Dokument-Nr. 13126
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 30. August 19231

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Su alcune i pubblicazioni scritti del Sac. Prof. Dr. Switalski, Direttore dell'Istituto cattolico di filosofia ("Albertus-Magnus-Akademie") in Colonia
L'Istituto cattolico di filosofia ("Albertus-Magnus-Akademie") in Colonia, ha testé i al quale l'Osservatore Romano ha tributato recentemente tributò nel (N. 87 del 15  corrente) Aprile scorso corr. anno amplissimi elogi, ha iniziato "si propone (come si legge nell'Introduzione al primo volume testé apparso) di illustrare il suo programma mediante una serie di una serie di scritti, i quali che in forma non periodica debbono costituire dei contributi alla sintesi così urgentemente necessaria dei passati tesori spirituali del passato colle conquiste dello spirito dei nuovi tempi, le quali si dimostrino feconde ed pregevoli".
La serie d Tali pubblicazioni si sono iniziate con un volume, apparso in questi giorni e che sotto il titolo che compio il dovere d'inviare all'E. V. R. insieme al presente rispettoso Rapporto, dal titolo, ed il quale sotto il titolo "Problema della conoscenza" (Probleme der Erkenntnis) riunisce in una nuova edizione varie conferenze e monografie, del Sac. Prof. Dr. Switalski, i del Direttore del menzionato di detto Istituto, Sac. Prof. Dr. Switalski, che l'Osservatore Romano nel citato artico n Numero menzionava pure con incondizionata lode.
L' Un Dall' esame tuttavia, anche superficiale L'esame, tuttavia, del volume in discorso rivela che esso non tratta non sembra dedursi che esso non contiene s'ispira ai genuini a gli insegnamenti della tuttavia rivelare una speciale conoscenza della filosofia scolastica, quale in verità si attenderebbe dal da chi è stato chiamato a dirigere un Istituto, sul quale tante speranze ha fondato la S. Sede (cfr. Lettera del S. P. Benedetto XV di f. m. all'Emo Sig. Cardinale Arcivescovo di Colonia – 29 Giugno 1921). – La prima parte Il primo fascicolo del medesimo contiene due monografie
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concernenti la storia della filosofia moderna (Pragmatismo di William James e Relativismo di Vaihinger), e due altre risguardanti materie di importanza secondaria per l'intiero sistema (importanza delle citazioni; psicologia delle testimonianze di crudeltà su atti di crudeltà, studio questo, il quale, scritto scrittocomposto durante la guerra in forma polemica, non non sembra adatto sarebbe stato più opportuno di omettere troppo adatto in una per un libro scientifico). – Il secondo fascicolo abbraccia vari scritti di diversa importanza. Il Nel primo dei medesimi, estratto dal Philos. Jahr b . d. Görres-Ges. 1921 ed intitolato Probleme der Begriffsbildung, (Problema della formazione della idea) del concetto) l'Autore espone la dottrina di Aristotele e di Kant: sull'argomento; ma il primo, ossia Aristotele, vi è sfavorevolmente giudicato come filosofo "dogmatico" (pag. 12), "mancante di critica" (unkritisch – pag. 14), e che nel quale invano si cerca una soddisfacente risposta a molti problemi della critica della conoscenza (pag. 13). Più accuratamente invece vi è esposto il sistema di Kant l'idealismo trascendentale di Kant, il quale cui metodo è costruttivo e sintetico, in mentre quello aristotelico è astrattivo ed analitico (pag. 16).
Lo studio "Wesenschau und Gotteserkenntnis", estratto dal Jahrbuch des Verbandes Katholischer Akademikerverein e
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zur Pflege katholischer Weltanschauung 1922, è una critica contro il filosofo di Colonia Max Scheler
Gli altri studi sono: Zur Analyse des Subjektsbegriffes (Sull'analisi dell'idea del soggetto); Der Wahrheitssinn (Il senso della verità); Die Idee als Gebilde und Gestaltungsprinzip des geistigen Lebens (La idea come prodotto e principio di formazione della vita dello spirito); Wesenschau und Gotterkenntnis (Intuizione della essenza e e conoscenza di Dio) ), estratto dal Jahrbuch des Verbandes Katholischer Akademikervereine zur Pflege katholischer Weltanschauung 1922), ed il quale è e che è una critica contro il filosofo di Colonia Marx Max Scheler.
