Dokument-Nr. 370
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 17. Juli 1917

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Visita ai prigionieri francesi
Una delle mie prime cure, dopo giunto a Monaco, è stata quella di preparare una visita ai prigionieri francesi d in Germania, od almeno in cominciando naturalmente dalla Baviera, tanto più che, (a differenza di quanto è avvenuto almeno in Austria od in Turchia, ) dal principio della guerra nessun campo di prigionieri è stato qui mai durante dal principio della visitato dal Rappresentante Pontific dalla Nunziatura Apostolica.
Mi sono A tale scopo mi sono anzitutto dato premura di ottenere dal Comando militare bavarese il necessario permesso, [conce] che mi è già stato concesso senza difficoltà.
Siccome poi, <(>com'è evidente, ), specialmente qui in Germania, non si potrebbe fare compiere la visita in discorso colle mani vuote, ho cercato di studiare il modo e poichè sarebbe impossibile di procurarsi qui, ove tutto scarseggia, la ma i generi necessari per fare un regalo specialmente soprattutto in viveri, mi sono rivolto pu a Mons. Marchetti Selvaggiani per sapere se vi sarebbe modo di averli dalla Svizzera.
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Il sullodato Monsignore mi comunica ora che, prese le opportune informazioni all'Ufficio dei per i prigionieri francesi in Berna, risulta il numero di detti prigionieri in Baviera ammonta a circa quarantamila. L'Ufficio medesimo volentieri fornirebbe commestibili ed altri generi utili a tale scopo, fine; anzi s'incaricherebbe di confezionare esso stesso i relativi pacchetti. Quanto alla spesa, ogni pacchetto, contenente cioccolato, tabacco, sapone, ecc., verrebbe a costare in franchi monete svizzeri e fra i 3.50 e i 5 franchi. Poichè, quindi, se si dovesse regalare un pacchetto ed ognuno dei quarantamila prigionieri, si andrebbe incontro ad una forte spesa, l'Ufficio stesso consiglierebbe di dare a tutti un oggetto religioso (come rosari, crocifissi, medaglie, ecc.), ed inoltre ai più veramente bisognosi, che sono circa cinquemila, uno dei menzionati pacchetti. Fra i prigionieri francesi in Baviera vi sono, infatti, dei ricchi, che ricevono molto dalle loro famiglie, mentre altri sono abbandonati del tutto. All'Ufficio surricordato è perfettamente noto il numero di tali "nécessiteux" nei singoli campi; se quindi la S. Sede giudicasse di poter impiegare a tale caritate-
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vole scopo la somma di circa trentamila Franchi svizzeri, si farebbero confezionare preparare in Svizzera i pacchetti, in discorso, i quali che verrebbero poi spediti gratuitamente (come è d'uso) agli uomini di fiducia francesi nei vari campi, o presso di essi questi rimarrebbero depositate le cose che verrebbero <al mio arrivo> aperte. presso i quali rimarebbero depositati fino al mio arrivo per la distribuzione al mio arrivo da farsi nel nome augusto del S. Padre.
Altro modo di spedizione non sarebbe permesso dal Governo francese, ossia dalla S. S. S. (Societé de surveillance suisse), la quale teme sempre che i generi inviati, invece che ai prigionieri, servano alla popolazione della Germania.
I pacchetti potrebbero essere involti in carta portante lo stemma Pontificio, c come fu fatto per i prigionieri italiani in Austria; nel qual caso sarebbe necessario che da Roma fosse inviata a mandata a Mons. Marchetti-Selvaggiani la stampiglia.
Se tale progetto progetto visita un simile progetto potesse effettuarsi, certamente contribui produrrebbe la migliore impressione con e contribuirebbe ad aumentare la gloria e l'amore che
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il Nostro amatissimo Santo Padre ha saputo, durante questa orribile guerra, guardagnarsi presso tutti i buoni per la Sua inesaurabile carità ed instancabile operosità nel lenire le dolorose conseguenze dell'immane conflitto. Ad ogni modo, sottometto umilmente il tutto al superiore giudizio dell'Eminenza Vostra Reverendissima, e mi permetto soltanto di farLe rilevare che come, qualora il progetto in questione meritasse la ' Sua approvazione del S. Padre, occorrerebbe che esso fosse immediatamente attuato, giacché, trascorsi i due restanti mesi d'estate, sarebbe assai malagevole, per non dire impossibile, dato il clima rigidissimo di questi paesi, di compiere le visite in discorso, e perciò oserei pregare Vostra Eminenza di farmi avere la risposta quanto prima, e possibilmente per telegrafo. Parimenti, sempre nell'ipotesi di una decisione affermativa, sarebbe assai desiderabile che il Santo Padre Sua Santità si degnasse benedire da lontano gli oggetti religiosi, da distribuirsi come è stato detto che io cercherei di procurarsi qui o in Svizzera e che in tal modo diverrebbero tanto più preziosi acquisterebbero un inestimabile valore agli occhi degli infelici prigionieri.
Intanto ecc.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 17. Juli 1917, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 370, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/370. Letzter Zugriff am: 24.05.2024.
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