Dokument-Nr. 12320
Pacelli, Eugenio an Merry del Val, Raffaele
Berlin, 24. Februar 1926

Regest
Pacelli bestätigt dem Sekretär des Heiligen Offiziums Merry del Val den Erhalt einer Weisung über den Breslauer Kirchenhistoriker Joseph Wittig. Der Nuntius teilt mit, dass seine Quellen bestätigen, dass sich Wittig der Verurteilung seiner Bücher nicht beugen wird. Das verwundert Pacelli nicht. Er bezeichnet Wittig als eitel und eingebildet sowie als arrogant gegenüber seinem Ordinarius, dem Breslauer Fürstbischof Kardinal Bertram. Außerdem benutze er gegenüber dem Heiligen Offizium respektlose und ironische Ausdrücke. Zwar zählt Wittig nach Pacellis Informationen wegen des romanhaften Charakters seiner Schriften viele Bewunderer insbesondere unter seinen Leserinnen. Unter den Theologen der Universität und den Theologiestudenten scheint er allerdings kein hohes Ansehen zu genießen. Pacelli erfuhr aus sicherer Quelle, dass Wittigs irrige Lehren darauf zurückzuführen sind, dass er schon seit Längerem mit der priesterlichen Keuschheit zu kämpfen habe, was vielen in Breslau und auch dem Bischof bekannt sein dürfte. Der Nuntius versichert, dass er der Weisung Merry del Vals voll und ganz zustimmt. Da Wittig das Glaubensbekenntnis und den Antimodernisteneid im Geheimen wiederholen soll, besteht in Pacellis Augen kein Grund, dies zu verweigern. Er geht davon aus, dass der Kirchenhistoriker selbst dann nicht nachgeben würde, würde er die Gründe für die Verurteilung seiner Bücher erfahren. Nimmt der Professor seine Vorlesungen nach Ostern wieder auf, muss Bertram nach Auffassung des Nuntius seinen Geistlichen und Theologiestudenten den Besuch derselben verbieten. Pacelli hält es für einen Skandal, dürfte Wittig trotz der Verurteilung weiterhin lehren. Außerdem kann das Beispiel in Pacellis Augen für die nicht wenigen Theologieprofessoren, die sich gerne für unfehlbar und unabhängig jeglicher Autorität halten, heilsam sein. Außerdem übersendet der Nuntius einen bedauernswerten Artikel zum Thema, den die Zeitung Germania abdruckte und der ursprünglich in der Zeitschrift Pfingstfeuer erschien. Autor desselben ist der Priester in Hindenburg in Oberschlesien Alfred Hoffmann. Pacelli legte Beschwerde gegen den Artikel beim Vorsitzenden des Verwaltungsrats der Germania von Papen ein. Dieser versicherte, dass diese verwerfliche Veröffentlichung ohne sein Wissen erfolgt sei und dass er alles daran setzen werde, solche Unannehmlichkeiten zukünftig zu verhindern. Kardinal Bertram informierte seinerseits die Redaktion der Germania über sein Schreiben an Hoffmann, in dem er seine Missbilligung über die offensiven Ausdrücke im genannten Artikel gegen die oberste kirchliche Autorität zum Ausdruck brachte. Beide Schreiben liegen bei. In Pacellis Augen wäre es allerdings wünschenswert gewesen, wenn Bertram die Notwendigkeit und Gerechtigkeit der Verurteilung der Bücher Wittigs darin deutlicher bekräftigt hätte.
Betreff
Sul Sac. Prof. Giuseppe Wittig
Eminenza Reverendissima,
Ho l'onore di accusare all'Eminenza Vostra Reverendissima regolare ricevimento del venerato Dispaccio N. 829/1924 del 18 corrente relativo all'Infelice sacerdote Prof.  Giuseppe Wittig.
