Document no. 20228
Pacelli, Eugenio to Sbarretti, Donato Raffaele
[Berlin], 29 May 1928

Writer (text genesis)
PacelliPacelli
Subject
Sugli esercizi ginnastici della gioventù femminile in Germania
Chiedo umilmente venia all'E. V. R. se, a causa del mio viaggio a Roma, mi è possibile soltanto oggi di dare le informazioni richieste col venerato Dispaccio N. 362/28 in data del 12 Marzo scorso. riguardo agli esercizi ginnastici della gioventù femminile in questa Nazione.
Mi sia permesso innanzi tutto di riferire che i Revmi Vescovi della Germania, sin dal Gennaio 1925 hanno datoai cattolici dettagliate istruzioni circa vari problemi morali attuali. (Katholische Leitsätze und Weisungen zu verschiedenen modernen Sittlichkeitsfragen). Esse si trovano riprodotte con un ampio commento nel volume,chequi unito compio il dovere di trasmettere all'E. V.:Um Sitte und Sittlichkeit - Ein Kommentar zu den katholischen Leitsätzen und Weisungen zu verschiedenen modernen Sittlichkeitsfragen - In Verbindung mit anderen katholischen Verbänden herausgegeben von der zentralstelle der Katholischen Schulorganisation. Düsseldorf 1926.
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Il N. VIII, 1 di queste istruzioni(cfr. op. cit., pag .g. 23), relativo agli esercizi ginnastici è del seguente tenore:
"La ginnastica deve aver luogo separatamente per i due sessi, e le lezioni di ginnastica debbono essere impartite da maestri dello stesso sesso degli alunni. L'abito ginnastico non deve offendere il pudore. Il costume da bagno nell'insegnamento della ginnastica non dev deve tollerarsi né per i ragazzi né per le ragazze. Esercizi al nudo, di qualsiasi genere, sono da riprovarsi. - Per le ragazze deve evitarsi ogni costume ginnastico che accentui troppo le forme del corpo in modo provocante o che altrimenti non si confaccia al carattere femminile. La ginnastica per le ragazze deve aver luogo soltanto in sale od in luoghi non accessibili al pubblico. Se ciò non è possibile o se non può aversi un proprio costume ginnastico, occorre di limitarsi a quegli esercizi ginnastici, che possono essere eseguiti colle vesti ordinarie. - Esibizioni ginnastiche e gare sportive di ragazze e di donne non debbono ammettersi; esse creano per lo più
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un carattere, che non si confà alla donna. Lo stesso dicasi per simili esercizi in seno alle Associazioni".
Anche in Germania esistono gruppi, i quali ritengono come necessario per gli esercizi ginnastici della gioventù femminile il costume da bagno od un abito simile; alcuni anzi giungono
perfino arichiedere che detti esercizi si facciano completamenteal nudo.Questo cosìpenosomodo di vedere nonsembra che siacondivisodaicattoliciseri,sebbene sia talvolta accaduto che anchel'una o l'altradonnacattolicaabbiapreso parte a corsiin siffatte"scuole ritmiche",e quantunqueilperversomovimentodella "cultura del nudo" (Nacktkultur)faccia del tutto, e non senza qualche successo, specialmente in Berlino, per attirare anche i cattolici.
Molto più diffusa è invece l'opinione essere opportuno che gli esercizi ginnastici delle donne e delle ragazze siano fatti in calzoni abbastanza stretti, i quali [ein Wort unlesbar] coprono la coscia soltanto in parte, e con una camicetta stretta-
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mente aderente [od] o con un [ein Wort unlesbar]. Specialmente i "ginnasti tedeschi" (die deutsche Turnerschaft) si sforzano di far adottare questo costume, non solo nelle sale chiuse, ma anche per le grandi feste sportive negli stadi. Alquale proposito è necessario di notare che a tali Associazioni appartengono altresì parecchie donne cattoliche, le quali vengonopossono trovarsi così esposte a gravi difficoltà di coscienza e pericoli, come accadde, ad esempio, l'anno scorso, allorché si celebrò la festa ginnastica bavarese a Neuburg sul Danubio ed i Revmi Vescovi della Baviera, in conformità colle direttive surriferite, proibirono alle donne cattoliche di parteciparvi. - Da parte dell'Autorità ecclesiastica simili abusi sono stati severamente riprovati.