Dal Nel volume in discorso lo Switalski si rivela cultore non propriamente della metafisica, ma della teoria della conoscenza, ed in questa egli si mostra orientato piuttosto non tanto dalla verso la Scolastica, quanto piuttosto dal verso il Neokanzianismo. Il suo sistema non sembra apparisce del resto del tutto coerente. Da
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una parte, infatti, egli sembra trattare le idee (Ideen) come fisse ed immutabili, in quanto che esse mettono in rilievo ciò che negli oggetti ha valore senza limite di tempo, illuminandoli "sub specie aeternitatis)" (II pag. 122); dall' dall'altra, i concetti (Begriffe) non sono per lui semplici immagini delle cose, ma riproducono gli oggetti, secondo che essi appaiono ora da un lato, ora dall'altro nella sfera della instabilità empirica (ib.). Da una parte un canto, egli parla di una elaborazione e di un rifacimento trasformazione della realtà da parte delle idee (II pag. 127); d'a dall'altro, egli insegna un lento e progressivo avvicinamento della nostra conoscenza alla realtà. (II, pag.  120, 12 120-121, 127). Egli oscilla quindi tra una filosofia, che si orienta alquanto verso Kant, ed una filosofia, la quale si ricongiunge in qualche modo a Lotze che Lotze (filosofo tedesco vissuto dal 1817 al 1881), che concepì gli universali come una specie di avvicinamento alla realtà. A giustificazione ontologica del base di tale suo sistema di sintesi tra l'idealismo trascendentale ed il realismo critico egli (sistema che egli chiama altresì idealismo realistico teocentrico = "theozentrischer Real-I-
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dealismus, perché egli pone il principio che l'ultimo fondamento della verità della conoscenza è la essenza assolutamente reale-ideale, Iddio), (cfr. II pag. 57)-60), e perciò quindi chiama il suo sistema altresì idealismo realistico teocentrico "teozentri s cher Real-Idealismus" (ib. pag. 60). Perciò la crescente penetrazione della "realtà" e della "idea" (che egli chiama "Wille zur Idee" – II, pag. 120) ha la sua fonte in Dio; concetto questo che storicamente appartiene si riconnette piuttosto a Leibnitz. Ad ogni modo il suo sistema non sembra corrispondere a quello tradizionale della filosofia scolastica circa la teoria della conoscenza.
Alquanto s Strana apparisce in modo speciale la sua dottrina intorno all'intuizione (II pag. 76-77, 82, 124, 144), massime nella sua applicazione della medesima alla conoscenza di Dio. "Ciò che ci unisce allo Scheler (così scrive egli a p alla cit. pag. 144) è la convinzione del carattere originariamente intuitivo della conoscenza spirituale; la cognizione dell'intelletto precede, anche secondo la nostra convin noi, il lavoro della ragione, ma questo lavoro razionale, analisi, comparazione, congiungimento ed ordinamento, non deve mancare." Ed aggiunge poi: "Anche per noi è chiaro che la certezza della fede in Dio non riposa soltanto sul fondamento razionale, che essa quindi risplende in noi indipendentemente dai
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processi dimostrativi e che anzi il più delle volte non app abbisogna di un ulteriore appoggio di prove. Ammettiamo anzi che colle sole prove tale certezza essere così impossibile di produrre creare tale certezza colle sole prove, come si cercherebbe invano nella storta di produrre la vita con mediante combinazioni chimiche! Ma t Tuttavia non riteniamo le prove della esistenza di Dio né per inutili né per false". Sembra difficile di comprendere chiaramente il pensiero dell'Autore in questo argomento.; Se egli invero per "intuizione" intende la simplex apprehensio, non vi è per sé nulla da opporre a tale concetto obbiettare, pur non si vede come mediant con essa si possa non si vede infatti come colla intuizione si giunga alla certezza della esistenza di Dio, la quale non può essere conosciuta se non mediatamente. Quando poi lo Switalski nega (come si è visto) la possibilità di produ generare produrre tale certezza colle sole prove, si troverebbe egli viene sembraerebbe venire a trovarsi in opposizione col noto passo della Sap. XIII e colla definizione del Concilio Vaticano; occorre tuttavia riconoscere
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che poco dopo, con felice sebbene non senza una qualche incoerenza, non egli affermava che esse sono essere dette dimostrazioni "prove nel senso stretto della parola" (pag. 145).
