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Sui fatti denunziati da Mons. Vescovo di Tournai
Facendo seguito al mio rispettoso Rapporto N. 3429 in data del 5 corrente, compio il dovere di comunicare a V. E. R. alcune informazioni sui deplorevoli fatti di Tournai,
che non senza difficoltà ho potuto avere da fonte assolutamente ineccepibile sicura ed
insospettabile
.
Il Comando della sesta Armata, per ingiunzione
del Quartiermastro generale, ingiunse, con ordi istruzione del 6 Dicembre
scorso, per il giorno 14 dello stesso mese in tutto il
territorio di detta Armata una perquisizione per
tutte le chiese, cappelle e conventi. Tale Essa doveva estendersi all'oro, argento, carte-valori, metalli, armi, munizioni, apparati apparecchi ottici, velocipedi, gomme, lana, stoffe di ogni sorta, vino, cereali, farina, stampati, figure e scritti. In un punto di detta ordinanza 96v
si diceva: "Poiché, come ha dimostrato l'esperienza, nelle chiese vengono usati come nascondiglio di preferenza quei luoghi, che
secondo le disposizioni delle Autorità ecclesiastiche religiose possono accedere soltanto gli ecclesiastici, debbono quindi essere interamente perquisiti anche i confessionali, l'altar maggiore, ecc., come pure è necessario osservare con attenzione gli armadi delle sagrestie e l'interno delle immagini sacre".
Gli ecclesiastici addetti al Comando servizio militare ed allo stesso Comando non vennero informati di questa perquisizione; altrimenti avrebbero potuto dare ai singoli Comandi incaricati della perquisizione,
ai
quali a capo dei quali si trova per lo più un protestante, alcune norme atte ad evitare un troppo grande
scandalo. Tale procedimento ha fatto una penosissima impressione sulla popolazione cattolica. Gli uffici divini fissati per le nove ore nove (col te (secondo il tempo belga per le ore otto) non poterono aver più luogo; i tabernacoli furon dovuti aprire in quasi tutte le chiese ed i conventi.
La perquisizione della chiesa principale St. Waudru a Mons durò quattro ore intiere 97r
e tutto il risultato fu che fu la requisizione nella sagrestia di due candelieri di ottone, dei quali il Decano Mons. Principe de Croy non sapeva sul momento a quale altare appartenessero, e di alcune
dosi
di vaselina.
In un Convento di religiose a Mons, al quale è annessa una casa, in cui vecchie signore trascorrono i loro ultimi giorni, furono presi circa 100.000
franchi di valori (obbligazioni) i quali
ed inviati, senza rilasciar ricevuta, dal Comando delle "Etapes" alla Ispezione.
In un grande Collegio di ragazzi, diretto dai Fratelli delle Scuole cristiane, la cassa forte contenente circa dai tredici ai quindici mila franchi in contanti e gli armadi del gabinetto fisico contenenti istrumenti scientifici vennero suggellati.
Il giorno 17 del seguente mese di Dicembre è stata ordinata la restituzione dei valori e la rimozione dei sigilli; il che, del resto, è una conferma,
della ingiustizia dei fatti sopra narrati.
Da parte mia, posso assicurare V. E. che, appurata con ogni certezza la verità dei fatti surriferiti, ho vivamente di nuovo insistito presso 97v
questo Mons. Arcivescovo di Monaco (il quale, ad onor del vero, conviene anch'egli nel riprovarli), affinché, nella sua qualità di Feldpropst ossia Vicario Castrense dell'esercito bavarese, che si è reso colpevole dei lamentati eccessi, non solo ne impedisca che si che si ripetano
ma esiga le debite riparazioni e soddisfazioni, soprattutto mediante l'allontanamento e la (destituzione/punizione) dei funzionari responsabili.
Anche l'Emo Sig. Cardinale Arcivescovo di Colonia è al corrente informato della cosa ed ha fatto passi opportuni in proposito.
Dopo di ciò, chinato
96r, oberhalb des Textkörpers, hds. von unbekannter Hand: "N. B. Accusato ricev. il 23/1 1918 N. 54132 (4110)".
Recommended quotation
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro from 13 January 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 9178, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/9178. Last access: 29-06-2024.