In generale i cattolici sostengono il parere (Associazioni e scuole cattoliche) ritengono che l'abito più adatto per gli esercizi ginnastici delle ragazze sono i calzoni larghi, simili a gonnelle, ed una camicetta non strettamente aderente.
Meno unanime sembra invecel'opinione
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dei cattolici riguardo agli esercizi ginnastici delle ragazze in pubblico. Si dice infatti da alcuni che l'uso di tali esercizi non si estenderebbe tanto, quanto è necessario nell'interesse della sanità del popolo, se le ragazze non avessero la possibilità di di mostrare talora anche in pubblico la loro capacità. Ora per tali pubbliche esibizioni potrebbe inoltre, sempre a parere dei medesimi, adottarsi il costume che i cattolici stimano conveniente per gli esercizi nelle sale chiuse.
Invece le donne e le ragazze cattoliche organizzate nelle Associazioni cattoliche, come pure le scuole cattoliche private, sostengono difendono l'opinione che gli esercizi ginnastici propriamente detti delle donne e delle ragazze in pubblico debbono evitarsi. Si intendono con ciò gli esercizi ginnastici in senso stretto, cosìsicché, i semplici esercizi all'aperto (Freiübungen), i quali non mettono le ragazze in unasituazionepenosa, e le danze popolari (Reigen, Volkstänze). Tali esercizi inoltre sono ammessi soltanto, se possono essere fatti
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coll'abito ordinario ovvero con calzoni larghi ed una camicetta lunga e non aderente.
I cattolici inoltre, salvo poche eccezioni, respingono le gare sportive delle ragazze e delle donne.
Affine di conoscere il sentimento dei Revmi Vescovi della Germania sui punti ancora discussi fra i cattolici circa l'interpretazione del surriferito N. VIII, 1, l'Organizzazione cattolica per la scuola (Katholische Schulorganisation) nel 1926 interrogò la Conferenza vescovile di Fulda, se fosse lecito di ritenere la seguente opinione al riguardo:
"Per ciò che concerne gli spettacoli ginnastici, siamo stati finora del parere che le ragazze non si presentino in pubblico con calzoni ginnastici. Si possono però permettere decenti esercizi (Freiübungen) in abito conveniente, come è, fra gli altri, quella specie di veste ginnastica, che consta di calzoni non troppo stretti e di una camicetta che giunge fino al ginocchio.
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Un simile abito ci sembra che sia decente e che non favorisca la tendenza di mascolinizzare sempre più la donna. - In molti luoghi siamo riusciti ad introdurre questo sistema. Qua e là tuttavia sono sorte difficoltà pratiche, le quali però, a nostro giudizio, sono state causate per lo più da debolezza o da falsi concetti da parte dei cattolici. Per ciò che si riferisce alle gare sportive, abbiamo sostenuto l'idea che bisogna distinguere fra lotte di gara (Wettkämpfe) e giuochi di gara (Wettspiele). Il carattere fondamentale della lotta di gara, in quanto [essa] è stata riprovata dalle istruzioni vescovili, ci sembra consistere in ciò che essa (contrariamente al giusto mezzo) ha come scopo il massimo dello sforzo individuale. Non si potrà impedire alle ragazze ed alle donne di misurare le loro forze in una ragionevole gara. Invece crediamo che il tendere al massimo dello sforzo individuale, da calcolarsi con un sistema di punti accuratamente elaborato, favorisce e sviluppa, inmododel tutto inopportuno,unmodello [massime] non confacente alla donna.
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Anche nelle gare della gioventù tedesca (Reichsjugendwettkämpfe) ci siamo pronunziati contro quella maniera, che tende al conseguimento del massimo sforzo individuale".
A questa domanda la Conferenza vescovile rispose:
"La interpretazione data dalla Organizzazione cattolica per la scuola alle istruzioni dei Vescovi intorno al costume ginnastico delle ragazze ed alle lotte sportive ha avuto il consenso della Conferenza".
