Dokument-Nr. 9061
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 11. Januar 1920

Schreiber (Textgenese)
StenotypistSchioppaPacelliPacelli
Betreff
Scissione del partito popolare bavarese dal Centro
Il Partito popolare Bavarese (Bayerische Volkspartei) nacque con tendenze spiccatamente separatiste. Il suo fondatore Dr. Heim era è un noto particolarista. Egli non faceva mistero delle sue vedute politiche ed il suo programma si sintetizzava in queste parole: "la Baviera pei Bavaresi!" Vi fu qualche momento, e precisamente quando, scoppiò ata la rivoluzione a Berlino, e pareva che il Governo centrale non avesse la forza di domarla, che il partito popolare bavarese lanciò il grido: "Los von Berlin!" Inoltre, quantunque gli avversari politici del partito popolare bavarese medesimo si sforzassero di presentarlo come una semplice trasformazione del vecchio Centro, camuffato sotto l'etichetta del nuovo di un diverso nuovo titolo; pure il partito popolare bavarese esso ha sempre tenuto a dichiarare che esso non era il Centro rimodernato, ma qualche cosa di nuovo o di altro di nuovo enegarlo. Ed infatti gli organi più autoritativi autorevoli del Centro medesimo fin dai primi giorni della fondazione del partito popolare bavarese della Bayerischen Volkspartei non si stancavano di raccomandargli le di tenersi unito a al Centro medesimo ed al suo vecchio programma, quasi presentendo il pericolo che il nuovo partito non avrebbe potuto percorrere la via tracciata dal Centro avrebbe prima o poi finito per separarsene.
Malgrado però tali sintomi di una scissione futura, vicina o lontana secondo le circostanze, il separatismo del partito popolare bavarese dovette assopirsi, contenersi,
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giacché premevano questioni più gravi e di vitale interesse per la Baviera e per l'Impero, sia in ordine alla liquidazione della guerra ed alle condizioni draconiane imposte dal nemico, sia in ordine al movimento spartachiano, che, come si sa, ebbe un effimero ma spaventoso successo proprio in Baviera.
Durante infatti tale periodo di sosta delle tendenze particolariste del partito popolare bavarese fu possibile all'Assemblea Nazionale di Weimar germanica di far passare le leggi concernenti la cessione al Reich delle ferrovie, delle poste, delle finanze, dell'armata, dell'amministrazione della giustizia e di altri servizi pubblici da parte dei singoli Stati federati al Reich, cessione alla quale, di buona o di mala voglia, dovettero votare aderire anche i deputati del partito suddetto al Reichstag a Weimar.
Ogni tanto però la tendenza separatista del partito popolare bavarese faceva capolino sui giornali, che ne interpretano il pensiero, e nelle assemblee radunate per discutere di varie questioni politiche.
Ma quando un nello scorso mese fa il Landtag prussiano pubblicò una proposta, sottoscritta dai socialisti maggioritari, dai democratici e dal Centro, con cui si progettava la discussione sulla possibilità e convenienza proponeva propugnava la piena completa unità unificazione dello Stato (Einheitsstaat) in Germania, ossia e quindi ossia in altri termini che tutti gli Stati cedessero particolari perdessero la loro autonomia politica in favore dell'Impero Reich , ritenendo la sola autonomia amministrativa, allora il partito popolare bavarese, allarmato e ferito direttamente nelle sue più care aspirazioni particolariste, cominciò ad agitarsi, a protestare, a minacciare e finalmente convocò per la mattina del 9 corrente una generale assemblea allo scopo di prender posizione netta e precisa di fronte alla gravissima proposta fatta dalla Prussia.
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Non era difficile prevedere quale sarebbe stata la decisione dell'adunanza. Infatti l'Assemblea ad unanimità ha votò ato un ordine del giorno del Dr. Heim, in cui si respingeva è respinta qualunque proposta circa per l'unità dell'Impero e si è dichiarava to che il partito popolare bavarese si scindeva separa dal Centro.
Non è mancato qualche oratore, che ha prospettato le conseguenze che derivano ti necessariamente da tale scissione, come, per esempio, il ritiro dei membri del partito dalle varie Commissioni del Reichstag, le dimissioni del Ministro del Tesoro, che è membro del partito, la difficoltà di lavorare per la soluzione di interessanti importanti questioni culturali ecc. Ciò nondimeno il Dr. Heim ha mantenuto il suo punto di vista e l'Assemblea lo ha fortemente sostenuto, assicurando però decisamente però che nelle questioni di indole culturale il partito popolare bavarese sarebbe andato naturalmente di pienissimo accordo col Centro.
Quali saranno, oltre quelle di sopra indicate, le conseguenze di tale scissione del partito popolare bavarese dal Centro, non è facile prevedere. Non si può davvero dire che l'orizzonte politico in Germania, e particolarmente in Baviera, sia chiaro. Gli uomini, che reggono la cosa pubblica, non sono preparati al Governo e brancolano nel buio. I partiti sono ancora incerti nel loro programma definitivo. Le masse, soprattutto in Monaco, più che di politica, si occupano e preoccupano del pane e del carbone, nonché di divertirsi in tutti i modi leciti ed illeciti. Sicché voler dire oggi quale contributo nelle elezioni, che si dicono prossime in Baviera, possa portare la scissione del partito popolare bavarese dal Centro, non è ancora possibile oggi. I capi della Bayerischen Volkspartei si ripromettono dal loro movimento di scissione notevoli vantaggi per le elezioni, che si dicono prossime in Baviera, e sperano anzi perfino di riacquistare l'antica maggioranza assoluta nel Landtag. È difficile però tuttavia prevedere per ora, se e fino a qual punto tali speranze si realizzeranno; ad ogni modo, però, Ma è certo che la politica del Governo centrale, che la quale si afferma essere maneggia-
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ta o condotta in massima gran parte dal Ministro Erzberger, il cui programma specialmente finanziario specialmente, sebbene approvato dal Reichstag, incontra le avversioni della maggioranza del popolo di molti, non trova alcuna simpatia in Baviera. Ieri sera vi è stata una numerosa e tumultuosa assemblea collo scopo e col programma preciso del "Los von Berlin!"
Anche la questione monarchica è diversamente imposta qui che a Berlino. In un'altra assemblea ieri sera, anche il Ministro delle Finanze del governo socialistico, Dr. Speck ha fatto tenuto un solenne elogio della Casa Wittelsbach ed ha fatto abbastanza chiaramente capire che soltanto ragioni di opportunità politica vietano ora di condurre una campagna monarchica in Baviera, e che, tutto sommato, si dovrebbe al riguardo tentare un plebiscito.
Del resto, secondo notizie confidenziali giuntemi or ora, anche a Berlino si sarebbe, a quanto sembra, abbandonato il summenzionato progetto dello Stato unitario o Einheitsstaat, perché, almeno per ora, d'impossibile attuazione.
Nell'assicurare V. E. R. che non mancherò, come è mio dovere, di tenerLa informata sull'ulteriore svolgimento della grave questione, mi chino ecc.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 11. Januar 1920, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9061, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9061. Letzter Zugriff am: 02.05.2024.
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