Dokument-Nr. 4847
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 05. Juni 1918

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Trattative di pace fra Italia ed Austria-Ungheria
Riservato
Sua Eccellenza il Sig. Conte Thurn e Valsássina, Ministro d'Austria-Ungheria in Baviera, tornato ora a Monaco dopo un breve soggiorno in Vienna, è venuto testé a visitarmi e mi ha detto che Sua Maestà l'Imperatore d'Austria lo ave aveva messo al corrente sul mio viaggio a Roma, incaricandolo al tempo stesso di comunicarmi che Egli è sempre sinceramente disposto ad accogliere proposte di pace da parte dell'Italia per il tramite della S. Sede, a condizione che l'integrità della Monarchia non sia messa in questione (L'E. V. R. ricorderà senza dubbio che una una simile espressione trovavasi anche nel ben noto foglio contenente i cosidetti Kriegsziele o scopi di guerra dell'Austria). Ho cortesemente nella forma più cortese ringraziato Sua Eccellenza il Signor Ministro per tale comunicazione del Suo Augusto Sovrano, e gli ho poi chiesto che cosa Sua Maestà voglia intendere precisamente con tali condizioni quella condizione; se, cioè, la richiesta integrità della Monarchia debba
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considerarsi come salva soltanto nel caso di una rettifica di frontiera e con reciproche cessioni di territori sul confine stesso italo-austriaco, ovvero anche nell'ipotesi di concessioni all'Italia su detta frontiera con adeguati compensi all'Austria altrove, ad esempio nelle colonie. Il Sig. Conte mi ha risposto che egli non aveva avuto altro incarico da Sua Maestà, e quindi non poteva era in grado di manifestarmi che al riguardo se non la sua opinione personale, fondata sulla conoscenza che egli può avere può avere della situazione. Egli dunque non riteneva possibile ammissibile la seconda delle suddette ipotesi, tanto più anche perché l'Austria non ha alcun interesse notevole a fare acquisti coloniali, tanto più che all'Italia non potrebbe sarebbe possibile di offrire che se non colonie di poca importanza, rimanendo naturalmente esclusa la Tripolitania, la della quale, del resto, essa non ha più attualmente nemmeno ppure il possesso di fatto. Ha soggiunto il Sig. Ministro che, sempre a suo parere, l'Imperatore, nemmen se volesse, potrebbe accettare un simile accordo, perché
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la pubblica opinione si rivolterebbe contro di lui; che l'Austria è vincitrice e farebbe già una grande concessione restituendo senz'altro i territori italiani occupati, e che non si vede perché e con quale vantaggio dovrebbe proprio essa fare compiere ulteriori rinunzie. Replicai che ammettevo perfettamente la presente situazione militare dell'Austria, di fronte all'Italia, ma che che i sacrifici, che essa fosse la Monarchia danubiana fosse eventualmente disposta a fare, le avrebbero arrecato, oltre agli evidenti benefici della pace di cui ha sì profondo bisogno, anche l'incommensurabile vantaggio ideale di fro di fronte alla Storia, le avrebbero arrecato altresì, di fronte alla al giudizio della Storia, l'incommensurabile vantaggio ideale di aver contributo contribuito, anche a costo di sacrifici, efficacemente a far cessare l'orribile flagello che desola l'umanità il mondo, meritando a Sua Maestà l'ambito titolo d'Imperatore della pace. – La conversazione rimase a questo punto.
Quanto agli altri alle due punti idee, toccati e nella venerata lettera personale dell'E. V. in data del 18 Maggio e relativi alle idee suggerite nel
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l'una nell'indirizzo trasmesso da Mons. Maglione e l'altra da codesto Sig. Ministro dell'Argentina, – siccome trattavasi di erano materie che dovevano da trattarsi di viva voce (specialmente la seconda, per volontà espressa dell'E. V.), e non essendo a me pur troppo possibile, a causa della infelice issima posizione di questa Nunziatura, di parlare col Sig. Cancelliere dell'Impero, stimai opportuno di profittare della cortesia di Mons. Ratti, il quale, allora di passaggio per Monaco, doveva poi recarsi al a Berlino, ove sarebbe stato ed essere ivi ricevuto dal Sig. Conte von Hertling. Affidai de quindi a lui con ogni premura e segretezza il delicato incarico, rimettendogli il succitato indirizzo da restituirsi all'E. V. e pregandolo al tempo stesso di farmi avere da Berlino (ove ero più sicuro della posta) che non a Varsavia) qualche notizia in proposito e di restituirmi al tempo stesso il succitato indirizzo che io avevogli consegnato. Nulla però ho finora fino ad oggi ricevuto dal sullodato Monsignore; forse sarà a lui mancato il tempo di scrivermi da quella Capitale.
Dopo di ciò, chinato
Finalmente credo utile riferire all'E. V. che questo Sig. Ministro degli Esteri, tornato ora anche egli da Vienna, ove ha accompagnato i Sovrani di Baviera, mi ha oggi narrato detto che l'Austria aveva in realtà deciso l'offe d'iniziare l'una nuova offensiva contro l'Italia, ma dovette poi sospenderla per timore di tradimenti da parte degli Slavi; è tuttavia probabile che sia intrapresa prossimamente, sebbene, venendo essa condotta dall'Austria sola, vsi sia nutra qui poca fiducia nel successo della medesima.
Dopo di ciò, chinato
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 05. Juni 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 4847, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/4847. Letzter Zugriff am: 19.05.2024.
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