Dokument-Nr. 9054
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 14. Oktober 1919

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Betreff
[Kein Betreff] Crisi del Governo in Baviera
Da vario tempo si parlava di una possibile crisi nel Governo bavarese. Le discussioni dei partiti politici, che da parecchi giorni nella stampa dei socialisti maggioritari e della Bayerische Volkspartei, specialmente sulla politica culturale si vanno svolgendo hanno recentemente assunta una forma culminante. La spinta decisiva alla crisi fu poi data dalla riunione dei socialisti bavaresi, tenutasi a Norimberga il 27 e 28 Settembre . Dopo una lunga discussione de lla situazione politica in Baviera, fu approvato all'unanimità il seguente ordine del giorno: "La conferenza dei socialisti bavaresi, adunatasi in Norimberga il 27 e 28 settembre, ha discusso le difficoltà politiche dei socialisti nel governo e la situazione del partito socialista nel gabinetto. La conferenza esprime tutta la sua fiducia ai rappresentanti del partito nel Governo. Essa rileva come una particolare difficoltà del partito socialista in Baviera che il Governo così detto di Hoffmann è ritenuto come un Governo socialista, mentre è chiaro che la composizione del governo e del Landtag esclude una politica prettamente socialista. Perciò la Conferenza propone una radicale riforma del Ministero. Essa autorizza i compagni Hoffmann, Segitz ed Andres a dimettersi dal Ministero, se la riforma creduta necessaria dalla Conferenza non possa effettuarsi."
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In seguito a tale risoluzione del partito socialista, tutta la stampa fu concorde nel ritenere che il primo compito del Landtag, il quale doveva radunarsi il 1° ottobre, fosse quello di riformare il gabinetto. E così per la prima volta in Baviera il sistema parlamentare viene ad esplicarsi nella sua principale funzione, cioè la formazione del Governo; giacché, come V. E. ben ricorda, l'attuale Governo Hoffmann nacque da un compromesso fra il Landtag, ridotto all'impotenza in seguito alla crisi prodotta dopo l'assassinio di Eisner, e il Consiglio centrale dei soldati, operai e contadini, che aveva preso nelle mani il potere.
La ragione, che ha spinto i socialisti a questa risoluzione di Norimberga è che in verità l'attuale gabinetto porta la firma e la responsabilità come socialista, ma in fatti i rappresentanti di questo partito si trovano in minoranza nel gabinetto di coalizione. È però da rilevarsi che tale stato di cose è stato messa innanzi dalla stampa socialista, soltanto nei giorni del processo contro gli assassini degli ostaggi perpetrato dai Comunisti in maggio, giorni in cui la responsabilità del governo appariva più terribile, sia per la poca energia, che dimostrò nel reprimere la sommossa anarchica del maggio , sia perché era esso che doveva dire l'ultima parola circa la condanna degli assassini, usando o meno del diritto di graziarli o no.
D'altra parte la stampa della Bayerische Volkspartei ha condotto una campagna sempre più violenta contro il Ministro Presidente Hoffmann per la sua politica scolastica apertamente antireligiosa. Sicché in fondo la crisi era una necessità
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logica e fatale prodotta dalla situazione di lotta fra i due principali partiti politici bavaresi, il socialista e quello del Centro (Bayerische Volkspartei).
Interminabili e complicate discussioni si protrassero per giorni e giorni fra le varie frazioni politiche e nelle commissioni del Landtag, ma da esse non potette venir fuori che una dichiarazione, con la quale il partito del Centro faceva una mezza sconfessione degli attacchi pubblicati dalla stampa cattolica e specialmente da l Bayerische Kurier e finalmente una dichiarazione che per prendere una decisione definitiva intorno alla crisi bisognava che i vari partiti dovevano sentire proprie organizzazioni, e che ciò sarebbe stato fatto a breve scadenza.
Intanto la Bayerische-Volkspartei si trova in questa impasse da una parte dovrebbe accettare la responsabilità del governo, essendo il partito numericamente più forte, dall'altra parte, accettando tale responsabilità, corre pericolo di serie compromissioni, dovendo, nel governo, liquidare tutte le pendenze della guerra, affrontare tutte le ardue questioni create dal nuovo stato di cose, specialmente nell'ordine sociale e finanziario, e finalmente, per non parlare di altro, risolvere i minacciosi problemi alimentari e della vita , che presenterà il prossimo inverno ed a ciò bisogna aggiungere la mancanza assoluta di uomini di quel partito, che veramente si possano imporre col loro nome e col loro passato.
In un discorso pronunziato il 6 Ottobre, a Deggendorf, dal Dr. Held, Capo della frazione della B. V. P. del Landtag, ha respinto la ragione per la quale i socialisti vorrebbero ora dividere la responsabilità del governo coi partiti borghesi, cioè le polemiche della stampa contro il Ministro Presidente Hoffmann.
