Document no. 4841
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
Munich, 12 October 1918
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StenotypistPacelliPacelliSubject
Sul Belgio
Mi è oggi pervenuto il venerato Dispaccio dell'Eminenza Reverendissima N. 82817 in data del 5 corrente coll'acclusa lettera dell'Eminentissimo Signor Cardinale Mercier in risposta alle lagnanze mosse dal Signor Ministro di Prussia presso la Santa Sede contro di lui e contro il Clero belga.
Mi permetta Vostra Eminenza di dirLe che ho letto con veroraccapriccioquella commovente lettera, tanto più che oggi stesso da un venerando cappuccino tedesco (e quindi non sospetto) mi sono statiraccontati<o> orribili fatticommessi in Belgio da ufficiali germanici (probabilmente prussiani). Uno di essi prese un bambino dalla culla e lo gettò nel fuoco; un altro, entrato in una chiesa cattolica,
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aperse brutalmente il Santo Tabernacolo, ne estrasse il Ciborio, che portò via seco dopo aver sparso sull'Altare le Ostie consacrate. Il Signore punisce al presente, come ben lo meritano, taliiniquità!Ora (a meno che il Belgio sia prima sgombrato dalla Germania, ed allorail rimedio sarebbe radicale e definitivo) parmi subordinatamente, per quella qualsiasi conoscenza che posso aver acquistato della mentalità di questo Paese, che l'unicavia, onde ottenere qualchemiglioramento a pro di quelle infelici popolazioni, sarebbe di comunicare francamente al Governo Imperiale, accompagnandola da apposita e conveniente Nota, la lettera del Cardinale Mercier. Ciò corrisponde alla stessa espressa e calda domanda dell'Eminentissimo, contro il quale, d'altra parte, sembrami non vi sia da temere nelle attuali criticissime circostanze che possano alcunché perpetrare le Autorità tedesche. Altri mezzi sarebbero, a mio umile avviso, di poca o di nessuna efficacia. Se quindi l'Eminenza Vostra nel Suo superiore giudizio approvasse taleproposito, e qualora la Santa Sede non credesse di poter
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fare tale comunicazione direttamente al Signor von Mühlberg in ulteriore risposta alla di lui Nota del 18 Marzo scorso, non avrei alcuna difficoltà, previa la necessaria autorizzazione dell'Eminenza Vostra, di comunicarla io stesso. In attesa pertanto delle venerate istruzioni dell'Eminenza Vostra, compio il dovere di restituire la sullodata lettera (che Ella nell'ipotesi suaccennate [sic] vorrà degnarsi di ritornarmi nuovamente), assicurandoLa in pari tempo che ho subito scritto all'Eminentissimo Signor Cardinale di Colonia circa la temutarequisizione delle campane, di cui è parola nel poscritto della lettera medesima. Dopo di che, chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
di Vostra Eminenza Reverendissima