Dokument-Nr. 16990
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[Berlin], 04. Oktober 1925

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Domanda della duchessa Maria di Mecklenburg
Vers Il Il giorno 23 dello scorso mese di Settembre si presentò a questa Nunziatura con una lettera di S. A. la Duchessa Maria di Mecklenburg il Rev. Guglielmo Heermann, curato in Ludwigslust, per significarmi che la detta Signora si trovava in difficili condizioni finanziarie, avendo fatto contratto debiti per rilevanti numerosi debiti, e mi chiedeva di ottenerle dal S. Padre onde rimediare portar rimedio a tale stato di cose, la somma di sessanta mila marchi. La menzionata Duchessa, nata principessa di Windisch-Graetz, [era] è vedova del duca Paolo di Mecklenburg, il quale si convertì convertì, nonostante ogni malgrado [ardui] gravi [ein Wort unlesbar] ardui ostacolo i, alla fede cattolica alla fede cattolica, ed è morto cui rimase fedele sino alla sua morte avvenuta il 17 Maggio 1923. Il duc figlio, duca Enrico Borwin (noto conosciuto dalla S. Sede per la causa matrimoniale trattata in Roma in Roma negli scorsi anni), e la duche figlia, duchessa Maria Antonietta, ambedue cattolici, conducono hanno tengono notoriamente, – ed – ed il sunnominato curato me lo confermò apertamente, – senza reticenze – una vita una condotta immorale. La Duchessa Maria, come mi disse lo stesso Rev. Heermann, è di carattere imperioso e collerico (in una visita da essa fattami in Monaco nel Novembre 1922, a me sembrò anzi non del tutto equilibrata); ; [ein Wort unlesbar] riceve da qual-
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che tempo un appannaggio di ventiquattro mila marchi annui, dopo di che ha ripreso a condurre una vita abbastanza sontuosa; i debiti suaccennati risalirebbero, almeno nella più gran parte, al periodo anteriore. Il Rev. Heermann aggiunse che, qualora non si rimediasse a a simile stato riuscisse a rimediare a siffatta situazione e la Duchessa venisse perseguita giudizialmente dai creditori, ciò provocherebbe un grave scandalo con danno dei cattolici in quel territorio della Diaspora.
Dal parte canto mia o risposi che, per quanto mi riu fosse penoso di apprendere le difficoltà in cui si trova versa Sua Altezza, non mi trovavo, pur con mio vivo rincrescimento, in grado di [farne] [tra] umiliare al S. Padre una simile do richiesta, di tanto rilevante somma, conoscendo, da una lato, le ristrettezze economiche della S. Sede, e, dall'altro, gli enormi ed urgenti ed urgentissimi bisogni, cui ai quali il Sovrano Pontefice deve attualmente provvedere sopperire provvedere in ogni parte del mondo. per il bene supremo delle anime.
In seguito a ciò, la Duchessa
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ha risoluto risolse di far perorare la sua causa direttamente in Roma dal più volte menzionato ecclesiastico e mi pregò chiese quindi, alcuni giorni fa, telefonicam per telefono icamente di f rilasciare al medesimo una raccomandazione per una Udienza pontificia privata. Non volendo prendere su di la responsabilità della cosa, la consigliai pregai di rivolgersi piuttosto al Revmo Ordinario, che è il Vescovo di Osnabrück, e il quale è al corrente di tutto, e solo dopo nuove insistenze mi dich dissi pronto ad aggiungere qualche parola alla raccomandazione la mia qualche parola ad una eventuale commendatizia del medesimo. Ieri infatti mi è stata trasmessa dal Rev. Heermann, la lettera già sul punto di partire per Roma, la relativa lettera di quella Curia vescovile, cui ho apposto soltanto alcune poche e generali parole. una assai breve e generale raccomandazione.
Tanto ho creduto mio dovere di riferire, per ogni buon fine, riservatamente all'E. V. R., mentre, chinato
65r, oberhalb des Briefkopfes hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert:"C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 04. Oktober 1925, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 16990, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/16990. Letzter Zugriff am: 06.05.2024.
Online seit 24.06.2016.