Dokument-Nr. 1766
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Berlin, 18. Februar 1929

Regest
Pacelli dankt für die Abschrift der unterzeichneten Lateranverträge und des Konkordats mit Italien. Die Nachricht von diesem höchst bedeutsamen historischen Ereignis wurde in Deutschland mit dem lebhaftesten Interesse und von den Katholiken mit kindlicher Begeisterung aufgenommen. Pacelli beglückwünscht den Papst und Gasparri mit dem größten Respekt für das große Werk der Weisheit und des Friedens. Der Nuntius macht darauf aufmerksam, dass der Vertrag im Deutschen Reich eine verfassungsrechtliche Frage aufgeworfen hat, wie etwa der preußische Ministerpräsident Braun ihm gegenüber äußerte. Laut Reichsverfassung obliegt die Pflege der Beziehungen zu auswärtigen Staaten ausschließlich dem Reich. Solange der Papst als persönlicher Souverän galt, war gegen den Abschluss von Länderkonkordaten nichts einzuwenden, wie der Staatssekretär im Reichsinnenministerium Zweigert 1925 im Reichstag mit Blick auf das Konkordat im Bayern erklärte. Da nun die Souveränität des Heiligen Stuhls über sein eigenes Territorium anerkannt ist, das einen Staat darstellt, wurde in der Presse erklärt, dass Preußen kein Konkordat mehr abschließen könne oder zumindest die Zustimmung des Reiches benötige. Pacelli erklärte Braun, dass der Papst Konkordate nicht als weltlicher, sondern als geistiger Souverän, also als Oberhaupt der katholischen Kirche abschließt, weshalb sich die Situation durch die Lateranverträge nicht geändert hat. Diese Position vertraten auch die Deutsche Allgemeine Zeitung sowie der liberale Abgeordnete Kriege im Hauptausschuss des preußischen Landtags.
Betreff
Trattato e Concordato fra la S. Sede e l'Italia
Eminenza Reverendissima,
Porgo all'Eminenza Vostra Reverendissima le più vive azioni di grazie per la bontà, con cui si è degnata di inviarmi in via riservata un esemplare del Trattato e del Concordato fra la S. Sede e l'Italia firmati l'11 corrente.
La notizia di questo importantissimo avvenimento storico è stata accolta in Germania da tutti col più vivo interesse, e con filiale entusiasmo dei cattolici, i quali, nei loro Congressi generali annuali, non avevano mai mancato di reclamare la piena libertà ed indipendenza del Sovrano Pontefice. Mi sia permesso di deporre ai piedi di Sua Santità e di Vostra Eminenza le mie più umili e rispettose felicitazioni per una così grande opera di sapienza e di pace, la quale, mentre ridonda a gloria del Pontificato Romano, arrecherà abbondanti e benefici frutti di salvezza per le anime.
Forse non sarà del tutto inutile che dia notizia all'Eminenza Vostra di una questione di diritto costituzionale, che il nuovo Trattato ha sollevato in Germania. Essa mi fu già accennata dal Ministro Presidente di Prussia, Sig. Dr. Braun, in
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un recente colloquio avuto con lui Mercoledì scorso 13 corrente relativamente al Concordato, ed ha avuto un eco anche nella stampa. È noto infatti come, secondo l'articolo 78 della Costituzione germanica, "la cura delle relazioni cogli Stati esteri è di esclusiva competenza del Reich". Ora, finché il S. Padre veniva considerato come Sovrano personale, non si era mossa alcuna difficoltà contro la conclusione di Concordati da parte degli Stati particolari della Germania, secondo che dichiarò nel Reichstag il 18 Giugno 1925 in nome del Governo del Reich il Segretario di Stato Sig. Zweigert a proposito del Concordato bavarese: "Questo Concordato, egli disse, non offende l'articolo 78 della Costituzione germanica, perché la S. Sede non è uno Stato estero nel senso di detto articolo". Ma, venendo ora ad essere riconosciuta la piena sovranità della S. Sede sopra un territorio proprio, il quale costituisce uno Stato, si è affermato da alcuni (cfr., ad esempio, le " Berliner Stimmen ", periodico politico della Deutsche Volkspartei ; la Berliner Volkszeitung N. 73 del 12 corrente; la Magdeburgische Zeitung N. 85 del 12 corrente; il Reichsbote N. 40 del 15 corrente, ecc.) che la Prussia non può più concludere un Concordato od almeno abbisogna a tal uopo del consenso del Reich (cit. art. 78 capov. 2). Mi fu tuttavia facile di rispondere al Sig. Dr. Braun che i Concordati vengono conclusi dal Papa non come Sovrano temporale dello Sta-
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to pontificio, ma come Sovrano spirituale, vale a dire come Capo supremo della Chiesa cattolica; il recente Trattato non ha quindi nulla mutato nei riguardi della stipulazione di una Convenzione fra la S. Sede e la Prussia. Questo punto di vista è stato ora sostenuto anche nella Deutsche Allgemeine Zeitung N. 80 del 16 corrente. Anzi lo stesso deputato Kriege, appartenente alla Deutsche Volkspartei, ha affermato ieri l'altro nella Commissione principale del Landtag che "nel Trattato testé concluso fra il Vaticano e l'Italia egli non vedeva alcuna difficoltà di diritto costituzionale contro la conclusione di un Concordato fra la Prussia ed il Vaticano".
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 18. Februar 1929, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 1766, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/1766. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 20.01.2020, letzte Änderung am 01.02.2022.