Anche le notizie a me giunte da varie parti sembrano confermare non esservi pur troppo speranza che <(il Wittig)>1 egli si sottometta alla condanna dei suoi libri pronunziata da cotesta Suprema. Né ciò può recar meraviglia, se si pensi che il Wittig è assai vanitoso pieno di sé, arrogante verso lo stesso suo Ordinario (come ha avuto a dirmi ripetutamente il medesimo Eminentissimo Bertram), solito ad usare espressioni irriverenti ed ironiche nei riguardi delle S. Congregazioni Romane. Se però egli, per la natura poetica e novellistica dei suoi scritti, ha numerosi ammiratori fra i laici, soprattutto nell'elemento femminile, non pare invece, almeno a quanto mi si
212v
assicura, che goda la stima né dei suoi Colleghi nella Università né degli studenti di teologia. Mi è stato inoltre riferito confidenzialmente da buona fonte che l'origine delle sue erronee dottrine deve ricercarsi non in difficoltà intellettuali, ma nelle gravi lotte, cui egli è già da tempo esposto in ordine alla castità sacerdotale; tale circostanza sarebbe nota a parecchi in Breslavia, compreso naturalmente quell'Eminentissimo Vescovo.
Ciò premesso, poiché l'Eminenza Vostra mi ha ordinato di esprimere il mio umile parere in questa dolorosa vertenza, dirò rispettosamente che convengo del tutto con quanto si espone nel sullodato Dispaccio. – Dal momento che la professione di fede ed il giuramento antimodernistico debbono essere rinnovati in segreto, il Wittig non ha alcun motivo ragionevole per rifiutarvisi. A lui sono pure già stati altrimenti manifestati gli errori, in cui è incorso; dato il suo carattere arrogante e vanitoso, egli non si piegherebbe assai probabilmente neppure se cotesta Suprema consentisse a comunicargli le ragioni dell'anzidetta condanna. – Se il Wittig dopo Pasqua riprenderà le sue lezioni, l'Eminentissimo Ordinario sarà
213r
evidentemente obbligato a proibire agli studenti di teologia ed agli ecclesiastici di assistervi; né occorre intimorirsi eccessivamente per le eventuali clamorose proteste del ribelle sacerdote; maggior scandalo e danno sarebbe, qualora egli continuasse ad insegnare, e del resto tale provvedimento riuscirà di salutare esempio per non pochi professori di teologia, i quali troppo volentieri si considerano come infallibili ed indipendenti da ogni autorità.
In questa occasione stimo altresì mio dovere di trasmettere qui accluso Allegato I 2 all'Eminenza Vostra un deplorevolissimo articolo circa la condanna delle opere del Wittig, riprodotto sul giornale Germania del 19 Dicembre 1925 dal periodico Pfingstfeuer, e del quale è autore un sacerdote professore di religione nel Ginnasio Hindenburg in Beuthen O. S. (diocesi di Breslavia), Rev.  Alfredo Hoffmann. Da parte mia non ho mancato di muoverne i più gravi lamenti col Presidente del Consiglio di Amministrazione di quel giornale, Sig.  von Papen, il quale mi ha risposto che tale riprovevole pubblicazione è avvenuta a sua completa insaputa e mi ha
213v
assicurato che farà del tutto per impedire che si ripetano nell'avvenire simili inconvenienti. Sarà inoltre opportuno che venga riparato, in quanto è possibile, a tanto male colla inserzione nel menzionato foglio di qualche scritto, il quale illumini lettori cattolici sull'argomento. L'Emo Cardinale Bertram diresse dal canto suo alla Redazione del giornale una lettera in data del 24 Dicembre d. m. (Allegato II)3, in cui egli esprimeva la sua disapprovazione per le espressioni offensive verso la suprema Autorità ecclesiastica contenute nell'articolo, ma nella quale, se pur non m'inganno, si sarebbe desiderata una più chiara affermazione della necessità e della giustizia della condanna delle opere sunnominate.
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione mi pregio di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
212r, oberhalb des Datums hds. von unbekannter Hand notiert: "All. 13.", vermutlich vom Empfänger; oberer Teil des Berichts bis "all'infelice sacerdote Prof. Giuseppe Wittig" hds. von unbekannter Hand gestrichen, vermutlich vom Empfänger; 213v, Passage "Chinato [...] Nunzio Apostolico" hds. von unbekannter Hand gestrichen, vermutlich vom Empfänger.
1Hds. von unbekannter Hand eingefügt, vermutlich vom Empfänger.
2"qui accluso (Allegato I)" hds. von unbekannter Hand gestrichen, vermutlich vom Empfänger.
3"(Allegato II)" hds. von unbekannter Hand gestrichen, vermutlich vom Empfänger.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Merry del Val, Raffaele vom 24. Februar 1926, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 12320, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/12320. Letzter Zugriff am: 19.04.2024.
Online seit 29.01.2018, letzte Änderung am 01.02.2022.