Dokument-Nr. 14880
Pacelli, Eugenio an De Lai, Gaetano
[München], 28. März 1924

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Sulle conferenze vescovili in Germania
Riservato
Mi è regolarmente pervenuto il venerato Dispaccio dell'E. V. R. N. 223/24 in data del 27 Febbraio scorso, col quale la E. V. R. mi ordinava di riferirLe intorno alle riunioni generali, dei che i Vescovi della Germania sogliono tenere presso la tomba di S. Bonifacio in Fulda.
L'occasione della prima Conferenza dei Vescovi in Fulda nel (1867) fu data dalle feste per il diciottesimo centenario del martirio degli dei SS. Apostoli Pietro e Paolo. I Vescovi della Germania convenuti in Roma per tale solennità risolsero in modo speciale dietro dietro suggerimento del celebre Vescovo di Magonza Mons. von Ketteler, di riunire tutto l'Episcopato tedesco, in una Conferenza confidenziale, affine di discutere le questioni di più urgente attualità, in una Conferenza confidenziale, sul modello
206v
di quelle t tenute già in Würzburg Colonia nel Maggio 1848 (cfr. Collectio Lac. ensis , tom. V., col. 959 942 ss.), in Colonia nel Würzburg nell'Ottobre e Novembre 1848 (ibid., col. 942 59 ss.), nel di nuovo in Colonia nel Marzo 1849 (ibid., col. 1143 ss.), nel 1850 (ibid., col. 1161), ecc. Come luogo del convegno fu scelta la città di Fulda, ove trovasi la tomba di S. Bonifacio. Gli inviti furono inviati mandati da Mons. Massimiliano Giuseppe Tarnoczy, Arch Arcivescovo di Salisburgo, il quale diresse anche sull'argomento un Esposto al S. Padre Pio IX di s. m. in data del 28 Agosto 1867. , affine di chiedere il <Pontificio> consenso e la benedizione Apostolica. "Germaniae Episcopi (così egli si esprimeva), quotquot mense Iunio h. a. ad celebranda festa XVIII Centenarii SS. Apostolorum Petri et Pauli gratioso Sanctitatis Tuae vocatu Romae convolavant, virtutem, quae in unitate est, et commoda, quae ex vivo commercio et communi consultatione scaturiunt, denuo experti, idemque Sanctitatis Tuae praeclaro exemplo coram edocti, instituta deliberatione inter se convenerunt, in patriam reversos se velle cum reliquis in munere episcopali sociis viam pridem
207r
interruptam communitatis recapessere, et conventus sacros subinde celebrare, quo efficacius possint malis mederi, quae his etiam in terris Ecclesiam infestare non cessant, saepenumero autem conatibus singulorum Antistitum superiora se monstrant, ut nonnisi communi consilio et collectis viribus reprimi posse dignoscantur... Quod consilium cum reliquis Germaniae Episcopis communicatum nedum add assensu sed plane applausu et acclamatione exceptum est, et ex condicto statutum, ut proximo mense Octobri... in civitate Fuldensi ad sepulchrum Patroni et Apostoli Germaniae s. Bonifatii congregemur...". Il S. Padre rispose con lettera del 30 settembre, manifestando la Sua sodd gioia "ob tam prudens et efficax consilium a Te et ab eisdem Venerabilibus Fratribus susceptum ad Ecclesiae libertatem ac iura tuenda" e rendendo "meritas Tibi et ipsis Episcopis laudes, quod antequam idem consilium executioni
207v
mandetur, Nos et haec Apostolica Sedes a Te et a commemoratis Episcopis fuerit adita, quo Tibi et illis Nostra mens Nostraque desideria nota erant esse possent". Sua Santità espresse anche il desiderio che, oltre le quaestiones proposte a tutti i Vescovi convenuti a Roma, fossero esaminate anche altre materie, massime quelle concernenti i rapporti fra la Chiesa e lo Stato, e finalmente che i Vescovi riferissero alla S. Sede intorno all alle deliberazioni della Conferenza, le quali dovettero dovevano rimanere segrete.
