Betreff
Difficoltà nell'azione in favore dei prigionieri italiani
Mi è pervenuta il 22 corrente
ieri la venerata lettera dell'E. V. R. in data del 16 corrente. Pur troppo, come mi son fatto un dovere di comunicare
Le subito col mio rispettoso cifrato N. , non si ha finora qui in Germania alcuna notizia del tenente Giuseppe Ciuffelli; continuo però nelle ricerche e mi farò un dovere di parteciparne senza indugio
allꞌE. [V.] il risultato per telegrafo.
A tale In questa occasione mi permetto ripo
di riferire all'E. V. che la Nunziatu le immense difficoltà che incontro per<nel>l'azione in favore dei prigionieri italiani. Potei ottenere (e fu senza dubbio un grande vantaggio) di avere subito,
con sollecitudine, man mano che sono compilate, dal Ministero della Guerra di Berlino le liste, che dopo aver confrontato, mand invio subito, come di dovere, alla S. Sede, dopo aver tuttavia ogni volta con ogni sollecitudine
diligente premura ricercato se si trova in esse qualcuno dei nomi dei
numerosissimi dispersi, dei quali l'E. V. mi ha ordinato di assumere 39v
informazioni, non mancando di partecipare immediatamente all'E. V. per telegrafo i nomi di quelli ritrovati. Una volta, però, spedite, le liste, come ho detto, le liste, <mi viene impossibile di fare le nuove <un tal mezzo> <le nuove>> rimango senza alcun mezzo per poter in esse con esse <a mancare il mezzo più efficace per le nuove> indagini che V. E. successivamente mi indica
comanda. Avevo quindi preso il sistema d'inviare i nuovi nomi di dispersi al Ministero della Guerra di Berlino. Questo sul principio rispondeva lentamente, poco e male, dando talvolta come sconosciuti anche non pochi di
alcuni di coloro che io avevo già invero ritrovati nelle liste; poi, aumentando sempre più il numero delle mie domande (giacché io ero obbligato a trasmettevo
re per le ricerche, corrispondentemente ai telegrammi ricevuti da V. E., oltre cento nomi al giorno), <il Ministero stesso> mi ha chiamato
significato
fatto sapere comunicare in termini chiarissimi che era seccato di tali eccessive richieste, che [mi] mandava regolarmente le liste, e non poteva fare
ma non sapeva e non poteva dire di più.
Eguali difficoltà s'incontrano nei Comandi dei singoli Campi, i quali rispondono, quando lo fanno, colla massima lentezza. Similmente per le <numerose> lettere e cartoline, che invio ai prigionieri, ho ricevuto risposta soltanto in proporzione 40r
di una su venti circa all'incirca, ed in ogni modo sempre col massimo ritardo: così, ad esempio, ho ricevuto
avuto il ieri 22 corr. una lettera del Marchese Patrizi in data del 3 corrente. Dal tenente Nitti, a cui più volte ho scritto, ho spedito le lettere della famiglia giunte col corriere, ho inviato mille marchi, ecc., non ho ricevuto ancora alcun segno di vita!
In vista di ciò, ho pregato
supplicato questa Legazione di Prussia, colla quale mi trovo in ottimi
buoni rapporti, perché
di ottenere che il Ministero degli Esteri in Berlino (col quale con cui pure mi sono studiato sempre di mantenere le migliori relazioni), raccomandi al Ministero della Guerra ed ai Comandanti dei Campi di avere qualche riguardo verso la Nunziatura di Monaco nella sua azione in favore dei prigionieri; ma non so quale risultato ne otterrò. Forse, qualora lo ritenesse
, giacché le prepotenti autorità militari non ascoltano troppo nemmeno il Ministero degli Esteri.
La difficile situazione è aggravata dalla lontananza da
mancanza di una Nunziatura a Berlino. Se la S. Sede avesse colà un rappresentante
Nunzio od un Incaricato d'Affari officialmente accreditato, egli
questi potrebbe recarsi al Ministero degli Esteri e della Guerra e reclamare una conveniente considerazione per le proprie domande. Ma pur troppo ciò non è in grado di fare la Nun-40v
ziatura di Monaco, la quale inoltre trova scarsa <assai> scarsa efficacia
utilità nell'appoggio stesso del Signor Deputato Erzberger, che, malgrado la sua ottima volontà ed instancabile attività, è persona privata e per di più assai mal visto negli ambienti militari a causa delle sue ben note tendenze politiche.
Si aggiunga a tutto ciò il vivissimo malcontento contro la Santa Sede (dopo le recenti manifestazioni sulla presa di Gerusalemme, sui bombardamenti di Padova, sui discorsi di Loyd Lloyd George e di Wilson,
) esistente negli stessi
assai diffuso nei medesimi ambienti militari, i quali sono perciò tanto meno disposti a favorire l'opera di questa Nunziatura.
del Rappresentante Pontificio.
Cercherò di aiutarmi, in quanto possibile, coi Vescovi, coi Cappellani militari, coll'Opera
Ufficio di Paderborn; ma non nascondo a V. E. che sono preso da grande scoraggiamento nel constatare che,
come, non ostante tutte le fatiche e tutti i sacrificii, non mi trovo in grado di corrispondere a quanto la S. Sede avrebbe pieno diritto di attendersi da questa Nunziatura. Prevedo che difficoltà anche maggiori incontrerò, allorché d si tratterà dei rimpatrii.
Nella fiducia che l'E. V. vorrà perdonare e compatire le involontarie mie deficienze in un'azione che sta tanto giustamente e vivamente a cuore alla S. Sede, m'inchino umilmente al bacio
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 23. Januar 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9805, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9805. Letzter Zugriff am: 15.05.2024.