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Il partito socialista – ha detto – durante la rivoluzione ha preso nelle mani il potere. Esso formò un governo a sé, . A nche durante la Repubblica dei Consigli ha mostrato il fermo proposito di avere da solo il potere e di volerlo da solo conservare. Soltanto ora che bisogna assumere l'eredità della Repubblica dei Consigli, con tutte le sue conseguenze finanziarie, i socialisti pensano a voler dividere la responsabilità del potere, che si accorgono di non potere portare più da soli.
Noi vogliamo rimanere nella coalizione, ha soggiunto l'Held, e lavorare con essa, ma noi proponiamo che il Ministro Presidente trovi nel governo una linea di mezzo per la quale sia possibile non offendere le convinzioni della maggioranza del popolo bavarese e tralasciare tutto ciò che può offenderle. Se ciò non riesce, è impossibile qualunque cooperazione. I socialisti non devono pensare che basti un gesto da parte loro, perché la B. V. P. debba piegarsi al Ministro Presidente. Così le cose non vanno né secondo la Costituzione, né secondo il sistema politico parlamentare. Se non si può riuscire ad una crisi soddisfacente del governo non rimane altra possibilità che sciogliere il Landtag.
Lo scioglimento del Landtag è stato in verità discusso molto nei giorni della crisi da vari giornali. La situazione politica attuale in Baviera è talmente complicata, che non lascia chiaramente prevedere quali sarebbero i risultati dello scioglimento del Landtag e delle nuove elezioni. Naturalmente ciascun partito pretende che nelle nuove elezioni avrebbe da guadagnare e non da perdere. Ma chi nel fatto avrà ragione?
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L'Held, per esempio, nel citato discorso, dopo aver fatta balenare la possibilità delle nuove elezioni, soggiunge Allora vogliamo vedere che cosa il popolo dirà del governo di Hoffmann. I socialisti non devono pensare che il popolo bavarese rifiuta il pensiero di una nuova elezione . Io son convinto che il popolo ha imparato a distinguere dove si trova veramente il bene della patria, se presso i socialisti ovvero presso la B. V. P. Un Ministero della B. V. P. non può assumersi le responsabilità dell'opera del governo di Hoffmann, specialmente per ciò che riguarda la politica scolastica e quella finanziaria. Tutta la stam-
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pa dalla democratica alla indipendente darebbe addosso alla B. V. P. , rendendola responsabile di tutti i disagi in cui si trova il paese, e più che ogni altro Ministro Presidente, quello della B. V. P. dovrebbe rispondere: io on posso far niente.
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I democratici invece si oppongono energicamente alle nuove elezioni. Essi dicono che un appello al corpo elettorale nel prossimo inverno, quando già si temono tumulti ed agitazioni a causa delle condizioni alimentari e della mancanza di carbone e di lavoro, non può essere desiderato da nessun partito, se non per egoismo. Quindi le conseguenze di nuove elezioni, in un periodo così agitato, cadrebbero non soltanto sulle spalle dei socialisti, che le avrebbero provocate con la loro risoluzione di Norimberga, ma anche su quelle della B. V. P., che, per egoismo di partito, avrebbe secondato il desiderio dei socialisti. Naturalmente i democratici fanno le più ampie riserve sulle rosee speranze del partito del Centro circa i risultati ad esso favorevoli nella eventualità delle elezioni. Del resto, concludono i democratici, le elezioni non potrebbero aver luogo che nei prossimi mesi, mentre noi ora abbisogniamo di sicurezza, di un consolidamento della nostra situazione politica, di autorità e forza nel governo, e questo non può venirci che da un Ministero di coalizione.
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I socialisti cercano di ritorcere contro la B. V. P. gli argomenti esposti da Held. Costui dice pubblica l'organo ufficiale socialista (N. 234 del Münchener Post) che un Ministro Presidente, che ha contro di sé l'opinione pubblica, deve rispondere, che non può far niente. Ma il gabinetto di Hoffmann ha contro di sé l'opinione pubblica . Dunque esso non può governare, ed è perciò che vuol passare il potere alla B. V. P. . Quanto alle nuove elezioni, non siamo noi socialisti che le vogliamo, ma è la B. V. P. che le propone e le provoca col suo rifiuto ad assumere il potere: ma sappia il Signor Held, che noi in una battaglia elettorale non mancheremo di far esaminare questa situazione agli elettori.