Del resto tutti erano d'accordo che l'adunanza <così> questa e <come> le successive adunanze in Fulda non dovessero avere un carattere sinodale, ma essere soltanto una conferenza e confidenziale i . e senza cerimonie. Ciò risulta espressamente sia da una lettera di Monsignor Kött, Vescovo di Fulda a Mons. Melchers, Arcivescovo di Colonia, del 6 ottobre 1867, sia da altra di quest'ultimo Prelato a Mons. Nunzio Apostolico in Monaco, in data del 12 di quello stesso mese di Ottobre(1), come pure dalla Pastorale comune dell'Episcopato adunato in Fulda del 6 settembre 1869.(2) Che anzi per nello stesso "Regolamento per le Conferenze vescovili", (Geschäftsordnung für die bischöflichen Conferenzen), proposto prima in via provvisoria, e poi definitivamente approvato nella seduta del 2 Settembre 1869, al § 1 si stabiliva: "Le Conferenze vescovili non hanno lo scopo di rappresentare l'Episcopato tedesco come collettività, ma piutto né di sostituire i Sinodi ecclesiastici o di emanare leggi, ma piuttosto di dare ai Vescovi occasione di conoscersi l'un l'altro
208r
personalmente, d'intendersi intorno al modo migliore di mettere ad esecuzione le leggi della Chiesa e le disposizioni della S. Sede Apostolica, come pure di discutere e di deliberare circa le circostanze ed i provvedimenti, che più specialmente toccano gl'interessi della Religione al tempo nostro".
Fra le più importanti fu la Conferenze di Fulda va menzionata quella del 1869, nella quale i Vescovi per mezzo della già citata Lett Pastorale si adoperarono per a calmare l'eccitazione ed i timori concepiti a causa in vista del futuro Concilio ecumenico e per ad esortare i fedeli alla soggezione ed all'obbedienza verso le decisioni che in esso verrebbero prese. Al tempo stesso in un Esposto indirizzato al S. Padre (4 Settembre 1869) i Vescovi, spinti dalle domande di gran numero di ecclesiastici e di laici, e temendo le minacciate complicazioni, stimarono espressero il p l'avviso dichiararono "in quantum res, ad Germaniamspectat, praesens tempus minus opportunum ad definiendam Summi Pontificis infallibilitatem".
Dette Conferenze ebbero continuarono poi ad aver luogo
208v
ogni anno (con una interruzione d negli anni 1876-1879) in Fulda (ad eccezione dell'anno degli anni: 1871, in cui si te la C la riun riunione riunione essa si tenne in Eichstätt, negli anni 1880 ed 1881, in cui ebbe luogo 1880-1881 in Aquisgrana e 1882-1883 in Magonza), di regola nella seconda metà di Agosto, (salvo il caso di Conferenze straordinarie, come nel Gennaio 1920), mentre che i Vescovi della Baviera si ri riuniscono separatamente in Frisinga. al principio di Settembre. Da tre quattro anni, vale a dire dal 1920, è si è tuttavia introdotto il costume che un Vescovo della Baviera ([ein Wort unlesbar] sinora sempre l'Emo l'Arcivescovo di Monaco) assista, come ospite alla Confe rappresentante di quell'Episcopato dell'Episcopato bavarese, alla Confe renza di Fulda, ed e vicevers ed un Vescovo del resto della Germania (l'Emo Bertram, Vescovo di Breslavia o l'Emo Arcivescovo di Colonia) a quella di Frisinga. L'una e l'altra Conferenza fissano ordinariamente nella prima seduta il testo di un Indirizzo di devozione e di omaggio al S. Padre, che viene è poi viene firmato da tutti i Vescovi presenti e suole toccare le principali questioni del momento. Sua Santità risponde sempre con una Lettera di lode e di incoraggiamento, la quale viene è
209r
poi pubblicata negli Acta Apostolicae Sedis. – Secondo il il succitato <§ 3 del succitato> il "Regolamento per le Conferenze vescovili" (Geschäftsordnung für die bischöflichen Conferenzen), approvata nella seduta del 2 Settembre 1869, (§3) del 1869 "il Presidente della prossima adunanza viene eletto a maggioranza di voti". La presidenza d'onore onoraria è assunta tenuta dal più eminente in dignità ecclesiastica"." (§ 3). At Attualmente però il Presidente delle Conferenze di Fulda è a vita; ed al presente esso è l'Eminentissimo Signor Cardinale Bertram, Vescovo di Breslavia, che venne scelto, dopo la morte del Cardinale Hartmann, Arcivescovo di Colonia, nella summenzionata conferenza di Fulda del gennaio 1920, "su proposta del membro più anziano della Conferenza, con generale approvazione", come si legge nel relativo Protocollo. – Il Nunzio Apostolico non è stato mai, che io sappia, invitato né è mai intervenuto alle Conferenze sia di