Non saràinfinesuperfluo di ricordare altresì le direttive emanate dal Ministero del Culto prussiano per gli esercizi ginnastici nelle scuole medie e superiori di ragazze. Esse richiedono espressamente che l'abito pergliesercizi debba essere adatto allo scopo e corrispondente alle esigenze della moralità; aggiungono poi quanto appresso:
"L'idea di fare, come nella ginnastica dei ragazzi, del risultato massimo un principio fondamentale della educazione fisica delle ragazze, è da rigettarsi già per riguardo alla partico-
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lare costituzione del [sesso] femminile. Lo stesso vale per le lotte sportive in senso stretto. Le esperienze fatte finora non incoraggiano ad [inv] esigere ed a promuovere con ogni mezzo la partecipazione delle ragazze a tali lotte. Con ciò non vuol dirsi che negli esercizi ginnastici delle scuole femminili debba mancare qualsiasi sana e lieta emulazione nel misurare le proprie forze... Ma le interminabili lotte sportive, gli esercizi esagerati al massimo, specialmente se ripetuti di continuo, nonsonodi nessun vantaggio per molte ragazze e non dsono in questa forma da introdursi nelle scuole femminili".
Le surriferite istruzioni vescovili hanno incontrato non solo poca comprensione presso i non cattolici, che le hanno varie volte respinte come derivanti da "strettezza celibataria", ma anche difficoltà da parte di alcuni cattolici(cfr. op. cit., pag. 79). Secondo le esperienze fatte dalla summenzionata Katholische Schulorganisation, è molto più difficile di ottenere in questo
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punto l'adesione [su]le norme impartite dall'Episcopato, se si motivano in prima linea coll'immediato pericolo, cui viene esposta la moralità in senso stretto, ad es. col periculum proximum peccandi. Si afferma infatti ripetutamente anche da cattolici,ritenuti come seri e coscienziosi, che un simile pericolo si ha verifica spesso soltanto in misura assai esigua. Molto più forte impressione fa invece l'argomento che si tratta nella questione soprattutto di difendere l'ideale cattolico della donna, messo in tanto pericolo ai nostri giorni. La tendenza di far comparire le ragazze dinanzi al pubblico in costume da bagno od in abito simile a quello degli uomini, rientra in quel vasto movimento, che si sforza di raggiungere il livellamento dei sessi, ine dieguagliare il più possibile l'uomo e la donna in tutti i loro sentimenti ed azioni; movimento, il quale costituisce un gravissimo pericolo per la pubblica moralità e per la idea del matrimonio cristiano. Un tale punto di vista avrebbe, a quanto mi si riferisce, persuaso anche non pochi di
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di [sic] coloro, i quali avevano assunto un'attitudine di riserva di fronte alle istruzioni vescovili, che queste i principi da queste enunciati debbono essere osservati nell'interesse stesso della sanità e della moralità del popolo.
Non riuscirà infine superfluo di ricordare altresì le direttive [comunicate] (22 Gennaio 1927) emanate dal Ministero del Culto prussiano per gli esercizi ginnastici nelle scuole medie di ragazze (cfr.il testo delle medesime trovasi riprodotto nel periodico Schule und Erziehung, 1927, fasc. 2, pagg. 141-142): "L'abito per la ginnastica deve essere leggero ed adattato allo scopo ed in ogni parte corrispondente alle esigenze della moralità... La richiesta di fare, come nella ginnastica dei ragazzi, del risultato massimo un principio fondamentale della educazione fisica delle ragazze, è da rigettarsi già per riguardo alla particolare costituzione del corpo femminile. Lo stesso vale per la idea delle lotte sportive in senso stretto. Le esperienze fatte finora non incoraggiano ad esigere ed a promuovere con ogni mezzo la partecipazione delle ragazze a
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tali lotte. Con ciò non vuol dirsi che negli esercizi ginnastici delle scuole femminili debba mancare qualsiasi sana e lieta emulazione nel misurare le proprie forze... Ma le lotte sportive senza fine, gli esercizi esagerati al massimo, specialmente se ripetuti sempre nella stessa maniera, non riescono di nessun vantaggio per molte ragazze e non sono in questa forma da introdursi nelle scuole femminili".
Chinato
123r, oben mittig hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert: "C".
Recommended quotation
Pacelli, Eugenio to Sbarretti, Donato Raffaele from 29 May 1928, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 20228, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/20228. Last access: 10-04-2025.
Online since 20-01-2020.