Dokument-Nr. 2391
Scheuch, Heinrich an Hartmann, Felix von
Berlin, 21. Oktober 1918

Colla presente confermo a Vostra Eminenza ricevuta della pregiata lettera del 30 settembre, sullo sfratto e la traduzione in Germania dei Gesuiti, della loro Casa <del loro Collegio>1 di Tournai. Dai relativi uffici competenti mi è stata fata, a tal riguardo, la seguente comunicazione:
"Già negli anni 1916/1917 vari membri del convento <della casa>2 dei Gesuiti belgi a Tournai risultarono implicati in un organizzazione per la trasmissione di notizie e il contrabbando di lettere, con ampie diramazioni; organizzazione che, sotto il nome di "Mot du soldat" mirava a stabilire e mantenere relazioni costanti fra gli abitanti dei territori occupati coi loro appartenenti al fronte, e la cui sede e direzione si trovava nel Convento di S. Agostino, Casa di <Collège>3 Notre Dame in via S. Agostino a Tournai. In questo convento le fila dell'organizzazione facevan capo anzitutto nelle mani del Padre gesuita Dessy, che morì il 23 marzo 1916; poi passarono al padre gesuita Mazure, il quale fu condannato, appunto per questo, con sentenza di un tribunale militare in data 7 maggio 1917, a 2 anni di prigione. Anche il padre gesuita Derbais risultò specialmente coinvolto nell'affare. Egli fu condannato più tardi a 300 marchi di ammenda o a 60 giorni di prigione e si trova adesso fra i tradotti.
Mentre nei primi tempi della guerra il Convento si rivelò come un focolare di trasmissione di notizie e di contrabbando di lettere, in un'epoca più recente fu scoperta un'organizzazione di spionaggio con ampie diramazioni, e fu arrestato
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il Padre Philippart – pure membro di questo Convento – perché godeva di grande autorità di cui si serviva per stendere una rete di spionaggio. Egli stesso faceva servizio d'informazione nel più <esteso>4 senso della parola. Le notizie da lui riunite erano in parte di straordinaria importanza e quindi sommamente utili per il servizio d'informazione nemico.
Esistendo il basato sospetto che altri Gesuiti di quel convento partecipassero allo spionaggio, un'ulteriore loro permanenza in territorio d'operazione risultava oltremodo pericolosa per la sicurezza dell'esercito. Fu ordinato allora che i monaci <religiosi>5 fossero tradotti in Germania.
In 31 maggio a mezzogiorno il comandante di tappa di Tournai consegnò ad essi l'ordine di prepararsi alla partenza, la quale ebbe luogo la sera alle ore 9. Dopo la perquisizione personale e del bagaglio, i locali occupati dai Gesuiti nonché la biblioteca e la chiesa furono chiusi. Dalla chiesa, e in presenza del capo <Superiore>6 dei Gesuiti, Padre. C. Jacobs, furon tolti gli arredi sacri dal <per mezzo del>7 parroco cattolico addetto al Comando, e portati nella cappella del Convento di S. Maria.
Il desiderio espresso dai monaci <religiosi>8 che fossero loro inviati i breviari fu esaudito, previo esame dei medesimi. Un giorno dopo la traduzione dei monaci <religiosi>9 il vescovo di Tournai rivolse preghiera al comandante di tappa di Tournai di riaprire la chiesa del Convento per gli Uffizi divini pubblici, ciò che fu premesso.
Allo stesso modo, dietro preghiera del capo gesuiti <Superiore P.>10 C. Jacobs tutti quanti gli oggetti di pertinenza dei monaci <religiosi>11, documenti, abiti, ecc., furono consegnati, previo esame, al Vicario generale arcivescovile12 Cantineau e una ricevuta dell'avvenuta consegna fu rimessa al capo gesuiti <Superiore P.>13 C. Jacobs pel tramite del campo concentrazione prigionieri Celle-Schloss. Più tardi fu permesso, a richiesta dei Gesuiti, che questi si facessero venire biancheria, abiti, libri ecc.
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Che colla notificazione dell'ordine di sfratto ai Gesuiti doveva cessare qualsiasi ulteriore relazione fra essi e il nemico, era una necessità imprescindibile e giustificata nell'interesse militare. Affermare che anche al Vescovo di Tournai fu vietato qualsiasi contatto coi monaci è voler affermare <religiosi è>14 una cosa che contrasta coi fatti. Da nessuna parte giunse al Comandante di tappa di Tournai o ad altro ufficio una istanza o una domanda in questo senso; se fosse venuta sarebbe stata certamente esaudita.
Per motivi militari più gravi difficoltà si oppongono alla distribuzione dei Gesuiti nelle varie case dell'Ordine nel Belgio. Noi dobbiamo, al contrario, insistere sulla necessità assoluta che essi rimangano in un campo di concentramento della Germania. La proposta di inviarli nella Francia non occupata non può esser presa in considerazione poiché si tratta di Belgi."
Per le suesposte ragioni sono dolente di non poter corrispondere ai desideri di Vostra Eminenza.
Con i sensi della piú alta stima mi protesto
di Vostra Eminenza devotissimo
Firmato: Scheüch,
Tenente generale e Ministro della Guerra
67r oben rechts hds.: "Allegato al N. 10836"
1Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
2Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
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12Masch. gestrichen.
13Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
14Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
Scheuch, Heinrich an Hartmann, Felix von vom 21. Oktober 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 2391, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/2391. Letzter Zugriff am: 26.04.2024.
Online seit 17.06.2011.