209v
Fulda che di Frisinga (1) (soltanto il Nunzio Mons. Viale Prelà assistette all'adunanza episcopale di Colonia del 1 nel il 16 Agosto 1848); ; evidentemente probabilmente i Vescovi preferiscono di parlare e di discutere con una libertà, che pensano non rimarrebbe loro intiera alla presenza del Rappresentante Pontificio. Secondo l'anzidetto "Regolamento" (§ 9), "terminata la Conferenza, la Presidenza manderà deve mandare un rapporto sulle deliberazioni della medesima al S. Padre in segno di in segno di sottomissione ed a conferma di unità perfetta, solleci implorare, ed sollecitare, implorare, in quanto la materia l'argomento lo richieda, le Sue istruzioni". ed imp e chiedere l'Apostolica Benedizione per i Vescovi tedeschi e le loro diocesi". Ciò non ha, per quanto è a mia conoscenza, da molto tempo più luogo; ma il Presidente, alcun tempo dopo la Conferenza, suole invece inviare due alla Nunziatura due esemplari del Protocollo o pro verbale, importante certamente per conoscere in qualche modo le materie trattate e le prese risoluzioni, ma talvolta in vari punti formulato in
210r
talvolta in termini così vaghi e concisi, concisi, che non è sempre possibile di formarsi una idea esatta della cosa. La Nunziatura usa di trasmettere uno dei due esemplari alla Segreteria di Stato; il che tuttavia non mi è stato possibile di fare in questi ultimi anni, avendone ricevuta dall'Emo Bertram una sola copia, che mi che mi è sembrato necessario di conservare in questo Archivio, occorrendo sovente l'occasione di consultarlo il caso di dover consultare i Protocolli in discorso.
I La celebrazione di Concili provinciali, sebbene raccomandata anche dalla summenzionata adunanza episcopale di Würzburg nella seduta dell'8 Novembre 1848 (cfr. Collectio Lacensis, tom. V, col. 1085-1086), non sono stati celebrati si è avuta in Germania che assai assai raramente; l'ultimo, che io sappia, è stato quello di Colonia del 1860. La suddetta medesima adunanza di Würzburg raccomandò si pronunziò anche a favore della celebrazione, <coll'autorizzazione della S. Sede,> di un vero e proprio Concilio nazionale, coll'autorizzazione della S. Sede, di cui, osservò il Presidente, "l'attuale riunione quell'assemblea "poteva in certo modo dirsi in parte un surrogato" (cfr. Coll. Lac., 1. c.), ma tale disegno non venne effettuato. – <portato ad effetto. –> Dopo la pubblicazione del nuovo Codice di diritto canonico, vari vari Vescovi della Germania tedeschi hanno già tenuto già Sinodi diocesani.
Conferenze vescovili, come quelle di Fulda e di Frisinga, sono per sé,
210v
secondo che sapientemente osserva l'E. V. nel sullodato Dispaccio, utili ed anche e necessarie, massime nei difficili tempi presenti, in Germania; alcuni inconvenienti, che sembrano verificarsi in quella di Fulda, dipendono piuttosto principalmente piuttosto dal carattere personale dell'attuale Presidente della medesima, Eminentissimo Cardinale Bertram. Questo Principe della Chiesa, senza dubbio assai zelante, laborioso e benemerito della Chiesa, ha nondimeno (sia detto con ogni rispetto) una natura alquanto suscettibile ed autoritaria. Come ho appreso in modo del tutto riservato e segreto da qualche Vescovo, durante le Conferenze egli suole imporre il suo punto di vista, senza tenere troppo conto dell'avviso degli altri Prelati, ed anche fuori conf fuori delle Conferenze egli continua, nella sua qualità di "Presidente delle Conferenze vescovili di Fulda", a parlare ed agire a nome dell'intiero Episcopato, (secondo i casi, tedesco o soltanto prussiano ) sebbene, secondo che io stesso ho potuto in qualche occasione constatare, le sue opinioni non corrispondano sempre a quelle di tutti almeno gli altri Vescovi. Ordinari. Spesso – non sempre – prima di agire interroga i Vescovi, ma ben sovente dà loro per rispondere un termine così breve (oltrepassato il quale, egli dichiarava di presum senza che sia giunta la risposta, egli dichiara di presumere il consenso alle sue idee o proposte), che a molti non a tutti riesce possibile di farlo. – Non sempre pure, a mio umilissimo giudizio, vengono strettamente osservati i limiti imposti nelle loro azioni agli stessi Vescovi, come