La sera del nove corrente la B. V. P. tenne una imponente riunione , alla quale presero parte gli uomini più influenti del partito. Dopo una calorosa discussione fu votato un ordine del giorno che più o meno ripeteva quanto aveva detto l'Held nel suo su citato discorso: Se finora fece comodo ai socialisti un Ministero esclusivamente di loro parte, la B. V. P. non ha ora alcuna voglia di assumere il potere in condizioni tanto difficili e di così spaventosa responsabilità. Dunque rimanga il Ministero di coalizione, al quale la B. V. P. coopererà volentieri, se verrà modificata la politica scolastica e religiosa in genere. Se i socialisti non vogliono aderire a tale programma, la B. V. P. non teme le elezioni, che si dovranno fare secondo la nuova legge elettorale.
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Giacché anche i democratici si erano in una loro adunanza dimostrati contrari ad una crisi del gabinetto, non rimaneva che la parola dei socialisti. Ed essa fu detta nella riunione del partito, il 12 corrente, a Monaco. Fu votata [sic] in quella adunanza un ordine del giorno che suona più o meno così: I partiti borghesi hanno voluto che i socialisti prendessero la responsabilità del governo dopo gli avvenimenti del 21 Febbraio (l' assassinio di Eisner); i partiti borghesi nel maggio si sono uniti coi socialisti per formare un Ministero di coalizione con un programma compilato di comune accordo, che è stato eseguito fin ora; dunque i partiti borghesi hanno la responsabilità di tutta l'opera del governo sino ad oggi. Ciò nonostante questi partiti hanno ostacolato in tutti i modi l'azione del governo; lo hanno proclamato responsabile di tutti i guai del paese e poi non hanno voluto accettare la intiera responsabilità del governo, che ora si offriva loro dai socialisti, ed invece hanno deciso che l'attuale gabinetto presieduto da Hoffmann debba rimanere al potere. Dunque resta stabilita la responsabilità di tutti i partiti per tutta l' azione, che si è svolta finora, e che si svolgerà in seguito dall'attuale Governo. I rappresentanti della B. V. P. e dei democratici hanno con le loro stesse conclusioni riconosciuti infondati gli innumerevoli attacchi contro i socialisti che stanno al governo. Infine l'ordine del giorno citato conclude che i socialisti nelle attuali circostanze non possono assumersi la responsabilità delle nuove elezioni, che aggraverebbero le spaventose difficoltà, che presenta il prossimo inverno.
Da tutto lo svolgersi della crisi si finisce per rilevare che si è trattato di una tempesta in un bicchier d'acqua e che le cose rimangono come prima.
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Rimane cioè il Ministero di coalizione presieduto da Hoffmann, e soltanto si è avuta questa innovazione, che cioè il Ministro delle finanze Dr. Speck, del partito del Centro, è stato nominato vice presidente del gabinetto.
Il fatto che i socialisti non abbiano voluto affrontare le elezioni dalla loro stampa è decantato come un atto di specchiato patriottismo, che deve essere tenuto presente dal paese, il quale deve riconoscere il sacrificio che i medesimi hanno fatto nel continuare la gestione del governo in condizioni così difficili; ma esso potrebbe essere spiegato anche dalla loro incertezza sul risultato delle prossime elezioni. Infatti da una parte la politica scolastica dell'Hoffmann, dall'altra l'impossibilità di contentare il paese nella politica finanziaria e alimentare; l'impossibilità che si intensificherà nell'imminente inverno , fanno supporre che molti aderenti al partito socialista gli volteranno le spalle nelle venture elezioni; mentre il partito del Centro, non essendo direttamente impegnato e responsabile del governo, potrà aumentare le simpatie di molti. Infatti l'opinione più diffusa e seria è che nella eventualità delle elezioni guadagnerebbero il Centro e gli indipendenti a cui affluirebbero tutti gli scontenti e i disillusi del socialismo, che non vorrebbero passare al Centro per le loro convinzioni politiche e religiose.
Guardata da questo punto di vista, la situazione attuale e la minacciata crisi che l'ha consolidata potrebbe dare buoni frutti per l'avvenire.
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Tutto sommato, il Centro (B. V. P.) ha avuto una vittoria. Non voleva una crisi ministeriale e essa non ha avuto luogo Voleva che la responsabilità diretta del Governo fosse del partito socialista e l'ha ottenuto; giacché, per quanto i socialisti dicano che questa responsabilità dovrà dividersi anche coi partiti borghesi, pure il popolo continuerà ad addossarla al partito socialista che dirige il gabinetto. Rimane soltanto a vedere se il Centro potrà ottenere che il Signor Hoffmann modifichi la sua politica scolastica e religiosa.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 14. Oktober 1919, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9054, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9054. Letzter Zugriff am: 10.05.2024.
Online seit 04.06.2012, letzte Änderung am 10.09.2018.