riservate ad un futuro al accordo supplementare. Questa forma non si richiede per mutamenti di confini diocesani, i quali vengono attuati semp semplicem unicamente nell'interesse della cura delle anime in un determinato luogo."
Alla surriferita proposta mi sia lecito di aggiungere subordinatamente le seguenti brevi osservazioni:
1°) Tutti i punti [menzionati] hanno avuto il consenso dei Vescovi interessati, da me riservatamente interrogati al riguardo. Soltanto l'Arcivescovo di Friburgo come risulta già dall'Allegato VI
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e mi è stato poi confermato con nuove dichiarazioni in data del 27 Dicembre 1927 e del 2 Gennaio c. a., è contrario al distacco delle diocesi di Fulda e di Limburgo da quella provincia ecclesiastica. Egli chiede, tuttavia, che, qualora la S. Sede decidesse un tale cambiamento, venisse chiesto previamente il consenso del Governo del Baden, affine di evitare il pericolo che lo esso Stato si dichiari sciolto dagli obblighi [contenuti] nelle Bolle di circoscrizione de per la Provincia ecclesiastica dell del [ein Wort unlesbar] superiore degli anni 1821 e 1827 e sospenda o diminuisca le prestazioni finanziarie alla Chiesa cattolica. - Invece i Revmi Vescovi di Fulda e di Limburgo sono a nulla hanno da opporre a che le loro diocesi vengano unite, come si è accennato, rispettivamente alla erigenda Pro provincia ecclesiastica di Paderborn ed a quella di Colonia.
Il Revmo Vescovo di Münster, pur non essendo contrario alla separazione del territorio di Oldenburg dalla sua diocesi ed alla unione di esso a quella di Osnabrück, insinua tuttavia anche egli l'opportunità di una previa intesa con quel Governo di quello Stato.
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Il Revmo Vescovo di Osnabrück opina che, finché non sia possibile di costituire una nuova diocesi abbracciante tutto il territorio delle Missioni della Germania settentrionale,, questione punto questo, che, a suo parere, deve tenersi s pr presente con sede, ad es., in Amburgo, occorrerebbe intanto di incorporar e il territorio medesimo alla diocesi di Osnabrück. Questo punto non tocca tant però ad eccezione dello Schleswig-Holstein, il Concordato colla Prussia, perché tratt è territorio di altri Stati (Amt trattasi di territorio, la maggior parte del quale appartien fa parte di altri Stati. Il medesimo Prelato è favorevole alla unione di Oll Oldenburg alla sua diocesi e non si oppone a che questa venga a entri nella provincia ecclesiastica di Colonia.
Col regolamento riguardante la città di Francoforte viene risoluta la questione, su cui l'E. V. richiamò la mia attenzione col venerato Dispaccio N. 1943/27 dell'8 Luglio 1927.
A causa della opposizione del Revmo Vescovo di Ermland (ed anche del Governo prussiano) di rinunziare alla sua esenzione, la [prussiana] erigenda
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[ein Wort unlesbar] Sede metropolitana di Breslavia non avrebbe come suffraganee, che due semplici Prelature (Berlino e Schneidemühl). Non ho mancato di far rilevare ai Commissari prussiani l'anormalità di una simile posizione ecclesiatica. 2°) Poiché l'attuale regolamento della circoscrizione diocesana è ben lungi dal soddisfare tutti i bisogni della organizzazione ecclesiastica e della cura delle anime, de e siccome, d'altra parte, sembra impossibile per ora di ottenere di più, ho chiesto ho chiesto ai Commissari che constasse in modo sufficiente non trattarsi di un ordinamento [ein Wort unlesbar] ma di un primo passo il quale doveva lasciare aperto l'adito ad un ulteriore svolgimento. A tale pensiero corrisp soddisfa l'ultimo passo della surriferita proposta governativa.
3°) Durante la discussione i Signori Commissari chiesero che i gli studenti di teologia delle erigende diocesi o Prelatura di Aquisgrana fossero fossero tenuti a frequentare i corsi
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nelle Facoltà teologiche della diocesi, da cui venivano staccate. Così i chierici della nuova diocesi di Aquisgrana avr avrebbero dovuto essere obbligati a compiere il i loro studi filosofico-teologici in Bonn, e quelli della Prelatura di Berlino in Breslavia. Il Prof. Heyer, appoggiandosi al § 3 del can. 1354, notò come la prescrizione, che ogni diocesi abbia un proprio Seminario, non è assoluta, e ricordò altresì la istituzione dei cosiddetti Seminari interdiocesani e regionali. Da parte mia, conoscendo i gravi difetti della formazione dei giovani chierici nelle Facoltà dello Stato, mi opposi con ogni energia a tale limitazione della libertà dei Vescovi, i quali, - dissi - se pure non possono avere un Seminario proprio, debbono almeno avere il diritto d'inviare i loro chierici ove essi meglio credono. Su ta Su questo punto i Signori Commissari no dovettero cedere; non ho potuto tutt invece ottenere, almeno per ora, [che] la facoltà per le nuove diocesi o Prelature di avere un proprio Semi-
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nario e perciò nel Memorandum del Prof. Heyer (Allegati II e III) si legge: "Specialmente il non aumento degli Istituti per l'insegnamento teologico in Prussia dovrà espressamente essere posto come condizione per il consenso dello Stato a favore di una nuova circoscrizione". V. E. giudicherà quale attitudine convenga alla S. Sede di prendere di fronte a tale esigenza. Mi permetto, tuttavia, di osservare essere per sé più vantaggioso, che [ci sia] gli Ordinari della nuova diocesi o Prelature inviassero i loro alunni nel nuovo Istituto eretto in Francoforte dai RR. PP. della Compagnia di Gesù, [ove] così potranno ricevere una buona formazione secondo il i metodo scolastico prescritto dalla S. Sede. Ma in questo caso tanto maggiore dovrebbe essere la cura nella scelta degli Ordinari medesimi.
Chinato
329r, oben mittig hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert: "C".
1Oberhalb der Datumszeile hds. von Pacelli eingegeben und gestrichen: "Aprile 1927".
Recommended quotation
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro from 01 April 19281, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 19293, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/19293. Last access: 29-06-2024.
Online since 20-01-2020.