Il "Memoriale circa la fondazione e l'ordinamento dell' del progettato Istituto cattolico per la di filosofia in Colonia, il quale in onore del grande Maestro di Colonia Alberto Magno deve portare il nome di 'Albertus-Magnus-Akademie'", compilato dallo stesso Sac. Prof. Switalski ed il quale si che trovasi riprodotto al principio del volume, nonché il discorso d'inaugurazione del primo corso filosofico dell'Accademia medesima (con cui il volume stesso si chiude), il volume), da lui pronunziato il 22 Gennaio del corrente anno, e che h ha per oggetto "L'importanza dello studio della Scolastica per il tempo presente ed i compiti dell'Albertus-Magnus-Akademie di Colonia", inculcano sebbene alquanto in forma abbastanza vaga (1), inculcano, tuttavia lo studio della filosofia scolastica ed in particolare dell'Aquinate. È da augurarsi che l'insegnamento e la formazione scientifica
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procedano veramente in detto Istituto "ad Angelici Doctoris rationem, doctrinam et principia" (can. 1366 § 2), e che le ulteriori pubblicazioni, dell' le quali da esso dall'Istituto stesso saranno date alla luce, [ein Wort unlesbar] dimostrino un più sicuro orientamento in tal senso ed una più migliore conoscenza della filosofia scolastica di quel che non abbia fatto non questo primo volume del suo Direttore.
Dopo di ciò, chinato
[Fol. 23r] (1) Così, ad esempio, si legge a pag. 153: "Innanzi tutto deve essere chiaramente enunciato che una servile riproduzione delle opinioni dottrinali tomistiche non solo non è né [richie] raccomandata né tanto meno richiesta, ma è anzi direttamente contraria allo spirito ed alla lettera delle decisioni della Chiesa. Ciò che si vuole, è l'approfondirsi sincero nei principi costruttivi della filosofia di S. Tommaso, per riempirsi dello spirito in essi dominante, il quale fondamentalmente non è altro se non lo spirito di perfetta obiettivit à, di accurato esame e di ampia sintesi, vale a dire lo spirito del senso filosofico non è altro se non lo spirito di perfetta obiettività, di accurato esame e di larga sintesi, vale a dire lo spirito del senso filosofico stesso. Qui, nei grandi pensieri fondamentali del sistema, resistenti ad ogni critica, consiste ciò che suol designarsi come "philosophia perennis", nella base incrollabile di evidenti principi, nell'ampiezza abbracciante l'universo della elaborata materia e nel chiaro ed ordinato disegno dell'edificio di tutto il sapere! Il mondare tali principi da ciò che esso è limitato al tempo e quindi da eliminarsi abbandonarsi, è non solo permesso, ma costituisce anzi un incondizionato obbligo del pensatore cattolico".
23r, oberhalb der Fußnote am linken Seitenrand hds. von unbekannter Hand in roter Farbe notiert, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten: "Nota".
1Ursprüngliches Datum "17 Aprile 1923", hds. korrigiert von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 30. August 19231, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 13126, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/13126. Letzter Zugriff am: 05.05.2024.
Online seit 23.07.2014.