211r
ad esempio si è verificato, a mio subordinato parere, se mi a mio subordinato parere, in occasione del recente progetto di legge sull'amministrazione dei beni ecclesiastici in Prussia, ( su cui ho, come di dovere, ripetutamente riferito alla Segreteria di Stato (cfr. Rapporti N. 27355 del 30 Aprile 1923, N. 28893 del 4 Novembre s. a. e N. 39738 del 12 Febbraio p. p.); l'Episcopato infatti, con a capo l'Emo Bertram, nonostante lo il lodevole ed efficace zelo spiegato per migliorare il progetto a tutela dei diritti e della libertà della Chiesa, ha nelle trattative col Governo dichiarato accettabili od to almeno tollerabili, senza previa intesa colla S. Sede, alcuni punti, i quali non sembrano se non erro, non sarebbero sembrano in tutto conformi alle prescrizioni del Codice di diritto canonico. Mons. Vescovo di Limburg mi scrisse giungere A giustificazione dei Vescovi, debbo tuttavia altresì riferire che avermi Mons. Kilian, Vescovo di Limburgo, comunicato nel Settembre dello scorso anno mi partecipato ò riservatamente aver egli proposto nella Conferenza di Fulda che il Presidente, Emo Bertram, dovesse informasse re la S. Sede circa il progetto in discorso e le relative tratta-
211v
tive dell'Episcopato, so aggiungendo che tale proposta aveva incontrato la generale approvazione. Non mi consta tut però che l L'Eminentissimo però (a quanto io sappia) abbia mandato Bertram però non mandò ad effetto tale opportuna e commendevole deliberazione.
Qualora la S. Sede mandasse attuasse ad effetto la Sua il Suo sapiente proposito di disciplinare le tali le riunioni generali generali dei Vescovi, sarebbe, a mio umile avviso, espediente, – affine di non suscitare dissapori e difficoltà in questa Nazione, ove gli animi sono tanto facilmente eccitabili e così spesso sospettosi verso ciò che viene i provvedimenti, che vengono da Roma –, che ciò avvenisse in termini universali, vale a dire come disposizione emanata per tutto il mondo, e non come misura particolare per la Germania. le Conferenze vescovili della Germania. , che sembrerebbe anzi prudente di non menzionare esplicitamente.
Nel sottoporre quanto sopra al superiore giudizio dell'E. V., m'inchino
(1)"Hic conventus (così leggesi nella succitata lettera) ex intentione eorum, qui conventuri sunt, necnon secundum expressum desiderium Nuntii Apostolici Vindobonae residentis omnino synodi vel concilii indole formaque carebit atque nonnisi fraternae et cordialis collationis occasionem praebebit".
(2)"Im Geiste Jesu Christi und seiner heiligen Kirche, welche vor Allem ein Geist der Einheit und Gemeinschaft ist, sind wir deusche Bischöfe auch in diesem Jahre in Fulda am Grabe des hl. Bonifatius zu brüderlicher Berathung vereinigt gewesen. Der Zweck dieser Versammlungen ist nicht etwa der, bindende Beschlüsse in kirchlichen Angelegenheiten zu fassen, was nach den Gesetzen der Kirche nur auf eigentlichen und in gehörigen Form abgeschaltenen Kirchenversammlungen möglich ist, sondern geht lediglich dahin, durch gegenseitige Besprechung uns zur bessern [sic] Erfüllung unseres heiligen Amtes tüchtiger zu machen, und jene Einigkeit und Liebe unter uns zu pflegen, welche die Mutter und Ernährerin alles Guten ist".
(1)Il Nunzio Apostolico di Vienna, Mons. Viale Prelà, inviato dal S. Padre a Colonia nel 1848 in occasione della solenne consacrazione della Cattedrale del Duomo, di quella Metro Chiesa chiesa metropolitana, assistette ad una adunanza episcopale ivi tenutasi in detta città il 16 agosto, nella quale i Prelati ivi convenuti "in eo consenserunt, quod Apostolico quoque Nuntio visum est, magnopere expedire optandumque esse, ut primo quoque tempore omnium Germaniae Antistitum haberetur Concilium". Tale riunione però non fu che un "familiare colloquium". Cfr. Collectio Collectio Lacensis, tom. V, col. 961.
206r, links oberhalb des Briefkopfs hds. von unbekannter Hand in roter Farbe notiert, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten: "C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an De Lai, Gaetano vom 28. März 1924, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 14880, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/14880. Letzter Zugriff am: 28.04.2024.
Online seit 18.09.2015.